26 July, 2024
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«Mentre il Consiglio discute della ASL unica, nelle ASL attuali è in corso una lotta all’ultimo sangue per presidiare le posizioni più appetibili. L’assessore Luigi Arru pensi a come fermare questa vergogna, che non ha nulla a che fare con la salute delle persone». Lo afferma il coordinatore regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa.

«L’obiettivo della ASL unica è quello di razionalizzare un sistema al collasso, funzionale a tutto meno che a curare le persone e a fortissimo rischio di collasso. In una situazione del genere ci si aspetterebbe uno forzo corale da parte di tutti, soprattutto da parte di chi ha incarichi di responsabilità. Invece si assiste alla corsa agli incarichi e alle posizioni organizzative, così da mettere davanti al fatto compiuto chi avrà il gravoso compito di dirigere e mettere a regime il nuovo soggetto che avrà in mano l’intera sanità isolana – aggiunge Michele Cossa -. Se la Giunta non interviene subito e in modo drastico si rischia di riportare nell’intero sistema sanitario sardo il medesimo grande pasticcio che questa amministrazione è riuscita a fare con fusione dell’ospedale Brotzu, un processo che poteva dare eccellenti risultati ma che è stato fatto male, in fretta e senza davvero pensare a razionalizzare e integrare i diversi ospedali. Una fusione che sembra fatta solo per raggiungere gli obiettivi sulla carta, senza anima, attenta solo agli aspetti formali e burocratici.»

Il risultato è stato quello di trasformare in un disastro il più importante presidio ospedaliero della Sardegna. Non vorremmo che anche la Asl unica fosse fatta con lo stesso spirito. L’assessore fermi subito nomine, promozioni e attribuzioni di incarichi. In ogni caso – conclude Michele Cossa – presenteremo un emendamento che azzererà tutti gli incarichi conferiti dai commissari in questo periodo di tempo.» 

Michele Cossa

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Domani, mercoledì 25 maggio, dalle 9.30, l’aula magna della facoltà di Ingegneria e architettura – piazza D’Armi – ospita il workshop internazionale “Future Challenges in Cyber Crime and Cyber Terrorism Research: the CyberROAD perspective”. Curato dagli specialisti del dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’ateneo di Cagliari, diretto da Fabio Roli, l’appuntamento chiude il progetto CyberROAD, finanziato dalla Commissione Europea e finalizzato alla creazione di una roadmap delle priorità di ricerca nella lotta contro i crimini informatici e la sicurezza del cittadino in rete.

«Il progetto vuole indentificare i problemi del contrasto al cyber crimine e al cyber terrorismo e delineare una strategia atta a predisporre interventi efficaci nella ricerca e nella sfida ai fenomeni di cyber sicurezza di recente formazione. Prioritario – spiega il professor Roli, ordinario di Sistemi di elaborazioni delle informazioni – è tracciare un quadro socio-politico, legale e economico nei quali i fenomeni dell’illegalità digitale sono di più rapida diffusione, per prevenire e combattere alla radice il cyber crimine». Inoltre, il progetto CyberROAD si focalizza sull’individuazione delle debolezze della ricerca e nell’identificazione delle sue priorità «in modo da svolgere un ruolo proattivo e anticipare i fenomeni di criminalità in rete». Il Consorzio internazionale CyberRoad comprende esperti di atenei, aziende pubbliche e private, enti, istituti finanziari, economici e bancari di statura mondiale.

Nel corso dell’evento viene presentata la research roadmap connessa al progetto con una sintesi dei risultati ottenuti dai due progetti gemelli CAMINO e COURAGE. Apre i lavori Fabio Roli, a seguire gli specialisti Enrico Frumento (Politecnico, Milano), Piotr Kijewski (Kghm, Varsavia), Jart Armin (CyberDefCom, Londra), Ben Brewster (Sheffield Hallam University, GB), Michele Colaianni (Università di Modena e Reggio) e Jens Grossklags (Penn State University, Pennsylvania-Usa).

