19 November, 2024
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Si è insediata questa mattina a Villa Devoto, ala presenza del Capo di Gabinetto del presidente Filippo Spanu, la nuova Commissione regionale per la realizzazione della parità tra uomini e donne.
La Commissione, le cui componenti sono state nominate il 28 ottobre scorso dalla Presidenza del Consiglio regionale, resterà in carica per i prossimi tre anni svolgendo un ruolo divulgativo sulle questioni di genere e avrà una funzione di supporto e di consulenza nei confronti dell’azione politica della Giunta per garantire la parità di genere.
Fra i suoi compiti rientrano l’attività di studio sulle politiche di genere, l’elaborazione di proposte e la formulazione di pareri su iniziative legislative e amministrative, la valutazione in merito all’applicazione, nella Regione Sardegna, delle norme nazionali e regionali inerenti la condizione femminile, la promozione dell’accesso delle donne al lavoro.
Le nuove commissarie, che provengono da tutta la Sardegna e portano con sé una grande ricchezza di esperienze in vari campi legati al sociale e alle pari opportunità, sono Silvia Acunzo, Sabrina Carella, Irene Casalloni, Paola Casula, Barbara Congiu, Rosalba Crillissi, Silvia Fancello, Chiara Furlanetto, Alessandra Idili, Ombretta Ladu, Annalisa Lai, Rosa Maria Millelire, Gabriella Murgia, Enrica Olla, Pietrina Pileri, Loredana Sanna, Antonella Secchi, Elena Secci, Simona Spada, Alessandra Idili.
Nelle prossime settimane, la Commissione si riunirà per l’elezione della presidente e delle due vicepresidenti.

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L’Azienda regionale per l’edilizia abitativa intende acquisire le manifestazioni di interesse finalizzate alla copertura dell’incarico di Direttore generale dell’Azienda.
Possono presentare domanda coloro che siano in possesso dei seguenti requisiti:
– diploma di laurea (DL – lauree vecchio ordinamento) o diploma appartenente alle classi di lauree specialistiche (LS – lauree specialistiche nuovo ordinamento) in materie giuridiche, tecniche o economiche;
– cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione europea con adeguata conoscenza della lingua italiana;
– godimento dei diritti civili e politici nello Stato di appartenenza;
– dirigenti del “Sistema Regione” e dirigenti estranei al “Sistema Regione” con comprovata professionalità nel settore dell’edilizia residenziale pubblica e con esperienza nella direzione di sistemi organizzativi complessi di medie o grandi dimensioni per almeno cinque anni nei dieci anni precedenti.
Le candidature dovranno pervenire entro le ore 14.00 del 30 gennaio 2017 a mano all’Ufficio di Segreteria dell’Area, in via Cesare Battisti n. 6 a Cagliari o inviate via posta elettronica certificata (pec) alla casella area@pec.area.sardegna.it .

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E’ in libreria “Bomborobò”, il nuovo libro di Maria Grazia Rassu, Editrice Il Torchio. È il racconto delle vite di Margherita Dessòlis e Costantino Garrone, intorno ai quali ruotano molti altri personaggi che, con le loro azioni, esercitano un’influenza talvolta decisiva sugli avvenimenti. Tormentata dal senso di inadeguatezza che le deriva dall’anticonformismo della madre e, dopo un’infanzia trascorsa a girovagare, nutrendo la sua fantasia con le molte storie e i luoghi magici nei quali è scaraventata, Margherita crede di trovare conforto in Costantino, un uomo anziano, inquieto, estraneo nella sua stessa famiglia d’origine dalla quale non riesce ad emanciparsi. Pur sprovvisti di una solida educazione affettiva, i due si sposano ma dovranno fare i conti con le loro rispettive estraneità, condannati a rincorrersi per sempre.

«A sostenere l’intreccio è una scrittura intensa ed efficace, sempre adeguata. Per caratterizzare i due protagonisti, che spiccano per la buona definizione psicologica, l’autrice procede a uno scavo nelle storie delle loro famiglie di provenienza. La scrittura, delicata ed elegante, sempre piacevole, ha la notevole capacità di rappresentare in modo quasi pittorico i molti personaggi, tanto che in alcune pagine si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un affresco.» Il Comitato di Lettura Premio Calvino 2016.

Maria Grazia Rassu è nata a Siligo e vive a Padova. Nel 2014 ha cominciato a pubblicare racconti e poesie: Lo stivale (Giulio Perrone Editore), raccolta di poesie per Enciclopedia di Poesia Contemporanea (Fondazione Mario Luzi Editore). Seconda classificata al “Premio Lussu” con la poesia “A manzanile”, è stata finalista al “Premio Internazionale 2016 tutto al femminile” (Il carro delle Muse) con la poesia “L’albero saggio”.

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Mancano davvero poche ore alla prima Conferenza aperta del sardo. Un evento unico nel suo genere che ha destato curiosità e interesse nel mondo della lingua sarda. Un evento necessario per avviare un tavolo di confronto sui temi più importanti legati alla lingua sarda che vedrà protagonisti gli operatori di questo settore ma anche i semplici appassionati, chiamati a collaborare e condividere le proprie idee e competenze.

La Conferenza aperta del sardo, voluta da “Acordu”, associazione per le Conferenze aperte, il cui presidente è il professore universitario di sociologia Alessanro Mongili, si svolgerà nell’intera giornata di sabato 14 gennaio nei locali dell’Ex Mè in Piazza Mameli a Nuoro, in collaborazione con l’assessorato della Cultura del comune di Nuoro. La Conferenza aperta è interamente autofinanziata, non ha colori politici né orientamenti di alcun tipo. L’unico obiettivo è quello di avviare un dialogo costruttivo tra tutti coloro che si adoperano nella tutela e nella diffusione della lingua così da favorire tra i sardi una percezione più consapevole del loro patrimonio linguistico, in un’ottica di condivisione e superamento dei problemi che finora ne hanno  bloccato il giusto riconoscimento.

La Conferenza è stata organizzata in una maniera innovativa rispetto alla tradizionale convegnistica in tema di lingua sarda, e più precisamente seguendo il modello dell’Open Conference.  Non ci saranno dunque palchi ma ben otto panel, cioè gruppi di lavoro a cui partecipare previa iscrizione tramite il sito dell’associazione www.acordu.eu. Ogni gruppo di lavoro sarà guidato nelle varie sessioni da un facilitatore così da garantire un clima di armonia e rispetto tra tutti i partecipanti. Ci saranno anche due momenti plenari con la partecipazione della professoressa Maria Antonietta Mongiu, ex assessore della Pubblica Istruzione della Regione Sardegna, e William Cisilino, direttore dell’Arlef, entrambi esperti in materia di tutela delle lingue minoritarie. La Conferenza Aperta sarà dunque una sorta di agorà in cui l’unico vero padrone di casa sarà il sardo, questo bene comune di cui siamo tutti in qualche modo responsabili.

