22 November, 2024
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La VI commissione del Consiglio regionale, a maggioranza, ha espresso parere favorevole alla ripartizione dei fondi per il funzionamento dei Centri antiviolenza e le Case di accoglienza deliberato dalla Giunta regionale lo scorso 20 dicembre.

Le risorse per il 2017 ammontano a un milione di euro (700mila trasferiti dal Fondo nazionale per le Politiche Sociali e 300mila a valere sul bilancio regionale). Il 70% dello stanziamento sarà destinato alle Case di accoglienza, i restanti 300mila euro saranno invece equamente ripartiti tra gli otto Centri antiviolenza presenti in Sardegna. Alla provincia del Sud-Sardegna sarà riconosciuta la competenza nella gestione del Centro antiviolenza del Medio Campidano e l’avvio della sede operativa del Sulcis Iglesiente.

«Per evitare che le strutture siano costrette ad anticipare le spese le risorse saranno trasferite in un’unica soluzione – ha spiegato l’assessore alla Sanità Luigi Arru – il nostro obiettivo è la semplificazione.»

L’assessore ha poi comunicato alla Commissione che per il 2017 saranno disponibili altri 889mila euro provenienti anche questi dal Fondo del ministero per le Politiche sociali. 

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Il fascino del presepe, che da sempre incanta, lo si può cogliere a Portoscuso in questi giorni di festa, dove con grande maestria, l’associazione “Sa Fabbrica”, in collaborazione con la parrocchia Vergine d’Itria ed il patrocinio del Comune, ha allestito tre presepi.

Un presepe classico nella chiesetta di Sant’Antonio che, solo a guardarlo, fa tornare bambini… la magia delle luci, il calore della natività, le balle di fieno tra i pastori e la stella cometa che illumina la via…

In una delle sale mostra di Su Pranu, un presepe in stile sardo, nel quale gli ottanta personaggi dai vestiti cuciti e rifiniti rigorosamente a mano, frutto di un lavoro di un anno e mezzo, fanno parte di un ambiente realizzato catturando scorci del nostro territorio. Il profumo delle piante che lo adornano è sicuramente il tocco finale di un lavoro attento e curato nei minimi particolari.

In un’altra sala, si lascia la Sardegna per “fare un salto” in Campania, dove ben centoventi statuette raccontano uno spettacolare presepe napoletano del ‘700.

Un lavoro di due anni, i cui personaggi, tutti diversi tra loro, hanno preso vita tra le mani dei volontari dell’associazione presieduta da Demetrio Sanna. Un presepe coloratissimo, proprio come da tradizione napoletana, volti che parlano, statuette che creano scene di vita quotidiana, nelle quali salta subito agli occhi lo sfarzo degli abiti di diversi personaggi. Un presepe più ricco di quello della tradizione nostrana, dove l’abito sardo, seppur bello, non eccede in lustrini e perline, come invece accade in quello napoletano.

I presepi allestiti dall’associazione “Sa Fabbrica” possono essere visitati sino al 31 gennaio, nei giorni feriali dalle 16.00 alle 20.00 e in quelli festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 20.00.

Nadia Pische

           

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Anche quest’anno l’associazione culturale Sardinian Events ha portato nel Sulcis la magia del Natale, allestendo a Portoscuso, con il patrocinio del Comune, ben tre presepi che, pur nella loro varietà e diversità, hanno in comune lo stesso denominatore: l’essenzialità, la semplicità, l’umiltà, rappresentata dalla semplice luce cristiana che il presepe per quel che rappresenta riesce ad emanare.

Un presepe “Verbum caro factum est”, nel giardino della villa Su Marchesu, circondato da splendide piante, cornice naturale che arricchisce ancor più lo spaccato di una tradizione che si ripete dalla notte dei tempi.

Un presepe meccanico allestito con la collaborazione dell’associazione turistica Pro Loco nei locali ricchi di storia della Torre Spagnola. Tante piccole statue meccaniche raccontano scene di vita quotidiana accompagnata dallo scorrere dell’acqua e dal rumore del lavoro degli artigiani. Un piccolo paesello per incantare grandi e piccini.