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Assessorato regionale della Sanità 6 copia

Il consigliere regionale del Pd Rossella Pinna chiede che la Giunta e l’assessore della Sanità trovino le giuste soluzioni atte a favorire lo scorrimento delle graduatorie concorsuali ancora valide, il loro utilizzo in tutto il territorio regionale e la stabilizzazione dei precari mediante concorso.

Con due successive note, l’ultima del 12 maggio scorso, inviate all’assessore alla Sanità, Luigi Arru, il consigliere regionale del Pd, Rossella Pinna, evidenzia, ancora una volta, le note problematiche relative al personale delle Aziende sanitarie locali della Sardegna ed in particolare la situazione degli idonei nei concorsi pubblici banditi dalle Asl della Sardegna e il blocco delle assunzioni.

«Sarebbe drammatico il perdurare del blocco del turn-over – spiega Rossella Pinna – perché oltre a  mortificare l’offerta sanitaria o compromettere il mantenimento della qualità dei livelli essenziali di assistenza, di fatto paralizza il ricambio generazionale, nuove energie di cui il sistema sanitario ha urgente bisogno.

Ho inteso rappresentare, tra l’altro in uno dei settori più colpiti dalla precarietà, la fatica del personale in servizio sottoposto a pesanti turni di lavoro e le istanze degli operatori che, in qualità di idonei nei concorsi pubblici banditi dalle Asl della Sardegna, aspirano a ricoprire gli incarichi nelle diverse categorie professionali per le quali hanno concorso, e che vedono sfumare le loro legittime aspettative a causa di graduatorie, ancora valide sulla carta, ma di fatto congelate e pressoché inutilizzate.

Pur concordando sulla necessità di ridurre i costi della sanità regionale, le soluzioni non possono esaurirsi o risolversi in meri atti di contrazione della spesa sul personale, a discapito della qualità dei servizi sanitari o della caratterizzazione del personale che vanno ben oltre una semplice voce di bilancio, ma che rappresentano una “garanzia” per la salute dei cittadini.

«In tale contesto – conclude Rossella Pinna – l’obiettivo è arrivare quanto prima all’avvio delle assunzioni per il superamento del precariato e del turnover, con azioni concrete non più procrastinabili, né risolvibili con soluzioni “tampone” che paradossalmente finirebbero per vanificare le conseguenze delle attuali e rigorose misure adottate.»

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NO DROGA_OLBIA_2

Contrastare l’uso dilagante di sostanze stupefacenti di qualsiasi tipo senza alcuna distinzione, dalle droghe cosiddette“leggere” a quelle cosiddette “pesanti”, dall’abuso di antidolorifici e farmaci, fino all’abuso di psicofarmaci, antipsicotici e ansiolitici che oggi sembrano la panacea per la soluzione di tutti i problemi quotidiani, causa di tanto stress e ansia per tantissime persone.

E’ questo lo scopo che anima tutti i giorni l’azione dei volontari della Fond, su tutto il territorio della Sardegna, li vede impegnati in una campagna capillare di prevenzione, attraverso l’informazione, sulle conseguenze causate dall’abuso di queste sostanze.

Grazie alla costante azione dei volontari, che non si ritirano neanche davanti a spacciatori e consumatori incalliti, e con la preziosa collaborazione di migliaia di commercianti in numerosi comuni, gli opuscoli “La verità sulla droga” stanno diffondendo ovunque il messaggio di vivere liberi dalla droga.

«Le droghe privano la vita delle gioie e delle sensazioni che sono comunque l’unica ragione di vivere», così stigmatizzava la droga il filosofo e umanitario americano L. Ron Hubbard, e i volontari condividendo appieno questo concetto, con la loro azione fanno di tutto per strappare da questo flagello le nuove generazioni.