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Besiktas troppo forte per la Dinamo in Champions League, a Istanbul finisce 100 a 70 (primo tempo 44 a 30). Si è interrotta così ad Istanbul, com’era prevedibile, la serie positiva di quattro vittorie consecutive della squadra di Federico Pasquini (tre in campionato con Torino, Venezia e Caserta, una in Champions League, con l’Aek Atene).

Coach Pasquini inizialmente ha schierato un quintetto con David Bell, Trevor Lacey, Jack Devecchi, Brian Sacchetti e Tau Lydeka. Nelle prime battute la Dinamo ha retto il confronto e con Gani Lawal, autore di con quattro punti di fila, Darius Johnson-Odom e Dusko Savanovic ja chiuso il primo quarto avanti di un punto sul punteggio di 16 a 17. Nel secondo quarto il Besiktas ha cambiato marcia e guidata da Roll ha accumulato un primo margine di vantaggio: 29-21 al 15’. La squadra turca ha continuano a spingere volando sul +14 ma Lollo D’Ercole è+ andato a segno dai 6.75 sbloccando il Banco, e Stipcevic e Lydeka ai tiri liberi hanno accorciato le distanze sul 38 a 28. Il Besiktas non s’è spaventato ed è andato all’intervallo lungo avanti di ben 14 punti: 44 a 30.

Terzo quarto a senso unico alla Besiktas Akatlar Arena, il Besiktas si è confermato roster di alto livello, David Bell e Gani Lawal hanno provato a scuotere i compagni, ma Federico Pasquini ha perso Jack Devecchi (5° fallo a 4’ dalla terza sirena), i turchi forti del 56% dalla lunga distanza, hanno consolidato il loro già ampio vantaggio (73-47 al 30’). Il Banco ha pagato la stanchezza ma ha provato nell’ultima frazione a ridurre il gap con le triple di Stipcevic e Monaldi ma il Besiktas nei minuti finali ha continuato a spingere senza mai fermarsi, fino a chiudere sul 100 a 70.

«Devo fare i complimenti al Besiktas – ha detto a fine match Federico Pasquini – è la squadra più forte del girone e, ritengo, una delle migliori dell’intera competizione della Basketball Champions League. A noi sicuramente non ha fatto bene la giornata di viaggio di ieri, con ritardi pazzeschi che ci hanno costretto a restare fermi in aeroporto tutta la giornata  prima di poter partire e  raggiungere Istanbul solo a notte fonda. Per questo abbiamo saltato l’allenamento di ieri e anche quello di oggi, e questo si è visto subito dopo il primo quarto sulle gambe dei nostri. Naturalmente queste non sono scuse, il Besiktas ha vinto nettamente e meritatamente con una grande partita. Da domani – ha concluso il coach sassarese – riprendiamo a lavorare per giocare come abbiamo fatto negli ultimi 20 giorni e pensiamo al prossimo impegno in Germania, che sarà fondamentale per il nostro futuro nella competizione europea.»

Rok Stipcevic.

Rok Stipcevic.

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La Giunta comunale di Masainas, su proposta dell’assessore ai Servizi Sociali, Ilaria Portas, ha adottato nella serata di ieri la delibera che prende atto dell’istituzione del Reddito di inclusione sociale (REIS) ai sensi della L.R. 18 approvata in agosto dal Consiglio regionale.  Entro qualche giorno saranno messi in rete anche l’avviso e il modulo di domanda per accedere al beneficio. 

Si tratta di un cambio di passo importante nella gestione delle risorse destinate alle fasce più deboli della popolazione che si pone in antitesi rispetto al sostegno temporaneo e agli interventi spot: siamo convinti che il REIS sia effettivamente una misura volta al superamento della condizione di povertà e all’emancipazione dell’individuo e dei componenti dei nuclei familiari beneficiari. 

«Per la nostra Amministrazione – spiega il sindaco, Ivo Melis -, questa nuova filosofia di gestione dei fondi per la povertà si pone in stretta continuità con tutto ciò che in questi anni abbiamo fatto per costruire percorsi svincolati dal puro assistenzialismo, utilizzando l’erogazione passiva dei sussidi sempre in abbinamento con una attività socialmente utile o, ancor più utilizzando strumenti come le borse lavoro per giovani disoccupati, alcuni dei quali stabilizzati con successo dopo un percorso di accrescimento di competenza e professionalità.»

«Stiamo programmando degli incontri con tutti gli operatori tecnici, professionali e del mondo dell’associazionismo per iniziare a ragionare della progettazione dei piani personalizzati di emancipazione cui i beneficiari saranno vincolati. Abbiamo già analizzato la tipologia e i potenziali beneficiari e siamo certi di poter fornire, con il REIS – conclude Ivo Melis –, un intervento stabile per diversi nuclei familiari monoparentali con minori, in particolare donne sole, persone sole senza dimora o famiglie numerose.»

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Sabato 21 gennaio l’Aula consiliare del comune di Laerru ospiterà il “Convegno di Prevenzione_Educazione alla Salute – Per Non Perderci la Testa” promosso dall’Amministrazione del comune di Laerru e organizzato in collaborazione con l’Associazione Sarda Traumi Cranici Onlus. Si tratta di un evento particolarmente importante per la comunità di Laerru, un momento di sensibilizzazione e informazione, attraverso il quale si vuole dare maggiore attenzione a tutti gli atteggiamenti, che possono, in modo diretto o indiretto, mettere a repentaglio il benessere dei cittadini.

Durante il convegno, moderato dal dott. Giuseppe Berti, fisiatra della Neuroriabilitazione A.O. Brotzu di Cagliari, verranno affrontate due tematiche principali:

  • Alcol e Droghe: le conseguenze individuali, sociali e le esperienze;
  • Il Trauma cranico: il cambiamento, le conseguenze sociali e le esperienze.

Nella prima parte si metteranno in luce gli stili di vita potenzialmente pericolosi per la salute fisica, cognitiva e sociale, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza del rischio dell’uso/abuso di sostanze e alcool.

Il dott. Marcello G. Tanca, psicologo ed assessore dei Servizi Socio-Culturali del comune di Laerru, introdurrà la sessione, a seguire dott. Paolo Loffredo, psichiatra – SER.D ASL Sassari si dedicherà ai problemi alcolcorrelati: un approccio di Comunità. La chiusura della prima parte del convegno sarà a cura della dott.ssa Giovanna Grillo, direttrice “Casa Emmaus” Iglesias.

