25 July, 2024
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Virginia Mura 1

L’assessore del Lavoro Virginia Mura ha presieduto, questa mattina, la riunione della Consulta Regionale per l’Immigrazione, organismo di confronto e dialogo sui temi e problemi connessi ai fenomeni migratori. La seduta, tenutasi nella sede dell’Assessorato, in Via San Simone a Cagliari,si è concentrata sull’analisi dei più recenti provvedimenti adottati dalla Regione e inseriti nel Piano regionale 2016 per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati. La delibera, adottata dalla Giunta regionale, comprende un’ampia rosa di azioni (affidate nella loro esecuzione oltre che all’Assessorato del Lavoro a quelli della Sanità, Agricoltura, Pubblica istruzione, Turismo e Enti locali, alla Direzione Generale della Protezione Civile e all’Agenzia regionale per il lavoro) che copre tanto i momenti iniziali dell’arrivo dei migranti in Sardegna, quanto quelli successivi, in un percorso ideale che parte dalla prima assistenza e giunge fino alla successiva integrazione nella società sarda per coloro che intendono restare nell’Isola.
«È una grande opportunità per noi ascoltare i suggerimenti e le osservazioni che provengono dalla Consulta per l’immigrazione – ha detto l’assessore Mura -, dal confronto che si sviluppa nelle nostre riunioni emergono sempre indicazioni utili per migliorare i nostri interventi e per progettarne di nuovi. I flussi migratori che stanno interessando anche la Sardegna richiedono interventi complessi e articolati, che la Regione sta mettendo in campo con grande impegno, raccordando il lavoro degli assessorati competenti sui diversi aspetti del fenomeno migratorio, per assicurare soluzioni valide in tutte le fasi, dalla prima assistenza alla seconda accoglienza alle politiche di inclusione e di inserimento lavorativo. In questo quadro – ha concluso Virginia Mura – la Consulta, all’interno della quale sono presenti le comunità più rappresentative di stranieri non comunitari, organizzazioni sindacali e datoriali, associazioni di tutela ed esperti della materia, fornisce un contributo qualificato e significativo.»

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Elisabetta Falchi 2
L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha presentato questa mattina alla stampa la delibera approvata due giorni fa dalla Giunta regionale che mette a disposizione, in prima applicazione, 7 dei 10 milioni di euro riprogrammati da un emendamento alla Legge di stabilità licenziata dal Consiglio regionale un mese fa.
«E’ un primo passo per sostenere le imprese agricole e facilitare l’accesso al credito attraverso i Confidi – ha detto Elisabetta Falchi -. Era una misura molto attesa e che sarà attiva entro un mese.»
Il fondo è destinato all’integrazione dei fondi rischi dei Confidi che svolgono attività di garanzia a favore delle piccole e medie imprese agricole, operanti nella produzione primaria e nella trasformazione. Nel corso dell’incontro con i giornalisti, l’assessore ha ricordato numeri e problematiche del comparto. Se infatti il settore agricolo è strategico per l’economia regionale e il suo export vale quasi 170 milioni di euro (il 37,5% del dato regionale, se non si considerano i prodotti petroliferi), è anche uno dei più esposti alle criticità: solo per citarne alcune, alto livello di indebitamento con le banche (circa 800 milioni), bassa propensione all’innovazione, eccessiva dipendenza dal mercato locale, difficoltà di accesso al credito.
Grazie alla copertura della garanzia diretta, dunque, «le aziende potranno finanziare interventi stimabili in 100/120 milioni di euro per: ristrutturazione del debito, prestiti per la campagna annuale, prestiti di conduzione e di miglioramento fondiario, utili particolarmente in questo momento di avvio della programmazione con in bandi a investimento che permettono alle aziende di migliorare e ammodernarsi – ha aggiunto Elisabetta Falchi -. La scelta di intervenire in questo momento è strategica: uno dei principali comparti dell’economia isolana, il lattiero caseario ovino, rischia di vivere momenti difficili a causa delle oscillazioni del prezzo del latte, ma col fondo possiamo fare in modo che le nostre cooperative di trasformazione si finanzino in attesa di momenti migliori di mercato ed evitando di svendere il prodotto a prezzi non convenienti»..
All’ovicaprino sarà dedicato l’utilizzo dei restanti 3 milioni di euro riprogrammati ad aprile. «Sono allo studio, con l’assessorato della Programmazione, strumenti finanziari più sofisticati come lo ‘sheep bond’, che contiamo di presentare a breve – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura -. Non solo: un altro comparto strategico, quello della pesca, per ora non compreso nella norma della Legge di stabilità sarà oggetto di un successivo intervento, che stiamo mettendo a punto».