Infine, un presepe monumentale presso l’Antica Tonnara Spagnola, dove in uno scenario lagunare i personaggi narrano la vita di tutti giorni, la vita dei pescatori, dei pastori e delle tradizioni proprie della nostra terra. Negli ampi spazi dell’Antica Tonnara Spagnola, sono esposti anche i disegni della manifestazione “Colora la pace”, realizzati dai bambini della scuola primaria di Portoscuso. Un messaggio che ben si abbina con quello del Natale.

Un grande impegno da parte dell’associazione che, nonostante le limitate risorse economiche, con numerosi sacrifici porta avanti tante iniziative che danno lustro al paese e al territorio.

Si parla dell’associazione anche alla stazione dei treni di Cagliari, dove i personaggi del presepe indossano gli abiti sardi della tradizione di Villasor.

Inoltre, per la prima volta un presepe dell’associazione culturale Sardinian Events, un Diorama sulla Natività con i costumi dei pescatori dell’Antica Tonnara Spagnola di Portoscuso, ha varcato il mare per approdare in mostra a Roma, nelle Sale del Bramante, in Piazza del Popolo.

Tanti presepi che fanno del paese di Portoscuso la “Città del Presepe e delle tradizioni”.

I presepi allestiti presso l’Antica Tonnara Spagnola e la villa Su Marchesu possono essere visitati tutti i giorni sino al 20 gennaio, il presepe in mostra alla Torre Spagnola il 1° e il 6 gennaio, dalle 16.00 alle 19.00.

Nadia Pische

   

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Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu prende posizione contro la decisione della Polar di Piscinas, che ha imposto a 6 operai reintegrati all’indomani delle manifestazioni di protesta, il trasferimento forzato nel piccolo comune dell’hinterland genovese Ronco Scrivia, con la richiesta di «convocazione urgente della quinta commissione in materia di industria, con un’assemblea urgente davanti allo stabilimento Polar di Piscinas per un sopralluogo e per verificare le condizioni dei lavoratori».

«Il trasferimento dei lavoratori in provincia di Genova appare in realtà un licenziamento mascherato – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Un ulteriore affronto ed un’offesa per i lavoratori. La Regione è stata incapace di assicurare la ripresa produttiva, visto l’impegno della società nei confronti dell’amministrazione. E’ una presa in giro per i lavoratori. La Sardegna non può sopportare anche questo sopruso.»

Il rappresentante dell’Udc mette l’accento sulla mancanza di monitoraggio. «Ci sono molte perplessità e tanti punti oscuri sul controllo dell’azienda da parte della Regione sul tema delle fideiussioni – conclude Gianluigi Rubiu -. E’ necessario essere più attenti verso le attività di un’azienda supportata dalle concessioni regionali, con un monitoraggio continuo per le autorizzazioni rilasciate. E’ inoltre opportuno il pugno duro sui controlli in tema di ambiente e sicurezza. Per questo si dovrebbe attivare immediatamente una Commissione d’inchiesta per le opportune verifiche».

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Muravera rende omaggio a una delle donne più importanti della storia sarda. Si è svolta ieri l’inaugurazione del MIF (Museo dell’Imprenditoria Femminile) dedicato alla figura di Francesca Sanna Sulis, preceduta dalla presentazione del nuovo romanzo di Ada Lai La Straordinaria storia di Francesca Sanna Sulis. Donna di Sardegna, edito da Palabanda Edizioni.

Uno straordinario omaggio che l’Amministrazione muraverese ha fatto a Donna Francesca per i 300 anni dalla sua nascita. Un simbolo, specchio di tutte le donne di allora come quelle di oggi e del futuro, impegnate nel lavoro e nel costante riscatto sociale. Un’occasione imperdibile per far conoscere la sua storia. 

Nel corso della serata è stato prima presentato il libro di Ada Lai nell’aula consiliare del comune di Muravera, grazie alle emozionanti letture di Lucia Muzzetto e alla presenza del sindaco Marco Sebastiano Falchi, del vice sindaco Noemi Manca, della stessa autrice del romanzo, con Riccardo Laria del Parco letterario Sanna Sulis e l’editore di Palabanda Edizioni Maria Gabriella Ranno. 

