26 December, 2024
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L’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, ieri sera ha partecipato all’incontro sulla digitalizzazione organizzato dalla Confindustria della Sardegna Meridionale.
«Abbiamo una grande necessità di innovazione nei processi di riorganizzazione della pubblica amministrazione, soprattutto su base territoriale e locale – ha detto Cristiano Erriu -. La maggior parte delle nostre municipalità ha bisogno di essere accompagnata in questo processo. Dal 2010 ad oggi – ha sottolineato Erriu – la direzione è quella di favorire i processi di cooperazione intercomunale, nella gestione di servizi e funzioni. Questa è diventata la strada obbligata indispensabile se si vuole contribuire a rendere efficiente la pubblica amministrazione. La riforma che il Consiglio regionale sta per approvare prevede una serie di strumenti che, tra l’altro, consentiranno di avere una ricaduta nei diversi territori con una netta semplificazione. Occorre maggiore qualità istituzionale dei servizi, economie di scala e di raggio d’azione, operatori della pubblica amministrazione maggiormente specializzati, semplificazione amministrativa. La riforma va in questa direzione: la Sardegna è la prima regione che obbliga tutti i Comuni ad aderire a un’Unione.»

Servizi sociali, occupazione e competitività (dunque il tema della società inclusiva), scuola, sicurezza, cittadinanza digitale: sono tra le scelte che le Unioni di Comuni si troveranno a compiere «e che gli assessori regionali competenti hanno affrontato per trovare le soluzioni organizzative che poi dovranno trovare applicazione nel quadro previsto dalla riforma. Un sistema che va costruito sin dai prossimi giorni. Per rendere coerente il tutto sarà necessario il Piano di riordino, il quale terrà conto delle esigenze di ogni singolo territorio», ha precisato l’assessore Erriu.

L’assetto delle Unioni di Comuni sarà definito entro pochi mesi «e dovrà essere il più possibile coerente con i sistemi locali del lavoro e con le regioni storiche della Sardegna – ha concluso Erriu -. Quella della cooperazione, anche nel governo dei territori, è la vera sfida che vogliamo affrontare insieme ai Comuni. Occorre un cambio di mentalità da parte di tutti, ma sono sicuro che riusciremo a superare le difficoltà che inevitabilmente si presenteranno».

Cristiano Erriu

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E’ riesplosa stamane la protesta dei lavoratori ex Alcoa per tenere alta l’attenzione sulla vertenza per il passaggio di proprietà dello stabilimento di Portovesme. Una folta delegazione è arrivata a Cagliari di primo mattino ed ha raggiunto il palazzo del Consiglio regionale, dove sono stati effettuati presidi con il blocco di tutti gli ingressi (sono riusciti a entrare solo gli impiegati, mentre sono rimasti fuori tutti i consiglieri, compreso il presidente Gianfranco Ganau), provocando di fatto lo spostamento a questo pomeriggio, alle 15.00, della seduta programmata alle 11.00 per proseguire l’esame del disegno di legge n° 176 sulla riforma degli enti locali.
La manifestazione è stata decisa per fermare simbolicamente la politica, perché si accorga della vertenza ex Alcoa. Il segnale è forte perché è la prima volta che vengono bloccati i lavori del Consiglio regionale della Sardegna.

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«Sono circa  un centinaio gli infermieri che prestano servizio nella Casa Circondariale di Cagliari. Un numero spropositato che, a causa della parcellizzazione delle ore, non è in grado tuttavia di garantire la continuità terapeutica. Nel Centro Clinico sono inoltre del tutto assenti gli operatori socio assistenziali, indispensabili per le caratteristiche dei pazienti ricoverati. La situazione insomma è non solo insoddisfacente ma per certi versi caotica con un andirivieni di persone molte delle quali non sono nelle condizioni di svolgere il compito loro assegnato non conoscendo appieno le dinamiche interne alla struttura detentiva». Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, facendo osservare «l’improcrastinabilità di promuovere un programma di stabilizzazione degli infermieri e dei medici per garantire ai cittadini privati della libertà referenti costanti e pieno diritto alla salute”.