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IN.SAR., Iniziative Sardegna S.p.A., ha indetto tre selezioni per l’affidamento di incarichi finalizzati a supportare la realizzazione di attività in materia di progettazione e programmazione europea, nazionale e regionale, politiche di sviluppo locali e politiche per il lavoro.
Questi gli incarichi che saranno affidati:
– due nell’ambito del “Piano di politiche attive per ex lavoratori Alcoa ed ex Ila”;
– due nell’ambito del “Piano di politiche attive per il lavoro per i lavoratori della società Sardegna regionale marittima (Sa.Re.Mar.) S.p.A. in liquidazione”.
– tre nell’ambito del “Progetto per la revisione della normativa in tema di formazione e in tema di formazione e in tema di cooperazione”.

Le domande dovranno pervenire entro le ore 16.30 del 31 maggio 2016 con una delle seguenti modalità:
– tramite raccomandata all’indirizzo IN.SAR. – Iniziative Sardegna S.p.A. – via Mameli 228 – 09123 Cagliari;
– tramite consegna a mano o corriere privato, presso l’ufficio protocollo dell’IN.SAR. in via Mameli, 228 Cagliari – 4° piano (dal lunedì al giovedì, esclusi i festivi, dalle ore 15.00 alle 16.30).

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Sardamag dall'alto 1 copia

Avranno inizio lunedì prossimo i lavori per il recupero dell’area ex Seamag di Sant’Antioco. I mezzi e il personale dell’Igea, società in house della Regione soggetto attuatore dell’intervento, inizieranno le operazioni di rimozione e di conferimento dei detriti, primo passo verso la bonifica e la riqualificazione della zona.

Nell’ex area industriale sono stoccati oltre 30mila metri cubi di rifiuti, inerti da demolizione, causati dalla distruzione dei fabbricati e dei manufatti che costituivano gli impianti per la produzione di ossido di magnesio. Le attività di conferimento in discarica e di pulizia dell’area andranno avanti fino alla fine dell’anno. Solo in una seconda fase sarà possibile avviare i lavori di bonifica, per i quali Igea ha già presentato il progetto preliminare in sede di Conferenza di servizi. Per i primi interventi, inseriti tra le azioni del Piano Sulcis, sono disponibili 6 milioni e 800 mila euro (5,8 milioni risorse regionali, 1 milione risorse FSC 2007-2013).
«Il merito della Giunta – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – è di essersi impegnata a fondo per dare un ruolo importante a IGEA nel settore delle bonifiche. Il lavoro che sta svolgendo la società è encomiabile: dalle attività di messa in sicurezza dei siti minerari, ai progetti per Iglesias e Montevecchio, fino agli interventi in corso d’opera a Furtei e, adesso, a Sant’Antioco. Come sottolineato più volte – ha concluso l’assessore dell’Industria – le bonifiche sono fondamentali per la crescita economica dei diversi territori. Da un lato puntiamo al ripristino ambientale e dall’altro allo sviluppo di nuove iniziative industriali ecosostenibili. Il nostro obiettivo è liberare “spazio” per creare nuove attività di impresa.»

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Nuovo appuntamento con i musicisti della banda musicale Vincenzo Bellini al Teatro Centrale di Carbonia, che li vedrà impegnati – guidati sapientemente dalla maestra Caterina Casula – nel tradizionale “Concerto di primavera”.

Assistere al concerto, sabato 14 maggio, alle ore 19.00, sarà un’ottima occasione per constatare i progressi che i componenti della banda cittadina compiono, di esibizione in esibizione, in seguito a lezioni individuali e prove corali.

La manifestazione, ad ingresso libero e della durata di circa due ore, verterà in due tempi: il primo sarà dedicato alla musica classica, mentre il secondo a brani di repertorio bandistico (verrà allegato il programma di sala a fine articolo).

