17 August, 2024
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Scadono il 20 gennaio le iscrizioni al programma Vulcanus dedicato agli universitari dell’Unione Europea che studiano materie tecniche o scientifiche. Viaggio, corso di lingua, seminario e tirocinio a carico dell’impresa ospitante e del Centro UE-Japan

Entro venerdì 20 gennaio vanno presentate le domande per partecipare al “Vulcanus in Giappone”. Il programma – che inizia a settembre e termina dopo dodici mesi – è rivolto agli studenti dell’Unione Europea e offre la possibilità di effettuare un tirocinio in un’azienda giapponese.

Gli studenti possono seguire un seminario di una settimana sul Giappone, un corso intensivo di lingua giapponese di quattro mesi e un tirocinio di otto mesi presso un’industria giapponese. Per partecipare è necessario essere cittadini dell’Unione Europea, studenti iscritti a università ubicate entro i confini UE, frequentanti facoltà tecniche o scientifiche (informatica, ingegneria, chimica, biotecnologia, fisica, matematica, architettura). I candidati ammessi al programma  Vulcanus potranno trascorrere un anno all’estero  come parte del proprio piano di studi.

Il programma è sovvenzionato dalla società ospite giapponese e dal Centro UE-Giappone per la Cooperazione Industriale (co-finanziamento della Commissione europea e del ministero giapponese dell’Economia, del commercio e dell’industria). Gli studenti europei ricevono una borsa di un milionenovecentomila yen per coprire le spese di viaggio, l’assicurazione e le spese di soggiorno in Giappone. L’alloggio per i dodici mesi sarà messo a disposizione dall’impresa ospitante. I costi del corso di lingua e del seminario sono a carico del centro UE-Japan per la Cooperazione Industriale. L’application form e gli allegati richiesti devono essere compilati, firmati e spediti autonomamente dagli studenti, così come indicato nel sito web del Programma Vulcanus: http://www.eu-japan.eu/events/vulcanus-japan .

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E’ l’unico concorso italiano di world music ed è arrivato alla decima edizione: è il “Premio Andrea Parodi”, organizzato a Cagliari dall’omonima Fondazione con la direzione artistica di Elena Ledda.

Proprio in questi giorni è online il bando della nuova edizione. Il concorso è gratuito ed aperto ad artisti di tutto il mondo. Le domande di iscrizione al concorso dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 maggio 2017, tramite il format presente su www.fondazioneandreaparodi.it (per informazioni: fondazione.andreaparodi@gmail.com).

Dovranno contenere:

– 2 brani (2 file mp3, provini o registrazioni live o realizzazioni definitive; indicare con quale dei due brani si intende gareggiare);

– testi ed eventuali traduzioni in italiano dei due brani;

– curriculum artistico del concorrente (singolo o gruppo);

Il concorso intende valorizzare le nuove tendenze nell’ambito della musica dei popoli o “world music”, ovvero artisti che mescolano la cosiddetta musica folk o etnica con suoni e modelli stilistici di diversa provenienza.

La Commissione artistica istituita dalla Fondazione selezionerà, in maniera anonima, da otto a dodici finalisti; i finalisti si esibiranno a Cagliari al festival “Premio Andrea Parodi” 2017, davanti a una Giuria Tecnica (addetti ai lavori, autori, musicisti, poeti, scrittori e cantautori) e a una Giuria Critica (giornalisti). Entrambe le giurie, come negli scorsi anni, saranno composte da autorevoli esponenti del settore.

Il premio consiste in una somma in denaro erogata a copertura di tutti i costi di master class, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica e musicale, per un importo massimo di 2.500 euro. Un ulteriore premio è la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, a spese della Fondazione Andrea Parodi. Inoltre, verrà offerta al vincitore l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2017 del Premio Andrea Parodi, dell“European jazz expo” in Sardegna, di Folkest in Friuli, del Negro Festival di Pertosa (SA) e in altri eventi che saranno man mano annunciati.

