Al via sabato 14 gennaio, nella sede dell’Ex Mè di Nuoro, la prima Conferenza aperta del sardo.
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Mancano davvero poche ore alla prima Conferenza aperta del sardo. Un evento unico nel suo genere che ha destato curiosità e interesse nel mondo della lingua sarda. Un evento necessario per avviare un tavolo di confronto sui temi più importanti legati alla lingua sarda che vedrà protagonisti gli operatori di questo settore ma anche i semplici appassionati, chiamati a collaborare e condividere le proprie idee e competenze.
La Conferenza aperta del sardo, voluta da “Acordu”, associazione per le Conferenze aperte, il cui presidente è il professore universitario di sociologia Alessanro Mongili, si svolgerà nell’intera giornata di sabato 14 gennaio nei locali dell’Ex Mè in Piazza Mameli a Nuoro, in collaborazione con l’assessorato della Cultura del comune di Nuoro. La Conferenza aperta è interamente autofinanziata, non ha colori politici né orientamenti di alcun tipo. L’unico obiettivo è quello di avviare un dialogo costruttivo tra tutti coloro che si adoperano nella tutela e nella diffusione della lingua così da favorire tra i sardi una percezione più consapevole del loro patrimonio linguistico, in un’ottica di condivisione e superamento dei problemi che finora ne hanno bloccato il giusto riconoscimento.
La Conferenza è stata organizzata in una maniera innovativa rispetto alla tradizionale convegnistica in tema di lingua sarda, e più precisamente seguendo il modello dell’Open Conference. Non ci saranno dunque palchi ma ben otto panel, cioè gruppi di lavoro a cui partecipare previa iscrizione tramite il sito dell’associazione www.acordu.eu. Ogni gruppo di lavoro sarà guidato nelle varie sessioni da un facilitatore così da garantire un clima di armonia e rispetto tra tutti i partecipanti. Ci saranno anche due momenti plenari con la partecipazione della professoressa Maria Antonietta Mongiu, ex assessore della Pubblica Istruzione della Regione Sardegna, e William Cisilino, direttore dell’Arlef, entrambi esperti in materia di tutela delle lingue minoritarie. La Conferenza Aperta sarà dunque una sorta di agorà in cui l’unico vero padrone di casa sarà il sardo, questo bene comune di cui siamo tutti in qualche modo responsabili.
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