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«L’Amministrazione comunale di Sant’Antioco si è fatta scappare l’ennesima occasione di ottenere fondi regionali da investire nel territorio comunale, a testimonianza dell’incapacità amministrativa con cui ormai da otto anni i cittadini antiochensi, loro malgrado, fanno i conti. Nei giorni scorsi, infatti, si è concluso il bando regionale “per l’erogazione di contributi agli investimenti per la progettazione e/o la realizzazione di opere necessarie alla rifunzionalizzazione di beni del patrimonio disponibile della Regione, da concedere in comodato d’uso”, ma la Giunta di Mario Corongiu non ha presentato alcuna domanda. E così, nemmeno un centesimo dei 40 milioni di euro a disposizione sono arrivati nelle casse comunali.»
La denuncia arriva da Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.
«E certo viene difficile accettare la solita litania del Sindaco sul fatto “che non ci sono soldi”, se anche quelle poche occasioni utili per aggiudicarseli, vengono lasciate correre via come quel treno che poi non passa più – aggiunge Ignazio Locci -. Eppure non sono pochi i beni della Regione, o affidati alle Agenzie regionali, situati nell’isola di Sant’Antioco. Viene in mente l’ex stazione semaforica (Su semafuru) in località Capo Sperone, assegnata a suo tempo alla Conservatoria delle coste (Agenzia regionale) ma lasciata cadere in rovina. Quale occasione migliore, se non quella del bando regionale, per ottenere Su semafuru in comodato gratuito (per ben 20 anni) e finalmente ristrutturarlo? Ovviamente nessuna. Lascia poi quantomeno perplessi il fatto che in diverse circostanze, anche con atti amministrativi, Mario Corongiu in passato avesse espresso l’intenzione di acquisire il bene al patrimonio comunale. Ma evidentemente quando hanno pubblicato il bando il primo cittadino era “distratto”. Almeno un tentativo poteva essere fatto.
«Senza andare troppo lontano, i vicini comuni di Carloforte e Calasetta hanno partecipato all’avviso pubblico con diverse idee progettuali. Tutte le domande sono risultate ammissibili e coerenti (ma non immediatamente finanziabili): per Carloforte, domande ammesse per l’ex potabilizzatore (750mila euro); e per l’edificio vedetta Guardia mori (800mila). Calasetta, invece, ha presentato un’idea progettuale per la Batteria antinave di Mangiabarche (400mila euro). Ma Carloforte, con il progetto di recupero del compendio delle ex saline di stato, ha fatto il colpaccio aggiudicandosi 5 milioni di euro che saranno immediatamente disponibili. E ovviamente – conclude Ignazio Locci – hanno partecipato all’avviso pubblico anche i comuni di Musei, Iglesias, Giba. Insomma, Sant’Antioco ancora una volta ha avuto modo di distinguersi. Ma in negativo.»