Il convegno di Prevenzione_Educazione alla Salute proseguirà con la sessione dedicata alle gravi cerebrolesioni acquisite, le principali cause, le conseguenze cognitivo comportamentali e sociali.

Relatori della seconda parte saranno i volontari dell’Associazione Sarda Traumi Cranici Onlus, il dott. Marco Chelo, fisiatra – U.O. Riabilitazione territoriale ASL Sassari e componente del comitato scientifico ASTCO affronterà la tematica partendo dalla persona con disabilità: dall’evento traumatico al ritorno alla quotidianità. La dott.ssa Azzurra Solinas, educatrice professionale approfondirà l’argomento dal punto di vista della riabilitazione educativa della persona con grave cerebrolesione acquisita supportata dalla testimonianza di un familiare.

Il convegno sarà aperto dal sindaco del comune di Laerru dott. Pietro Moro, dalla presidente dell’Associazione Sarda Traumi Cranici Onlus, dott.ssa Maria Deiana e dall’assessore dei Servizi Socio-Culturali del comune di Laerru, dott. Marcello G. Tanca.

Il pomeriggio di prevenzione_Educazione alla Salute vuole essere un momento di confronto e di informazione con tutta la comunità.

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«La bocciatura della Finanziaria regionale da parte della Consulta non è da interpretarsi solo come una questione di incompetenza tecnica. Piuttosto, questo grave provvedimento, dimostra, ancora una volta, l’incapacità politica di questo governo regionale ad affrontare i nodi della crisi in Sardegna e a tradurli in un documento programmatico e contabile serio e responsabile.» Lo scrive in una nota Giovannino Deriu, segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista.

«Dal suo canto il Consiglio regionale, sempre più refrattario alle tensioni e ai bisogni della società sarda, è teatro di un’operazione trasformistica tutta basata su logiche di palazzo – aggiunge Giovannino Deriu -. Alessandro Unali è consigliere regionale con i voti ottenuti da Rifondazione Comunista. Egli ha scelto di fare da stampella alla peggior Giunta della storia autonomistica anziché rappresentare le idealità e gli orientamenti del Partito che lo ha candidato ed eletto. Farebbe bene a dimettersi per salvare almeno un po’ la dignità del parlamento sardo e la sua stessa credibilità politica. Ma ormai è chiaro che prima si mette fine a questa disastrosa legislatura regionale meglio è per la Sardegna. Si restituisca subito la parola agli elettori.»

«Rifondazione Comunista è al lavoro per contribuire senza ambiguità alla costruzione di un ampio fronte antiliberista ed identitario – conclude Giovannino Deriu – che avanzi la proposta di un nuovo modello di sviluppo e operi per far uscire la Sardegna dalla crisi.»

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera a tre mesi di esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l’anno 2017 ed ha approvato anche il bilancio interno dell’Assemblea.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito molti consiglieri regionali hanno preso la parola sull’ordine dei lavori.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulla delicata situazione della Portovesme Srl, società con 1220 dipendenti diretti più l’indotto che si è venuta a trovare in grandi difficoltà, pur essendoci il tempo per intervenire in modo importante. La società, ha ricordato Cocco, «ha chiesto di realizzare un nuovo impianto di smaltimento rifiuti sul quale sono emerse difficoltà tecniche, come è emerso anche stamane in un incontro con sindacati ed azienda». Presenteremo una interrogazione all’assessore dell’Ambiente, ha annunciato Cocco, «sull’iter autorizzativo eccessivamente lungo che metterebbe in pericolo il futuro dell’azienda, una situazione da evitare attivando da subito un confronto serrato con l’assessorato e le sue strutture».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha rilanciato invece la notizia riguardante la recente bocciatura della finanziaria 2016 da parte della corte Costituzionale, osservando che «non è un mero incidente tecnico ma un fatto politico rilevantissimo e gravissimo mai verificatosi nella storia della Sardegna, un fatto sul quale non si possono trovare giustificazioni anche perché le norme erano molto chiare». La Sardegna, ha proseguito, «ha ritirato i propri ricorsi ma non ha avuto la capacità di far ritirare allo Stato i suoi e inoltre, in questa circostanza, la Regione non si è nemmeno costituita, forse perché la Regione ha fatto un falso in bilancio ed ora bisogna assumersene le responsabilità». A questo punto, ha concluso Pittalis, «le dimissioni sono un atto dovuto e le attendiamo stasera perché in queste condizioni non possiamo nemmeno esaminare l’esercizio provvisorio, per cui non parteciperemo alla votazione».

Successivamente, il presidente del Consiglio ha dato la parola all’assessore della Programmazione Raffaele Paci, precisando che lo stesso assessore aveva chiesto in precedenza di rivolgere comunicazioni all’Assemblea in base all’art. 121 del regolamento.

L’assessore Paci, ribadendo la sua richiesta di intervenire in apertura della seduta, ha espresso dispiacere per i toni del consigliere Pittalis «rispetto ad una interlocuzione di poco precedente» ma comunque, ha aggiunto, «prendo atto della richiesta di dimissioni che non ho alcuna intenzione di dare, soprattutto se motivata da argomenti così strumentali». Entrando nel merito della sentenza della Corte Costituzionale, Paci ha ricordato che «il governo ha impugnato a giugno l’art.3 della finanziaria 2016 relativo ad un disavanzo tecnico di 31 milioni inserito per la prima volta dopo l’introduzione del bilancio armonizzato». Su questo argomento, ha detto ancora l’assessore, «c’è stato un confronto tecnico-giuridico al termine del quale è prevalsa una opinione che si è rivelata diversa da quella del ministero dell’Economia e ora della corte Costituzionale ma, in effetti, il problema consiste solo nella corretta collocazione di una posta di bilancio». Con il governo, ha continuato, «c’era l’accordo che avremmo modificato la legge e, quanto all’udienza davanti alla corte, non ci siamo costituiti per evitare danno erariale; poi il governo è andato avanti perché chiedeva una sentenza che è del 23 novembre anche se è stata pubblicata oggi mentre noi abbiamo effettuato la correzione il 5 dicembre». Nei fatti, ha concluso, «non c’è nessun effetto sul bilancio 2016 e sul pluriennale, se poi per assurdo la questione non fosse risolta prendo l’impegno di dimettermi immediatamente».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, riprendendo il tema sollevato dal capogruppo del Pd Pietro Cocco, ha espresso forte preoccupazione «perchè rischiamo ancora una volta, per incapacità degli uffici, di far chiudere una azienda con 1.200 dipendenti per questioni legate alla discarica e soprattutto al nuovo impianto di trattamento rifiuti che darebbe alla stessa azienda con orizzonte di altri 10 anni». Le responsabilità sono tecniche, ha ribadito Rubiu, «ma la politica deve occuparsene e non bisogna perdere nemmeno un giorno perché il 31 dicembre di quest’anno scadranno l’agibilità dell’attuale impianto dei rifiuti e le agevolazioni sui consumi energetici; occorre però che gli uffici rispondano con celerità, anche di certi atteggiamento di rifiuto del dialogo con l’azienda, fermo restando che chiediamo che l’assessore venga in Aula».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha affermato che «l’assessore Paci ostenta troppa serenità mentre il problema è che è stata bocciata la legge nel suo complesso, con una operazione che non si poteva fare in regime di pareggio di bilancio e che, allo stato, mette in dubbio la legittimità a cascata di tutti gli atti collegati alla legge di bilancio». Nessuno, ha sostenuto infine, «può ritenersi al di sopra della legge e la Regione ha il dovere di cautelarsi perché non può rischiare ulteriori contraccolpi negativi in materia finanziaria».

