24 December, 2024
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Lettera Aperta al commissario straordinario della ASL 7 di Carbonia.

Egregio Dottor Onnis, mi chiamo Nadia Pische e le scrivo per invitarla pubblicamente a recarsi, in mia compagnia, in visita al “Sirai”, l’ospedale in cui io vado, ahimè purtroppo da molti anni, per una serie di vicissitudini di salute, mie personali e di alcuni familiari.

La invito a questa “passeggiata”, perché non voglio assolutamente credere che lei sia al corrente di alcune questioni organizzative che noi pazienti, già provati per problemi di salute, ci ritroviamo a subire…

La invito, prima di tutto, come cittadina di Carbonia, profondamente addolorata per la piega economico-sociale catastrofica che sta prendendo il territorio; in secondo luogo come docente, attualmente in servizio presso una scuola primaria della città, educatrice di “uomini” e “donne” del domani, ora bambini e bambine in via di formazione; in ultima analisi le scrivo come giornalista, regolarmente iscritta all’albo e collaboratrice di un mensile e di un sito, che operano e si muovono gratuitamente nel territorio.

Credo fermamente che i mass media abbiano ancora un ruolo non da poco, perché sono convinta che tanti cittadini vorrebbero scrivere questa lettera, ma poi per mancanza di tempo, pazienza, voglia di lottare, non l’abbiano ancora scritta, perché credo che in questo particolare momento che la nostra città, la nostra provincia, la nostra regione, la nostra Italia stanno vivendo, ci si debba un attimino fermare a parlare e magari, parlando ed osservando, sono convinta che si possano risolvere, se non tutte, gran parte delle situazioni incresciose che puntualmente si verificano e di cui magari lei non è a conoscenza.

Se mi permette, vorrei farle qualche esempio, qualche segnalazione…

In quest’ultima settimana mi sono recata praticamente in ospedale tutti i giorni… pertanto le sto per dare uno spaccato abbastanza preciso ed attento… correlato di fotografie.

Gli ascensori, diciamo i nuovi, giusto per capirci, non funzionano da almeno una settimana… questo ha creato una fila interminabile nel “vecchio” ascensore, quello che si trova al centro delle scale, mentre quello che invece si trova poco dopo la farmacia, nel sotterraneo sulla parete destra, non può essere utilizzato perché ha un’altra funzione; infine, gli ascensori posti in fondo al corridoio sotterraneo non sarebbero una soluzione perché portano ad una sola parte dei reparti.

Ieri mattina poi, strabiliata, noto pure, nei pressi degli ascensori, una sorta di legenda colorata, appena sistemata, nella quale vengono spiegate in modo dettagliato “le funzioni” degli ascensori… la cosa pazzesca è che l’ascensore… l’unico in cui ci riversavamo tutti in questi giorni… noi utenti non lo possiamo più utilizzare…

Premetto che questo ascensore viene attualmente usato per trasportare malati, defunti, personale, utenti malati ed utenti in visita… tutti insieme appassionatamente…

Quindi procedo raccontando giusto qualche episodio esemplificativo…

Salendo a piedi al quinto piano, emodinamica, dove dovevo recarmi in visita, incontro lo stimato dottor Paolo Casula, il medico della pediatria, se non ricordo male, di circa 40 anni fa, che, in compagnia della sua signora e di un figlio accompagnatore, entrambi i coniugi con un bastone a tre piedi, si accingevano a raggiungere il pianterreno a piedi… non le dico il mio sgomento, claudicanti e costretti a scendere a piedi ben cinque piani…

Il giorno dopo, mi reco in radiologia, bellissima dopo la ristrutturazione ma sconvolgente nella lunghezza dei tempi, trovo un tecnico dal modo di fare veramente improponibile, tanto di rispetto per la sua persona, ma veramente da non poter lasciare con un incarico come quello attuale a stretto contatto con i pazienti… per non parlare poi dell’esito… faccio la radiografia alle 17.00 del 14 gennaio e devo recarmi a ritirare il referto il giorno dopo… ma se siamo in tre pazienti in tutto ed io ho una visita ortopedica di lì a poco, perché devo aspettare? Potrei capire se ci fossero tanti pazienti ma così… non se ne parla nemmeno…

Mesi fa, porto mia madre, in dimissioni protette, nel reparto di cardiologia e una dottoressa mi dice che dobbiamo passare dal pronto soccorso… meravigliata seguo le sue indicazioni anche se non ne condivido la politica… riscendo con mia madre con la pressione alle stelle al pronto soccorso, dove la lasciano buttata su una sedia dal pomeriggio all’alba… ma, a quel punto, penso fra me e me… a cosa serve essere in dimissioni protette???

Potrei continuare ma credo che questi esempi siano più che sufficienti per avere delle spiegazioni in merito.

Il mio desiderio e credo che dai toni della lettera sia di facile comprensione, è solo quello di “aiutarla” a vedere alcune cose dal punto di vista di noi utenti…

Le posso assicurare che diventa faticoso districarsi in una situazione di questo tipo…

Al Sirai lavorano, a mio avviso, e non solo, in maggioranza delle eccellenze mediche, personale squisito che da anni cerca di dare il meglio di sé, infermieri che svolgono il loro lavoro con attenzione e professionalità, inservienti che si impegnano anche di più…

Pertanto, vorrei che loro come lavoratori… e noi come utenti… avessimo l’opportunità di “vivere meglio” il nostro quotidiano.

Mi sono rivolta a lei, dottor Onnis, non perché ritenga che lei debba fare tutto da solo o perché le responsabilità siano solo sue, ma semplicemente perché da qualcuno dovevo iniziare…

La prego, faccia sentire la nostra voce in Regione, combatta per un ampliamento dell’organico… ricordi a chi di dovere che stiamo già morendo di fame… e non possiamo anche morire di stenti…

La ringrazio infinitamente per il tempo che mi ha dedicato… e aspetto impaziente che lei mi contatti…

Fremo all’idea di poter scrivere quanto prima che qualcosa è migliorato… e poi se vorrà, mentre passeggeremo per il Sirai, le potrò far notare anche qualche altra piccola cosa che si potrebbe sistemare…

Ci tengo a precisare… che chi scrive è portavoce di un malcontento generale.