Subito dopo si è svolta l’inaugurazione del Museo dell’Imprenditoria Femminile. Un vero e proprio gioiello intriso di modernità e tradizione, all’interno del quale è possibile ammirare i tradizionali costumi femminili sarrabesi, gli antichi telai per la tessitura ma anche i lavori di artisti e artigiani di tutto il Sarrabus, con uno spazio espositivo a loro dedicato. Un luogo aperto al racconto del lavoro al femminile, dove grazie ai laboratori didattici e al dialogo con la comunità sarà protagonista il saper fare delle donne sarde di ieri e di oggi.

«Donna Francesca era un personaggio straordinario, una grande donna sarda – spiega Ada Lai -. Aveva idee moderne sull’imprenditoria, sul sociale, sui giovani e sulla formazione professionale. Per me è una grande emozione aver presentato il mio libro qua a Muravera e aver partecipato all’inaugurazione di questo meraviglioso Museo a lei dedicato.»

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Ultimo appuntamento con la quattordicesima edizione di Gospel Explosion, la rassegna nata da una costola del festival Narcao Blues. Per il suo atto finale, la manifestazione organizzata dall’associazione culturale Progetto Evoluzione fa tappa domani sera (giovedì 29 dicembre) a Sant’Antioco. Di scena, alle 20.00, nella chiesa di Santa Maria Goretti, con ingresso gratuito, il South Carolina Mass Choir, ovvero la stessa formazione che ha inaugurato la serie di concerti la sera di Natale a Carbonia e per Santo Stefano a Sassari, sotto la cui insegna si riconoscono i componenti anche degli altri due complessi nel cartellone di Gospel Explosion: i F.O.C.U.S. Sound of Victory, in concerto martedì scorso ad Alghero e l’indomani a Sestu, e i Followers of Christ, impegnati nelle stesse serate rispettivamente a Vallermosa e a Serramanna.

Il South Carolina Mass Choir trova la sua caratteristica peculiare nella capacità di mischiare sonorità e ritmi moderni con quelli tradizionali, raggiungendo un equilibrio musicale di grande spessore artistico. Il suo sound sa essere esplosivo ma anche carico di sfumature e suggestioni tipiche della più genuina tradizione gospel afroamericana. Fondata e diretta da Michael Brown sul finire degli anni Novanta, la corale proveniente dalla Carolina del sud ha iniziato il suo cammino con l’intento primario di dare spa­zio ai molti giovani appassionati di gospel in cerca di un’occasione per espri­mere il proprio talento ma anche di una possibile carriera nel mondo della musi­ca. In pochi anni il South Carolina Mass Choir ha raggiunto le quarantacinque unità ed è diventato una delle formazioni giovanili più interessanti e acclamate di gospel contemporaneo della regione.

Sotto la sapiente guida di Michael Brown la corale ha intrapreso un’intensa attività di studio e di approfondimento della cultura gospel e spiritual dalle origini ai giorni nostri che l’ha portata a interpretare non solo le forme moderne del gospel ma anche quelle più tradizionali conosciute e cantate dai lori avi. Ad accompagnare le voci di Essence Geddings, Javetta Cambell, Rene Massey, Donald Hurston, Angela Perry, Samitria Gilliard, Tia DuRant e dello stesso Michael Brown, domani sera (giovedì 29) a Sant’Antioco, saranno Sean McClain alle tastiere, David Bell alla chitarra, Randy Stephens al basso con Albert Jenkins e Richard Wrighten alla batteria e alle percussioni.

        sul fi

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Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci, vicepresidente del Consiglio regionale, critica pesantemente la norma sull’Ati Ifras approvata dal centrosinistra il 21 dicembre scorso.