Il consigliere di Sel Luca Pizzuto, riprendendo il tema della Portovesme Srl, ha auspicato «una una seria riflessione sul funzionamento della macchina amministrativa di alcuni assessorati della Regione, perché l’unica fabbrica di grandi dimensioni ancora attiva in Sardegna non può entrare in crisi per problematiche incomprensibili ed aggiungersi alle tante aziende in difficoltà». Abbiamo anche il dovere, ha aggiunto Pizzuto, «di evitare ennesimi allarmi sui territori, senza dimenticare che quello della Portovesme è un problema del Sulcis ma riguarda per molti aspetti tutta la Sardegna».

Il Consiglio ha quindi iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n. 392 (Giunta regionale) – “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l’anno 2017”.

Il presidente Ganau ha dato la parola al relatore di maggioranza Franco Sabatini, del Pd, che si è rimesso alla relazione allegata.

Anche il relatore di minoranza Christian Solinas, sardista, ha rinviato al testo depositato, osservando però che «due mesi di esercizio provvisorio sono troppo pochi rispetto ai tempi che abbiamo di fronte e ne servono almeno tre; inoltre sarebbe opportuno agganciare gli stanziamenti all’esercizio corrente».

Aprendo la discussione generale il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha puntualizzato che «la scelta della Giunta appare in contraddizione con i principi del bilancio armonizzato, una situazione grave anche perché il Consiglio ha ricevuto solo oggi i dati completi relativi al bilancio e, di fatto, stiamo avviando l’esercizio 2017 al buio». Ma basta uno sguardo al riepilogo generale, secondo Locci, «per vedere una situazione disastrosa perché abbiamo 7,5 miliardi rispetto ai 10 che dovremmo avere e siamo ben al di sotto dei parametri corretti». Posso capire la fretta, ha aggiunto Locci, «ma certi errori che espongono la Regione a gravi rischi nella sua programmazione per il 2017 che ha comunque un 80% di spesa rigida e, forse, fra due mesi ci troveremo con una finanziaria totalmente diversa».

Ancora per Forza Italia il consigliere Oscar Cherchi ha parlato di un esercizio provvisorio che «ha un evidente vizio di forma che si cerca di far passare in secondo piano rispetto alla gravità politica dell’annullamento della finanziaria 2016, cosa che la prima volta ma capita ad una Giunta di centro sinistra e ad un assessore – professore esperto in materia». Non si può approvare un esercizio provvisorio, secondo Cherchi, «riguardante una finanziaria che non c’è e non può essere sostituita, come sostiene la maggioranza, dall’assestamento di bilancio approvato recentemente; Paci deve riconoscere l’errore per il bene di tutti sardi e tornare all’insegnamento universitario».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Alessandra Zedda ha ricordato che «l’opposizione aveva sollevato questi problemi chiedendo un altro anno di transizione e rinviando l’introduzione del bilancio armonizzato; ora è necessario fermarsi per ragionare e capire se l’esercizio provvisorio che viene proposto ha effettive basi contabili e forse c’è bisogno di una nuova manovra aggiuntiva perché non è detto che l’assestamento abbia sanato i rilievi della corte Costituzionale». I sardi, ha concluso, «hanno diritto ad avere certezze sui conti della Regione».

L’altro vice capogruppo Marco Tedde, rivolto all’assessore, ha detto che «l’opposizione non deve fare inchini alla Giunta ma fare controproposte e mettere in evidenza una visione diversa dei problemi della Sardegna» e, affrontando il tema dell’esercizio provvisorio 2017, ha lamentato che «in concreto non ha dati di riferimento tranne quelli depositati solo stamattina peraltro molto parziali, e del resto non potrebbe essere altrimenti perché non abbiamo nemmeno il bilancio del 2016, dato che Paci erroneamente minimizza». Se se non vuole dare le dimissioni rimanga pure, ha proseguito Tedde riferendosi ad una fase precedente del dibattito, «fatto sta che l’esercizio provvisorio di due mesi è il solito annuncio in un momento economico drammatico in cui la Regione registra tutti gli indicatori negativi, che si somma ad un momento politico in cui l’esecutivo è zoppo e la maggioranza è ogni giorno alla ricerca di se stessa, prigioniera di continue risse e contraddizioni interne».

Il consigliere Franco Sabatini (Pd) ha chiarito che «la commissione ha operato in presenza di una richiesta di esercizio provvisorio secondo la prassi corrente con uno schema di bilancio e non col testo integrale». Contrariamente a quanto sostenuto dalla minoranza, ha aggiunto, «non bisogna fermarsi nè rallentare ma anzi correre ed approvare la nuova finanziaria anche se ritengo che si possa andare oltre i due mesi indicati dal provvedimento; su questo siamo disponibili ad una modifica».

Dopo l’on. Sabatini ha preso la parola l’on.Attilio Dedoni (Riformatori), che ha detto: «Già lo scorso anno proposi alla Giunta di allungare i termini dell’esercizio provvisorio eppure la proposta non fu accettata ma ugualmente l’autorizzazione fu richiesta al Consiglio di mese in mese. Credo che sia intelligente arrivare a tre mesi». L’oratore ha aggiunto: «Sarebbe opportuno chiedersi con umiltà ogni giorno se quanto fatto è stato fatto bene. L’arroganza non aiuta e non porta soluzioni intelligenti. Altro che pazzie del centrodestra, altro che governo amico: se prima non c’era nell’agone politico qualche populista di certo lo troveremo presto sulla strada».