Questa settimana i comuni interessati sono Olbia, Budoni e Monastir, mentre a Cagliari prosegue, per la terza settimana consecutiva, la distribuzione nelle palazzine di Is Mirrionis, quartiere dove spacciatori e consumatori sono una tristissima realtà, infine saranno centinaia gli opuscoli che verranno diffusi nei negozi del centralissimo largo Carlo Felice.

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Vittorio Randazzo.

Vittorio Randazzo.

«Ci troviamo in una situazione molto difficile soprattutto a causa della mancanza di liquidità e chiediamo alla commissione di favorire il dialogo con l’assessorato e le Asl, che per quanto ci riguarda abbiamo sempre cercato.»

Lo ha dichiarato il direttore dell’Aias, Vittorio Randazzo, nel corso di un’audizione davanti alla sesta commissione (Sanità-Politiche sociali) presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) sulle complesse problematiche della società.

«Abbiamo un arretrato molto consistente nei pagamenti delle nostre prestazioni – ha ricordato Randazzo – che riguarda il saldo del 2015 e la parte corrente di quest’anno e, al momento, sono cinque mesi che operiamo senza una copertura contrattuale ricorrendo ad anticipazioni bancarie per fare fronte ai costi della gestione, ma ci stiamo avviando verso un piano inclinato: l’ultimo stipendio pagato risale allo scorso novembre ed ora anche le banche stanno assumendo un atteggiamento piuttosto rigido che rende ancora più problematica la nostra attività.»

Il direttore dell’Aias (42 strutture sul territorio regionale, circa 1.000 dipendenti), nel ribadire alla commissione la volontà dell’azienda di ripristinare un quadro complessivo di relazioni corrette con la Regione e le Asl, ha manifestato anche la disponibilità a risolvere attraverso una transazione sia un vecchio contenzioso (arrivato a sentenza) con le disciolte Usl con cui è stato riconosciuto un credito di 2.6 milioni oltre gli interessi, che uno più recente e relativo alle Rsa (Residenze sanitarie assistite), ancora aperto e con una udienza fissata per il prossimo 8 giugno.

Quanto alle relazioni sindacali, Vittorio Randazzo ha ricordato che sono solo tre le sigle firmatarie del contratto Aias, quindi abilitate a rappresentare «una posizione comune dei lavoratori», mentre altre componenti esprimono l’orientamento dei propri iscritti.

Dopo la relazione del direttore dell’Aias si è sviluppato all’interno della commissione un dibattito (hanno preso la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, Giorgio Oppi dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori, Rossella Pinna del Pd, Luca Pizzuto di Sel ed il capogruppo del Pd Pietro Cocco) sull’opportunità o meno di predisporre una risoluzione della stessa commissione sull’argomento. La posizione condivisa, alla fine, è stata quella di acquisire in tempi brevissimi tutti gli elementi conoscitivi necessari, come ha sintetizzato il presidente Perra, «per arrivare ad una soluzione concreta nell’interesse dei lavoratori e dei pazienti».

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14 consiglieri del centrosinistra questa mattina hanno presentato una mozione urgente in Consiglio regionale, con la quale dicono «No alla chiusura della Scuola di polizia a cavallo di Foresta Burgos. La Giunta regionale insista con il Governo nazionale per scongiurarne la soppressione». «La paventata chiusura della Scuola di Polizia rappresenta un colpo durissimo a un territorio che soffre una drammatica crisi sociale e occupazionale – afferma Daniele Cocco, capogruppo di Sel e primo firmatario della mozione – da una parte si parla di lotta allo spopolamento e dall’altra si cancellano i rari presidi dello Stato nelle zone interne».