Ancora grazie infinite e buona giornata… ora corro a prepararmi… i miei alunni aspettano la maestra e son già le sette e venti.

Carbonia, 20 gennaio 2016

Nadia Pische

nadiapische@tiscali.it

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Donato Santone

Donato Santone  è il nuovo Direttore della Filiale delle Poste di Cagliari; subentra a Teresa Lilliu chiamata a ricoprire un analogo incarico in Lombardia.

Nato a Chieti, Santone ha ricoperto svariati ruoli prima negli uffici postali e poi assumendo incarichi di responsabilità direttiva e gestionale in diversi settori dell’Azienda. In Sardegna è orami di casa. Il suo primo incarico nell’Isola risale al 2008 quando ha assunto il ruolo di Responsabile commerciale del settore imprese. Trasferito a Caserta, ha fatto rientro in Sardegna nel 2012, con l’incarico di Direttore della Filiale di Cagliari, ruolo riassegnato ora dopo un periodo trascorso in Campania, con le stesse mansioni.

Santone è chiamato a dirigere l’intera attività della Filiale di Cagliari, una delle più importanti d’Italia: 149 Uffici Postali, dei quali 31 nel Sulcis Iglesiente e 26 nel Medio Campidano, 577 sportelli informatizzati e collegati in rete, 77 Aree Prodotti Finanziari, separate dalla sala al pubblico e presidiate da personale qualificato.

Rivolgendosi allo Sportello Amico, anche in base alle convenzioni stipulate in Sardegna, il cittadino può ottenere:  visure catastali; pagamento ticket sanitari; rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno; certificati previdenziali INPS (estratto conto contributivo, certificato di pensione, CUD Assicurato e CUD Pensionato); dichiarazione di dimora abituale (servizio offerto ai cittadini stranieri non comunitari che devono comunicare la dimora abituale al proprio Comune) e pagamento tributi fiscalità locale.

Su 122 comuni presenti nella provincia, oltre 80 hanno stipulato convenzioni con Poste Italiane.

La fruibilità dei servizi a Cagliari e provincia è stata migliorata anche con l’installazione di apparecchiature self service e di 96 sportelli automatici ATM Postamat che consentono di effettuare operazioni di prelievo di contanti ed eseguire interrogazioni su saldo e lista movimenti,  ricaricare tutti i telefoni cellulari, pagare le principali utenze e oltre 2.000 bollettini di conto corrente postale,  ricaricare la carta Postepay.

Un canale in più anche per i pensionati i 95.700 (il 91% del totale delle pensioni pagate) che hanno accreditato il rateo e possono ritirare contanti allo sportello automatico con la Postamat  e la Libretto Postale card.

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I consiglieri regionali Gianluigi Rubiu (UDC) e Ignazio Locci (FI) lanciano un appello sulla vertenza dei dipendenti in seguito all’acquisizione delle strutture da parte dell’imprenditore iglesiente Ninetto Deriu, promotore di un piano industriale che proponeva la lavorazione di laminati in alluminio ai fini nautici.

«Non lasciamo soli gli operai della ex Ila di Portovesme, oggi diventati Port.Al. – dicono Rubiu e Locci. Si tratta di una battaglia che interessa un esercito di 156 lavoratori. Siamo ormai ad un passo dal baratro perché gli ammortizzatori sociali scadranno a giugno. La troppa incertezza sul piano industriale della fabbrica mette a rischio il futuro di quanti avevano creduto nel rilancio dell’impianto, accarezzando la possibilità di ritornare presto al lavoro.»

«Un sogno – proseguono i due consiglieri – che rischia oggi di sfumare, a causa dell’indifferenza di certa politica che nulla ha fatto per favorire la ripartenza di quel pezzo di industria. Vorremmo capire che fine ha fatto il piano industriale e, soprattutto, cosa ha in mente la giunta regionale per non lasciare in strada le maestranze, da anni senza lavoro e ad un passo dal non poter più disporre del sostegno economico.»

La situazione non si è sbloccata anche dopo un summit tra rappresentanze sindacali e consiglieri regionali eletti nel territorio. «In quell’incontro – sottolineano Rubiu e Locci – gli esponenti della maggioranza (Pietro Cocco, Pd e Luca Pizzuto, Sel) hanno assicurato che sarebbero intervenuti presso gli assessorati all’industria e al lavoro per aprire un tavolo di discussione sulla vertenza. Sinora nulla è stato fatto. E il tempo scorre inesorabile.»

«Chiediamo ancora una volta – concludono Rubiu e Locci – che si dia avvio ad un confronto con lo scopo di sciogliere ogni dubbio e garantire un futuro agli operai della Port.Al. Non possiamo abbandonarli al loro destino, abbiamo il dovere di trovare una soluzione, garantendoli un futuro lavorativo.»

«Accogliamo con favore la notizia dell’incontro fissato per domani pomeriggio nella sede della Presidenza della Regione Sardegna con all’ordine del giorno la vertenza Port.Al. di Portovesme – hanno aggiunto in serata Gianluigi Rubiu e Ignazio Locci -. Prendiamo atto della volontà, seppur tardiva, del Presidente Francesco Pigliaru di prendere in mano la situazione. Ci auguriamo, tuttavia, che la riapertura del tavolo non sia semplicemente lo strumento utilizzato per placare gli animi dei lavoratori – ormai sfiancati da un’attesa infinita e dall’assenza di notizie sul loro futuro – ma sia invece l’occasione utile per profilare le soluzioni necessarie a porre al sicuro gli operai, ai quali scadranno gli ammortizzatori sociali nel giugno prossimo. Auspichiamo, infine, venga fatta chiarezza sul piano industriale presentato a suo tempo dalla proprietà della fabbrica.»

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Venerdì 22 gennaio, dalle 10.00 alle 12.00, l’aula 6 “Ludovico Geymonat” – facoltà di Studi Umanistici, Università di Cagliari, via Is Mirrionis 1 – ospita la conferenza di Salvatore De Mola sceneggiatore di fiction televisive di successo quali “Il commissario Montalbano”, “Il giovane Montalbano” e “I Cesaroni”. L’autore discute delle relazioni tra testi e media con Emiliano Ilardi e Alessio Ceccherelli, docenti del corso di laurea in Scienze della comunicazione, guidato da Elisabetta Gola.