Per l’on. Rubiu (Udc) «la Consulta ha censurato il Bilancio 2016 e  ora quel bilancio dovrà essere riapprovato, con tutte le conseguenze del caso. I professori hanno fallito e sono stati cassati proprio nell’economia, nella loro materia. I professori hanno dimostrato di essere principianti allo sbaraglio e i sardi vi ringrazieranno, per tutti i risultati che avete ottenuto. A cominciare dai trasporti. Assessore Paci, si dimetta».

Per il Pd ha preso la parola il capogruppo, on. Cocco: «L’assessore Paci ha riconosciuto che dietro questa bocciatura c’è un errore tecnico, anche banale. Capisco il ruolo dell’opposizione ma da qui a insistere sulla richiesta di dimissioni per questo francamente è ridicolo. L’errore è già stato corretto e sanato, l’assessore lo ha già detto».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha preso la parola per dire: «Ci sono mille ragioni, non solo questa di oggi, per chiedere le dimissioni dell’assessore Paci. Tutti gli indicatori economici indicano un fallimento di questa giunta. Di cosa si lamenta una maggioranza come la vostra, divisa su tutto? Ve ne dovete tornare a casa e oggi abbiamo con la sentenza della Corte Costituzionale la certificazione del vostro fallimento. Dov’è la vostra etica se siete i primi a dire che oggi un assessore e domani un altro non lavorano bene? Quando questa legislatura è partita avete promesso una nuova fase, di rispetto dei termini. Dov’è il cambiamento annunciato? Dove sono le vostre grandi rivoluzioni? Avete fallito su tutto, denunceremo anche l’ambiguità di quanti dicono di essere usciti dalla maggioranza e poi votano con la maggioranza».

Rivolto al presidente Ganau, l’oratore ha detto: «Non è solo la legge elettorale che ha necessità di essere accelerata, ma non va accelerata per creare situazioni di comodo a qualcuno. Se lo scordino quelli che stanno pensando a scorciatoie. E se l’urgenza è tale, siete già pronti ad andare a casa? Bene, noi ci stiamo ma mandiamo a casa questa giunta. Intanto non voteremo la vostra richiesta di esercizio provvisorio: la responsabilità è tutta vostra».

Per la Giunta ha preso la parola il vicepresidente, l’assessore Paci, che ha detto: «Ribadisco in quest’aula e fuori che la manovra 2016 è pienamente legittima e ribadisco che se dovesse essere bocciata in sede di parifica mi dimetterò immediatamente. La manovra 2016 non è stata dichiarata illegittima: al punto 6) la sentenza dice che l’illegittimità deve estendersi in via consequenziale all’intera legge nelle parti in cui la manovra finanziaria applica il disavanzo tecnico. Non in tutta la legge: solo in quelle parti. Ho già detto che riconosco l’errore in quella posta tecnica e lo ho già corretto: i fatti lo dimostreranno e il bilancio consuntivo della Regione sarà tranquillamente parificato».

Sul bilancio provvisorio, l’on. Paci ha detto: «Non ho difficoltà a prevedere tre mesi di esercizio provvisorio, sapendo che non siamo i primi ad andare in esercizio provvisorio e sapendo anche che non useremo tutti i tre mesi».

Il presidente del Consiglio ha messo in votazione il passaggio agli articoli e successivamente gli articoli sono stati approvati, a cominciare dall’articolo 1 con l’emendamento orale del vicepresidente Paci che prevede tre mesi di esercizio provvisorio. Approvato anche l’articolo 2 e la legge nel suo complesso.

Anche l’esercizio provvisorio del Consiglio regionale è stato approvato con proroga sino al 31 marzo 2017. Anche per questa votazione, come per l’esercizio provvisorio del bilancio della Regione, l’on. Pittalis ha annunciato “il non voto per ragioni politiche da parte dell’intera opposizione”.

Il capogruppo del Pd ha chiesto all’opposizione il perché di questa scelta e l’on. Pittalis ha risposto: «Non sono tenuto a darle spiegazioni ma ci sarà un momento in cui ne parleremo in quest’Aula, soprattutto il questore dell’opposizione».

L’on. Luca Pizzuto ha voluto ricordare Modesto Melis, “uomo del mio territorio, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, che ha dedicato i suoi anni a ricordare gli orrori dell’Olocausto”. L’on. Pizzuto ha chiesto al presidente del Consiglio di valutare se organizzare nell’atrio del Consiglio regionale una mostra “in occasione della giornata della Shoa del 27 gennaio prossimo”.

A seguire l’on. Satta (Upc), ha illustrato la sua mozione 260 (a firma Satta, Ledda e più) sul prezzo del latte. «Spiace parlare di questo problema con tre mesi di ritardo, visto che parliamo di un comparto che vale 40 mila addetti soprattutto concentrati nelle zone interne per le quali si dice che si vuol fare qualcosa, e non da oggi. Il valore del latte oggi è intorno a mezzo euro, praticamente dimezzato. Anche il prezzo della carne è nettamente calato.  Oggi non abbiamo nemmeno la certezza sull’ente erogatore dei contributi, sui finanziamenti dei bandi del Psr. Chiare sono anche le responsabilità dell’assessore sui mancati controlli: 280 mila quintali di pecorino romano erano stivate nei magazzini al 30 settembre, per effetto della mancata programmazione: un aumento del 40 per cento rispetto allo scorso anno. Noi favoriamo chi produce pecorino romano anche se il fabbisogno di pecorino romano è sempre lo stesso».

L’oratore ha chiesto all’assessore Paci di affrontare i problemi del comparto, a cominciare dai rapporti tra il mondo agricolo e la Sfirs per quanto riguarda il tema del credito. «E’ necessario arginare il fenomeno momentaneo, per evitare si svendere il prodotto invenduto. Fenomeno che sta già accadendo. E poi con il nuovo assessore all’Agricoltura sarà necessario limitare le produzioni del latte, anche fissando delle quote. Non è accettabile che in due anni la produzione del latte sia raddoppiata, perché questo è accaduto?».

Anche l’on. Ledda (La Base) ha presentato la sua interpellanza (264/A): «In questo momento si parla della situazione catastrofica del latte ovino. Da tempo La Base propone il patto del latte per salvare il comparto e già quattro anni fa il Consiglio approvò l’ordine del giorno a firma Arbau che prevedeva la costituzione di un’organizzazione interprofessionale sul settore lattiero caseario. Oggi ripresentiamo la proposta di un prezzo politico, non inferiore agli 80 centesimi al litro e l’acquisto delle scorte di pecorino romano, come misura immediata per fronteggiare il problema. Cominciando dalle coop più in difficoltà».