La manifestazione è nata per omaggiare un grande artista come Andrea Parodi, passato dal pop d’autore con i Tazenda a un percorso solistico di grande valore e di rielaborazione delle radici, grazie al quale è diventato un riferimento internazionale della world music, collaborando fra l’altro con artisti come Al Di Meola e Noa. Le precedenti edizioni sono state vinte nel 2016 dai Pupi di Surfaro (Sicilia), nel 2015 da Giuliano Gabriele Ensemble (Lazio), nel 2014 da Flo (Campania), nel 2013 da Unavantaluna (Sicilia), nel 2012 da Elsa Martin (Friuli), nel 2011 da Elva Lutza (Sardegna), nel 2010 dalla Compagnia Triskele (Sicilia), nel 2009 da Francesco Sossio (Puglia).

IMG_9992 IMG_99Al Di Meola e Peo Alfonsi 07Pupi di Surfaro


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Italia Nostra di Sant’Antioco è contraria al progetto che prevede la realizzazione di un nuovo ponte di accesso all’Isola.

«La Spaini Architetti Associati assieme ad altri studi tecnici si è aggiudicata i giorni scorsi il primo premio nella gara per la progettazione esecutiva della circonvallazione di Sant’Antioco e del nuovo ponte di collegamento dell’isola col resto della Sardegna. “Tali opere consentiranno il passaggio di imbarcazioni a vela di grosse dimensioni, alle quali è attualmente impedita la navigabilità” si legge nel Piano Sulcis che ha previsto un importo di spesa intorno ai 70 milioni di euro per la realizzazione dell’opera – si legge in una nota di Italia Nostra -. A Sant’Antioco esisteva un problema di cui pochi avevano avvertito l’importanza e l’urgenza: il passaggio sotto il ponte delle imbarcazioni a vela di grosse dimensioni! Quello che non spiega il Piano Sulcis è la destinazione di queste imbarcazioni: perché devono passare sotto il ponte, dove sono dirette? E’ davvero importante poter prendere la “scorciatoia della laguna”, risparmiando di circumnavigare l’isola di Sant’Antioco, per queste grosse imbarcazioni che navigano in lungo e in largo per il mar Mediterraneo o che magari vengono dall’oceano Atlantico? E’ giustificata la spesa di 70 milioni di euro per far risparmiare qualche ora di navigazione a delle barche dirette chissà dove?»

«Pensavamo che una comunità intelligente dovesse attrezzarsi per meglio ospitare e supportare le imbarcazioni e non invece fornire vie di fuga perché possano allontanarsi più velocemente! E’ bene ricordare che “la scorciatoia” si realizzerà a danno della laguna di Sant’Antioco, un ecosistema importante classificato Important Bird Area (IBA), fonte di reddito per numerose famiglie di pescatori, ricco di biodiversità e per questo molto fragile e delicato – aggiunge Italia Nostra -. Essa ospita ancora importanti praterie di posidonia che oltre a contribuire all’ossigenazione delle acque rappresentano un sicuro rifugio per uova e avannotti di diverse specie ittiche, oltre che per tanti molluschi come la preziosissima pinna nobilis. Pensare di trasformare la laguna in una corsia per aliscafi, in una pista per idrovolanti, o in autostrada per grossi natanti da diporto significherebbe vanificare il lavoro di recupero e di risanamento fatto negli ultimi decenni per condannarla nuovamente al degrado e portare a morte certa il suo ecosistema unico e irripetibile. Se la vera motivazione per la costruzione del nuovo ponte è solo quella del passaggio delle grosse barche nella laguna, è bene affrontare seriamente tutte queste questioni prima di decidere di demolire un ponte in cemento armato realizzato trent’anni fa, dall’apparenza abbastanza solida e certamente in grado di sopportare la viabilità per molti anni ancora. In Sardegna si transita ancora sui ponti in pietra costruiti dai romani, su ponti medioevali e su altri più recenti che hanno diversi secoli di vita. Un solo esempio: il ponte in trachite rossa sul Temo, a Bosa, costruito nel 1871 è tutt’ora aperto al traffico automobilistico. E’ abbastanza normale piuttosto che questa infrastruttura abbia necessità dopo trent’anni di una manutenzione ordinaria e eventualmente straordinaria. Nel caso in cui presentasse problematiche strutturali potrebbe necessitare di eventuali interventi più radicali, ma non per questo deve essere demolito.»