Il “Concerto di primavera”, patrocinato dall’assessorato della Cultura del comune di Carbonia e dall’assessorato Sport, Cultura e Spettacolo della Regione autonoma della Sardegna, vedrà protagonista la banda cittadina, che interpreterà brani di Rossini, Verdi, Gounod ma anche di Kernen ed altri importanti autori contemporanei. Il direttivo  ed i musicisti  vi invitano a trascorrere una serata all’insegna della buona musica, fieri del successo degli ultimi concerti, che hanno registrato il tutto esaurito e ottime recensioni. A tal proposito ho incontrato Massimo Sciascia, presidente della banda Vincenzo Bellini, cui ho posto qualche domanda, inerente l’associazione ed il calendario delle attività.

Come procedono le prove, cui seguirà un nuovo ed atteso appuntamento con la musica? 

«Dopo il grande successo del concerto per il nuovo anno, svoltosi al Teatro Centrale il 3 gennaio, siamo quasi pronti per una nuova “sfida”. Ci auguriamo che, anche stavolta, verranno occupate tutte le poltroncine disponibili. Ormai, a tutti i concerti, registriamo il pienone: questo non può che farci enorme piacere e darci la carica per migliorare, sempre, il livello di preparazione, attraverso le prove – che procedono a pieno ritmo – e lo studio individuale.»

E’ sempre attiva la scuola di musica interna alla banda cittadina?

«Sì, la nostra scuola di musica è aperta tutto l’anno ed è seguita, da oltre un ventennio, dalla maestra Caterina Casula. Ai bandisti viene offerta preparazione musicale elevata ed anche educazione nell’ambito sociale. Lo stare insieme, il confronto fra persone di diverse età (portatrici di differenti esperienze di vita) il ritrovarsi per i vari servizi e l’applicarsi nella musica, penso siano dei validi motivi per una buona crescita. I nuovi iscritti, di tutte le età, sono sempre i benvenuti.»

Intelligentemente, ed a proposito di nuovi iscritti, siete andati a portare l’esperienza bandistica all’interno di una scuola cittadina. State coltivando le nuove leve?

«Da novembre 2015 è partito un progetto di musica presso le due seconde elementari  della scuola primaria F.lli Ciusa di Carbonia. Tale progetto vede in cattedra la direttrice della banda insieme al primo clarinetto Antonella Fois; per due volte alla settimana,  queste ultime, si recano ad insegnare propedeutica musicale ai bimbi della scuola, con la speranza che i piccoli studenti si innamorino della musica e della banda musicale.»

Da storica istituzione cittadina,quale siete, quest’anno vi siete messi in gioco in una nuova esperienza, partecipando a “Monumenti aperti”…
«Eh sì, sabato 7 e domenica 8 maggio siamo stati in prima fila, all’interno della manifestazione Monumenti aperti. Quest’anno, dopo averne fatto richiesta – accolta con grande entusiasmo dall’organizzazione – anche la nostra sede ha aperto ai visitatori. Ci ha fatto molto piacere far  conoscere alla cittadinanza la banda, dalla nascita al presente; lo abbiamo fatto tramite  l’esposizione di foto, strumenti musicali e targhe che hanno ricordato i momenti più importanti.»

Programma di sala, Concerto di primavera:

1ª parte:

“Tancredi”: Ouverture – di G. Rossini – Arr. L. Pusceddu

“Coro dei gitani”: dall’opera “Il Trovatore” di G. Verdi

“Marche Funèbre d’une marionette” – di C. Gaunod

“Danse macabre” – di C. Saint – Saèns – arr. G. Gazzani

2ª parte:

“Budapest impressions” – di R. Kernen

“Green Hills Fantasy” – di T. Doss

“Hunting scenes” – di S. Yagisawa

Cinzia Crobu

Concerto Banda BelliniConcerto Banda Bellini a Carbonia

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Anche quest’anno, alla vigilia dell’estate, l’Avis di Portoscuso ha organizzato il consueto appuntamento per la pulizia delle spiagge del litorale, coinvolgendo anche le scolaresche ed i volontari delle associazioni locali. All’iniziativa ha preso parte anche il personale della Guardia Costiera di Portoscuso, guidato dal comandante, tenente di vascello Rocco Chiuri, il quale ancora una volta ha ricordato a tutti che «il diritto di godere di una spiaggia e, in generale, di un ambiente pulito, è strettamente connesso al dovere che ognuno di noi ha di rispettarlo, partendo dai piccoli gesti quotidiani, come la corretta raccolta differenziata».

