23 July, 2024
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Il caso di un palo di cavi elettrici a bassa tensione sistemato all’interno di una tomba dei giganti, approda in Consiglio regionale.

Il caso, segnalato nel 2014 da un’associazione, si verifica a Sarroch, nel sito archeologico di San Liberno

Il gruppo “Sovranità, Democrazia e Lavoro” ha presentato un’interrogazione urgente al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore dei Beni Culturali Claudia Firino.

«E’ un insulto alla storia della Sardegna e all’intero popolo sardo – afferma il primo firmatario Gianfranco Congiu – uno scempio che impone un immediato intervento della Regione. Il palo va rimosso al più presto.»

Come è possibile che accadano queste cose? A chiederselo è il consigliere Piermario Manca che invoca un’azione di controllo più stringente. «Prima di autorizzare interventi sul territorio è necessario verificare preventivamente la presenza di emergenze archeologiche – sostiene Manca – solo così si potranno evitare nuovi scempi».

La presenza di un palo elettrico all’interno del sito archeologico di San Liberno è inspiegabile anche dal punto di vista “tecnico”: «L’area si trova in una zona pianeggiante – sottolinea Augusto Cherchi – il palo poteva essere spostato di 50 metri senza problemi. Realizzare una colata di cemento in una tomba dei giganti è un atto delinquenziale. Chi ha dato l’autorizzazione?».

«La nostra iniziativa ha un duplice obiettivo – conclude il capogruppo di Sdl, Roberto Desini -, sollecitare un intervento delle autorità competenti e sensibilizzare l’opinione pubblica. Il sito di San Liberno è un patrimonio di tutti i sardi che va tutelato e valorizzato.»

È in corso nella sala riunioni della direzione medica del CTO di Iglesias, la conferenza stampa del commissario straordinario Antonio Onnis per la presentazione della seconda fase dei trasferimenti di reparti e servizi, in attuazione del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera previsto dal progetto adottato dalla Giunta regionale.

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Anche quest’anno Carbonia ospita alcuni studenti che aderiscono al progetto promosso dall’associazione AFS Intercultura, che permette a ragazzi di tutto il mondo di spostarsi in diversi Stati per ampliare il proprio bagaglio culturale. Carbonia da tre anni ospita diversi ragazzi, sia per il progetto annuale, sia per quello settimanale. Stamane i ragazzi provenienti da diverse parti del Mondo (Paraguay, Thailandia, Cina, Bolivia, Serbia, Norvegia e Stati Uniti) si troveranno a Carbonia alle ore 9.30 e saranno accolti in Piazza Roma dai rappresentanti dell’Amministrazione comunale. Dopo questa prima accoglienza, i giovani saranno ospitati dal Liceo Amaldi per poi visitare il Museo PAS E.A. Martel (Paleoambienti Sulcitani) e la Grande Miniera di Serbariu.

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Maria Carmela Folchetti-02Stefano Mameli 2

Crisi, abusivismo e concorrenza sleale nel settore delle autoriparazioni. Sono questi i tre fattori che in Sardegna negli ultimi 12 mesi, hanno portato alla chiusura dell’1,9% delle imprese artigiane di settore (48 unità) sulle 2.542 in totale che operano nella manutenzione e riparazione di autoveicoli.

Per questo Confartigianato Imprese Sardegna lancia un invito alle imprese dell’autoriparazione, agli organi competenti e ai cittadini: «Facciamo fronte comune per combattere questa piaga che sta causando danni non solo economici e alimenta un mercato fuori dalle regole e assolutamente fuori controllo».

Il settore artigiano nell’isola, secondo il dossier elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato (dati Istat e Unioncamere consolidati al 31 dicembre 2015), raggruppa 2.542 imprese (l’83,5% di tutto il comparto) che ha subìto un calo dell’1,9% rispetto al 2014.

A Cagliari le imprese erano 1.031 e hanno subito un calo dell’1,4%; a Sassari se ne sono registrate 826 con un calo dell’1,2%, a Nuoro 462 con una perdita del 3,5% e a Oristano 223 con una flessione del 3%. A livello nazionale il decremento registrato è stato dell’1,3%.

«Chiediamo collaborazione e controlli in tutte quelle strutture abusive che, oltretutto, costantemente vìolano le norme, la sicurezza e che, in particolar modo, continuano a evadere il fisco ed essere un peso per la collettività – affermano Maria Carmela Folchetti e Stefano Mameli, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – e facciamo un appello ai negozi di autoforniture per una maggiore attenzione nella vendita dei prodotti destinati alla sicurezza dei mezzi

Per Confartigianato Sardegna la madre di tutti i problemi è a monte, perché non esiste una regolamentazione delle vendita dei prodotti, nemmeno di quelli destinati alla sicurezza dei mezzi: freni, sospensioni, organi dello sterzo e così via; chiunque può acquistare tutto.