Oscar Cherchi (Fi): «Si è ricaduti nella trappola del prezzo del latte e le aziende agricole non riescono ad ottenere una giusta remunerazione per la produzione del latte». L’esponente della minoranza ha proseguito il suo intervento ricordando le iniziative poste in essere nella passata legislatura per sostenere il comparto e garantire equilibrio all’intero sistema. «Chiediamo alla Giunta – ha concluso il consigliere di Forza Italia – azioni adeguate a sostenere il comparto lattiero caseario della Sardegna».

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini ((Pd) ha sottolineato la complessità del tema ed ha ricordato le azioni positive poste in essere dall’attuale Giunta, ad iniziare dall’istituzione dell’organismo interprofessionale e dai cosiddetti “pecorino bond”. Ma l’esponente della maggioranza ha posto l’accento soprattutto sui mancati impegni del ministro dell’Agricoltura per ciò che attiene in particolare il contributo per la macellazione delle pecore con età superiore ai 4 anni e la mancata firma del decreto attuativo per certificare le acquisizioni del latte. A giudizio di Sabatini serve la riattivazione del tavolo nazionale della filiera dell’ovicaprino ed è urgente la pubblicazione del bando per consentire ad Argea l’acquisto del pecorino prodotto in eccesso. «Il Consiglio resti al fianco dei pastori – ha concluso Franco Sabatini – perché quando il latte è pagato a 60 centesimi significa mettere alla fame i nostri pastori ed è per questa ragione che serve intervento straordinario».

Piermario Manca (Pds) ha lamentato il ritardo nella discussione della mozione Satta e più ed ha affermato che la discussione in Consiglio arriva quando ormai si è in piena emergenza. «La crisi non investe solo il latte – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – ma anche le pelli, l’agnello e la lana».  Manca ha spiegato che lo scontro tra allevatori e trasformatori sul prezzo del latte arriva perché si è passati da 240mila quintali di produzione ai 390mila quintali del 2016 con conseguente crollo dei prezzi e surplus nelle scorte di “Romano” di circa 200mila quintali. A Giudizio del consigliere Pds serve “contingentare l’offerta” e attivare una serie di misure, tra queste: una nuova legge per introdurre il credito agevolato e la ristrutturazione debito; consentire ad Ismea l’acquisto del pecorino,; procedere con la semplificazione burocratica degli uffici regionali; più impegno contro i “falsi” nelle produzioni, nonché un organismo super partes che fornisca dati oggettivi sulla produzione e infine abbattere i costi produzione favorendo il riordino e accorpamento fondiario.

Mario Tendas (Pd) ha ricordati dati e cifre del comparto ovino sardo per evidenziarne la rilevanza ed ha affermato che i problemi del settore sono ciclici e mai di facile risoluzione. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato il dibattito in Aula del 2013 ed ha affermato che serve ripartire dalla recente istituzione dell’organismo interprofessionale anche “per avviare un’attività più appropriata e per avere dati oggettivi sulle produzioni”.

Il consigliere di Fi, Oscar Cherchi ha letto interi spezzoni degli interventi in Aula nel dibattito del 5 giugno 2013 sulla crisi del lattiero caseario ed ha ribadito gli interventi posti in essere dalla precedente amministrazione “per la normalizzazione del sistema con giusta remunerazione alle parti (trasformatori e allevatori)”. «Oggi – ha proseguito l’esponente della minoranza – in Consiglio regionale si torna sull’argomento perché dopo anni di promesse del centrosinistra si sono fatti soltanto passi indietro».

Il presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto (Pd), ha affermato che il tema affrontato in Consiglio è il più importante del settore agricolo sardo e che nel futuro serve non soltanto l’intervento della Regione. «Perché – ha spiegato l’esponente della maggioranza – i principali attori del sistema sono i trasformatori e produttori ed è tempo che questo settore cresca ed i suoi protagonisti imparino ad  autogovernare il sistema».

Lotto ha escluso che il prezzo del latte nell’ultimo decennio possa esser stato condizionato dagli interventi posti in essere dalla Giunta regionale ed ha riconosciuto l’urgenza di un intervento «perché oggi dobbiamo aiutare il comparto a non soccombere».

Il consigliere democratico ha quindi riaffermato l’urgenza che si favorisca il dialogo tra industriali e mondo delle cooperative («dobbiamo convincere gli attori del comparto a litigare un po’ di meno e a creare una classe dirigente che governi davvero il settore»).

Attilio Dedoni (Riformatori) ha ricordato la profonda crisi che affligge la Sardegna ed ha affermato che l’unico comparto che garantiva la “sopravvivenza” era l’agro pastorizia: «Ma con 55 centesimi di euro al litro,  il prezzo del latte copre forse solo la metà del costo di produzione». «Gli agnelli – ha proseguito l’esponente della minoranza – sono stati pagati a 3.5 euro al chilo e oggi sono a 2.5 euro al chilo». «In queste condizioni – ha spiegato Dedoni – non c’è un futuro per gli allevatori sardi, però poi diciamo all’Unesco che la pastoralità in Sardegna è un patrimonio da tutelare». Il consigliere dei Riformatori ha concluso denunciando lo scarso controllo politico sulle vessazioni in danno dei pastori praticate dagli enti e dalle agenzie agricole.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu , ha ricordato la valenza economico, sociale e culturale, del comparto lattiero caseario in Sardegna.

L’esponente della minoranza ha definito in “malafede” il mondo dei trasformatori ed ha dichiarato: « L’oro bianco della Sardegna non può essere venduto a 50 centesimi al litro».

A giudizio di Rubiu la soluzione ai problemi del comparto passano per la diversificazione delle produzioni, la realizzazione dei centri di refrigerazione, l’aggregazione dei produttori; l’istituzione del fondo mutualistico, il ripristino del prestito di conduzione e la pubblicazione del bando per gli indigenti.

Il consigliere della Base, Gaetano Ledda (Misto) ha invitato Giunta a Consiglio a concentrarsi sulla situazione attuale: «Per il futuro non esiste il problema, da quest’anno la produzione del latte è diminuita, serve affrontare il presente perché il prezzo del latte è a 50 centesimi al litro e comporta la distruzione delle aziende dell’allevamento e la fine dei pastori in Sardegna».  A giudizio dell’esponente della maggioranza serve che la Regione proceda con “l’ammasso,  per svuotare i magazzini delle cooperative dove sono stoccati circa 100mila quintali di pecorino romano prodotto in eccesso”.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha sottolineato la riproposizione ciclica del problema ed ha ricordato le manifestazioni di protesta del 2012 dei pastori sardi.