Al centro della conferenza il rapporto tra il testo letterario, il testo audiovisivo e le dinamiche che intercorrono nella trasposizione da un medium all’altro sono. In questo passaggio entrano in gioco diversi fattori: il rapporto tra sceneggiatore, autore del testo letterario e produzione televisiva; eventuali censure e autocensure; riscritture e adattamenti di scene ed episodi.

L’incontro è rivolto agli studenti del corso di laurea, ma si può assistere alla conferenza fino all’esaurimento dei posti in aula.

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Ieri il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ha visitato il nuovo impianto di trattamento dei rifiuti (compostaggio), in prossimità della discarica di Sa Terredda.

I lavori di adeguamento dell’impianto, iniziati a marzo e conclusi lo scorso dicembre, hanno un valore complessivo di 2.311.700 euro, di cui 2.080.530 euro con finanziamento della Regione (fondi europei) e 231.170 euro di cofinanziamento comunale. Il finanziamento è stato ottenuto grazie al Progetto presentato dal Comune di Carbonia che si è aggiudicato il Bando Regionale.

Il nuovo impianto, che entrerà in funzione tra febbraio e marzo, inizialmente in via sperimentale, consentirà di trattare la parte umida dei rifiuti e ricavarne compost di qualità, cioè un prodotto che potrà essere utilizzato nel settore agricolo, come concime. Il compost potrà essere assegnato ai cittadini che ne faranno richiesta e che potranno utilizzarlo per arricchire il terreno del proprio giardino.

Il nuovo impianto, consentendo una diminuzione dei costi di conferimento, concretizza le previsioni che hanno già permesso la riduzione delle tariffe per la raccolta differenziata.

Nel nuovo impianto potranno conferire anche altri Comuni, con importanti ricadute occupazionali per il nostro territorio.

Vista alto impianto di compostaggio

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Il gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà in Consiglio regionale ha presentato una mozione con la quale chiede un impegno formale della Giunta sul rifinanziamento dei cantieri verdi.

«Nella scorsa finanziaria l’assessore Paci aveva assicurato lo stanziamento di 17 milioni di euro per i cantieri verdi avviati dai comuni sardi – ha detto il capogruppo di Sel Daniele Cocco – alla fine invece sono stati stanziati solo 5 milioni di euro, una cifra irrisoria, insufficiente per soddisfare le richieste delle amministrazioni comunali.»

Con la mozione firmata da tutto il centrosinistra, il gruppo Sel sollecita il rifinanziamento degli interventi attraverso il reperimento di nuove risorse da inserire nella Finanziaria del 2016: «I cantieri verdi hanno permesso di mettere in sicurezza i territori e mitigare il rischio idrogeologico – ha aggiunto Cocco – Paci rispetti gli impegni e trovi una soluzione». Da rivedere, infine, il bando dell’assessorato dell’Ambiente: «Sono stati cambiati in corsa i requisiti richiesti. Il paradosso è che verranno finanziati i comuni che non hanno speso le risorse assegnate per il 2015 e penalizzati quelli che invece hanno concluso gli interventi e rendicontato le attività svolte. La Giunta ci ripensi – ha concluso Cocco – su questo argomento siamo pronti a dare battaglia in Aula».

Prosegue intanto l’azione di Sel finalizzata al contrasto delle povertà estreme. Il segretario regionale Luca Pizzuto ha illustrato le nuove iniziative decise dal partito che vedranno coinvolti circoli e militanti. Queste le linee di intervento: 1) l’apertura di quattro sportelli di segretariato sociale (Cagliari, Sassari, Carbonia e Sant’Antioco) per aiutare i cittadini nelle questioni burocratiche e informarli su bandi, finanziamenti e opportunità di lavoro; 2) uno sportello d’ascolto per rispondere alle domande e alle richieste d’aiuto dei cittadini con due numeri di riferimento: 3711603092 e 3711629302; 3) la promozione di attività di formazione per aiutare le persone ad uscire dalla condizione di povertà; 4) Un pastificio sociale per dare sostegno ai più poveri e offrire loro l’opportunità di partecipare a momenti conviviali.

Per promuovere il dibattito su questi temi, Sel ha organizzato una rassegna di politica e cultura con una serie di appuntamenti a cui parteciperanno esponenti politici nazionali e intellettuali. Si parte giovedì prossimo a Cagliari con un appuntamento a Villa Muscas sul tema “La politica riparte dai territori”. All’incontro, fissato per le 19.00, parteciperanno il sindaco del capoluogo Massimo Zedda, il senatore di Sel Luciano Uras, la senatrice del Pd Magda Zanoni, il presidente dell’Anci Piersandro Scano, la deputata del Pd Romina Mura e il coordinatore provinciale di Sel Sandro Serreli.

Palazzo del Consiglio regionale A

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Prosegue, in Consiglio regionale, l’esame del D.L 176/A sul riordino degli Enti locali. 

Stamane la seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno, con l’art. 9 (“Ordinamento dell’unione”) del Dl n.276/A-Giunta regionale-“Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna”.

Il presidente ha quindi dato la parola al relatore Roberto Deriu (Pd) per comunicare all’Aula il parere sugli emendamenti. Deriu ha espresso parere contrario su tutti, fatta eccezione per il n.1956 che definisce sia la governance che le funzioni delle unioni dei Comuni. A nome della Giunta, l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ha espresso parere conforme.

Aprendo la discussione generale Daniela Forma, del Pd, ha auspicato «un passo in avanti rispetto allo schema esistente, che finora ha comportato un ruolo preminente ed esclusivo dei Sindaci; occorre un allargamento a tutti gli eletti perché la rappresentanza non può essere delegata solo a questi ultimi ma deve essere aperta alle donne ed agli uomini che hanno scelto di mettersi al servizio della comunità». Questo eviterebbe inoltre, ha concluso, «sia un sovraccarico di ruoli e funzioni per i Sindaci che un oggettivo sbarramento per l’accesso alla politica, che nei fatti sarebbe appannaggio solo di pensionati e disoccupati».