Italia Nostra ritiene che assieme all’ipotesi di realizzare un nuovo ponte, sia opportuno analizzare le diverse criticità esistenti nell’isola per meglio capire i reali bisogni e le necessità degli abitanti dell’arcipelago e stabilire quindi le priorità.

«Tra le infrastrutture più importanti ed essenziali per la comunità isolana (abitanti di Calasetta e Sant’Antioco, ma anche gli abitanti di Carloforte obbligati a transitare per questa isola) si ritiene necessario privilegiare quelle che siano in grado di garantire:

1. un collegamento rapido e sicuro verso l’isola madre, unica via per raggiungere il capoluogo sardo, l’aeroporto e il porto;

2. un collegamento marino tra laguna e golfo di Palmas che garantisca il ricambio idrico della laguna e che consenta alle imbarcazioni dei pescatori di transitare dalla laguna al golfo e viceversa;

3. un collegamento veloce tra Calasetta e Carbonia alternativo rispetto all’attuale: un percorso a basso impatto ambientale che eviti il centro abitato di Sant’Antioco e l’attuale tratto di SS 126 – Sant’Antioco/Carbonia – ormai trasformato in una lunga periferia urbana;

4. un approdo in grado di ospitare le imbarcazioni e offrire servizi alla marineria locale, categoria da sempre bistrattata e in perenne stato di precarietà;

5. la riconversione del porto commerciale in porto turistico che sia in grado di ospitare anche grosse imbarcazioni e di fornire supporto logistico;

6. bonificare e recuperare l’area ex Sardamag da destinare ad attività compatibile con il centro urbano adiacente, col mare e con l’infrastruttura portuale esistente e da ristrutturare;

7. tutelare il mare dell’arcipelago, a garanzia della biodiversità e della salubrità delle acque, anche attraverso l’istituzione di un’Area Marina Protetta.

Probabilmente esistono anche altre criticità, ma è bene soffermarsi su queste che a nostro parere appaiono tra le più importanti ed urgenti.

L’attuale ponte è già oggi in grado di soddisfare i punti 1 e 2, per il punto 7 (realizzabile a costo zero) è necessaria una volontà politica finora assente, gli altri quattro punti, tutti fondamentali e urgenti non trovano risposta oggi e non la troveranno neppure col nuovo ponte, ma potrebbero essere soddisfatti con i 70 milioni di euro che si risparmierebbero rinunciando a un’opera inutile. Eppure il futuro economico di Sant’Antioco – conclude Italia Nostra di Sant’Antioco – passa attraverso la soluzione di questi problemi – capace anche di offrire opportunità di lavoro a lungo termine – non certo con la realizzazione di opere grandiose, di dubbio impatto paesaggistico, che hanno come unico scopo quello di sprecare soldi pubblici senza alcun ritorno economico per le comunità.»

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Si svolgeranno mercoledì 11 gennaio, alle 15.30, nella chiesa di San Ponziano, a Carbonia, i funerali di Modesto Melis, morto ieri pomeriggio, alle 17.30, all’età di 96 anni.

Modesto Melis era nato a Gairo l’11 aprile 1920. La sua vita è stata segnata profondamente dalle atrocità della 2ª guerra mondiale e dalla deportazione nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen, dai quali è tornato “miracolosamente” alla fine del conflitto e nei quali è voluto ritornare il 12 settembre 2014, per cercare di capire, a distanza di 69 anni, come sia stato possibile sopravvivere a quell’inferno.

