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L’apertura ufficiale della dodicesima edizione di “Passaggi d’Autore: Intrecci Mediterranei“ ha visto, dopo la proiezione del documentario “Sciola oltre la pietra” del regista Franco Fais, la presenza inattesa di una ospite molto speciale: Maria Sciola. La figlia del grande artista di San Sperate ha portato al pubblico del Festival del cortometraggio Mediterraneo una toccante e molto personale testimonianza sul padre e sulle sue opere, e un grande regalo: una delle sue sculture calcaree e i dolci suoni ancestrali da lei stessa riprodotti attraverso la pietra scolpita, con il tocco leggero delle sue mani. «Oggi abbiamo portato qui per voi una sorpresa: una piccola scultura di calcare di Pinuccio. Il calcare si forma sott’acqua e quello che poi diviene suono è un suono liquido, molto melodioso. Babbo diceva sempre: “Se io ti parlo di percussione tu pensi al corpo. Ma se io ti parlo di carezza? Ha già tutto un altro significato, e quindi queste pietre le devi accarezzare come accarezzeresti la tua mamma”. Lui non diceva mai «io ho scoperto», semmai, “ho liberato semplicemente ciò che era rinchiuso all’interno della materia. Io non ho creato niente”. Babbo non è andato via, ma è qui con tutti noi».
Il festival, da dodici anni un progetto culturale che lavora attivamente per superare barriere e confini e per portare in Sardegna le storie del Mediterraneo e di tutti i paesi che lo abitano, vedrà domani, giovedì 8 dicembre, terza giornata, la proiezione del secondo gruppo di otto cortometraggi della sezione Intrecci Mediterranei, cuore pulsante della rassegna, con inizio proiezioni alle ore 18.00, sempre nell’aula consiliare del comune di Sant’Antioco. Dall’Italia, Spagna, Francia, Marocco, Libano e Algeria le opere di giovani registi di talento molto apprezzati, selezionati e premiati nei più prestigiosi festival di cinema di livello internazionale. Diversi i temi, le ambientazioni e le tecniche di realizzazione delle storie, ma tutte con unico denominatore comune: il Mar Mediterraneo. Fiabe e aforismi per immagini che condensano in pochi minuti il senso profondo della vita, il tema dell’autismo nell’infanzia, lo sfruttamento dei minori nel lavoro, l’idea della bellezza ribaltata, la crisi ambientale e il significato della perdita di un proprio caro, nei corti: Merlot, M. Gennari e G. Martinelli, Italia, 6’ (il pluripremiato, 1st prize and Audience Award – Hamburg Animation Award 2016, Germania, Prize for “Experimental animation film” – FESA Festival of European Student Animation 2016, Belgrado, Serbia, e tanti altri); Vainilla, Juan Beiro, Spagna, 2015, 10’ (selezionato in oltre cento festival di livello internazionale); Maialetto della Nurra di Marco Antonio Pani, Italia, 2016, 18 (premio del pubblico della FICC e premio Vetrina Sardegna al miglior corto sardo, Sardinia Film Festival); Minh Tâm, Vincent Maury, Francia, 2016, 26’(1st prize at Palm Springs International ShortFest 2016); Aya va à la plage, Maryam Touzani, Marocco, 2015, 19’; Bellissima, Alessandro Capitani, Italia, 2015, 12’ (miglior cortometraggio David Donatello 2016 e nomina ai Nastri d’Argento 2016); Submarine, Mounia Akl, Libano, 2016, 21’ (Official Selection at the 69th Cannes Film Festival, Cinefondation Category | World Premiere); Un métier bien (A Good Job), Farid Bentoumi, Francia/Algeria, 2015, 24’. Film d’autore che raramente si possono vedere nelle sale dei circuiti ufficiali del cinema. Saranno presenti in sala i registi Juan Beiro (Vainilla) e Vincent Maury (Minh Tâm).
Tutti i film sono in lingua originale e sottotitolati in italiano e inglese. L’organizzazione del festival e il lavoro di ricerca e di selezione dei cortometraggi è curato dal Circolo del Cinema “Immagini”. Dopo le proiezioni gli ospiti presenti in sala dialogheranno con il pubblico sui cortometraggi e sui loro paesi, contribuendo ad unire idealmente le due sponde e le tante culture del Mediterraneo. Il festival è soprattutto un’occasione per vedere piccoli capolavori racchiusi in pochi minuti di passione, studio, e tanto impegno.