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In Sardegna si infiamma il dibattito sulle province. Il 6 maggio 2012 il referendum regionale cancellò le province di Carbonia Iglesias, Olbia Tempio, Ogliastra e Medio Campidano. In quella occasione si recarono alle urne 525.661 sardi, il 35,51% degli aventi diritto, con il 65,98% di sì. Nel Sulcis Iglesiente si recarono alle urne 37.807 dei 119.898 elettori aventi diritto, il 31,53%.
Dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre che in Sardegna ha visto andare alle urne 859.158 elettori di 1.375.735 aventi diritto, con 616.791 NO (72,22%) e 237.280 sì (27,78%), un risultato che a stragrande maggioranza ha deciso che la Costituzione non va cambiata e, conseguentemente, che le province non devono essere cancellate, il consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Luca Pizzuto, ex assessore delle Politiche sociali della Giunta Cherchi nella provincia di Carbonia Iglesias, come riportato da “La Provincia del Sulcis Iglesiente” nel n° 299 del 15 dicembre scorso – si è fatto promotore di una proposta di legge per la modifica del sistema delle autonomie locali con l’istituzione in Sardegna di province “democraticamente elette”. L’obiettivo, in pratica, è quello di ricostituire le quattro province cancellate con il referendum del 6 maggio 2012. «Vogliamo restituire ai territori il potere che è stato loro sottratto con un referendum truffa – ha spiegato Luca Pizzuto -, territori che oggi sono abbandonati a se stessi in una condizione drammatica. L’esperienza vissuta in questi quattro anni e mezzo dai Comuni che avrebbero dovuto ricevere competenze e risorse liberate dalle quattro province soppresse, ha dimostrato che per loro nulla è cambiato e non hanno visto né nuove risorse né nuovi posti di lavoro. Ci rendiamo conto che non sarà una battaglia facile, perché in questi anni è stata portata avanti una campagna denigratoria nei confronti delle province. Auspichiamo – ha aggiunto Luca Pizzuto – che le popolazioni dei territori che credo abbiamo capito l’errore commesso con la cancellazione delle province, si mobilitino in questa battaglia che riteniamo fondamentale per il rilancio socio-economico dei territori, in particolare quelli maggiormente in difficoltà quali sono Sulcis Iglesiente, Medio Campidano e Ogliastra.»
Luca Pizzuto ha concluso con un invito ai sostenitori del referendum che ha portato alla cancellazione delle province. «Siamo pronti a sederci intorno ad un tavolo, numeri alla mano, per quantificare quali siano stati i reali risparmi ai conti pubblici determinati dalla cancellazione delle province. Siamo convinti siano stati talmente esigui da non giustificare in alcun modo il danno provocato ai territori che si sono visti sottrarre risorse importanti per le loro comunità ed hanno registrato un gravissimo ritorno al passato, con un isolamento dai centri decisionali che emerge in tutti i settori, dall’industria al commercio, dalla cultura alla scuola.»
A difendere l’esito del referendum regionale è oggi Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi.
«La storia delle province, in Sardegna come in Italia, è una storia di sprechi e di clientelismo, di una istituzione inutile e dannosa per i contribuenti – attacca Michele Cossa -. Da tre anni giace in Parlamento la proposta di legge costituzionale di riforma dell’art. 43 dello Statuto sardo, proposta dai Riformatori e approvata all’unanimità dal consiglio regionale. Una norma semplice, che metterebbe la parola fine a una discussione oziosa e offensiva dell’intelligenza del Popolo sardo, che sull’adozione delle province ha fatto da battistrada a livello nazionale. Il fatto che essa sia stata fermata in Parlamento è uno scandalo, la cui responsabilità ricade su quelli tra i nostri parlamentari che hanno deliberatamente osteggiato la riforma voluta dal 97% dei sardi. Non si perda un solo giorno e si chieda al parlamento di fare il proprio dovere.»
«I sardi hanno deciso a stragrande maggioranza di abolire le province: non permetteremo passi indietro. La riforma degli enti locali avrebbe dovuto fare una scelta precisa, quella di svuotarle completamente delle funzioni. Adesso c’è addirittura chi parla di crearne di nuove e di elezione diretta degli organi, una follia – aggiunge Michele Cossa -. La riforma degli Enti locali in Sardegna non è mai decollata perché è frutto di troppi compromessi. Ha anche permesso al commissario della ex provincia del Sulcis Iglesiente, che avrebbe dovuto gestire la sola ordinaria amministrazione, di aumentare in modo spropositato l’addizionale sulla RC per le auto, u caso unico a livello nazionale. È questo – conclude Michele Cossa – il regalo che la politica regionale vuol fare ai sardi?»