Ho conosciuto Modesto Melis cinque anni fa, quando Giuseppe Mura mi ha proposto la pubblicazione di un libro in cui intendeva ricostruire la sua storia, vissuta da Carbonia a Mauthausen e ritorno. Sono stati cinque anni intensi, nel corso dei quali Modesto Melis ha incontrato migliaia di persone, soprattutto giovani, ai quali ha raccontato le sue incredibili esperienze di vita, per non dimenticarle ed evitare che l’essere umano possa ripeterle in futuro.

Nella copertina del libro “L’animo degli offesi”, scritto da Giuseppe Mura, è riportata una breve riflessione di Modesto Melis che riporto testualmente.

«Com’è stato possibile che proprio io, tra migliaia di altri i cui corpi sono stati combusti nei forni e le ceneri sparse sul terreno a concimare i campi, sia sopravvissuto? E’ una domanda che ancora, dopo che da decenni sono scomparsi gli incubi che tormentavano le mie notti, mi travaglia e, di soppiatto, si insinua spesso tra i miei pensieri.

In quelle giornate nel lager, pur nella nebbia che mi ottenebrava la mente, ero sempre consapevole, in ogni attimo di quella parvenza di esistenza, che la morte era sempre in agguato, pronta a cogliermi per un nonnulla. Anche quando strappavo dai mucchi di cadaveri quei poveri brandelli umani, sapevo che di lì a poco anch’io sarei potuto finire ad ingrossare quel macabro cumulo e, a quella fine che appariva ineluttabile, pensavo, non sarei sfuggito.»

E’ difficile scrivere su Modesto Melis, ora che il suo lungo percorso di vita è giunto al termine. Mi tornano alla mente gli incontri in città e paesi della Sardegna, Carbonia, Cagliari, Nuoro, Iglesias, Carloforte, Portoscuso, Sant’Antioco, San Giovanni Suergiu, Capoterra e tanti altri ancora; gli incontri al Museo della Liberazione a Roma, al Liceo artistico di Roma, a Cerveteri; e, soprattutto, il viaggio di ritorno in Austria, con base a Linz (dove abbiamo dormito nella stessa camera d’albergo) e destinazioni Mauthausen e Gusen, concluso con una visita al centro di Vienna, dove, alla bella età di 94 anni e mezzo, ha percorso chilometri e chilometri a piedi, concedendosi solo qualche breve sosta, per un leggero dolore alle gambe e ai piedi…

Un’altra grandissima emozione, l’11 aprile 2015, il giorno del suo 95° compleanno, che ha voluto festeggiare rivivendo l’esperienza del lancio con il paracadute da 4.500 metri di altezza, nel centro di volo di Serdiana. Una volta toccata terra, tra le braccia dell’istruttore Valentino, le sue prime parole, ancor prima di abbracciare la moglie e i figli, furono: «Quando organizziamo il prossimo lancio?» Un anno dopo avrebbe voluto ripetere il lancio, mi ha contattato per chiedermi di prenotare il volo, per poi desistere, con grande delusione, quando i familiari lo hanno convinto che sarebbe stato meglio evitarlo…

Dal mese di aprile 2014 si è dedicato anche alla sezione di Carbonia dell’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, nella quale ha ricoperto la carica di presidente.

Negli ultimi mesi le condizioni di salute non gli hanno consentito di continuare gli incontri con i giovani ai quali si era tanto affezionato. Nelle ultime settimane il suo “fisico d’acciaio” che in gioventù riuscì a superare prove incredibili che per tanti anni non ha potuto neppure raccontare perché nessuno gli credeva, ha iniziato a cedere. Alle 17.30 di ieri, 9 gennaio 2017, si è arreso.

