23 July, 2024
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Palazzo della Regione 1 copia

La Giunta regionale, su proposta del presidente, Francesco Pigliaru, ha approvato le linee direttive per le nuove zone franche con natura doganale in diverse aree della Sardegna e le delibere per Olbia e Sulcis. L’obiettivo è superare la crisi economica rafforzando le condizioni per agevolare lo sviluppo, potenziare le imprese che già operano in Sardegna e attirare nuovi investimenti.
La delibera approvata, in esecuzione dello Statuto di Autonomia e del decreto legislativo 75 del 1998, riguarda l’inquadramento generale per l’istituzione di zone franche franchi, legittimamente definite all’interno della normativa statutaria ed europea. Si tratta di una delibera quadro, che offre gli strumenti per il coordinamento complessivo delle zone franche doganali, considerate come strumento di politica economica. Le zone franche verranno ora istituite su iniziativa dei territori interessati, in base a piani di sviluppo territoriali, che dovranno prevedere la sostenibilità economica dell’intervento.
Sulla scorta di quanto previsto dalla delibera quadro, la Giunta ha poi approvato due proposte coerenti con il percorso definito che riguardano le zone franche non intercluse proposte dal comune di Olbia e, per l’area di Portovesme, Seruci, Sant’Antioco, definita nell’ambito della strategia del Piano Sulcis. Le delibere approvate oggi saranno ora inviate alla competente Commissione del Consiglio regionale per il parere di merito per tornare a breve in Giunta per l’approvazione definitiva. Ultimo passo sarà l’istituzione vera e propria delle zone franche, prevista con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
«Abbiamo messo ordine in una vicenda che fino ad oggi aveva goduto più delle attenzioni della propaganda che delle cure della Pubblica Amministrazione – ha commentato il presidente Francesco Pigliaru -. Una possibilità delineata dallo Statuto e mai attuata, rafforzata da un decreto legislativo nel lontano 1998, ha finalmente oggi un percorso attuativo chiaro e ben delineato per tutte le amministrazioni locali che vorranno concretizzarlo. Olbia e Portovesme, dal canto loro, possono proseguire nell’itinerario già intrapreso. La Giunta ha fatto il suo dovere e compiuto un significativo passo in avanti nell’esercizio pieno, da parte dei Sardi, delle possibilità che già oggi gli ordinamenti statali e europei riconoscono loro.»
La Giunta, fermo restando l’imprescindibile rispetto dei vincoli di bilancio, è impegnata nell’esame e nello studio di tutti gli strumenti di rilievo fiscale, anche quelli non aventi carattere doganale, per la verifica della loro effettiva realizzabilità e per la ricerca della configurabilità giuridica più idonea ad innescare un processo di sviluppo nell’Isola. Per avere più peso nell’Unione Europea e nei rispettivi Stati, e per accrescere le possibilità di creare una zona a fiscalità di vantaggio intesa come misura compensativa dello stato di insularità, la Giunta regionale sta valutando l’ipotesi di costituzione di una macroregione, composta da Sardegna, Corsica e Baleari, accomunata da problemi e svantaggi economici e strutturali simili.

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Sabato 16 e domenica 17 aprile, Carbonia ospita la tappa di apertura della “Primavera Sulcitana”. La kermesse, giunta alla seconda edizione, è organizzata dall’Associazione Primavera Sulcitana con il patrocinio e la collaborazione del comune di Carbonia.

La due giorni sarà un susseguirsi di cultura, tradizioni, festa, promozione, divertimento, socializzazione, musica e tanto altro ancora.

Dalle 16.30 di sabato 16 sino alla notte e dalle 10.00 di domenica sino alla notte le vie del centro si trasformeranno, grazie alle presenza di un centinaio di esposizioni, in un’importante vetrina capace di far conoscere le tantissime risorse che la città e il territorio sono in grado di offrire a cittadini e turisti.