«Sempre più spesso detenuti e familiari lamentano con i volontari – sottolinea Maria Grazia Caligaris -la difficoltà di rapportarsi all’infermiere o al medico con il quale hanno avviato un rapporto di fiducia. Riferiscono che incontrano sempre persone diverse e ogni volta sono costretti a ricostruire una relazione. In qualche caso, benché sporadico, devono rammentare all’interlocutore l’interruzione o l’avvio di una terapia che un altro al suo posto ha individuato per lenire un disturbo o sospeso. La pletora di presenze e il continuo cambio di referenti incidono negativamente sul rapporto confidenziale e fiduciario tra medico-infermiere e paziente-detenuto rendendo talvolta difficile anche la riabilitazione.»

«Ad aggravare la situazione si aggiunge – osserva ancora la presidente di SDR – la totale assenza di operatori socio-assistenziali che hanno il delicato compito di assistere chi è ricoverato nel Centro Clinico per qualche intervento o non è autosufficiente perché disabile. Quando la sanità era in carico del Ministero della Giustizia svolgevano il ruolo degli OSS i “piantoni” cioè detenuti con mansioni di cura ai quali veniva riconosciuto anche un piccolo compenso. Attualmente invece a farsi carico dei compagni più deboli sono carcerati volontari che operano gratuitamente. Se è assurdo che un detenuto malato e con problemi di autosufficienza possa restare in un Istituto penitenziario e non sia possibile collocarlo in una struttura alternativa, appare del tutto paradossale che in un Centro Clinico non ci siano gli operatori socio-assistenziali. C’è infine – ma non è un particolare secondario – la questione della cartella clinica digitalizzata, indispensabile in un presidio altamente dispersivo, ancora inesistente nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta.»

«E’ evidente che continuare a trascurare questi aspetti così importanti non giova al sistema detentivo, ma soprattutto non garantisce la parità di trattamento dei cittadini limitando gravemente i livelli minimi di assistenza ai detenuti. Sarebbe opportuno un intervento dell’assessorato regionale della Sanità per ridistribuire i carichi di lavoro secondo logiche di efficienza ed efficacia. A Cagliari-Uta sono recluse 570 persone per le quali sarebbero sufficienti una trentina di infermieri stabili. Mandarne 100 equivale quasi a non averne neppure uno. Così come appare illogico e fonte di spreco preparare con appositi corsi operatori socio-assistenziali e poi non impiegarli dove sono indispensabili. Nel Centro Clinico di Uta – conclude Maria Grazia Caligaris – ne basterebbero 5/8 e molti problemi sarebbero risolti. Purtroppo non sempre il buon senso e la logica prevalgono. E se si tratta di risparmiare forse è meglio agire su altri fronti perché chi ha perso la libertà non ha rinunciato agli altri diritti fondamentali.»

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Al via il nuovo bando dell’unico concorso italiano di world music, il “Premio Andrea Parodi”, organizzato per il nono anno dall’omonima Fondazione e la cui fase finale è prevista a Cagliari dal 13 al 15 ottobre 2016, con la direzione artistica di Elena Ledda.

Il concorso del “Premio Andrea Parodi” intende valorizzare le nuove tendenze nell’ambito della musica dei popoli o “world music”, ovvero artisti che mescolano la cosiddetta musica folk o etnica con suoni e modelli stilistici di diversa provenienza.

Le domande di iscrizione al concorso dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 maggio 2016, tramite il format presente su www.fondazioneandreaparodi.it (per informazioni: fondazione.andreaparodi@gmail.com ).

Dovranno contenere:

– 2 brani (2 file mp3, provini o registrazioni live o realizzazioni definitive; indicare con quale dei due brani si intende gareggiare);

– testi ed eventuali traduzioni in italiano dei due brani;

– curriculum artistico del concorrente (singolo o gruppo);

Per iscriversi occorre essere maggiorenni e autori o coautori del brano in gara. Il concorso è gratuito ed aperto ad artisti di tutto il mondo.

La Commissione artistica istituita dalla Fondazione selezionerà, in maniera anonima, da otto a dodici finalisti; i finalisti si esibiranno al festival “Premio Andrea Parodi” 2016, davanti a una giuria tecnica (addetti ai lavori, autori, musicisti, poeti, scrittori e cantautori) e a una Giuria Critica (giornalisti). Entrambe le giurie, come negli scorsi anni, saranno composte da autorevoli esponenti del settore.