Con la scomparsa di Modesto Melis, Carbonia, il Sulcis e la Sardegna intera perdono uno straordinario testimone della storia del XX secolo.

Allego un’ampia documentazione fotografica sui numerosi momenti gioiosi vissuti da Modesto Melis negli ultimi anni, un breve filmato realizzato nel campo di concentramento di Mauthausen e l’intervista realizzata il 25 aprile 2016, giorno della Festa della Liberazione..

Ciao Modesto

Giampaolo Cirronis

 

     

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Nuova iniziativa della RSU e dei lavoratori Eurallumina, la prima del nuovo anno, stamane a Cagliari, con un presidio davanti all’assessorato regionale dell’Ambiente.

L’obiettivo dei lavoratori è sensibilizzare e sollecitare la più celere convocazione della Conferenza dei servizi, indicata dall’assessore dell’Ambiente entro il mese di gennaio 2017 e la definitiva conclusione positiva del percorso autorizzativo per la partenza degli investimenti e la conseguente ripresa produttiva di Eurallumina.

«Come annunciato e messo in atto, si sono moltiplicate le iniziative della RSU e dei lavoratori Eurallumina, con l’approssimarsi delle scadenze dettate dalle norme previste dall’iter autorizzativo – si legge in una nota della RSU Eurallumina -. Nel 2016, le tute verdi sulcitane erano state presenti 37 volte con un presidio e diverse manifestazioni presso l’assessorato regionale dell’Ambiente. Il 30 dicembre 2016 si è svolta una  partecipata assemblea generale delle lavoratrici e lavoratori Eurallumina, nel corso della quale si era fatto il riepilogo della costante attività fatta di incontri ed interlocuzioni, delle numerose mobilitazioni messe in atto ed incrementate nell’ultimo periodo, culminate con l’occupazione dell’assessorato dell’Ambiente dal 13 al 16 dicembre 2016, quando venivano poi superate nuove criticità emerse. Sono stati evidenziati, nelle relazioni della RSU, i dettagli ed i risvolti negativi che ricadrebbero su lavoratori e famiglie, se non pervenisse un pronunciamento positivo e messe all’attenzione con forza a tutti i soggetti coinvolti, le preoccupazioni che crescono tra i lavoratori, in previsione della fase finale dell’iter autorizzativo.»

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Si apre uno spiraglio nella lunga e difficile vertenza per il passaggio di proprietà dello stabilimento di produzione di alluminio primario di Portovesme dalla multinazionale statunitense Alcoa ad un’altra multinazionale. Ieri, a Roma, la svizzera Sider-Alloys ha siglato un accordo con Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa che ha ricevuto dal Governo il compito di seguire le trattative tra Alcoa e potenziali acquirenti. L’accordo prevede che il 15 gennaio venga avviata la due diligence di Sider Alloys che si concluderà entro il 15 febbraio. La Sider-Alloys ha assunto anche l’impegno di formulare una proposta di acquisto dello stabilimento di Portovesme entro il 28 febbraio.

«Con la notizia dell’avvio della due diligence – ha dichiarato Raffaele Apetino, coordinatore nazionale Fim-Cisl -, si aggiunge un altro importante tassello nella complicata ricerca di una soluzione industriale alla drammatica vertenza dell’Ex-Alcoa di Portovesme per evitare lo smantellamento dello stabilimento, ormai fermo dal 2012.»


   

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Questo pomeriggio, alle 17.30, il cavaliere Modesto Melis ha perso la sua ultima battaglia.

Modesto Melis era nato a Gairo l’11 aprile 1920. La sua vita è stata segnata profondamente dalle atrocità della 2ª guerra mondiale e dalla deportazione nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen, dai quali è tornato “miracolosamente” alla fine del conflitto e nei quali è voluto ritornare il 12 settembre 2014, per cercare di capire, a distanza di 69 anni, come sia stato possibile sopravvivere a quell’inferno.