Piazza Roma sarà la “casa” delle tradizioni sulcitane, con la presenza di gruppi folk dei Comuni del territorio, degli artisti che realizzeranno le rispettive opere in presa diretta. La Piazza ospiterà anche diversi appuntamenti dedicati all’archeologia e un’area per i più piccoli. Nella saletta del Portico, vicino al teatro Centrale si potrà visitare la Mostra di Angelo Litarru.

Via Gramsci, via Manno e via Fosse Ardeatine ospiteranno laboratori artigianali e di cucina tipica; laboratori di formaggio e ricotta, produttori agroalimentari ed enogastronomici, cantine locali e street food.

Piazza Marmilla, area Anfiteatro, ospiterà  un vero e proprio festival del cibo con diverse portate cucinate a vista. Nell’area food, dove saranno allestiti circa 200 posti a sedere, saranno a disposizione anche punti dedicati alla birra artigianale. Per la domenica sono previsti degli “show cooking”, dimostrazioni di cucina dal vivo guidati da diversi chef, tra cui Manuele Fanuntza. L’area sarà allietata con sottofondo musicale che, intorno alle 20.30, lascerà lo spazio all’esibizione di due gruppi locali:  sabato 16 i Molly’s Chamber e domenica 17 i KenzeNomi.

Nei due giorni anche i Musei saranno impegnati a far conoscere la città di Carbonia. Nell’area museale di Villa Sulcis  e nel Museo PaleoAmbienti Sulctani (grande Miniera di Serbariu) saranno presenti diversi laboratori, mentre il Museo del Carbone, nella Grande Miniera di Serbariu, avrà l’ingresso a prezzo ridotto.

Due i momenti principali della Primavera Sulcitana a Carbonia. Sabato 16 aprile alle ore 18.30, i “bambini della Primavera Sulcitana”, in rappresentanza di tutti gli appuntamenti della Kermesse, sfileranno per le vie del centro (via Gramsci, via fosse Ardeatine, via Manno, Anfiteatro di Piazza Marmilla), seguiti dai gruppi folk del territorio, vestiti con abiti tradizionali. Saranno coinvolte circa 250 persone. Al loro arrivo saranno accolti, tra gli altri, dal Sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti. La sfilata è l’inaugurazione ufficiale della manifestazione che coinvolgerà quasi tutti i Comuni del Sulcis.

Domenica 17 aprile alle 19.30, tanti ragazzi dell’istituto Beccaria di Carbonia, coordinati dalla compagnia teatrale “La Clessidra” sfileranno per il centro città: indossando gli indumenti tipici del lavoro minerario, rievocheranno le origini di Carbonia.

«Abbiamo accolto la proposta dell’Associazione “Primavera Sulcitana”, che ringraziamo, nell’assoluta convinzione che questo tipo di iniziative siano da valorizzare e sostenere. Si tratta di manifestazioni valide e interessanti che possono concretamente contribuire a incentivare il turismo nella nostra città – afferma il sindaco, Giuseppe Casti – L’appuntamento del 16 e 17 aprile, che ben si affianca ai numerosi eventi e rassegne realizzate nei diversi anni, rafforzano l’impegno dell’Amministrazione comunale per la promozione turistica e culturale della nostra Città.»

Al fine di garantire la buona riuscita dell’evento e la sicurezza dei cittadini è stata disposta, dalle 14.00 di sabato 16 aprile fino alle ore 24.00 di domenica 17 aprile, la chiusura al traffico veicolare e il divieto di sosta in piazza Roma e strade confluenti, via Fosse Ardeatine, via delle Poste e via Gramsci, nel tratto compreso tra piazza Matteotti e via Brigata Sassari. Sabato 16 aprile, dalle ore 17.30 fino al termine della sfilata in abiti tradizionali, è stata disposta la chiusura al traffico e il divieto di sosta in via Gramsci, nel tratto compreso tra via Satta e via Brigata Sassari.

Ricordiamo cheMoby e Tirrenia sono i nuovi prestigiosi partner della “Primavera Sulcitana 2016″.