«Basterebbe creare percorsi diversi, ad esempio, separando lo scontrino dalla fattura e applicando lo sconto sulle fatture – aggiungono presidente e segretario – ci sono esempi di negozi che hanno realizzato addirittura ingressi diversi tra clienti professionali e gli altri. Piccole cose che darebbero un contributo ad abbassare la soglia dell’abusivismo.»

«Sia chiaro che abbiamo sempre combattuto l’abusivismo, ci siamo posti costantemente contro coloro che riparavano le auto e le moto dopo l’orario di lavoro, a casa loro – concludono la Folchetti e Mameli – ma adesso si sono raggiunti livelli intollerabili, occorre intervenire facendo fronte comune, perché questa situazione danneggia tutti, e tutti, prima o poi, ne pagheranno le conseguenze. Perdendo di vista l’obiettivo finale: la sicurezza degli automobilisti.»

Inoltre, ricordiamo che gli autoriparatori per tanti mesi hanno battagliato per modificare il “Ddl Concorrenza”.

Grazie alla pressione delle associazioni di categoria, infatti, le Commissioni finanze e Attività produttive della Camera hanno modificato alcuni aspetti riguardanti la riforma dell’Rc auto restituendo alle imprese di carrozzeria la libertà di esercitare la propria attività e ai cittadini il diritto di scegliere il proprio carrozziere di fiducia. E’ stato ristabilito il principio in base al quale gli assicurati hanno diritto ad ottenere il risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato, avvalendosi di imprese di autoriparazione di propria fiducia.

Si tratta di un primo, importante risultato per la battaglia che Confartigianato sta conducendo contro il rischio, contenuto nella riforma dell’Rc auto, di mettere fuori mercato le carrozzerie indipendenti, rendendo di fatto obbligatorio il risarcimento ‘in forma specifica’, vale a dire far riparare il veicolo incidentato dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione.

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LOGO FONDAZIONE PER UN MONDO LIBERO DALLA DROGA

Incessanti e sempre attivi i volontari di Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga e della Chiesa di Scientology che con la campagna preventiva contro l’uso di droga continuano imperterriti a far conoscere gli effetti devastanti di queste sostanze. Sono ben 11 i comuni nei quali sono state fatte attività di prevenzione e l’operato si manifesta su un’area molto vasta spingendosi da Cagliari a Lanusei, da Assemini a Villaputzu, diffondendo in questo modo corrette informazioni su cosa comporti l’assunzione di droga.

Le attività avvengono principalmente attraverso la divulgazione dei libretti informativi de La Verità sulla Droga e nelle ultime 4 settimane, con 16 differenti iniziative, il gruppo, costituito da una decina di volontari, ha informato oltre 5.000 persone. I risultati che si osservano sono difficilmente misurabili con i numeri ma c’è una “strana simmetria”: le aree nelle quali vengono fatte queste attività sono quelle in cui gli arresti per spaccio stanno avvenendo in maggior misura. E’ una strana coincidenza e solo come tale la si può considerare ma ha come fattore in causa l’aumento di consapevolezza delle persone in merito a questo argomento. I volontari sono mossi da una citazione del filoso e umanitario L. Ron Hubbard il quale disse: «Le droghe privano la vita delle gioie e delle sensazioni che sono comunque l’unica ragione di vivere». Non risulta strano infatti che le persone, una volta ricevuto il materiale informativo, mostrino una rinnovata fiducia nel fatto che un giorno la situazione cambierà.

Dall’esperienza riportata dai volontari, ciò che manca veramente nella società affinché il problema droga possa essere definitivamente risolto, è il fatto che ogni singolo cittadino si renda conto che facendo la propria parte, le cose cambierebbero. Infatti questo è ciò che è avvenuto quando sono stati coinvolti i commercianti affinché fossero loro stessi a distribuire i libretti nelle loro attività. Le persone si rendono conto che l’abolizione delle droghe porterebbe a una netta diminuzione di problemi quali criminalità, incidenti e rotture nei rapporti sociali e tutti si rendono conto che la campagna pubblicitaria in corso finalizzata alla liberalizzazione non può che causare ulteriori deterioramenti nella società e contemporaneamente arricchire ancora di più gli spacciatori. La vita libera dalla droga è possibile e per questo le attività proseguiranno costantemente.