Ho conosciuto Modesto Melis cinque anni fa, quando Giuseppe Mura mi ha proposto la pubblicazione di un libro in cui intendeva ricostruire la sua storia, vissuta da Carbonia a Mauthausen e ritorno. Sono stati cinque anni intensi, nel corso dei quali Modesto Melis ha incontrato migliaia di persone, soprattutto giovani, ai quali ha raccontato le sue incredibili esperienze di vita, per non dimenticarle ed evitare che l’essere umano possa ripeterle in futuro.

Nella copertina del libro “L’animo degli offesi”, scritto da Giuseppe Mura, è riportata una breve riflessione di Modesto Melis che riporto testualmente.

«Com’è stato possibile che proprio io, tra migliaia di altri i cui corpi sono stati combusti nei forni e le ceneri sparse sul terreno a concimare i campi, sia sopravvissuto? E’ una domanda che ancora, dopo che da decenni sono scomparsi gli incubi che tormentavano le mie notti, mi travaglia e, di soppiatto, si insinua spesso tra i miei pensieri.

In quelle giornate nel lager, pur nella nebbia che mi ottenebrava la mente, ero sempre consapevole, in ogni attimo di quella parvenza di esistenza, che la morte era sempre in agguato, pronta a cogliermi per un nonnulla. Anche quando strappavo dai mucchi di cadaveri quei poveri brandelli umani, sapevo che di lì a poco anch’io sarei potuto finire ad ingrossare quel macabro cumulo e, a quella fine che appariva ineluttabile, pensavo, non sarei sfuggito.»

E’ difficile scrivere su Modesto Melis, ora che il suo lungo percorso di vita è giunto al termine. Mi tornano alla mente gli incontri in città e paesi della Sardegna, Carbonia, Cagliari, Nuoro, Iglesias, Carloforte, Portoscuso, Sant’Antioco, San Giovanni Suergiu, Capoterra e tanti altri ancora; gli incontri al Museo della Liberazione a Roma, al Liceo artistico di Roma, a Cerveteri; e, soprattutto, il viaggio di ritorno in Austria, con base a Linz (dove abbiamo dormito nella stessa camera d’albergo) e destinazioni Mauthausen e Gusen, concluso con una visita al centro di Vienna, dove, alla bella età di 94 anni e mezzo, ha percorso chilometri e chilometri a piedi, concedendosi solo qualche breve sosta, per un leggero dolore alle gambe e ai piedi…

Un’altra grandissima emozione, l’11 aprile 2015, il giorno del suo 95° compleanno, che ha voluto festeggiare rivivendo l’esperienza del lancio con il paracadute da 4.500 metri di altezza, nel centro di volo di Serdiana. Una volta toccata terra, tra le braccia dell’istruttore Valentino, le sue prime parole, ancor prima di abbracciare la moglie e i figli, furono: «Quando organizziamo il prossimo lancio?» Un anno dopo avrebbe voluto ripetere il lancio, mi ha contattato per chiedermi di prenotare il volo, per poi desistere, con grande delusione, quando i familiari lo hanno convinto che sarebbe stato meglio evitarlo…

Dal mese di aprile 2014 si è dedicato anche alla sezione di Carbonia dell’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, nella quale ha ricoperto la carica di presidente.

Negli ultimi mesi le condizioni di salute non gli hanno consentito di continuare gli incontri con i giovani ai quali si era tanto affezionato. Nelle ultime settimane il suo “fisico d’acciaio” che in gioventù riuscì a superare prove incredibili che per tanti anni non ha potuto neppure raccontare perché nessuno gli credeva, ha iniziato a cedere. Alle 17.30 di oggi, 9 gennaio 2017, si è arreso.

Con la scomparsa di Modesto Melis, Carbonia, il Sulcis e la Sardegna intera perdono uno straordinario testimone della storia del XX secolo.