La Scuola di Polizia a cavallo di Foresta Burgos venne istituita nel 2004 dal ministero degli Interni. Per la realizzazione delle opere furono impegnati 15 milioni di euro di fondi europei destinati al Piano nazionale di sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno. La Scuola, costruita su un’area di 24 ettari e dotata di un maneggio al coperto e 150 posti letto, venne inaugurata nel 2011. «Era la risposta dello Stato all’escalation della violenza nelle zone interne, alle minacce e agli attentati subiti dagli amministratori pubblici sfociati nel 2004 nell’uccisione del padre del sindaco di Burgos Pino Tilocca – ricorda Cocco – ad appena cinque anni di distanza si decide di chiuderla. Un provvedimento inaccettabile per i comuni del Goceano che avevano scommesso sull’iniziativa. Senza la Scuola il territorio dovrà dire addio alla possibilità di creare posti di lavoro durevoli nei settori dell’accoglienza, dei servizi e della manutenzione oltre a quelli dell’indotto».

I firmatari della mozione chiedono per questo uno sforzo ulteriore alla Giunta nel confronto con il Governo: «Francesco Pigliaru ha dimostrato sensibilità – prosegue Cocco – ora serve un tentativo ulteriore per convincere l’esecutivo nazionale. Ancora una volta la Sardegna viene penalizzata: tra le due scuole presenti in Italia, l’altra si trova a Ladispoli, si è deciso di sopprimere la nostra».

La mozione del centrosinistra non si limita però al mero “rivendicazionismo”. «Se la decisione dovesse essere confermata – conclude Daniele Cocco – la questione dovrà essere portata immediatamente all’attenzione del Consiglio. Serve un serio progetto di riqualificazione per evitare che la struttura vada in malora. Il rischio è che un immenso patrimonio vada disperso».

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Dopo il vasto incendio sviluppatosi ieri nell’Isola di San Pietro, tra Guardia dei Mori e Punta delle Oche, il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato un’interpellanza urgente con la quale sollecita l’adeguamento dei mezzi destinati ai territori per la stagione antincendio, con maggiori risorse per arginare e prevenire i rischi per l’ambiente, soprattutto, nelle aree del Sulcis Iglesiente e nelle Isole minori.

«Il preludio della stagione degli incendi – sottolinea il consigliere regionale di Iglesias – ha trovato impreparata la macchina regionale, che non ha ancora provveduto a dotare di risorse umane e strumentali gli enti locali e le istituzioni preposte.»

«Si è già rilevata – conclude Gianluigi Rubiu – l’assoluta insufficienza di automezzi fuoristrada idonei alla lotta agli incendi boschivi con apposita capacità idrica, oltre alla carenza di personale nel distretto del Sulcis Iglesiente, maggiormente a rischio vista la presenza dell’Isola di San Pietro, difficilmente raggiungibile e quindi con l’esigenza di una previsione maggiore di mezzi per arginare il fenomeno degli incendi. E’ necessario un immediato provvedimento della Regione per dotare i territori dei mezzi adeguati per fronteggiare i rischi per l’ambiente.»

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E’ ripartita per l’ennesima volta, questa mattina, la mobilitazione dei lavoratori ex Alcoa, per tenere alta l’attenzione sulla vertenza infinita per la cessione dello stabilimento di Portovesme, chiuso ormai da alcuni anni.

Un centinaio di lavoratori all’alba sono partiti da Portovesme alla volta di Cagliari, dove hanno manifestato davanti al Palazzo del Consiglio regionale., per una nuova protesta sotto il palazzo del Consiglio regionale.

Due mesi fa i tre sindacalisti Rino Barca, Daniela Piras e Roberto Forresu posero fine all’occupazione di uno dei silos dello stabilimento, dopo l’impegno assunto pubblicamente dal presidente del Consiglio dei ministri per la soluzione della vertenza. Da lì a 15 giorni i lavoratori avrebbero dovuto ricevere conferme ma in quel lasso di tempo, come si ricorderà, maturarono le dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, poi sostituito nel Governo con il nuovo ministro Carlo Calenda, e i tempi si sono notevolmente allungati.