L’esponente della maggioranza ha quindi dichiarato di condividere e sottoscrivere la mozione Satta e più ed ha espresso sostengo per la soluzione dell’ammasso avanzata dal consigliere Ledda per l’acquisizione della produzione in eccesso del pecorino romano.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato che nel 2015 lo Stato ha previsto interventi di sostegno per produzioni di formaggi dop italiani dai quali è stato però escluso il pecorino romano. «Anche il pecorino romano è un prodotto di qualità e il suo Consorzio di tutela è riconosciuto dal Mise – ha detto Congiu – non  può passare sotto silenzio in quest’aula il fatto che tra Lazio e Sardegna si sta consumando una guerra fratricida. Nel Lazio tutte le istituzioni sono intervenute per chiedere il riconoscimento di un prodotto come il cacio romano, similare al nostro pecorino. C’è un’aggressione scientifica nei confronti del pecorino sardo. La Regione deve sostenere chi tutela i presidi di qualità».

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha chiesto una breve sospensione della seduta per redigere un documento unitario da far votare all’Aula.

Il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto ha invece proposto di votare la mozione apponendo la firma di tutti i gruppi con l’impegno di convocare a breve il parlamentino da lui presieduto per approfondire il tema e individuare le soluzioni più idonee.

Soluzioni concrete ha invece invocato il consigliere del Pds Piermario Manca come la revisione del PSR e la costituzione entro il 2017 dell’organismo pagatore.

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha invitato i colleghi a non dividersi sul tema in discussione: «C’è la necessità di approfondire. Meglio approvare la mozione e poi convocare immediatamente la Commissione per individuare le priorità di interventi. La situazione nelle campagne è gravissima e merita una risposta seria».

Ha quindi preso la parola l’assessore Raffaele Paci che ha mostrato soddisfazione per l’andamento del dibattito in aula. «Il tema non ha colori politici – ha sottolineato Paci – il prezzo del latte oscilla da anni, nessuno può ascriversi il merito quando questo sale, così come non è colpa di nessuno quando il prezzo cala. Il tema è così complesso che non si può risolvere con una mozione o un ordine del giorno, il problema è strutturale: il Consorzio di tutela non riesce a controllare le quantità e il prezzo del latte. Oggi abbiamo l’opportunità dell’organismo interprofessionale costituito il 22 dicembre. Ci sono stati mesi di duro lavoro per arrivare a questo risultato. Non si può governare il settore se non si hanno i dati: ognuno racconta ciò che crede. Come si fa a gestire la nostra filiera più importante senza un organismo indipendente che certifica i dati, senza l’obbligo di certificare il prodotto conferito? Questo è l’abc del sistema sul quale la Regione può dare il suo contributo».

Paci si è detto convinto che la Regione non possa decidere il prezzo del latte ma che possa invece svolgere un ruolo importante nella determinazione degli incentivi. L’assessore ha quindi indicato possibile soluzioni di lungo e breve periodo.

Per quanto riguarda gli interventi di programmazione, Paci ha rimarcato l’esigenza di diversificare la produzione (“non si può pensare di vivere di solo pecorino romano”), e di pensare ad altri tipi di trasformazione del prodotto che possono servire a calmierare il mercato (latte in polvere, formaggio da grattugia e vendita del latte crudo).  Altra soluzione nel lungo periodo potrebbe essere quella dei consorzi di secondo livello: «Impensabile avere ancora cooperative soggette al ricatto dei mercati».

Sul breve periodo, Paci si è detto d’accordo a interventi come il pecorino bond e il pegno rotativo. «Su questo fronte è stato fatto un gran lavoro in questi mesi. Il pegno rotativo consentirebbe ai produttori di accedere al credito bancario dando in garanzia l’invenduto. Domani mattina faremo una riunione con tutti gli operatori per definire il protocollo».

Paci ha parlato poi della necessità di ottenere dal Governo l’inserimento del pecorino romano nell’elenco dei prodotti da ritirare per il sostegno agli indigenti e di puntare a un diverso utilizzo degli strumenti del Psr: «No all’assistenzialismo e a interventi che si possono ripercuotere contro gli stessi produttori – ha detto l’assessore – meglio incentivi per gli operatori della filiera che aderiscono alle regole date dall’organismo interprofessionale. Occorre infine convincere gli operatori che si deve cooperare. Può essere fatto solo se ci sono numeri certificati su cui ragionare e un’autorità garante. Non è possibile che il cerino rimanga sempre in mano ai soli produttori».

Il presentatore della mozione Giovanni Satta si è detto d’accordo con la proposta di discutere l’argomento in Commissione anziché approvare frettolosamente un ordine del giorno. «Serve un impegno di tutti per individuare strumenti in grado di dare risposte immediate».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente del gruppo Misto Gaetano Ledda: «Il problema oggi è che il latte viene pagato 50 centesimi al litro, serve una soluzione immediata».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha dichiarato la propria delusione per le risposte della Giunta: «Il settore agropastorale è in ginocchio, cosa si sta facendo? Cosa si è iniziato a fare? Abbiamo dovuto attendere che venisse in Sardegna Flavio Briatore, la politica è assente – ha detto l’esponente della minoranza – va bene tornare in Commissione ma solo a condizione che si elabori un documento da sottoporre all’attenzione del Consiglio. Il settore è strategico e necessità di un dibatto serio».

Duro l’intervento del consigliere del Pds Piermario Manca che ha chiesto all’assessore Paci di indicare soluzioni concrete: «Le risposte sono troppo generiche, dalla mia Giunta mi aspetto proposte serie. Questa mozione è stata presentata alcuni mesi fa, ormai le pecore sono scappate. Per venire incontro al settore servono misure concrete come la continuità territoriale delle merci, la revisione del Psr e la costituzione di un organismo pagatore».

Anche per Gianluigi Rubiu (Udc) l’argomento non può essere liquidato con il voto di una  mozione. «Si lasci aperta la discussione – ha proposto Rubiu – servono misure come il prestito di conduzione che è di competenza della Regione. Sull’organismo pagatore non abbiamo fatto nulla. Siamo l’unica regione d’Italia che non ha l’organismo, mentre il PSR non è ancora partito. La Giunta è allo sbando così come è allo sbando il settore agricolo. Ancora non avete sostituito l’assessore dimissionario».

