19 November, 2024
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Il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco lancia l’allarme per il rischio di non concludere la stagione agonistica cui andrebbero incontro decine di squadre sarde che partecipano ai campionati nazionali, per il mancato versamento da parte della Regione dei contributi promessi all’inizio della stagione per il mondo dello sport isolano, con il dimezzamento dei finanziamenti alle compagini.

La situazione coinvolge le società di calcio a cinque, volley, basket, rugby, tennistavolo, hockey su prato e delle altre discipline sportive rappresentate nei campionati nazionali. Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) promette battaglia, sin dalla prossima riunione della commissione del parlamentino di via Roma.

«A stagione in corso è arrivata la comunicazione di un taglio consistente delle risorse previste per le compagini sportive isolane impegnate a livello nazionale – attacca il Edoardo Tocco -. Un problema non indifferente che mette il bastone tra le ruote alla gestione di una società sportiva, perché la programmazione è stata attuata in base ai finanziamenti promessi».

«Con minori entrate le squadre saranno costrette a tagliare gli stipendi agli atleti, rinunciare alle trasferte e quindi mettere in forse lo svolgimento dei campionati – conclude Edoardo Tocco -. Una beffa per i sodalizi. Per questo sarebbe auspicabile un intervento forte del Coni per sollecitare la Regione al rispetto degli impegni presi con le società.»

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«La Finanziaria è al palo, la Sardegna è bloccata, la disoccupazione corre: è arrivato il momento di dire basta. Il Consiglio discuta rapidamente la manovra per dare almeno qualche risposta ai sardi. L’esperienza di questa Giunta fallimentare per la Sardegna deve concludersi al più presto». Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois.

«Auguriamo al presidente di riprendersi presto – conclude Pietrino Fois – ma crediamo che il Consiglio regionale debba immediatamente mettere mano ai documenti di bilancio: la Sardegna non può attendere ulteriormente risposte che il centrosinistra in questi due anni e mezzo di governo non è stato in grado di dare per incapacità a governare e per scelte suicide.»

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In Sardegna si infiamma il dibattito sulle province. Il 6 maggio 2012 il referendum regionale cancellò le province di Carbonia Iglesias, Olbia Tempio, Ogliastra e Medio Campidano. In quella occasione si recarono alle urne 525.661 sardi, il 35,51% degli aventi diritto, con il 65,98% di sì. Nel Sulcis Iglesiente si recarono alle urne 37.807 dei 119.898 elettori aventi diritto, il 31,53%.

Dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre che in Sardegna ha visto andare alle urne 859.158 elettori di 1.375.735 aventi diritto, con 616.791 NO (72,22%) e 237.280 sì (27,78%), un risultato che a stragrande maggioranza ha deciso che la Costituzione non va cambiata e, conseguentemente, che le province non devono essere cancellate, il consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Luca Pizzuto, ex assessore delle Politiche sociali della Giunta Cherchi nella provincia di Carbonia Iglesias, come riportato da “La Provincia del Sulcis Iglesiente” nel n° 299 del 15 dicembre scorso – si è fatto promotore di una proposta di legge per la modifica del sistema delle autonomie locali con l’istituzione in Sardegna di province “democraticamente elette”. L’obiettivo, in pratica, è quello di ricostituire le quattro province cancellate con il referendum del 6 maggio 2012. «Vogliamo restituire ai territori il potere che è stato loro sottratto con un referendum truffa – ha spiegato Luca Pizzuto -, territori che oggi sono abbandonati a se stessi in una condizione drammatica. L’esperienza vissuta in questi quattro anni e mezzo dai Comuni che avrebbero dovuto ricevere competenze e risorse liberate dalle quattro province soppresse, ha dimostrato che per loro nulla è cambiato e non hanno visto né nuove risorse né nuovi posti di lavoro. Ci rendiamo conto che non sarà una battaglia facile, perché in questi anni è stata portata avanti una campagna denigratoria nei confronti delle province. Auspichiamo – ha aggiunto Luca Pizzuto – che le popolazioni dei territori che credo abbiamo capito l’errore commesso con la cancellazione delle province, si mobilitino in questa battaglia che riteniamo fondamentale per il rilancio socio-economico dei territori, in particolare quelli maggiormente in difficoltà quali sono Sulcis Iglesiente, Medio Campidano e Ogliastra.»