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az), dopo aver condiviso alcune osservazioni della Forma ha inquadrato il problema relativo al «sostanziale trasferimento di competenze dalle vecchie province ai Comuni od alle unioni di Comuni e su questo punto è necessaria una riflessione comune sul come saranno gestite tali funzioni, nella migliore delle ipotesi a parità di risorse». L’esperienza, ha ricordato, «ci dice che non è vero che costino meno, anzi la Corte dei conti ha registrato un aumento dei costi e questa indicazione deve spingere il Consiglio ad approfondire l’argomento». Solinas si è poi soffermato su un passaggio contenuto nel comma 7 del testo, che a suo avviso «ha una formulazione sibillina, nel senso che parla genericamente della successione nei rapporti giuridico-amministrativi fra province e Comuni, mentre è un punto molto complesso che va chiarito». Il consigliere sardista ha annunciato infine il ritiro dei suoi emendamenti.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha sostenuto che la tesi della consigliera Forma va al cuore del problema, «perché questa sembra la stagione (anche per una tendenza nazionale) dei Sindaci tuttofare che appaiono come una sorta di partito, mentre sarebbe corretto redistribuire qualche funzione perché questo può aiutare a tenere in equilibrio il sistema ed assicuragli un livello adeguato di efficienza». Anche, per evitare, ha aggiunto, «che il comune cittadino non trovi mai il Sindaco laddove dovrebbe essere, cioè presso la sua comunità; non stiamo togliendo nulla ma distribuendo in modo diverso il carico di lavoro che arriverà in capo agli Enti locali».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) in apertura ha chiarito che «il comma 7 citato da Solinas, va inteso nel senso che la successione di cui si parla riguarda principalmente le funzioni delle province ed inoltre, in caso di disaccordo, è previsto un potere sostitutivo della Regione». Sul tema della redistribuzione dei ruolo all’interno delle unioni di Comuni, Deriu ha riconosciuto che «il tema non è affatto marginale ma importantissimo, si tratta di una discussione che si è svolta in molte sedi tenendo presente la necessità di un passaggio equilibrato fra un sistema eletto direttamente ed uno che poggia su elezioni di secondo grado; per questo è previsto sia pure parziale per i consiglieri che non corrisponde del tutto alla proposta molto più espansiva della Forma». Al termine del confronto, ha concluso Deriu, «la tesi prevalente è stata quella di concentrare sui Sindaci ruoli di responsabilità e garanzia; il tema va comunque sviluppato ancora, magari in altre occasioni».

Il consigliere Gianni Lampis (Misto-Fdi) ha messo in evidenza che «l’articolo fa emergere un dato di fatto, non si muove foglia che il Sindaco non voglia, come hanno ricordato interventi precedenti; è un errore perché ruoli e responsabilità vanno attribuiti anche a quanti hanno raccolto consenso, in modo da far crescere una nuova classe dirigente e a consolidare il rapporto fra istituzioni e cittadini». I Sindaci, secondo Lampis, «avranno più lavoro senza personale e senza risorse, cosa che si tradurrà in una peggiore qualità dei servizi ed in una risposta negativa alla domanda fortemente espressa dai cittadini».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda si è espressa in modo contrario all’impostazione dell’articolo soprattutto per ciò che riguarda la parte finanziaria, ricordando che «l’impegno politico va riconosciuto ma attenzione alle doppie indennità; inoltre, immaginare una semplice successione nelle funzioni non basta a garantire servizi efficienti, anche perché la storia dice che la Regione non ha mai risolto un solo conflitto fra province». Piuttosto, ha auspicato in conclusione, «occorre prestare più attenzione ai problemi del personale e per questi motivi c’è da intervenire sul testo in modo molto radicale».

Il Consiglio, dopo aver respinto una serie di emendamenti dell’opposizione, ha quindi iniziato l’esame dell’emendamento n.1956 (sostitutivo totale dell’art. 9), con parere favorevole della commissione e della Giunta, che disciplina l’organizzazione e le funzioni delle unioni dei Comuni.

Per dichiarazione di voto, il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di un «emendamento tagliola fatto anche in modo puerile perché non ha ragion d’essere, dato che sarebbe stato sufficiente menzionare l’art.6 del Testo unico sugli Enti locali in materia di procedure e contenuto degli statuti delle unioni». Siamo di fronte ad un espediente legittimo sul piano regolamentare, ha continuato, «ma in realtà un abuso del diritto perché mette il bavaglio all’opposizione così come è stata messa la sordina a molte parti della società sarda interessate a questa riforma; un fatto negativo indice di timore, lo stesso che attraversa con motivazioni diverse molti consiglieri di maggioranza».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, anch’egli di Forza Italia, ha affermato che «i Comuni non sono solo i Sindaci ma anche moltissimi consiglieri che si dedicano alla cosa pubblica, così li stiamo svuotando da ogni ruolo civile snaturando anche la storia della Sardegna; non so cosa potrete raccontare ai Sindaci quando capiranno e si lamenteranno di non poter fare più niente con lo stesso fondo unico all’interno del quale, nello schema previsto, non sarà impossibile fare ripartizioni in modo corretto».

Il consigliere Ignazio Locci, sempre di Forza Italia, ha definito la norma in esame «comunque coerente con la proposta nazionale del Pd di accorpare e quindi sopprimere molti Comuni a cominciare dai più piccoli, privandoli fra l’altro delle loro competenze sugli appalti; tutto questo sarà la pietra tombale su molti Comuni della Sardegna e questo processo di demolizione comincerà proprio con questa legge».

Il consigliere Edoardo Tocco, Forza Italia, ha auspicato che la maggioranza ascolti «il grido di dolore che arriva dai Comuni, superando gli ordini di scuderia e recuperando il buon senso», prefigurando che «si arriverà al paradosso di un Sindaco che indosserà la fascia tricolore, simbolo dello Stato, ma non potrà rappresentare concretamente nulla, è una umiliazione della nostra autonomia».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 1956 sostitutivo totale dell’art. 9, che il Consiglio ha approvato con 30 favorevoli e 18 contrari, determinando la decadenza di tutti gli altri emendamenti.