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E’ proseguito oggi il sit-in dei lavoratori della mobilitazione generale popolare partita il 1 febbraio dal Sulcis, con il supporto di apparecchi acustici,  sotto il palazzo della Giunta Regionale ha portato i suoi frutti.

«La Regione – spiega Fabio Enne, segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente – si è impegnata formalmente a convocare per la settimana prossima l’incontro richiesto dalla delegazione di manifestanti. In occasione della riunione del 17 Febbraio 2016, con il presidente Pigliaru, la volontà era stata unanime: costituire un tavolo politico e tecnico atto a formalizzare un percorso per il rilancio economico ed occupazionale del Sulcis Iglesiente. Trascorsi inutilmente oltre un mese e in assenza di risposte, un gruppo di lavoratori e di disoccupati da ieri ha presidiato il Palazzo della Presidenza di Viale Trento, con l’obiettivo di  per sensibilizzare Pigliaru e ricordargli, ancora una volta, gli impegni presi.»

«Lo abbiamo annunciato ieri, i fischietti non cesseranno di suonare fino a quando il presidente Pigliaru non convocherà l’incontro richiesto dai lavoratori e dai disoccupati. Bene, ciò è appena accaduto. Attendiamo l’appuntamento per la settimana prossima ed annunciamo fin da ora che se il tavolo tecnico non verrà formalizzato in tempi brevi, proseguiremo con le azioni già messe in campo. Non possono impedirci di gridare pacificamente la nostra rabbia. La Costituzione Italiana – conclude Fabio Enne – tutela il diritto di “manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.»  

Fabio Enne 58

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Il blocco e l’occupazione del cantiere di via La Spezia nel quale sono in corso i lavori per la realizzazione di appartamenti sociali commissionati da Area, ha portato i quindici lavoratori a scrivere un’accorata lettera agli organi d’informazione.

«Il 1° aprile il cantiere è stato bloccato e occupato da un gruppo di disoccupati guidati dal sindacalista della Cisl Daniele Mele – scrivono i quindici lavoratori, tutti provenienti dai comuni del territorio, come sottolineano nella lettera firmata -. Il signor Mele chiede che nel cantiere vengano assunti disoccupati locali. Scriviamo questa lettera per chiarire che tutti gli operai che lavorano nel cantiere sono del Sulcis Iglesiente, comprese le ditte in subappalto: si può verificare facilmente leggendo il cartello affisso in cantiere e il signor Mele ne è a conoscenza.»

«Vogliamo denunciare con questa lettera che si è bloccato un cantiere dove lavoravano quindici persone – si legge ancora nella lettera – che con il cantiere bloccato sono disoccupate. Inoltre l’appalto è finalizzato alla costruzione di case a canone popolare e la protesta può allontanare la consegna della casa a tante famiglie di Carbonia che ne hanno bisogno.»

«Siamo disoccupati e non capiamo per quale motivo un sindacato che dovrebbe tutelarci stia mettendo a rischio il nostro posto di lavoro. Che obiettivi ha la protesta se tutti noi siamo già del Sulcis? Perché la Cisl ci sta danneggiando? Facciamo appello alla Cisl e ai lavoratori disoccupati che hanno tutta la nostra solidarietà – conclude la lettera – e gli chiediamo di riflettere e di farci tornare a lavoro.»

In serata abbiano sentito Daniele Mele che ha annunciato l’interruzione dell’occupazione del cantiere.

«Abbiano interrotto l’occupazione – spiega Daniele Mele – e la prossima settimana avremo un incontro chiarificatore con l’impresa. La nostra azione non è rivolta a danneggiare i lavoratori che comprendiamo benissimo quanto abbiano bisogno di lavorare, quanto a tutelare i loro stessi diritti, perché sono costretti ad accettare una situazione per niente dignitosa. Area dovrebbe vigilare maggiormente sulla gestione degli appalti, per verificare se vengono rispettati i più elementari diritti dei lavoratori. La battaglia che portiamo avanti da anni è questa: il lavoro deve essere garantito ai lavoratori con il rispetto di tutti i loro diritti e non si può accettare quel che spesso accade, che vede i lavoratori accettare, per estremo bisogno, condizioni di assoluta precarietà, che offendono la loro dignità di lavoratori e ancora prima di essere umani.»

 

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Il Consiglio di Amministrazione di Anas, presieduto da Gianni Vittorio Armani, ha approvato il progetto preliminare, per appalto integrato, inserito nel “Piano Sulcis”, dei lavori di costruzione di 5,8 km di strada per la realizzazione di un nuovo itinerario di collegamento con l’Isola di Sant’Antioco, sulla strada statale 126 “Sud Occidentale Sarda”. Il progetto, che prevede inizialmente un investimento complessivo di 67 milioni di euro, comprende la realizzazione di un nuovo ponte di collegamento con l’isola e della circonvallazione dell’abitato di Sant’Antioco ed è suddiviso in due interventi funzionali.