Luca Pizzuto ha concluso con un invito ai sostenitori del referendum che ha portato alla cancellazione delle province. «Siamo pronti a sederci intorno ad un tavolo, numeri alla mano, per quantificare quali siano stati i reali risparmi ai conti pubblici determinati dalla cancellazione delle province. Siamo convinti siano stati talmente esigui da non giustificare in alcun modo il danno provocato ai territori che si sono visti sottrarre risorse importanti per le loro comunità ed hanno registrato un gravissimo ritorno al passato, con un isolamento dai centri decisionali che emerge in tutti i settori, dall’industria al commercio, dalla cultura alla scuola.»

A difendere l’esito del referendum regionale è oggi Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi.

«La storia delle province, in Sardegna come in Italia, è una storia di sprechi e di clientelismo, di una istituzione inutile e dannosa per i contribuenti – attacca Michele Cossa -. Da tre anni giace in Parlamento la proposta di legge costituzionale di riforma dell’art. 43 dello Statuto sardo, proposta dai Riformatori e approvata all’unanimità dal consiglio regionale. Una norma semplice, che metterebbe la parola fine a una discussione oziosa e offensiva dell’intelligenza del Popolo sardo, che sull’adozione delle province ha fatto da battistrada a livello nazionale. Il fatto che essa sia stata fermata in Parlamento è uno scandalo, la cui responsabilità ricade su quelli tra i nostri parlamentari che hanno deliberatamente osteggiato la riforma voluta dal 97% dei sardi. Non si perda un solo giorno e si chieda al parlamento di fare il proprio dovere.»

«I sardi hanno deciso a stragrande maggioranza di abolire le province: non permetteremo passi indietro. La riforma degli enti locali avrebbe dovuto fare una scelta precisa, quella di svuotarle completamente delle funzioni. Adesso c’è addirittura chi parla di crearne di nuove e di elezione diretta degli organi, una follia – aggiunge Michele Cossa -. La riforma degli Enti locali in Sardegna non è mai decollata perché è frutto di troppi compromessi. Ha anche permesso al commissario della ex provincia del Sulcis Iglesiente, che avrebbe dovuto gestire la sola ordinaria amministrazione, di aumentare in modo spropositato l’addizionale sulla RC per le auto, u caso unico a livello nazionale. È questo – conclude Michele Cossa – il regalo che la politica regionale vuol fare ai sardi?»

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L’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, con la collaborazione di Sardegna Ricerche e del CRS4, ha avviato il Progetto Tutti a Iscol@ – Linea B2 – Scuole aperte. Il progetto mira a combattere la dispersione scolastica e a migliorare le competenze di base degli studenti.
Sardegna Ricerche con l’avviso per l’ammissione al Catalogo dei Laboratori tecnologici per le Autonomie scolastiche avvia un intervento destinato alla progettazione e realizzazione di laboratori didattici tecnologici basati su modelli di apprendimento digitale e su una metodologia della didattica laboratoriale.
L’avviso è rivolto agli operatori economici in grado di progettare e realizzare attività coerenti rispetto all’avviso. La valutazione dei progetti laboratoriali sarà affidata a una commissione tecnica di valutazione. Al termine delle valutazioni la Commissione tecnica individuerà i progetti ammessi al Catalogo dei Laboratori extracurriculari didattici tecnologici, per ogni grado di scuola.

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Durissimo attacco del vicepresidente del Consiglio regionale Ignazio Locci (FI) alla maggioranza di centrosinistra e alla Giunta regionale sulle linee guida del Piano di dimensionamento scolastico, che definisce un progetto autodistruttivo.