Aperta la discussione sull’articolo 10 (regolamenti) e sugli emendamenti presentati, il relatore, Roberto Deriu (Pd), ha dichiarato parere favorevole agli emendamenti soppressivi totali 273, uguale al 1063, uguale al 1522, uguale al 1957 e contrario per tutti gli altri.

L’assessore degli Enti Locali, Cristiano Erriu, ha dichiarato parere conforme a quello del relatore della maggioranza.

Posto il votazione l’emendamento 273 (Christian Solinas, Psd’Az)  è stato approvato con 42 sì e 4 no ed il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dichiarato soppresso l’articolo 10 e decaduti tutti gli altri emendamenti presentati.

Aperta la discussione sull’articolo 11 (Organi dell’unione) e sugli emendamenti, il relatore Deriu ha dichiarato parere favorevole per l’emendamento soppressivo totale n. 277, uguale al 1064, uguale al 1524, uguale 1958 e contrario per tutti gli altri emendamenti. La Giunta ha dichiarato parere conforme con quello espresso dal relatore della maggioranza e l’Aula con 44 voti favorevoli e 2 contrari ha approvato l’emendamento 277 (Christian Solinas, Psd’Az) che ha soppresso l’articolo 11.

Posto in discussione l’articolo 12 (Assemblea dei sindaci) e gli emendamenti il relatore di maggioranza, Roberto Deriu (Pd), ha dichiarato parere contrario per l’emendamento 281, uguale al 1065, uguale al 1527 ed ha invitato al ritiro la presentatrice degli emendamenti n. 35 e 36. Parere contrario anche al 1528, favorevole invece per il 1959 (Deriu-Agus) che sostituisce così sostituisce l’articolo 12: “L’assemblea dei sindaci è l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo dell’unione. L’assemblea è formata dai sindaci dei comuni associati o da un loro delegato tra coloro che sono consiglieri comunali”.

Il relatore ha espresso parere contrario all’emendamento all’emendamento 1959, n. 2440, 2437 e 2492. Invito al ritiro per il 2479 , 2107 e 2260.

Parere contrario per i soppressivi parziali dal n. 282 al numero 292. Invito al ritiro per gli emendamenti n. 1928 e 1929 e contrario per l’emendamento 2017. La Giunta ha dichiarato parere conforme a quello del relatore e l’Aula non ha approvato (18 sì e 31 no) l’emendamento 281=1065=1527 e successivamente non ha approvato (18 sì e 29 no) il 1528 sul quale era intervenuto il consigliere del gruppo misto, Gianni Lampis (FdI) per auspicarne l’approvazione al fine di “garantire ruolo e funzioni ai consiglieri comunali”. Successivamente l’Aula non ha approvato (30 contrari e 18 a favore) il 1883, l’emendamento 2440 che emendava il 1959 (17 sì e 31 no), il 2437 (20 sì e 29 no) e il 2492 (19 sì e 30 no). Via libera, invece, con 31 favorevoli e 19 contrati all’emendamento sostitutivo totale n. 1959.

Aperta la discussione sull’articolo 13 (Giunta) e sugli emendamenti, il relatore di maggioranza ha dichiarato parere contrario per tutte le proposte di modifica tranne che per l’emendamento 1960 (Deriu-Agus) che sostituisce per intero la precedente formulazione dell’articolo 13 rimandando allo statuto dell’unione “il numero dei componenti della Giunta in modo da assicurare adeguata rappresentanza dei comuni e adeguata rappresentanza di genere”.

Deriu ha invitato al ritiro la presentatrice dell’emendamento 2480 e la Giunta ha espresso parere conforme.

Posto in votazione l’Aula non ha approvato (17 sì e 30 no) l’emendamento 293=1523=1066; gli emendamenti all’emendamento 1960, n. 2441-2442; 2443; e 2493. La consigliera Forma (Pd) ha annunciato il ritiro dell’emendamento 2480 e il Consiglio ha approvato l’emendamento sostitutivo totale 1960. Dichiarati decaduti tutti gli altri emendamenti, il presidenti ha aperto la discussione sull’articolo 14 (presidente) e sugli emendamenti ad esso presentati.

Il relatore Deriu (Pd) ha espresso parere  contrario per tutti gli emendamenti tranne che per l’emendamento 1961 (Deriu-Agus) che sostituisce la precedente versione dell’articolo 14 rimandando allo statuto la durata in carica del presidente dell’unione dei comuni. Invito al ritiro (successivamente accolto) è stato rivolto alla consigliera Forma (Pd) per gli emendamenti 2481 e 2482. La Giunta ha dichiarato parere conforme a quello del relatore e l’Aula non ha approvato, con distinte votazioni, gli emendamenti 300=1067=1537; 2441=2445. Approvato con 28 sì e 19 no, l’emendamento sostitutivo tale n. 1961 che ha fatto così decadere tutti gli altri emendamenti presentati.

Ha assunto la presidenza il vicepresidente Antonello Peru.

La discussione degli articoli 15 (Organizzazione e funzionamento) e 16 (funzioni fondamentali dei comuni esercitate dall’unione), su richiesta rispettivamente dei consiglieri Alessandra Zedda (Fi) e Attilio Dedoni (Riformatori) è stata rinviata al pomeriggio per consentire alcuni approfondimenti tecnico-politici.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’art. 17 “Funzione delegate dell’Unione”. Dopo aver chiesto il parere sugli emendamenti al relatore di maggioranza e alla Giunta, il presidente Peru ha dato la parola al consigliere Christian Solinas (Psd’Az) che ha chiesto chiarimenti sulle dichiarazioni del relatore: «E’ stato dato parere favorevole solo sull’emendamento n. 1964 – ha detto Solinas – ci sono però alcuni emendamenti identici che non hanno ottenuto il via libera».

Il relatore di maggioranza Roberto Deriu ha spiegato che si è trattato di una svista e confermato il parere favorevole agli emendamenti con lo stesso contenuto del n.1964.

Il presidente Peru ha quindi messo in votazione l’emendamento soppressivo totale dell’art 17 che è stato approvato con 48 favorevoli e 5 contrari.