Tre settimane fa le organizzazioni sindacali hanno incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, e il viceministro del Mise, Teresa Bellanova, che si sono impegnati a cercare al più presto una soluzione per la vertenza e a convocare un tavolo per la fine di maggio. Fine maggio è ormai arrivata da le risposte no! Una delegazione di lavoratori domani si recherà nuovamente a Roma per ricordare al Governo gli impegni presi.

 

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Claudia Firino copia

L’assessore regionale della Pubblica Istruzione, Claudia Firino, è intervenuta nel dibattito svoltosi ieri pomeriggio a Sassari, nella sala Angioy del Palazzo della Provincia, sul tema “La scuola tra dispersione scolastica e nuove strategie possibili”.

«Per combattere il fenomeno della dispersione scolastica la Regione è intervenuta con il programma triennale Tutti a iscol@ – ha detto Claudia Firino -. Oggi nell’isola le autonomie stanno sperimentando la prima attuazione delle tre linee di intervento. La linea A che mira al potenziamento delle competenze di base, la linea B che prevede attività laboratoriali e la linea C sull’inclusione sociale. A oggi sono 169 i progetti avviati per la linea A, 93 per la B e 121 per la linea C. Sono inoltre stati firmati 673 contratti tra insegnanti, personale Ata, psicologi e mediatori culturali. Siamo consapevoli del fatto che il programma debba e possa essere migliorato. Siamo partiti quest’anno nonostante la tempistica fosse molto stretta. La Regione farà un bilancio dei risultati di questo primo anno per un confronto con gli operatori e il territorio per la programmazione dei prossimi anni».

Tra i relatori, il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, l’assessore all’istruzione del comune di Sassari, Maria Vittoria Casu, insegnanti e dirigenti scolastici.
«Siamo in un momento di grandi cambiamenti – ha aggiunto l’assessore Firino – ed il progetto della Regione “Tutti a iscol@” si è inserito nella nuova normativa nazionale sulla “Buona scuola”. Abbiamo chiesto un grande sforzo alle Autonomie per le tempistiche e le procedure, anche da parte del Ministero. Era importante partire e abbiamo deciso di farlo. Nonostante tutte le difficoltà iniziamo a vedere i primissimi risultati: progetti avviati e contratti di lavoro firmati. Il programma è stato pensato per intervenire in maniera strutturale, e non per tamponare i problemi in modo estemporaneo, per questo è triennale. I bilanci reali su quanto ottenuto di positivo da questa misura si potranno valutare sul lungo termine.» 
L’assessore Firino ha ricordato inoltre quanto è stato fatto sul fronte del diritto allo studio. «Abbiamo rafforzato le misure sul diritto allo studio con un aumento di risorse per le borse. E ancora agito sull’inclusione, trasporto e assistenza disabili, aumentando i fondi che sono passati da 5 a 6 milioni nell’anno passato e quest’anno a 9 milioni. Abbiamo assicurato una dotazione finanziaria maggiore per non rischiare una interruzione del servizio data anche la fase di transizione dovuta al riordino degli enti locali. Grande attenzione anche ai Cpia, per il potenziamento della offerta formativa ad adulti e immigrati in sinergia con l’assessorato del Lavoro!»

L’assessore ha sottolineato anche l’importanza dell’attivazione dei due nuovi Its, tra cui quello di Sassari, oltre a Cagliari e Macomer, per una modalità di alta formazione particolarmente virtuosa nel fare da ponte tra la scuola e il mondo del lavoro.

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Raimondo PerraLa commissione Sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra, ha completato oggi il ciclo di audizioni sull’istituzione della Asl unica regionale, ascoltando i responsabili delle Conferenze socio-sanitarie della Sardegna.