La pulizia delle spiagge, infatti, ha l’obiettivo di sviluppare nell’animo dei ragazzi un’attenzione profonda ed una nuova consapevolezza della problematica ambientale: raccogliendo ogni tipo di rifiuto abbandonato in spiaggia o trasportato dal mare, ci si rende conto di quanto un cambiamento di rotta sia urgente e necessario.

Spiagge pulite 2016 1 Spiagge pulite 2016 2 Spiagge pulite 2016 3

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Sciola Venezia Pinuccio Sciola al Festival Jazz 1

Per Pinuccio Sciola 

Estraggo dal mio recente Un delitto fatto bene, il ricordo di una delle  numerose gesta di Pinuccio Sciola.  

Eravamo a Venezia nell’ottobre 1976 per il tema “ambiente come sociale” e Sciola aveva preteso e ottenuto  che l’inserimento dell’esperienza di Paese Museo in quella sezione non dovesse essere la semplice esposizione del materiale audiovisivo, dei murales e delle sculture. «A Venezia bisogna andarci fisicamente, spiegare, mostrare. E non solo con le opere ma con le persone che hanno fatto quelle opere e ci vivono accanto», aveva detto con quel tono che conoscete. «Il decentramento va difeso. Se Venezia non viene in Sardegna, la Sardegna va a Venezia».

E ci aveva trascinati tutti. La Biennale era stata quasi costretta a inserire ufficialmente le esperienze artistiche sarde nel programma, a fare un manifesto, a stilare un comunicato stampa: «La Sardegna porterà nei campi di Venezia una sintesi delle attività culturali che attualmente sono in fermento e che tendono sia al recupero di una cultura da sempre condizionata e oppressa, sia a rappresentare la sintesi di momenti culturali, sociali, politici della Sardegna d’oggi».

Su quattro camion solcano il Tirreno sculture e prodotti artistici, allestimenti scenici, complessi corali, gruppi di teatro gestuale e dialettale, con in testa quelli di San Sperate, suonatori di launeddas, cantori. Un’ottantina di persone, tutti partiti alla disperata, fra cui Leonardo Sole, Mauro Deledda, Lorenzo Puxeddu, Gianfranco Pintore.

Il primo giorno tutto si era svolto in Campo Santa Margherita. Il rione popolare reagisce con ammirato stupore alla contaminazione sarda della piazza: paesaggio sardo rapinato e degradato, canne, cadaveri scolpiti nel legno, impiccati che penzolano dagli alberi, morti bianche, morti di miniera, morti di emigrazione, morti da militarizzazione, morti da inquinamenti; canti, poesie, azioni gestuali, la musica delle launeddas, rappresentazioni teatrali…

Fortissima emozione, successo… Ma qualcosa non va. Sciola alza la voce. «La cultura sarda carica di problemi qui rischia di restare come in un museo. Ci hanno messi in un ghetto, occorre uscirne, andiamo a piazza San Marco. Lì passano tutti, lì lo scontro vero con la nuova cultura sarà inevitabile». Trasportare tutto in vaporetto, discussioni con i vigili: «Non avete il permesso». Ma la Biennale si muove e i cadaveri e le canne si posano nella piazza. Reazioni indescrivibili. Tutti si fermano. Stupore, ammirazione, pensieri angosciosi. Troppo crude quelle morti, quelle sofferenze. Troppo belle, troppo universali per essere solo sarde. «Venezia è marcia, nell’acqua c’è cromo e mercurio, sono anche cadaveri veneziani – grida Sciola -. Bisogna essere rudi per rompere l’incantesimo, questo isolamento che chiamano decentramento – commenta Sole – non siamo più isolati, come inquinamento siamo alla pari. La lezione è tutta qui. In questa rottura, in questa smagliatura…». Viene distribuito un ciclostilato.