Ha assunto la presidenza il presidente Ganau che ha messo in discussione l’art. 18 “Finanziamenti per l’esercizio associato di funzioni”.

Il consigliere Fasolino (Forza Italia) ha invitato i sindaci presenti tra i banchi della maggioranza ad intervenire nella discussione: «Siamo arrivati al dunque – ha detto l’esponente azzurro – parliamo della spartizione del Fondo Unico tra comuni e Unione. Su questo deciderà la Giunta, sarebbe invece opportuno che decidesse il Consiglio, in questo modo avremmo l’opportunità di valutare le esigenze dei comuni». Fasolino ha poi contestato il comma 5 dell’art. 18 che prevede una decurtazione del 30% delle somme del Fondo Unico ai comuni che non si associano.

Concetti ribaditi da Marco Tedde (Forza Italia): «Il rischio è che la Giunta, in modo partigiano, vada a favorire la Città Metropolitana o una particolare Unione di comuni. Il tema non può essere lasciato al libero arbitrio dell’esecutivo – ha affermato Tedde – deve essere il Consiglio a decidere».

Sul contenuto del comma 5, il consigliere di minoranza ha suggerito di prevedere la decurtazione del 30% del Fondo Unico come sanzione massima, e non minima, per i comuni che decidessero di non associarsi».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti soppressivi totali n. 377=1071=1560 che sono stati respinti con 32 voti contrari e 20 a favore. Respinti anche gli emendamenti sostitutivi parziali n. 255, 258, 2489 e 2496.

E’ quindi intervenuto il relatore di maggioranza Roberto Deriu che ha chiesto una breve sospensione dell’Aula per esaminare meglio il contenuto di alcuni emendamenti. La richiesta è stata accolta e la seduta sospesa.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta per consentire a Giunta e Commissione Autonomia di verificare il contenuto degli articoli 15 e 16 e dei relativi emendamenti che saranno discussi nel pomeriggio.

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Elio Cancedda_AssembleaGeneraleMovimentoPartiteIva-17gen2016

Elio Cancedda, agente di assicurazione di Carbonia, è il nuovo coordinatore del Movimento Partite Iva Sulcis Iglesiente. Lo ha eletto l’Assemblea Generale nel corso della riunione svoltasi al Lù hotel domenica 17 gennaio.

A presiedere il Congresso una compagine tutta femminile. Il presidente uscente Paolo Bullegas ha proposto alla presidenza dell’assemblea la socia Daniela Garau, avvocato di Carbonia, e alla vicepresidenza le socie, imprenditrici del commercio, Caterina Bove e Marisa Muntoni. Un plauso generale ha sottolineato unanime approvazione della proposta.

Ha aperto i lavori la relazione del Consiglio direttivo uscente presieduto da Paolo Bullegas. Una relazione fortemente critica sull’inerzia delle istituzioni politiche di governo, nelle varie articolazioni, ma in particolare verso il governo regionale definito irresponsabile.

«L’aumento dell’Irpef e dell’Irap è un insulto per tutti i sardi – ha detto il presidente Bullegas -. Mentre alla Sardegna spetta la Zona franca, c’è chi si ostina a taglieggiare le imprese con provvedimenti infausti.»

Condivisa e approvata tutta la linea politica del Direttivo, ma soprattutto la scelta di non portare in assemblea una lista preconfezionata.

«Fin dalla nascita del Movimento abbiamo ricercato la massima democrazia – ha aggiunto Paolo Bullegas -. Con il medesimo spirito tutto il Consiglio direttivo uscente si è espresso affinché l’Assemblea Generale potesse esprimere mozioni programmatiche e liste di candidati, frutto del più ampio confronto.»

Un modello chiaramente non comune, che mette in evidenza il presupposto partecipativo di ogni singolo nella costruzione della programmazione politica dell’associazione di riferimento per il lavoro autonomo nel Sulcis Iglesiente.

Per questo si è volutamente rinunciato a presentare una lista per il rinnovo del Consiglio direttivo, ed è stata votata all’unanimità una mozione affinché l’Assemblea restasse aperta. Tuttavia, per non lasciare l’associazione priva di operatività è stata approvata una seconda mozione che istituisce la temporanea figura del “coordinatore”, il quale opererà con i poteri del presidente per tutto il periodo di vacatio. Le votazioni a scheda segreta hanno dato esito unanime, eleggendo uno dei soci fondatori: Elio Cancedda. Sarà nelle sue mani la responsabilità di proseguire tutte le attività fino alla nuova convocazione assembleare.

«Ringrazio per la fiducia riposta sulla mia persona – ha dichiarato il coordinatore Cancedda -. Sento su di me un’elevata responsabilità; ma so anche di poter contare di ampia collaborazione. Il Movimento è impegnato per sostenere la mobilitazione generale del territorio, e sarà un compito che non trascurerò, non nell’interesse delle Partite iva ma come sempre, nell’interesse di tutta la comunità del Sulcis Iglesiente.»

Il Congresso del Movimento è stato caratterizzato anche da altri importanti momenti, l’intervento degli Ospiti: Giovanni Sanna, economista di Capoterra, e Gaetano Balsamo, presidente dell’associazione Partite Iva Unite. Giovanni Sanna, ha evidenziato le opportunità del territorio.

«Sui mercati internazionali – ha detto Sanna – le vostre eccellenze trovano ampi spazi, in particolare sul food, riteniamo di poter accompagnare imprese e consorzi verso l’internazionalizzazione. A livello locale molti prodotti sono mortificati dall’assenza di domanda, nonostante il loro intrinseco valore.»

Gaetano Balsamo, ha voluto imprimere una iniezione di fiducia. «Siamo oltre 6,5 milioni di Partite Iva attive, che devono unirsi per far ripartire l’Italia! Con il vostro presidente Paolo Bullegas, ci siamo confrontati, e con il suo importante contributo di esperienza associativa lavorerò per unirci in un unico soggetto: la Confederazione nazionale delle Partite Iva».

Al termine degli interventi degli ospiti, il presidente Bullegas ha consegnato alcuni riconoscimenti dedicati a personalità distintesi nella valorizzazione del territorio e per l’opera di informazione.