Il premio consiste in una somma in denaro erogata a copertura di tutti i costi di master class, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica e musicale, per un importo massimo di 2.500 euro. Un ulteriore premio è la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, a spese della Fondazione Andrea Parodi. Inoltre, verrà offerta al vincitore l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2017 del Premio Andrea Parodi, dell’“European jazz expo” in Sardegna, di Folkest in Friuli e del Negro Festival di Pertosa (SA).

La manifestazione è nata per omaggiare un grande artista come Andrea Parodi, passato dal pop d’autore con i Tazenda a un percorso solistico di grande valore e di rielaborazione delle radici, grazie al quale è diventato un riferimento internazionale della world music, collaborando fra l’altro con artisti come Al Di Meola e Noa. Le precedenti edizioni sono state vinte nel 2015 da Giuliano Gabriele Ensemble (Lazio), nel 2014 da Flo (Campania), nel 2013 da Unavantaluna (Sicilia), nel 2012 da Elsa Martin (Friuli), nel 2011 da Elva Lutza (Sardegna), nel 2010 dalla Compagnia Triskele (Sicilia), nel 2009 da Francesco Sossio (Puglia).

È possibile sostenere la Fondazione Andrea Parodi attraverso la destinazione del 5×1000 e attraverso contribuzioni in denaro. Sul sito della Fondazione si possono trovare tutte le informazioni.

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Poco fa 50 lavoratori disoccupati del settore edile hanno occupato la sede Area di Carbonia. Rivendicano l’assunzione di lavoratori locali nell’impresea che si è  aggiudicata l’ultimo appalto per la costruzione di nuovi alloggi popolari.
I manifestanti chiedono un incontro con il direttore regionale di Area e il responsabile dell’impresa che si è aggiudicato il nuovo appalto.
«In questo paese – ha detto Daniele Mele della Cisl – purtroppo ci sono disoccupati di serie A e di serie B – noi siamo per il sostegno di tutte le vertenze e possiamo dire, numeri alla mano, che il settore edile negli ultimi anni nel Sulcis Iglesiente ha perso centinaia di piccole imprese con oltre 12.000 lavoratori.»
I lavoratori lamentano il mancato rispetto degli impegni assunti un anno fa dalla direzione Area per l’assunzione di disoccupati locali nelle imprese che si sarebbero aggiudicati i lavori.

Nei locali della sede Area hanno ricevuto la solidarietà del Movimento Partite Iva Sulcis Iglesiente, presente con il nuovo presidente Elio Cancedda.

A fine mattinata la delegazione sindacale ha ottenuto la convocazione di un incontro con i vertici dell’ATI, l’associazione temporanea di imprese che si è aggiudicata l’appalto da 4 milioni di euro per la costruzione di 42 alloggi, che si svolgerà mercoledì mattina, alle 12.00, nella sede Area di via Giovanni Maria Angioy, dove intanto prosegue l’occupazione da parte dei disoccupati.

«Non lasceremo l’occupazione fino a quando non avremo ottenuto garanzie sulle assunzioni di un certo numero di lavoratori – ha detto Daniele Mele, rappresentante della Cisl – perché in un territorio in grave crisi come il nostro, non possiamo permettere che i nostri disoccupati siano discriminati quando si creano opportunità di lavoro.»

A breve Area dovrebbe pubblicare un nuovo bando, da 8 milioni di euro, e i disoccupati del Sulcis chiedono di essere inseriti anche nei cantieri che verranno avviati per le nuove costruzioni.

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Welfare rurale, agrinido, agriasilo, progetti per i giovani e per l’assistenza degli anziani che garantiscano un presidio delle aree rurali d’Italia e, nello specifico, della Sardegna. Sono i temi centrali che hanno animato l’incontro “Agricoltura e impegno sociale”, tenuto ieri a Oristano, a cui hanno partecipato il vice ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero, l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, il sindaco di Oristano, Guido Tendas, l’arcivescovo della città giudicale, mons. Ignazio Sanna, e altri numerosi relatori fra studiosi e religiosi.

«L’agricoltura di qualità non può prescindere da un ambiente e da un territorio di qualità, che si accompagnino a interventi di welfare rurale con l’obiettivo di garantire il presidio del territorio – ha detto nel suo intervento l’assessore dell’Agricoltura – Il nuovo Programma di sviluppo rurale dedica due Misure, la 6 e la 16, proprio per sostenere le attività di recupero, attraverso l’agricoltura, di persone disoccupate, disagiate o con disabilità. Si tratta di interventi di welfare locale che mirano alla creazione di nuovi posti di lavoro e a fare in modo che i nostri giovani trovino le condizioni più favorevoli per non abbandonare le campagne.»