Il primo intervento, con la costruzione di circa 2 km di nuova strada, consiste nella demolizione e realizzazione di una nuova opera di scavalco che si innesterà sull’attuale tracciato della SS126 dir e terminerà con uno svincolo di raccordo tra il centro di Sant’Antioco e la Circonvallazione di Sant’Antioco. Il secondo intervento funzionale consiste invece nella realizzazione di una nuova viabilità per circa 3,8 km, con funzione di circonvallazione del centro abitato di Sant’Antioco e di collegamento tra il ponte sull’istmo e la strada statale 126 esistente, in direzione di Calasetta.

L’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione di Anas prevede l’affidamento della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori del primo intervento funzionale del ponte per un finanziamento di 40 milioni di euro di cui 30 milioni di fondi CIPE, e altri 10 milioni messi a disposizione dalla Regione Autonoma Sardegna; con la stessa approvazione si subordina l’affidamento del secondo intervento funzionale relativo alla circonvallazione di Sant’Antioco al completamento delle procedure finalizzate alla copertura finanziaria per ulteriori 17,5 milioni messi a disposizione dalla Regione Sardegna nell’ambito dei finanziamenti del “Piano Sulcis”.

Le soluzioni progettuali sono state individuate nell’ambito del procedimento di analisi preliminare ambientale, a cui hanno preso parte oltre ad Anas, la Regione e l’Amministrazione comunale, tenendo conto dei luoghi in cui le opere saranno realizzate, non solo di particolare interesse naturalistico, ma anche di grande valore culturale visti gli insediamenti storici e la contiguità con il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

La procedura di gara, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, prevede la valorizzazione di soluzioni progettuali e architettoniche adeguate al pregio paesaggistico in cui l’opera si inserisce.

L’intervento è inserito nel “Fondo per lo sviluppo e la coesione Regione Sardegna – programmazione delle residue risorse 2007-2013 – rimodulazione del Piano per il Sulcis”, previsto dalla delibera CIPE n. 96 del 20 novembre 2015.

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Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) sollecita l’approvazione di una nuova legge per l’edilizia, con opportuni aggiustamenti alle norme approvate nell’ultima stesura del piano casa con misure che hanno bloccato il settore. A certificare la spirale negativa – sottolinea Tocco – i dati dell’associazione nazionale costruttori edili che hanno reso noto la contrazione dell’occupazione con una riduzione pari al 15,8 per cento. Una delle cause dei dati in rosso è legata al mancato rinnovo del piano casa, così come previsto prima dell’ultima legge edilizia. Un disegno che è stato riproposto con delle modifiche alla normativa approvata lo scorso aprile: «Si tratta di un progetto che di fatto ha imbrigliato il settore edilizio, con vincoli troppo restrittivi che non incoraggiano certo gli investimenti».

Edoardo Tocco ha rimesso in pista una serie di provvedimenti tesi al rilancio dell’edilizia: «Sin dallo scorso ottobre abbiamo presentato un progetto per ridare ossigeno al settore, con la cancellazione di alcune strettoie burocratiche che frenano lo sviluppo del comparto. Non è più pensabile assistere ad un immobilismo del mercato delle costruzioni. Occorre uno strumento innovativo – conclude Tocco – che possa portare una ripresa dell’edilizia, con nuovi investimenti capaci di produrre nuova occupazione».

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Barca a vela incendiata

La Guardia Costiera di Sant’Antioco ha soccorso una barca a vela francese in fiamme per aver preso i cavi elettrici. La sala operativa dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Antioco ha ricevuto la richiesta di soccorso da parte di un uomo a bordo dell’imbarcazione che, dopo aver navigato il Canale della Laguna, sperava di poter transitare sotto il ponte dell’Isola: i cavi elettrici ne hanno ostacolato il passaggio ed hanno innescato un fuoco di piccola entità, tenuto sotto controllo dal Comandante dell’unità.

Il personale della Capitaneria di Porto di Sant’Antioco ha raggiunto il malcapitato e, constatata l’impossibilità di raggiungere il fianco dell’unità a causa del basso pescaggio, ha fornito assistenza all’unità da terra per estinguere l’incendio.

Al Comandante dell’unità è stata applicata la sanzione amministrativa per aver violato l’Ordinanza del Comandante del Porto che vieta l’attraversamento del Canale alle unità con grande pescaggio e non guidati da esperti locali.