«Avrebbe dovuto salvare i lavoratori di Ati-Ifras ma non salva un bel niente – attacca Ignazio Locci -. È solo fumo negli occhi, una beffa bella e buona ordita da chi ha ben altri obiettivi: far finire 520 lavoratori nel girone perverso delle politiche attive del lavoro di cui l’Assessorato va molto fiero, ma senza alcun motivo, visto che quando mette mano nel comparto Lavoro crea solo disoccupazione e precariato. Di sicuro, dal primo gennaio avremo altri 520 disoccupati. È questa l’unica certezza che la Giunta dei professori con la sua maggioranza è riuscita a garantire per chiudere una vertenza di straordinaria importanza. Nessuno crede alla favoletta che ci hanno propinato, fatta di Naspi, assunzioni in società in house della Regione o altri Enti, come i Comuni, con l’unico obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro.»

«Il regalo di Natale consegnato a 520 famiglie sarde prevede due mesi di indennità di disoccupazione (Naspi); successivamente i lavoratori dovranno essere presi in carico dall’Aspal attraverso i Centri dell’impiego (Csl), che provvederanno alla loro profilazione – aggiunge Ignazio Locci -. Infine, dovranno essere assorbiti dalle società in house della Regione o da altri Enti pubblici. Una bufala colossale, perché la realtà è ben diversa, a partire dal fatto che nella norma succitata mancano i riferimenti concreti.»

«I Centri dell’impiego, intanto, sono chiusi fino al 9 gennaio. Tuttavia, una volta che verranno profilati dai Csl che passerà il “pacco” all’Aspal, occorrerà capire quali sono le società in house della Regione che possono prenderli in carico. Forse l’Igea? E dove sta il piano industriale? Quali sono le società in house, ammesso esistano quelle in grado di accogliere i lavoratori, che faranno il piano industriale? E concesso esistano, quanti mesi trascorreranno prima della loro assunzione? Perché la Regione, che come noto non è molto brava a far di conto, assicura la Naspi per soli due mesi. E di sicuro non potranno essere gli enti pubblici, come i comuni, ad assorbire questi lavoratori, per i limiti di spesa che ben conoscono anche gli illuminati del centrosinistra. E mentre la Giunta racconta le favole, avremo altri disoccupati e resteranno fermi i progetti portati avanti da Ati-Ifras in ben 80 Comuni. La verità è che non esiste nessun progetto concreto per creare lavoro e salvare 520 posti di lavoro. Qualcuno probabilmente già pregusta un nuovo business, mentre aspetta l’arrivo delle grandi centrali operative emiliane. Adesso – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale – attendiamo le direttive di attuazione della norma, che seguiremo passo passo con la speranza che le nostre paure non si traducano in realtà.»