L’incontro è servito anche per illustrare le novità legislative elaborate dal governo nazionale proprio sul piano dell’Agricoltura sociale. Il vice ministro ha spiegato che, nella nuova legge approvata la scorsa estate sull’Agricoltura sociale, tutte le attività sociali svolte dalle imprese agricole sono parte integrante e riconosciuta delle attività delle imprese stesse. Nella norma sono state individuate figure, come per esempio la “tata rurale”, o idee come l’agriasilo o l’agrinido che oltre a dare integrazione al reddito delle aziende possono dare servizi alla comunità per fare in modo che le famiglie rimangano nelle zone rurali.

Carciofi

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Dopo i 19 di domenica sulle coste di Sant’Antioco e Porto Pino, altri 10 migranti algerini, dei quali tre minorenni, tutti in buone condizioni di salute, sono arrivati ieri mattina a Is Pillonis. I carabinieri delle stazioni di Giba e Narcao li hanno rintracciati alle 7.30. Erano appena sbarcati da un natante, poi abbandonato alla deriva. La loro intenzione era di raggiungere Cagliari. Uno dei dieci è stato rintracciato poco dopo gli altri, in quanto pare fosse alla ricerca dei carabinieri per farsi ritrovare.

Dopo le prime formalità di rito, i migranti sono stati trasferiti a Cagliari, per tutti gli accertamenti. Il natante è ricercato dalla Capitaneria di Porto di Sant’Antioco e dalla motovedetta CC 707 della Compagnia dei carabinieri di Carbonia.

sbarco 25 gennaio

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Il Consiglio regionale si riunisce oggi, alle 11.00, per proseguire l’esame del disegno di legge n° 176 “Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna”Mercoledì 27, alle 9.30, è convocata la V commissione per l’audizione dell’assessore dell’Agricoltura sul bilancio di chiusura del Programma di sviluppo rurale e l’esame della proposta di legge n° 93 (Disposizioni in materia di tutela della panificazione e dei pani tipici della Sardegna); della proposta di legge n° 290 (Disciplina dell’attività di panificazione e norme per la tutela dei pani tipici della Sardegna) e della proposta di legge n° 127 (Norme per la riorganizzazione del comparto ippico ed equestre).

I lavori della commissione presieduta da Luigi Lotto (Pd) proseguiranno anche nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, e nella giornata di giovedì 28 gennaio, alle 9.30, con l’audizione dell’assessore dell’Industria sul progetto “chimica verde” di Porto Torres e sulle direttive di attuazione della promozione nei mercati esteri della piccola media impresa in forma aggregata; sul programma triennale per l’internazionalizzazione e la programmazione unitaria 2014-2020. All’ordine del giorno anche l’audizione del sindaco di Orosei sulle problematiche degli usi civici nel territorio del Comune.

Giovedì 28, alle 11.00, si riunisce sotto la presidenza di Antonio Solinas (Pd), la IV commissione per l’audizione dell’amministratore delegato di Tirrenia “sulle problematiche del comparto trasporti marittimi tra la Sardegna e il Continente”.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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Lavori Anas Sant'Antioco

Passi avanti per la realizzazione del nuovo ponte sull’istmo di Sant’Antioco. Inserito nei progetti da realizzare con Piano Sulcis, dovrà risolvere le criticità del ponte esistente e consentire, con campate più alte, il transito di barche a vela dotate di alberi di grandi altezze.

Da alcuni giorni l’Anas (che, appena approvato il progetto, realizzerà l’opera), sta procedendo ai carotaggi nell’area intorno all’ex Sardamag. Un lavoro che consentirà di accertare tutte le eventuali criticità dei terreni su cui dovranno essere innalzati i piloni del nuovo ponte.

«Rispetto all’ultimo monitoraggio, tutti i programmi hanno registrato un importante progresso – afferma Tore Cherchi, commissario per l’attuazione del Piano Sulcis -. Solo per Sant’Antioco sono previste opere per 40 milioni le quali il nuovo porto di Ponti, il cui progetto è già pronto, e il nuovo ponte di accesso all’isola, per il quale è iniziata anche l’indagine dell’Anas.»

Tito Siddi