Allego un’ampia documentazione fotografica sui numerosi momenti gioiosi vissuti da Modesto Melis negli ultimi anni.

Ciao Modesto

Giampaolo Cirronis

     

 

 

 

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Sabato 14 gennaio la sala consiliare del comune di Sant’Antioco, a partire dalle 17,30, ospiterà la presentazione del libro di Daniele Conti “La mia vita in rossoblu”, organizzata dal Cagliari Club Sant’Antioco, scritto con i giornalisti Fabiano Gaggini e Vittorio Sanna. Con l’ex capitano rossoblu che ha compiuto 38 anni proprio oggi, saranno presenti i giornalisti Vittorio Sanna, Fabiano Gaggini e Valentina Caruso.

Nato a Nettuno il 9 gennaio 1979, figlio del grande Bruno campione del mondo con la Nazionale di Enzo Bearzot in Spagna nel 1982, Daniele Conti è cresciuto calcisticamente nel settore giovanile della Roma, facendo il suo esordio in serie A, a 17 anni, nel campionato 1996/97 e collezionando altre 5 presenze, con 1 goal, due stagioni più tardi. Nell’estate del 1999 accettò il trasferimento in Sardegna, al Cagliari, e in maglia rossoblu è rimasto fino a fine carriera, 16 campionati consecutivi, 12 in serie A e 4 in serie B (dal campionato 2000/2001 al campionato 2003/2004), 464 presenze e 51 reti (357 presenze e 43 goal in serie A; 107 presenze e 8 goal in serie B).

Conclusa la sua carriera in rossoblu al termine della travagliata stagione 2014/2015, con la retrocessione in serie B, ha deciso di concludere lì anche la sua splendida carriera ed è rimasto legato ai colori rossoblu e alla Sardegna.

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Il Consiglio di amministrazione del Banco di Sardegna Spa ha preso atto delle dimissioni rassegnate dal dott. Luigi Odorici dalla carica di vice presidente e di consigliere. L’interessato ha motivato la propria determinazione con l’avvenuta assunzione della carica di presidente nella capogruppo BPER Banca Spa.

Il Consiglio del Banco di Sardegna Spa ha espresso unanime ringraziamento al dott. Odorici per la professionalità ed il prezioso contributo dato alla Banca.

Lo ha annunciato poco fa, con un breve comunicato stampa, il presidente del Banco di Sardegna, Antonio Angelo Arru.

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«La Portovesme srl non può e non deve rischiare la chiusura. E’ un patrimonio industriale del Sulcis Iglesiente, che va difeso e protetto. Nel rispetto delle leggi ambientali, la politica isolana ha l’obbligo di salvaguardare l’azienda e l’occupazione all’interno dell’impianto». A sottolinearlo è il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu.

«C’è il rischio che l’azienda lasci la Sardegna per le lungaggini nelle autorizzazioni inerenti l’ampliamento della discarica per accogliere gli scarti di lavorazione – sottolinea Gianluigi Rubiu -. Sarebbe una tragedia sociale per il Sulcis Iglesiente, con contraccolpi negativi sull’occupazione. Auspichiamo che si acceleri l’iter autorizzativo per agevolare gli impianti di produzione di piombo e zinco, evitando così lo stop all’attività produttiva. L’azienda – aggiunge il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale – non può permettersi di non avere un sito di stoccaggio adeguato. L’alternativa, da scongiurare è la chiusura. La discarica deve essere autorizzata velocemente senza tentennamenti. Peraltro la progettualità del sito é estremamente moderna, all’avanguardia, con un processo che garantisce il rispetto e tutela delle norme ambientali. La sola idea che si possano mettere in discussione oltre un migliaio di buste paga con l’indotto è fortemente preoccupante. Per questo – conclude Gianluigi Rubiu – occorre porre fine alle lungaggini, procedendo da subito con le concessioni per l’estensione del sito di stoccaggio.»