Attilio Dedoni (Riformatori) rivolgendosi alla Giunta ha detto: «Pensate che chi vive di pastorizia possa stare tranquillo con il latte pagato a 50 centesimi? Ecco perché serve un ordine del giorno unitario che dia l’idea di una politica unita. Sono d’accordo che si vada in commissione, ma entro da 15 giorni si porti in aula una proposta concreta».

D’accordo per riportare la discussione in Commissione anche Fabrizio Anedda (Misto). « I piccoli produttori non riescono ad andare avanti, i caseifici sono in crisi, aziende nazionali usano i caseifici sardi come logistica per vendere i loro prodotti. C’è una responsabilità degli enti regionali. Continuare con i contributi a pioggia non serve – ha sottolineato Anedda – bisogna aiutare i pastori a fare impresa e stare sul mercato.

E’ poi intervenuto Luigi Lotto (Pd) che  ha detto che bisogna chiudere la seduta in maniera condivisa. Credo – ha aggiunto – che si deve approvare la mozione 260 con un punto in più che impegni  la commissione ad esaminare la questione e portare nuovamente, entro 15 giorni, l’argomento davanti al Consiglio.

Gaetano Ledda (gruppo Misto)  ha detto di essere d’accordo su questa soluzione.

Luigi Crisponi (Riformatori) ha chiesto che in commissione, però , ci sia sempre la presenza di un esponente della giunta. 

Anche per l’assessore Paci  questa soluzione va bene perché  è  l’unica idonea a mettere in un documento la ricchezza del dibattito di oggi.  Dopo qualche minuto di sospensione il capogruppo di Forza Italia Pietro  Pittalis ha ribadito che  la proposta è quella di sospendere la votazione e  di portare l’argomento davanti alla  commissione competente perché venga studiata e vengano fatte le audizioni. L’obiettivo è quello di redigere   un documento che dovrà tornare all’esame del Consiglio entro 15 giorni. 

Su questa soluzione sono  d’accordo anche il presidente della Quarta commissione Luigi Lotto (Pd), Daniele Cocco (Sel) che ha raccomandato tempi strettissimi e Giovanni Satta, primo firmatario della mozione. Il presidente Ganau ha messo in votazione la proposta di sospensione della mozione che è stata approvata.Il Consiglio è stato riconvocato a domicilio.

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Sono state 38 le leggi approvate nel corso del 2016, molte delle quali affrontano le principali criticità dell’isola. In particolare il riordino degli Enti locali, la riforma dell’Ente Foreste e la Disciplina dei servizi per il lavoro, la Riforma sanitaria, il Reddito di inclusione sociale, la Riforma dell’Agenzia regionale per l’edilizia abitativa, l’Istituzione dell’Agenzia delle Entrate e le norme per il superamento del precariato. Questa mattina il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau ha illustrato nel corso di una conferenza stampa i dati e i risultati di un anno di lavoro del Parlamento sardo, terzo anno di attività della XV legislatura.

«Un anno di intensa attività legislativa – ha sottolineato il presidente del Consiglio – che va ad inquadrarsi nel progetto riformista della compagine governativa come obiettivo di mandato che vedrà i primi risultati nei prossimi mesi». Il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda ha poi sottolineato come resti in tutta evidenza il tema di una nuova legge elettorale in grado di correggere le storture di quella attualmente in vigore, e di adeguarsi alle regole della parità di genere – «tema sul quale – ha sottolineato – c’è il massimo impegno da parte di questa presidenza».

Numerose le azioni politiche promosse dal Consiglio regionale nel corso del 2016, dall’indizione del referendum contro le trivelle, che ha visto coinvolti nove Consigli regionali compreso quello sardo, che rivendicavano con forza il diritto di scelta dei territori sui temi energetico – ambientali, al consolidamento del rapporto strategico con la Corsica che ha portato all’ istituzione della Consulta interistituzionale delle due assemblee. «Un percorso costruito con ripetuti incontri tra le delegazioni dei due Consigli regionali – ha spiegato Ganau – che ha portato ad un accordo operativo basato sui temi dell’insularità, in una nuova proiezione europea e fondato sulla valorizzazione dei temi dell’identità culturale». Nell’ambito della rappresentatività del Consiglio regionale sardo, il presidente ha ricordato come sono stati riproposti i temi delle ragioni della specialità nella presentazione in Parlamento degli esiti dell’indagine sulle Autonomie della Commissione Bicamerale, e la sua partecipazione, come coordinatore dei Consigli regionali delle Regioni Autonome, all’incontro con il presidente della Repubblica sui temi del nuovo regionalismo, in relazione alla proposta di riforma costituzionale.

Il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda ha proseguito il suo intervento in conferenza stampa, illustrando le diverse iniziative portate avanti dalla presidenza e volte a proiettare all’esterno il Consiglio regionale: la celebrazione delle Festa di Liberazione a Carbonia caratterizzata, in occasione del 70° anniversario del voto delle donne, dalla partecipazione della staffetta partigiana Marisa Ombra, che ha dedicato la sua vita alle lotte per la loro emancipazione e liberazione e di Modesto Melis che il presidente Ganau ha ricordato proprio nel giorno dei suoi funerali; l’allestimento della mostra dedicata alla scrittrice Grazia Deledda, in occasione della XX edizione di Monumenti Aperti che ha visto la partecipazione di oltre 4mila visitatori e nella due giorni di visita al Palazzo 1.500 ospiti; il recupero e la pubblicazione degli Acta Curiarum, oggi disponibili anche online sul sito del Consiglio regionale, e l’avvio del ciclo di incontri “Libri in Consiglio” con la presentazione del volume “La grande diaspora” del giornalista Gianni De Candia, dedicato alle memorie e ai ricordi dei 40 anni della cooperativa il Messaggero sardo.

Tra gli atti di rilievo, il presidente ha ricordato il bando per l’individuazione del Garante dell’infanzia che verrà scelto a breve dal Consiglio e l’azione portata avanti relativamente all’aggiornamento e alla modernizzazione del personale. «Quest’intervento ha consentito – ha sottolineato Ganau – di parificare i livelli delle risorse umane della nostra istituzione a quelli parlamentari, ridefinendo la pianta organica in modo da supplire alle attuali carenze e rendere così più adeguato l’intero sistema. A questi miglioramenti in termini di organico – ha concluso il presidente del Consiglio – si affiancherà a breve un salto di qualità dei servizi ai consiglieri, mediante l’adozione di nuove e moderne tecnologie che potranno migliorare l’efficienza dell’attività consiliare».