Ignazio Locci (Forza Italia): «La legislatura regionale è politicamente finita».
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La legislatura regionale è politicamente finita. Ciò che i sardi attendevano dal centrosinistra guidato dai professori dell’Università sarda (ultima nelle classifiche degli atenei italiani), non è arrivato. E in più, quella spinta e quell’entusiasmo iniziali che si erano creati attorno al Presidente Francesco Pigliaru, sono ormai venuti meno. La Sardegna non ha cambiato verso e la visione teorica del governo della Regione si è clamorosamente infranta di fronte alle esigenze reali: dalla spesa sanitaria e il suo strutturale disavanzo, alla questione sempre aperta della Vertenza entrate. E ancora: la faccenda agricoltura, la piccola e media impresa che arranca, il cui stato di crisi è certificato dai dati Istat che sottolineano un peggioramento rispetto al 2014. Non solo i problemi annosi come lo spopolamento, la denatalità e il sostegno alle giovani coppie e alle famiglie, non hanno trovato albergo nei programmi e nelle strategie degli accademici alla guida della Regione, oggi emergono con prepotenza anche nuove e preoccupanti emergenze. Come le nuove povertà: pensionati e padri di famiglia che mai avrebbero pensato di doversi rivolgere alla Caritas e alle parrocchie per portare il pane sulla tavola.
In questo scenario preoccupante e di incertezza, la sfida è sempre aperta. Il tempo in Sardegna sembra non essere passato e i segnali politici che arrivano dalla società nazionale e sarda non sfiorano la classe dirigente della nostra Regione. Il Referendum del 4 dicembre scorso, infatti, avrebbe dovuto rappresentare un segnale chiaro. Ma è stato ignorato con fare arrogante: Renzi ha perso la sfida generazionale e chi viene dal passato non può pretendere di guidare il cambiamento.
La crisi dei partiti (di cui siamo anche noi responsabili), non aiuta il dibattito politico. Difficile, ma non impossibile, la costruzione di un progetto politico alternativo nell’area moderata e sardista. Occorre concentrarsi sul fatto che disponiamo di grandi personalità e ottime competenze che devono trovare il modo di confrontarsi su un nuovo sogno per la Sardegna: un’idea vera, di politica diversa e alternativa alla visione tecnocratica e paternalista data dal centrosinistra.
Non basta essere centrodestra autonomista per accreditarsi davanti ai sardi come alternativa a questo centrosinistra fallimentare. Esiste un’area ideale moderata a cui dobbiamo guardare naturalmente e abbiamo la responsabilità di trovare le migliori soluzioni. Servono generosità, sano realismo, facce nuove e credibili con competenze politiche. Il grande patrimonio politico e umano del centrodestra autonomista deve saper trovare le ragioni dello stare insieme, del giusto equilibrio tra tradizione e nuovo che avanza. Abbiamo sulle spalle la responsabilità di raccogliere il governo della Regione e non possiamo consentire né al Movimento di Grillo di guadagnare terreno, facendo leva sulle paure dei cittadini, né agli indipendentisti di maniera di condurre il gioco politico. Un gioco che forse aiuta qualche solito noto a confermare il proprio scranno in Consiglio, ma che a noi non interessa. Basta con la politica che punta alle poltrone. Pensiamo ai sardi e alla Sardegna, una volta per tutte.
Ignazio Locci
Consigliere regionale Forza Italia Sardegna
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