«Non condivido nemmeno una virgola delle linee guida del Piano di dimensionamento scolastico adottate dalla Giunta regionale e per questo ho votato convintamente No – esordisce Ignazio Locci -. No perché è un progetto autodistruttivo che dal prossimo anno scolastico cancellerà ulteriori presidi scolastici per volontà dell’assessore dell’Istruzione Claudia Firino, che, anziché modellare le linee sulla base delle peculiarità della nostra isola, applica uno schema nazionale (calcoli freddi e ragionieristici della cosiddetta “Buona scuola”) a un territorio, la Sardegna, totalmente differente dalla penisola e dunque non idoneo ai modelli calati dall’alto che non tengono conto delle diversità.»

«Con il dimensionamento scolastico la Sardegna subisce un ulteriore schiaffo alle sue prerogative – aggiunge Ignazio Locci -. Avevamo sottolineato a suo tempo i pericoli insiti nelle linee guida nazionali e ora siamo certi, purtroppo, che dal prossimo anno assisteremo alla chiusura di altre scuole (oltre quelle già depennate). Chiediamo vivamente che vengano riviste le linee guida per evitare che vengano serrati i battenti alle scuole che, loro malgrado, non rispettano i parametri nazionali.»

«Oltre agli annunci sul progetto iscol@, per combattere la dispersione scolastica non c’è nulla. Anzi: questo centrosinistra sta dando un colpo decisivo allo spopolamento dell’isola. I piccoli Comuni rischiano di scomparire – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale – e, francamente, non si capisce come i consiglieri regionali del centrosinistra possano condividere i piani infausti dell’assessore Firino.»

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Il capogruppo Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, chiede una proroga del bando giovani agricoltura, considerato il nuovo intoppo nelle pratiche per le risorse del piano di sviluppo rurale, con la misura inerente il primo insediamento in agricoltura bloccata.

«La struttura non è pronta e idonea ad affrontare le domande sulle pratiche di finanziamento europeo – spiega Gianluigi Rubiu -. Un vero e proprio caos quello che vive oggi l’organismo regionale dell’agricoltura che si ripercuoterà sicuramente sul mondo delle campagne causando gravi danni».

Gli stanziamenti sul primo insediamento in agricoltura riguardano i giovani sino al compimento del 41° anno, alla pubblicazione del bando (lo scorso 5 dicembre), con scadenza fissata al prossimo 16 gennaio.

«Si assiste alla confusione più totale con i progettisti, e sopratutto i giovani imprenditori, che non trovano risposte dagli uffici regionali. Non basta. Il portale Sian, che permette di caricare i dati in via informatica, non funziona. Ancora peggio, è impossibile ottenere gli applicativi e quindi non si possono trasmettere le pratiche. Una situazione che rischia di penalizzare gli agricoltori. Un passaggio necessario per agevolare l’Agenzia regionale Argea nella gestione delle pratiche e pianificare meglio il lavoro – aggiunge Gianluigi Rubiu, che sul tema ha presentato un’interrogazione urgente – così da venire incontro alle esigenze delle imprese giovanili e dei progettisti, considerando le migliaia di domande da presentare. Si tenga conto che la documentazione presentata consente di accedere a delle risorse con un bando a sportello, che vedrà nel giro di poche ore esauriti tutti i fondi, come ci insegnano le esperienze di altre regioni che ormai da due anni hanno aperto e chiuso il bando erogando i finanziamenti ai giovani imprenditori – conclude Gianluigi Rubiu -. E’ necessario, dunque, porre fine a questo ridicolo teatrino e organizzare al meglio il sistema informatico regionale per evitare che i giovani sardi e l’agricoltura possano perdere questa tanto attesa opportunità, oltre il pericolo di dover restituire anche parzialmente i fondi comunitari del piano di sviluppo rurale.»