«Siamo a Venezia come sardi. I cadaveri che vedete sono l’immagine della nostra realtà presente e della vostra realtà futura. Sono l’immagine della disgregazione economica, sociale, culturale, del popolo sardo, colpito a morte nell’indifferenza generale. Per l’italiano medio la Sardegna è l’isola del silenzio non perché siamo già morti, ma perché nessuno sente o vuol sentire. Il modo migliore per non far sentire è quello di mitizzare una realtà inquietante proiettandola fuori del tempo e dello spazio. A questo scopo serve egregiamente il folklore. I panni colorati del folklore nascondono la deportazione di settecentomila sardi, la distorsione dell’economia attraverso l’impianto di una monocultura petrolchimica che ha soffocato il sistema produttivo dell’isola; la trasformazione della Sardegna in un’immensa base militare Nato, duecentomila ettari sottratti ad agricoltura, pastorizia, pesca, turismo; il terrorismo culturale applicato sistematicamente nelle nostre scuole contro la lingua e la cultura sarda; le nostre Seveso sono il gruppo Sir-Rumianca, l’Anic-Montedison, la miniera di Funtana raminosa che ha inquinato il Flumendosa, la superporcilaia della Planargia, la base atomica de La Maddalena…».

La sera, in Campo Santa Margherita, prima di Parliamo di miniera della mia vecchia Cooperativa Teatro di Sardegna, Lorenzo Puxeddu canta la sua poesia: «… Ischìdadi Sardigna! / Assutta sas lacrimas uddidas / de sos fizos tuos isuliadus / fattu ’e su mundu…».

Prima di ripartire si era andati a venti chilometri dalla città per un convegno nazionale sul decentramento culturale. La Sardegna avava chiesto spazio per un intervento e Pinuccio aveva parlato. Poco. Ma non si era levata coppola. 

La scomparsa di questo gladiatore culturale è una perdita commisurata al bisogno enorme che Italia e Sardegna hanno di fecondare il terreno lasciato incolto dalla delittuosa gestione culturale dell’intero Paese. Cantarne la scomparsa però non serve se non si tessono le lodi anche dei protagonisti meno noti di lui, se non si mette a fuoco, oltre alla sua arte,  la sua preziosa natura di operatore culturale. Una figura presente ancorché poco visibile in Sardegna, terra attraversata e animata non solo allora da una foltissima schiera di artisti e intellettuali atipici, una rete con maggiore presa sulla massa giovanile di altre componenti politiche e sociali. Onorarli di una maggiore attenzione è il miglior elogio della missione culturale di Pinuccio Sciola.

Mario Faticoni

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La Sardegna piange la scomparsa del grande artista Pinuccio Sciola. Nato a San Sperate il 15 marzo 1942, Pinuccio Sciola si è fatto conoscere ed apprezzare in tutto il mondo, prima per i murales realizzati a San Sperate, poi per le sue sculture sonore.

Pinuccio Sciola ha iniziato a lavorare nel 1959, a soli 17 anni, da autodidatta, partecipando ad una mostra concorso per studenti e vincendo una borsa di studio che gli permise di frequentare l’Istituto d’Arte di Cagliari. Ha frequentato poi il Magistero d’arte di Firenze e l’Accademia Internazionale di Salisburgo. Nella seconda metà degli anni ’60 ha frequentato l’Università della Moncloa a Madrid ed ha avuto esperienze a Parigi e a Città del Messico. Ha esposto nella più grandi rassegne d’arte nazionali e internazionali.

Nel 1996 ha scoperto e valorizzato la musicalità della pietra. Ha realizzato opere che sono state esposte, oltre che in Italia, in Germania, Spagna, Ungheria, a Cuba, in Cina e in tanti altri paesi.

Nel 2013 ha partecipato, con le sue opere e la sua musica, al festival internazionale “Ai confini tra Sardegna e Jazz”. Le sue opere sono veri e propri strumenti musicali e fonte di ispirazione per artisti, musicisti e compositori.

Pinuccio Sciola al Festival Jazz 2Pinuccio Sciola 1Pinuccio Sciola 2 Pinuccio Sciola 3 Pinuccio Sciola 4 Pinuccio Sciola 5 Pinuccio Sciola 33 Pinuccio Sciola al Festival Jazz 1

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Ospedale Civile di Cagliari

Il San Giovanni di Dio riapre le sue porte sabato 14 e domenica 15 maggio (dalle 9.00 alle 20.00, orario continuato) per Monumenti aperti. Dopo lo strepitoso successo dell’anno scorso (con le oltre 15mila presenze), i cagliaritani potranno ammirare ancora una volta i suggestivi sotterranei e i tesori dell’Ospedale Civile.