Una targa e una pergamena sono state donate a:

• ai promotori dell’Associazione Primavera Sulcitana, Alessia Littarru, Ivan Scarpa, Luciano La Mantia, con la seguente motivazione: «… per aver sapientemente coniugato le risorse ambientali, culturali, enogastronomiche del territorio, valorizzando le sue eccellenze nelle kermesse “Primavera Sulcitana” e “Invitas”; eventi di straordinario successo che hanno regalato infinite emozioni».

• agli chef, Manuele Fanutza e Tony Porseo: “…ambasciatori gastronomici, costantemente dediti alla valorizzazione e divulgazione delle straordinarie eccellenze produttive, patrimonio del Sulcis Iglesiente”.

• al fotoreporter Fabio Murru: “…per lo sua eccelsa capacità di trasferire in immagini la realtà del territorio, tra informazione professionale attenta ai temi sociali, e le bellezze naturali del Sulcis Iglesiente”.

• ai giornalisti: Stefania Piredda e Andrea Scano (L’Unione Sarda); Gianfranco Nurra (La Nuova Sardegna); Massimo Carta (La Gazzetta del Sulcis); Giampaolo Cirronis (La Provincia del Sulcis Iglesiente); Luca Gentile (Videolina); Tito Siddi (Tentazioni della Penna), Simone Spiga (Cagliari Pad); Carlo Martinelli (Sardiniapost); Stefano Ambu e Davide Madeddu (Ansa Sardegna); Ugo Bulgarelli e Luciano La Mantia (Radio Luna); Franco Airi (Radio Arcobaleno); Elvira Usai e Giacomo Desole (Radio Star); Francesca Arrius, Alessia Pinna e Giovanna Dessì (Canale40 Tv), con la seguente motivazione: “… per l’incessante opera di informazione professionale, attenta ai temi sociali del territorio e premurosa nel difendere i diritti con obiettività e indipendenza”.

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Sono stati presentati, ieri mattina, i risultati del progetto di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico “Azzardo: non chiamiamolo gioco” rivolto agli alunni delle scuole medie inferiori.

Il progetto, finanziato tramite bando dal comune di Carbonia, è stato realizzato dall’Associazione ASSI.GAP Onlus Associazione Sarda per lo Studio e gli interventi sul gioco d’azzardo patologico, in collaborazione con le Scuole cittadine e la ASL 7.

Alla conferenza stampa hanno partecipato Maria Marongiu, assessore delle Politiche sociali, Lucia Amorino, assessore dell’Istruzione e Formazione, Nanni Cerina, presidente dell’ASSI.GAP Onlus, Martina Carta, psicologa collaboratrice dell’associazione e le rappresentanti delle scuole medie inferiori Sebastiano Satta e Don Milani che, insieme alla Scuola Camilla Gritti, hanno aderito al progetto.

L’assessore Maria Marongiu e l’assessore Lucia Amorino hanno evidenziato l’importanza del percorso proposto ai ragazzi, pensato per dare corrette informazioni sul fenomeno, prevenire gli effetti negativi del Gioco d’Azzardo e sensibilizzare i giovani e le loro famiglie sui pericoli legati alle ludopatie.

Il presidente dell’ASSI.GAP Onlus, Nanni Cerina, ha ricordato che il comune di Carbonia è particolarmente sensibile a queste tematiche: è uno dei primi in Sardegna ad aver adottato un Regolamento sulle sale gioco, estendendo (primo in Sardegna) le limitazioni previste per le sale da gioco alle agenzie di scommesse e sale bingo. Carbonia è anche uno dei pochi Comuni sardi a promuovere corsi di prevenzione per un problema gravemente sottovalutato e pericolosamente diffuso in tutta Italia e in Sardegna in particolare, dove il dato sul gioco d’azzardo è più alto del 25% rispetto alle altre Regioni.

L’intervento dell’ASSI.GAP Onlus prevedeva la somministrazione di un questionario per rilevare i comportamenti dei più giovani, intraprendendo un percorso che dimostrasse ai ragazzi che il “Gioco d’azzardo” non è un gioco, non conserva nulla del valore ludico del gioco (socializzazione, divertimento e crescita), al contrario crea dipendenza, provocando problemi alla salute, a livello fisico e mentale.

Il 40,5% dei 380 ragazzi, tra i 10 e i 15 anni, delle scuole coinvolte ha speso soldi, almeno una volta, in giochi d’azzardo, di cui quasi la metà (49%) nell’acquisto di gratta e vinci e il 31% in altri giochi come lotto, superenalotto e ticket redemption (giochi con premi non in denaro).

La psicologa Martina Carta, che ha studiato i risultati dei questionari, ha rilevato che i ragazzi conoscevano il problema, ma in modo superficiale. Pur conoscendo il fenomeno e i rischi, i giovani studenti non ne riconoscevano la gravità, proprio per la leggerezza con cui socialmente si spendono i soldi in qualsiasi forma di gioco d’azzardo, facendolo sembrare innocuo e nascondendo le sue terribili conseguenze.  

Il problema fondamentale, infatti, è che le cartelle da grattare nella speranza di una vincita in denaro, qui come nel resto d’Italia, non sono percepite come Gioco d’azzardo, come se il fenomeno fosse “cronicizzato”“normalizzato”. Mentre fenomeni come la droga creano allarme sociale, il gioco d’azzardo non viene disapprovato, al contrario è tollerato, sottovalutato e promosso continuamente dalle diverse campagne pubblicitarie.

È necessario incidere profondamente su queste abitudini e produrre un cambio culturale in cui l’azzardo non sia più la normalità, ma sia riconosciuto per quello che realmente è: un pericolo.

I ragazzi, che in Italia hanno un accesso troppo facile a qualunque tipologia di azzardo,  non devono essere esposti, neppure indirettamente, a slot machine, gratta e vinci o giochi on line.