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Da operatore del settore vorrei dare un piccolo contributo all’ampia discussione che si è sviluppata in questi giorni nel nostro territorio, sui social media e sulla stampa locale, riguardo l’aumento dell’aliquota delle imposte che si applicano sul premio Rc Auto. Si tratta di un provvedimento di grande impatto sociale, poiché riguarda tutte le famiglie che possiedono un veicolo. Pertanto, ritengo doveroso che circolino informazioni chiare e corrette e che la questione venga trattata nel modo più equilibrato possibile, per far capire alle persone interessate cosa succede, senza però innescare allarmismi ingiustificati.

Le imposte, che a decorrere dall’anno 2012 costituiscono tributo proprio derivato delle province, sino al 31/12/2016, nel Sulcis, erano del 12,5%. Dal primo gennaio 2017 sono state portate al 16% del premio netto di polizza: pertanto l’aumento è stato del 3,5%. Per fare un esempio pratico, nel nostro territorio, poiché il premio netto medio RCA è di circa 308 euro, l’aumento dell’imposta sarà in media di 10,78 euro annui.

L’aumento è stato deciso dal commissario straordinario della provincia del Sud Sardegna, per far fronte al taglio dei trasferimenti all’Ente da parte della Regione Sardegna e da parte dello Stato. Non voglio entrare nel merito delle decisioni politiche, ma non posso che dissentire da questo modo semplicistico di affrontare il problema, che incide sulle imposte in questa fase storica di crisi e recessione che affligge il nostro territorio. E’ presumibile, ma non auspicabile, che chi già aveva difficoltà a pagare l’assicurazione auto, decida suo malgrado di non pagarla più.

Credo invece che un piccolo ribasso dell’aliquota, seppur quasi impercettibile in termini assoluti, avrebbe fatto passare un messaggio positivo e, forse, le persone sarebbero state più incentivate ad assicurarsi e la nostra Provincia avrebbe incassato più imposte.

Con l’augurio che le Istituzioni possano cambiare l’approccio avuto sino ad oggi per uscire da questa spirale negativa.

Dott. Salvatore Anedda

Agente Vittoria Assicurazioni di Carbonia

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Le aree archeologiche di Sant’Antioco hanno chiuso l’annualità 2016 con un bilancio di 30.000 presenze. Il museo e il tofet in testa seguiti da villaggio ipogeo, museo etnografico e forte sabaudo. Sono migliaia i turisti italiani e stranieri che arrivano a Sant’Antioco per visitare il patrimonio archeologico e storico locale, i dati rivelano un contributo importante della cultura sull’indotto economico cittadino, molti dei visitatori usufruiscono infatti di pacchetti creati ad hoc per le diverse esigenze di ristorazione. Sono decisamente in aumento anche le presenze straniere sia europee, tra cui spiccano i Francesi seguiti dai Tedeschi, sia extraeuropee tra cui ritroviamo visitatori provenienti dagli Stati Uniti, dalla Russia, Australia, Giappone, Israele e molti paesi del sud e centro America: Guatemala, Colombia, Brasile e Bolivia. Complici anche i numerosi eventi collaterali organizzati all’interno delle aree come mostre, conferenze scientifiche, laboratori didattici, concerti, rievocazioni storiche e rappresentazioni teatrali.

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Anche il deputato del Partito Democratico Emanuele Cani interviene sulla mancata istituzione dell’ufficio territoriale di Protezione civile.

«La mancata istituzione dell’ufficio territoriale di Protezione civile che ha già a Iglesias una sede operativa non può essere accettata – afferma Emanuele Cani -. E’ necessario che da parte della Regione ci sia un ripensamento affinché il territorio, dove peraltro proprio la Protezione civile ha mosso i primi passi nell’Isola, venga istituito l’ufficio territoriale come accade negli altri posti. Non è una questione campanilistica ma di organizzazione, logistica e buon senso. L’importanza della Protezione civile, la sua azione e la necessità di avere strutture operative e in grado di entrare in azione nell’arco di poco tempo è un fatto assodato. Per questo motivo – conclude Emanuele Cani – sostengo la mobilitazione e la protesta del coordinamento delle associazioni di protezione civile.»