 Per la prima volta quest’anno, come ha spiegato il commissario straordinario dell’Aou, Giorgio Sorrentino, sono gli studenti che diventano “padroni” dell’ospedale. I ragazzi di due scuole medie (via Piceno-istituto comprensivo Santa Caterina di Cagliari e Rosas-Istituto comprensivo n. 2 di Quartu) faranno da “ciceroni” e illustreranno ai visitatori le bellezze del San Giovanni e dei suoi sotterranei. Una grande novità che assieme al progetto di alternanza scuola-lavoro elaborato con Imago Mundi, ha proprio l’obiettivo di valorizzare il Civile. «Non è un caso – spiega Sorrentino – che il nostro slogan di quest’anno sia: “San Giovanni di Dio, il Monumento della Salute”. Perché è qui, nell’ospedale più antico della città, che i cagliaritani hanno trovato e continuano a trovare un punto di riferimento». Ovviamente i ragazzi cureranno le visite guidate sotto la supervisione dell’Associazione dei dipendenti dell’Aou, Mariposa, vero motore delle iniziative culturali al San Giovanni.

Sabato e domenica sarà proiettato ogni quindici minuti il cortometraggio “Quello che c’era”, che racconta la storia dei sopravvissuti ai bombardamenti del 1943 su Cagliari: furono centinaia i cagliaritani che si salvarono proprio grazie ai sotterranei del San Giovanni di Dio. Il documentario è frutto di un grande lavoro di Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari, del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Cagliari e degli studenti del Gruppo C-nema del laboratorio audiovisivo (coordinato dal regista Marco Antonio Pani) all’interno dell’insegnamento dei linguaggi del Cinema, della Televisione e dei New Media, del prof. Antioco Floris. Protagonisti assoluti i due testimoni, Mario Seguro (88 anni) e Mariano Frongia (78), che si sono salvati proprio grazie al San Giovanni e ai suoi sotterranei. Un racconto emozionante quello di Seguro e Frongia, che fanno rivivere le terribili giornate del 1943, quando Cagliari fu completamente rasa al suolo dagli aerei alleati. Un cortometraggio che parla di un pezzo di storia della città ma che è anche memoria per le future generazioni. Il cortometraggio è stato realizzato dagli studenti del primo anno di Scienze della Comunicazione Francesco Campus, Jaime Cocco Ciboddo, Giuseppe Lai, Cristina Marci, Silvia Marci, Francesca Murgia, Luca Palmieri, Francesca Pili, Francesca Salis, Dafne Satta, Alessio Simbula, Bruna Francesca Sini.

Nella due giorni di Monumenti aperti sono tre gli appuntamenti musicali. Sabato 14, alle 17.00, si esibirà nella hall del San Giovanni di Dio,  il coro polifonico di Sinnai S’Addura. Domenica 15 due appuntamenti: alle 11.00, esibizione del gruppo Cuncordia a Launeddas; alle 11.45 nella Cappella del San Giovanni di Dio l’orchestra della scuola media a indirizzo musicale Rosas di Quartu, pluripremiata a livello nazionale: i giovani musicisti prodigio proprio ieri hanno sbaragliato le altre orchestre al concorso nazionale di Trento. Domenica alle 17.00 si esibirà il coro polifonico Cantores Mundi. Infine, nella due giorni sarà visitabile la mostra di piante officinali disegnate ad acquarello dell’artista sarda di fama internazionale Elisabetta Mura.

 

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Bob Log III al Karel Music Expo (Cagliari - 3 ottobre 2015) 3Bob Log III (s) Bob Log III al Karel Music Expo (Cagliari - 3 ottobre 2015)

Già protagonista, lo scorso ottobre, del set di chiusura del nono Karel Music Expo, il “festival delle culture resistenti” ideato e organizzato dalla cooperativa Vox Day, sabato (14 maggio) ritorna a Cagliari Bob Log III per una serata, con inizio alle 22,30, al Fabrik, il locale in via Mameli (al civico 216), all’insegna della sua elettrizzante miscela di blues e rock’n’roll.

Nelle sue stravaganti e coinvolgenti performance, condite di gag e siparietti, il chitarrista americano indossa una tuta blu e un casco da pilota con una visiera scura che gli offusca il viso e alimenta la patina di mistero che l’accompagna. Una cornetta di telefono montata al centro della visiera funge da microfono permettendogli di cantare (e parlare al pubblico), con voce filtrata e distorta, e di avere mani e piedi liberi per suonare contemporaneamente, da autentico one-man band, chitarra, cassa e piatto di batteria.