Grazie a Moby e Tirrenia è possibile partecipare alla tappa di Carbonia utilizzando i frequenti collegamenti quotidiani, ad esempio con la linea Livorno-Olbia a partire da € 36.08 o la Civitavecchia-Cagliari a partire da € 41.90 (tutto incluso). E per i residenti sardi, Tirrenia offre le convenienti tariffe flat, a partire da 14 euro (più tasse e diritti). È ancora valido fino al prossimo 31 maggio (per partenze fino al prossimo 31 dicembre) il buono sconto pari al 25% dell’importo pagato (al netto di tasse e diritti) su un nuovo biglietto per qualunque destinazione.

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La Sardegna, nell’arco degli ultimi sessant’anni, in fatto di fecondità ha registrato un clamoroso tracollo. Nel 1952, l’Isola deteneva il tasso record di 3,8 figli per donna, il migliore d’Italia. Nel 2015, invece, l’indice è stato di 1,1 figli per donna, il peggiore risultato su scala nazionale (dati Istat, Noi Italia 2016). È cresciuta, intanto, l’età delle madri sarde al primo nato (32,4 anni, nel 1995 era 30,5) così come il numero delle coppie senza figli. Complessivamente, nell’Isola il tasso di natalità è ormai sotto il 7 per mille (6,9, dati Svimez) mentre il tasso di mortalità supera il 9 per mille.

Le Acli, che monitorano costantemente lo stato di salute demografica della Sardegna, hanno registrato che, nel 2015, in ben 304 comuni sardi su 377 (l’80,6%) il saldo naturale della popolazione è stato negativo: in otto centri su dieci, in sostanza, i morti hanno superato i nati. Il fenomeno ha riguardato soprattutto i piccoli paesi interni – falcidiati dallo spopolamento – ma non ha risparmiato del tutto le città più grandi. Anche a Cagliari, per esempio, nel 2015 il saldo tra i nati e i morti è stato negativo (-891 unità) e la popolazione complessiva è di poco aumentata soltanto grazie al contributo degli immigrati (+1.319, dati dell’Atlante demografico del Comune).

Anche il saldo migratorio, tuttavia, è ormai negativo in tanti paesi della Sardegna. In 225 comuni sardi su 377 (circa il 60%) gli emigrati superano gli immigrati: si tratta, soprattutto, dei piccoli centri delle zone interne, dove la cicogna non arriva, i giovani scappano e neppure l’arrivo degli stranieri sembra capace di scongiurare una lenta estinzione.

Tabella 1 – Popolazione sarda Provincia

Popolazione

1 Gen. 2014

Popolazione

1 Gen. 2015

variazione

Cagliari

560.827

561.925

1.098

Oristano

163.511

162.643

-868

Sassari

335.097

334715

-382

Nuoro

158.980

158.413

-567

Olbia-Tempio

158.518

159.950

1.432

Ogliastra

57.699

57.642

-57

Medio Campidano

100.676

100.141

-535

Carbonia Iglesias

128.551

127.857

-694

SARDEGNA

1.663.859

1.663.286

-573

Le statistiche elaborate dalle Acli mostrano quanto sia urgente pensare a un vero e proprio Piano per la natalità in Sardegna, che si ponga l’obiettivo di sostenere tutti coloro che vorrebbero mettere su famiglia ma non sono nelle condizioni di farlo. Un Piano da adottare attraverso una nuova Legge regionale per le famiglie, che individui veri e propri incentivi alla natalità e servizi coerenti con la formazione e la gestione quotidiana di un nucleo familiare.

«La politica e le istituzioni – spiega Fabio Meloni, presidente delle Acli della Sardegna – devono prendere atto dei numeri allarmanti sulla natalità e lo spopolamento e raccogliere la sfida di un futuro diverso per l’Isola. Le famiglie si sostengono certamente con gli sgravi fiscali e gli incentivi al reddito ma serve molto di più. Penso alla necessità di aiutare le giovani coppie nell’accesso al credito per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa. Penso all’urgenza di rendere più semplice per le mamme e i papà la conciliazione lavoro-famiglia, iniziando con il potenziamento dei servizi all’infanzia e coinvolgendo i privati in un progetto di rafforzamento del welfare aziendale. Solo così potremo tornare a crescere, invertendo le statistiche che oggi ci condannano a un lento declino.»