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Nell’ultima riunione prima di Natale, la Giunta regionale ha approvato le Linee Guida del Piano di politiche attive e di misure di tutela destinato ai lavoratori ex Saremar, con una dotazione finanziaria di poco più di 3 milioni di euro per il biennio 2016-2017, con una dotazione finanziaria di poco più di 3 milioni di euro per il biennio 2016-2017.
Per la prima volta viene applicato al lavoro marittimo un piano contenente un pacchetto articolato di politiche attive, che prevede una profilazione individuale dei lavoratori e la messa a punto, per ciascuno di essi, di un piano personalizzato attraverso due percorsi: il primo rivolto ad agevolare l’accesso alla pensione, per i lavoratori in possesso dei requisiti; il secondo orientato invece al reinserimento occupazionale attraverso un mix integrato di diverse misure di politica attiva.
L’atto integra la precedente delibera della Giunta (la 57/14 adottata nel novembre dell’anno scorso) e ne estende il contenuto. Il provvedimento riguarda tanto i lavoratori ex Saremar arruolati dalle liste del cosiddetto “Turno Generale” già oggetto della precedente deliberazione, sia i lavoratori marittimi che erano legati alla Saremar da rapporto di lavoro stabile. Compresi anche i lavoratori che, pur esterni alla Saremar, si occupavano delle attività di biglietteria. Gli interessati dovranno esprimere adesione al Piano.
Un primo intervento, rivolto a tutti i marittimi ex Saremar disoccupati e non pensionabili, prevede un’azione trasversale di formazione obbligatoria per l’allineamento delle competenze, reso necessario dalla normativa nazionale (D.Lgs n. 71 del 12 maggio 2015), che introduce l’obbligo di adeguamento dei marittimi ai requisiti minimi di formazione della “Gente di mare”, in assenza dei quali gli stessi non sarebbero più imbarcabili a far data dal 1 gennaio 2017. Per coloro che avessero già sostenuto a proprio carico le spese per la formazione obbligatoria, è prevista la possibilità di rimborso.
I lavoratori orientati al lavoro subordinato (e non reimpiegati a tempo indeterminato dal nuovo affidatario del servizio di collegamento marittimo svolto in passato da Saremar), saranno avviati ad un percorso di reinserimento, principalmente nel settore marittimo, attraverso tirocini con eventuale voucher formativo, bonus assunzionale differenziato per fasce di età (per agevolare il reimpiego dei lavoratori ultracinquantenni), contratto di ricollocazione. Per i lavoratori con attitudini imprenditoriali, dopo la fase di orientamento specialistico, verranno inoltre avviati percorsi di formazione imprenditoriale, accompagnamento alla creazione d’impresa e la possibilità di accedere a un contributo finanziario straordinario, fino a un massimo di 25 mila euro. Il Piano d’intervento include inoltre un percorso di accompagnamento all’esodo nelle ipotesi di lavoratori non ricollocabili perché prossimi al pensionamento, che saranno indirizzati al Prestito previdenziale varato dalla Giunta nell’ottobre di quest’anno.
Per i lavoratori che, avendo maturato i requisiti minimi, sono nel frattempo già andati in pensione, è prevista inoltre una misura a tutela del trattamento pensionistico che va a temperare il disagio economico del collocamento in quiescenza con i minimi. È infatti previsto un contributo da calcolare in ragione della situazione contributiva di ciascun lavoratore e comunque con un tetto massimo di 50 mila euro procapite.
Per progettare i singoli interventi, verrà messa in atto un’azione di sistema – novità assoluta nel panorama nazionale – per integrare strumenti e informazioni tra il sistema di collocamento marittimo (gli Uffici di Collocamento della Gente di Mare) e quello ordinario, gestito dai Centri per l’Impiego in capo all’ASPAL (CPI), altamente specializzati in misure di accompagnamento al reimpiego.

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In Sardegna ci sono oltre mille persone affette da talassemia, 12 bambini secondo i dati del 2015. Il fabbisogno di sangue per l’autosufficienza regionale è 110 sacche per mille abitanti, ma quello a disposizione è di 54 unità.
Sono alcuni dati emersi nel corso della conferenza stampa sulla “situazione talassemia”, alla quale hanno preso parte l’assessore della Sanità Luigi Arru, il direttore generale dell’Azienda Brotzu, Graziella Pintus, quello sanitario Vinicio Atzeni e il presidente dell’associazione Thalassazione Ivano Argiolas.
«L’ospedale Microcitemico Antonio Cao deve essere il punto di riferimento regionale per la talassemia e le malattie rare: lo prevede la rete ospedaliera – ha spiegato l’assessore Arru -, confermando quella che è una struttura di grande livello.»
L’esponente della Giunta ha sottolineato, ancora, come si sia avviato un percorso di rilancio del Microcitemico che richiede tempo, «ma che porterà l’ospedale ad essere eccellenza regionale, nell’ottica del lavoro in rete».
Il direttore generale del “Brotzu”, Graziella Pintus, ha elencato gli interventi imminenti che riguarderanno l’ospedale Cao: «Ci sono 8 milioni 200mila euro di fondi europei per i lavori di ampliamento e 600 mila per gli arredi. Abbiamo acquistato una tac pediatrica con 1milione e 250mila euro e assunto l’impegno di definire una struttura dedicata ai talassemici, diversa dall’attuale ospitata nella clinica pediatrica».
Il presidente di Thalassazione, Ivano Argiolas, ha tracciato il bilancio dell’attività dell’associazione, “tra luci e ombre” e ha chiesto che la Regione apra «la vertenza talassemia, da affrontare in maniera convinta e forte».
L’assessore Arru ha accolto la proposta di costituzione di un tavolo tecnico permanente sulle emopatie.