Paolo Fanni, sindaco di Barisardo e rappresentante della conferenza dell’Ogliastra ha dichiarato di essere favorevole all’Asl unica perché «può essere lo strumento per fare una buona riforma e potenziare la rete dei servizi ma la proposta, a nostro giudizio, può essere migliorata prevedendo criteri certi per l’attribuzione delle risorse alle diverse aree, fondati su parametri oggettivi come l’indice di spopolamento, i tempi di percorrenza ed i fabbisogni specifici di salute».

Fortemente negativo, invece, il parere di Antonio Succu, sindaco di Macomer ed esponente della Conferenza di Nuoro, che ha visto nella proposta «un nuovo centralismo sanitario che porterà più burocrazia ed una progressiva decadenza dei servizi in tutti i territori ma soprattutto nell’area nuorese». Succu ha poi criticato l’eccessiva «concentrazione di potere nelle mani del direttore generale e l’anomalia di un processo di accentramento da cui viene comunque stralciata l’Areus (emergenza/urgenza)».

Gianfranco Soletta, di Sassari, ha condiviso in larga parte le argomentazioni di Succu. «Questa riforma – ha sostenuto – è arrivata dopo un dibattito molto limitato che non ha coinvolto i territori e rischia di aggiungere ulteriore confusione a quella che ha caratterizzato il percorso della riforma degli Enti locali». Per Soletta, inoltre, «sarebbe stato più opportuno un riordino più graduale con uno schema a 3 Asl; spetta ora al Consiglio regionale correggere i passaggi più negativi della riforma, a cominciare dal potere eccessivo attribuito al direttore generale».

A giudizio di Teresa Pani, di Sanluri, «la prima necessità è quella di salvaguardare la sanità sul territorio ed anche l’accentramento della governance va visto in questa ottica, nel senso che potrà funzionare solo se sarà in grado di eliminare le tante diseguaglianze della sanità sarda».

Il tema della marginalizzazione dei territori è stato ripreso da Luigi Mastino della Conferenza di Oristano, secondo il quale «con la Asl unica le realtà locali avranno un ruolo sempre più residuale e Nuoro ed Oristano, in particolare, resteranno schiacciate dalla polarizzazione attorno a Cagliari e Sassari». «Per intervenire su questo squilibrio – ha proposto Mastino – la sede della nuova Asur dovrebbe essere individuata nel centro-Sardegna e, quanto alla governance, andrebbe allargata con nuove figure apicali nel settore socio-sanitario che andrebbero ad integrarsi col riconoscimento di una larga autonomia alle Aree socio sanitarie».

Sempre in rappresentanza dell’Oristanese, Domenico Gallus ha lamentato i forti tagli (circa 20 milioni) alla sanità del territorio, chiedendo alla commissione un preciso impegno per «ristabilire un minimo di equità».

Andrea Biancareddu, sindaco di Tempio Pausania e rappresentante della Gallura, ha espresso la posizione nettamente contraria del suo territorio. «Non c’è nessun rapporto – ha detto – fra questa riforma e quella degli Enti locali e fra la Asl unica e la nuova rete ospedaliera». «Per noi – ha aggiunto – si doveva procedere in modo totalmente diverso, cominciando dalla sede e dai compiti della nuova struttura per poi assegnare un ruolo più incisivo alle Aree omogenee e risorse certe ai Distretti». Biancareddu ha concluso chiedendo un concreto riconoscimento della condizione di insularità per le isole minori di La Maddalena e Carloforte e sollecitando un sopralluogo della commissione in Gallura prima dell’approvazione del provvedimento.

Infine sono stati ascoltati i rappresentanti dell’Ipasvi (Infermieri professionali) e del Collegio delle Ostetriche. Rispettivamente, Piero Bulla e Maria Rosaria Lai hanno auspicato che la riforma porti al vero cambiamento di cui la sanità sarda ha molto bisogno, sollecitando in particolare lo sblocco del turn-over per risolvere la complessa situazione di molte realtà dove gli operatori sanitari lavorano in condizioni di emergenza.