Di questo devono rendersi conto soprattutto i genitori, principali figure di riferimento dei giovani. Alcuni ragazzi hanno frequentato e frequentano le sale giochi per minori situate in Sardegna (non nel Sulcis), spesso accompagnati dagli stessi genitori, che presumibilmente ignorano il potenziale danno per la salute psicofisica dei propri ragazzi: la fascia adolescenziale è quella con una maggiore propensione al rischio ed una più alta vulnerabilità, che la rende pericolosamente esposta alla possibilità di sviluppare una dipendenza.

L’interesse, la curiosità e la partecipazione dei ragazzi al progetto “Azzardo: non chiamiamolo gioco” è stato, comunque, molto positivo. Questo dato fa ben sperare nei risultati dell’azione formativa.

Il prossimo passo sarà la presentazione dei risultati a ciascuna Scuola con una discussione capace di coinvolgere insegnanti, genitori e ragazzi. Si lavorerà anche per allargare il target coinvolto, con il plesso scolastico che non ha potuto partecipare per problemi organizzativi interni, e con le scuole superiori di competenza della ex provincia di Carbonia Iglesias.  

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Assemblea Unesco

Si è conclusa a Roma la Prima Assemblea Nazionale del Comitato Giovani UNESCO.
Tempo un mese e si doteranno di un regolamento che li guiderà nell’elaborazione di progetti e iniziative sull’intero territorio nazionale. Questo è il primo degli obiettivi che si sono dati i soci del neo-costituito Comitato Giovani della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, così come riassunto dal presidente Paolo Petrocelli al termine della due giorni che ha riunito a Roma oltre 200 tra studenti, ricercatori, giovani professionisti e imprenditori tra i 20 e i 35 anni, provenienti da tutte le regioni d’Italia.

Quarantotto ore dense di contenuti e cariche di emozioni, nel corso delle quali il Comitato – nato con lo scopo di supportare le attività dell’UNESCO in Italia nel campo dell’educazione, della scienza, della cultura e della comunicazione attraverso la ricerca della partecipazione attiva di giovani in iniziative ed eventi di rilevanza nazionale – si è ufficialmente presentato alle istituzioni, ponendosi obiettivi ambiziosi e sfidanti.

Particolarmente serrato il programma di lavoro dell’Assemblea, nel corso della quale il Comitato Giovani ha siglato due protocolli ufficiali: uno con il ministero dell’Istruzione, l’altro con Giovani Imprenditori Confcommercio. 

«Non ci sono organizzazioni giovanili così ben strutturate come la vostra all’interno del circuito internazionale dell’UNESCO – commenta Eric Falt, Direttore Generale Aggiunto per le relazioni esterne dell’UNESCO, uno degli ospiti d’eccezione che sono intervenuti all’Assemblea Nazionale, svoltasi tra il Senato della Repubblica e il Palazzo dell’Enciclopedia Italiana Treccani.»

«L’Unesco desidera dare potere ai giovani – aggiunge Falt – perché hanno sete di cultura e di pace e possiedono una forza positiva in grado di cambiare il mondo; utilizzando Youtube, Facebook e Twitter, ad esempio, possono combattere gli estremismi, nonostante vi sia comunque una minoranza di loro coetanei che persegue la violenza. Per questo i giovani devono essere coinvolti maggiormente nei processi decisionali. Il modello organizzativo che ha creato il Comitato Giovani per l’Italia, ne sono sicuro, riuscirà certamente a dare un contributo importante per il sistema culturale di questo Paese, come anche potrà essere d’ispirazione per molti giovani a livello internazionale.»

Nel corso dell’Assemblea – che ha visto partecipare agli incontri Dario Franceschini, Ministro del Mibact; Arnaldo Colasanti, delegato Ministero del Miur;  Giovanni Puglisi, Presidente Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO; Massimo Bray, Direttore Generale Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani; Maria Paola Azzario, Presidente FICLU; Alessio Pascucci, Vicepresidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO; Gianluca Callipo, Coordinatore Nazionale ANCI Giovani; Alessandro Micheli, Presidente Nazionale Giovani Imprenditori Confcommercio;  Giorgia Abeltino, Direttore Public Policy Google Cultural Institute; Stefano Pighini, Presidente LVenture Group; Fabio Fortuna, Rettore Università Niccolò Cusano; Antonio Venece, Direttore IED Roma; Carlo Ratti, Direttore MIT Senseable City Laboratory; Luciano Vanni, Direttore Editoriale di “Turismo Culturale” – sono stati nominati Ambasciatori del Comitato nel mondo tre musicisti d’eccezione: il trombettista jazz Paolo Fresu, il leader dei Subsonica Davide Boosta Dileo e il fondatore e leader del Banco del Mutuo Soccorso, Vittorio Nocenzi. 

Il Comitato Giovani ha già individuato intanto due Giornate Internazionali celebrate dall’UNESCO a cui aderire con l’organizzazione di iniziative su tutto il territorio nazionale: la Giornata Internazionale del Jazz, il prossimo 30 aprile, e la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, del 10 dicembre.

Anche il Comitato Sardegna ha partecipato all’Assemblea svoltasi a Roma. Guidati dalla rappresentante Sara Simona Cipolla, la delegazione regionale composta da 

Micaela Deiana, Marco Ferrai, Laura Lutzoni, Leonardo Lutzoni, Barbara Pau, Chiara Pezza, Marta Piras, Gianfranco Sanna, Valentina Spano, Alessia Usai,  ha presentato in Assemblea plenaria Valori, Vision e Progetti che intende sviluppare a livello locale.

Una linea di condotta che vuole coinvolgere  capillarmente la comunità locale, il mondo della cultura, dell’istruzione e dell’imprenditoria con l’obiettivo di far accrescere la consapevolezza del grande patrimonio materiale e immateriale sardo, a partire dalle ricchezze culturali nominate Patrimonio dell’Umanità UNESCO per creare un’immagine solida e consapevole della Sardegna. Il Comitato avrà modo di concretizzare le proprie iniziative a partire dai prossimi mesi. Primo punto di partenza, sarà presentarsi alle Istituzioni e ai protagonisti del settore per creare una rete solida, diffusa, di collaborazione e azioni.

I progetti proposti e sviluppati dal Comitato e il calendario degli incontri a cui parteciperà saranno presto pubblicati sul sito ufficiale: www.unescogiovani.it