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TG 1 MARZO 2016 2

La commissione sanità del Consiglio regionale stamane ha sentito in audizione i rappresentanti della sanità privata. A nome dell’associazione di categoria, il presidente Andrea Pirastru ha espresso sulla riforma, a livello generale un parere positivo “con riserva”, una riserva che nasce sia dai cambiamenti che sono stati fatti rispetto alle prima proposta del febbraio scorso, sia dalla constatazione che «la riforma deve ancora essere riempita di contenuti, dal nostro punto di vista, per quanto riguarda le specialità da accreditare».

Dopo aver ricordato che in termini di budget «dal 2012 le assegnazioni di fondi alla sanità privata sono passate da 105 milioni a 99», Pirastru ha dichiarato che «le strutture private hanno un ottimo livello di appropriatezza che anche il settore pubblico potrebbe raggiungere generando risparmi per circa 50 milioni di euro l’anno».

«Il problema, ha sottolineato – è che le nostre prestazioni sono controllate con rigore e secondo parametri certi ma non altrettanto avviene nel pubblico e comunque non con criteri omogenei, che purtroppo cambiano non solo fra assessorato e aziende ma anche da un’azienda all’altra.»

«Come settore privato – ha aggiunto Pirastru – possiamo fare la nostra parte per arrivare ad una buona riforma, a cominciare dalla riduzione delle liste di attesa; ricordo in proposito che la Regione aveva stanziato fin dal 2011 risorse importanti (21 milioni, di cui solo 2 per i privati) per una riduzione significativa delle attese dei pazienti, ma questa disposizione è rimasta sostanzialmente inapplicata.»

Sul Mater Olbia il presidente della sanità privata sarda ha detto di non avere niente in contrario, precisando che «siamo imprenditori privati e non possiamo essere contro una impresa privata». «Piuttosto – ha osservato – è un progetto in piedi da 2 anni e ora si parla del 2017, data che non appare molto realistica; è chiaro comunque che pur non incidendo sul rapporto di 3.7 posti letto per 1000 abitanti quella struttura avrà un impatto sulle convenzioni, penso soprattutto alla pediatria visto che fra i promotori del progetto c’è il Bambin Gesù di Roma».

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La Costa Smeralda piange Alfonso Iantosca Il leggendario cuoco e pizzaiolo del Pomodoro e del Romazzino è scomparso lo scorso mese di marzo. Aveva 82 anni.

La Costa Smeralda piange una delle sue colonne. É morto il mese scorso, all’età di 82 anni, Alfonso Iantosca, storico cuoco e pizzaiolo del Romazzino e del Pomodoro. Fofò, come in Costa Smeralda lo chiamavano tutti, era arrivato a Porto Cervo nel ’63, agli albori di quella che negli anni successivi diventerà una delle località turistiche più famose al mondo. Negli anni d’oro della Costa Smeralda, Fofò era diventato il pizzaiolo preferito del principe Karim Aga Khan, la fama delle sue pizze arrivò a precederlo conquistando i palati di sovrani, industriali, attori e sportivi di tutto il mondo. I sovrani di Giordania, dopo essere rimasti folgorati dalla pizza di Alfonso Iantosca, avevano fatto recapitare una lettera col timbro reale nella quale chiedevano al pizzaiolo i segreti della sua mitica ricetta. Anche il re Gustavo di Svezia impazziva per le sue focacce al rosmarino. Monica Vitti andava matta per la pizza ai capperi e Ugo Tognazzi per le triglie al sugo. Ma il nome di Iantosca cominciò da subito a circolare tra le ville dei vip e i clienti degli alberghi di Porto Cervo: lo volevano tutti. Restano nella memoria le sue grigliate a Mortorio, con un barbecue improvvisato sulla spiaggia che richiamava personaggi famosi e gente comune.

Alfonso Iantosca era originario di Avellino e all’inizio degli anni Sessanta faceva parte dell’Arma dei Carabinieri. Mandato in Sardegna, scelse di rimanervi, ma in altre vesti: venne assunto dall’ e iniziò a sfornare pizze per i palati più esigenti del mondo. Una scelta di vita davvero sorprendente, ma molto azzeccata: «Ha amato la Sardegna e la Costa Smeralda per tutta la vita – racconta sua figlia, Claudia Iantosca – al punto che sua madre, in quegli anni, si impegnò per far emigrare negli Usa sia lui che i suoi due fratelli, miei zii. Mia nonna riuscì nell’intento, ma solo in parte: i miei due zii partirono e si stabilirono in America e vivono tuttora lì. Mio padre invece rimase in Sardegna. Si rifiutò di partire, e non sbagliò la scelta: ha vissuto una vita piena, entusiasmante, soddisfacente, e soprattutto è diventato un punto di riferimento per la cucina in Costa Smeralda». Le sue pizze, infatti, hanno contribuito a creare una istituzione come il Pomodoro di Porto Cervo, tuttora avvolto da un’aura leggendaria.

Dopo una lunga e impegnativa carriera (arrivava a cucinare anche 400 pizze al giorno, una sorta di macchina), Iantosca si è ritirato nel 1995, dopo oltre trent’anni passati tra i tavoli del Romazzino e del Pomodoro. Lo scorso mese di marzo, è scomparso. Un altro dei protagonisti dell’epopea della Costa Smeralda se ne è andato dopo aver contribuito, con il suo lavoro, a costruire parte del Mito.

iantosca bianco e nero iantosca festa romazzinoiantosca e tognazzi iantosca festa romazzino 3

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Ieri giovedì 14 aprile 2016, presso l’Ambito territoriale scolastico di Cagliari, i funzionari e dirigenti dell’Inail guidati dal direttore regionale dell’Inail per la Sardegna, Enza Scarpa, insieme con il dirigente dell’Ambito territoriale scolastico di Cagliari Luca Cancelliere, hanno incontrato i dirigenti scolastici dei 44 Istituti scolastici secondari di II grado dell’Ambito territoriale scolastico di Cagliari per illustrare loro il progetto “In-formazione in sicurezza. Take it easy. Il futuro è nelle tue mani”. 

Il progetto, destinato agli studenti delle scuole secondarie di II grado e articolato in moduli distinti per anno di iscrizione, costituisce un percorso formativo-didattico in materia di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. 

7.1 - INAIL 1 7.2 - INAIL 2

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Si è svolta nella commissione Autonomia l’audizione del  deputato Francesco Sanna (Pd) sulla proposta di legge costituzionale n.3212, di cui è primo firmatario, tendente alla modifica degli articoli 27, 28, 43, 44 e 45 dello Statuto sardo, nonché della modifica della rubrica del titolo V dello stesso che si propone di trasformare da “Enti locali” in “Rapporti tra la Regione e gli Enti locali”.

La proposta di modifica statutaria si propone, in sintesi: di trasferire l’esercizio del potere regolamentare dal Consiglio alla Giunta; di attribuire al Consiglio delle Autonomie Locali (Cal) il potere di iniziativa legislativa nelle materie di competenza; di eliminare dallo Statuto speciale il riferimento alle tre province storiche (Cagliari, Nuoro e Sassari);  di indicare nella Carta autonomistica della Sardegna che l’ordinamento delle autonomie locali è basato sui Comuni; di inserire in Statuto la città metropolitana, quale forma tipica di aggregazione di comuni; di prevede che la fusione dei comuni e la creazione di un nuovo comune avvenga per legge regionale rinforzata, richiedendo per la sua approvazione la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio; di consentire la creazione di un nuovo comune solo in caso di popolazione almeno pari a 10.000 abitanti; di prevedere il referendum consultivo sulla proposta di fusione o nuova costituzione di comuni.

Francesco Sanna ha rassicurato i commissari sulla possibilità di approvazione (doppia lettura alla Camera e al Senato) delle modifiche costituzionali ed ha dichiarato disponibilità ad accogliere eventuali proposte del Consiglio regionale per introdurre ulteriori modificazioni alla Carta autonomistica.

L’esponente della maggioranza che sostiene il governo Renzi ha inoltre affermato che le modifiche statutarie, qualora approvate, «potrebbero rappresentare “la cornice” istituzionale per la riforma degli Enti Locali varata, di recente, dal Consiglio regionale».

I consiglieri della maggioranza intervenuti, Roberto Deriu (Pd), Salvatore Demontis (Pd) e Annamaria Busia (Sovranità, democrazia e lavoro) hanno espresso favore per il trasferimento in capo alla giunta dei poteri regolamentari e nel corso dei rispettivi interventi hanno posto l’accento su alcune questione specifiche attinenti la possibilità di introdurre la legislazione delegata (Deriu) nonché riferimenti agli ambiti territoriali strategici con riferimento alla “rete metropolitana” come forma particolare di unione dei comuni (Demontis) e sulla doppia preferenza di genere (Busia). 

Il presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus (Sel), richiamata la risoluzione del Consiglio regionale, approvata nel giugno 2014 su proposta della commissione, che indica il cosiddetto “percorso delle riforme”, ne ha ribadito la validità ed ha espresso soddisfazione e apprezzamento per il varo della legge sugli Enti locali a cui – così ha affermato Agus – seguirà una nuova legge Statutaria che dovrà coordinarsi con la riforma della legge n. 1 inerente l’organizzazione della Regione.

Nel merito della proposta di legge costituzionale oggetto dell’audizione dell’onorevole Francesco Sanna, il presidente della commissione Autonomia ha riaffermato la necessità di un “ulteriore lavoro di istruttoria” in vista dell’espressione del richiesto parere. 

Francesco Sanna 1 copia

 

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Si è tenuta questa mattina, in Consiglio regionale, una conferenza stampa del presidente Gianfranco Ganau e dai rappresentati dei comitati promotori del referendum anti-trivelle, in programma domenica 17 aprile 2016.

Allegate le interviste del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, in qualità di delegato dell’Assemblea regionale sarda nel Comitato  nazionale costituito dai Consigli regionali della Basilicata, delle Marche, della Puglia, del Veneto, della Calabria, della Liguria, della Campania e del Molise; del capogruppo di Forza Italia Sardegna, Pietro Pittalis in qualità di delegato supplente del Comitato nazionale; della  presidente di Legambiente Sardegna, Annalisa Columbu; della portavoce del comitato “No trivelle in Sardegna”, Daniela Concas; e, infine, del portavoce del coordinamento associazioni della Sardegna “Vota sì per fermare le trivelle”, Giorgio Vargiu.

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Il segretario della Federazione lavoratori pubblici della Difesa in Sardegna, Antonio Lello Perra, promuove una battaglia che oltrepassi i confini della Penisola contro il blocco dei contratti, che continua dal 2010.

«A seguito del ricorso vinto grazie alla Federazione davanti alla Corte Costituzionale, che mira ad ottenere la condanna del Governo a risarcire i ricorrenti per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015 e la mancata riapertura dei tavoli contrattuali con adeguate risorse, come prevede la sentenza della suprema corte – spiega Perra -, non si deve certo abbassare la guardia. Anche perché nulla è stato fatto per risarcire i lavoratori.»

E’ già partita anche nell’isola una sorta di class action promossa dalla Confederazione Generale Sindacale – un ramo della federazione – con un appello urgente ai vertici dell’Unione Europea: «La confederazione si batterà per difendere e salvaguardare le prerogative dei dipendenti del pubblico impiego con un ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo – aggiunge Perra -. E’ incomprensibile l’attacco concentrico sull’iniziativa del nostro sodalizio venuto da più parti sindacali, che invece di fornire soluzioni e indicare percorsi per sanare l’enorme danno subito ai lavoratori pubblici con il blocco dei contratti preferiscono invece contrastare le iniziative altrui».

TG 1 MARZO 2016 2