19 November, 2024
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Il Cagliari di Massimo Rastelli va a caccia dei punti della definitiva tranquillità, questo pomeriggio, allo stadio Sant’Elia, nella sfida con il Bologna dell’ex Roberto Donadoni.

La squadra rossoblu, reduce dalla sfortunata trasferta sul campo della Roma, scenderà in campo priva di numerosi titolari. Tre assenze pesanti a centrocampo, reparto nel quale sono indisponibili Simone Padoin, Nicolò Barella e il nuovo arrivato Paolo Faragò. Massimo Rastelli recupera invece Davide Di Gennaro, uomo preziosissimo per illuminare il gioco. Mancano inoltre il trequartista titolare, Joao Pedro, e il suo naturale sostituto Diego Farias. Nonostante tutte queste assenze, il Cagliari affronta il Bologna, avversario con il quale condivide la posizione di metà classifica a quota 26 punti (anche se il Bologna deve recuperare una partita casalinga con il Milan), con grande carica e ottimismo, deciso a far valere la legge del Sant’Elia che finora ha fruttato la bellezza di 22 dei 26 punti complessivi, frutto di 7 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte (nel rendimento casalingo il Cagliari occupa la settima posizione, dietro tutte le grandi: Juventus, Roma, Inter, Napoli, Lazio e Milan).

Nel Bologna Roberto Donadoni è orfano dello svizzero Dzemaili, l’uomo più in forma, reduce dalla doppietta decisiva realizzata al Torino, squalificato; ma ci saranno Destro, bomber col gol sempre in canna, e sulla fascia sinistra Krejci, all’andata una vera spina nel fianco della difesa cagliaritana.

Prima della partita verrà consegnato al capitano del Bologna un oggetto artistico opera del ceramista di Assemini Andrea Farci.

Chiusa la Curva Nord per squalifica, il resto dello stadio presenterà il tutto esaurito, anche grazie alla scelta fatta della società di praticare un prezzo unico di 10 euro in tutti i settori. La risposta dei tifosi è stata eccezionale e tutti sanno quanto conti la loro spinta, al Sant’Elia, per la squadra di Massimo Rastelli.

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Focus sul tema complesso e attuale della terza età in “Classe di ferro” – originale e “profetica” commedia di Aldo Nicolaj in tournée nell’Isola per la stagione 2016-17 de La Grande Prosa firmata CerDAC – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna – nella mise en scène di Laros per la regia di Giovanni Anfuso. Sotto i riflettori tre interpreti straordinari – Paolo Bonacelli, noto attore di teatro e cinema, raffinato interprete pinteriano, con una lunga carriera costellata di successi, dal debutto con Vittorio Gassman ai recenti “Il malato immaginario” e “La brocca rotta” di Kleist e Giuseppe Pambieri, volto noto del piccolo schermo, dal fortunato “Sorelle Materassi” a “Incantesimo” e “Affari di famiglia”, ma soprattutto attore teatrale, dagli inizi al Piccolo Teatro di Milano alle tournées con la compagnia Pambieri-Tanzi fino al recentissimo “Re Lear”, e Valeria Ciangottini – versatile interprete fra teatro, cinema e tv, dal felice esordio ne  “La dolce vita” di Federico Fellini, alle fiction come “Giornalisti”, “E poi c’è Filippo” e “Un passo dal cielo”. Le scenografie sobrie ed essenziali sono di Alessandro Chiti, i costumi di Adele Bargilli, le musiche di Massimiliano Pace e il disegno luci di Giovanni Caccia.

La pièce ironica e dolceamara che getta uno sguardo sulla condizione degli anziani, dopo il debutto odierno, alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia, sarà in cartellone domenica 29 gennaio, alle 21.00, al Teatro Grazia Deledda di Paulilatino, lunedì 30 gennaio, alle 21.00, nel Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer e, infine, martedì 31 gennaio, alle 21.00, al Teatro Comunale di Sassari.

Un intrigante e spietato affresco di varia umanità affiora dalla celebre commedia di Aldo Nicolai, (ri)scoperta in Italia dopo il fortunato debutto ad Budapest nel 1974, e rappresentata più volte con successo (memorabile la versione del 1987 con Gianni Santuccio e Ciccio Ingrassia), per una riflessione sul destino delle donne e degli uomini ormai avanti con l’età, tra l’evoluzione della famiglia e l’idea della vecchiaia in seno alla civiltà dei consumi. Esclusi ormai dal mercato del lavoro, beneficiari – nei casi migliori – di una pensione il cui valore tende progressivamente a ridursi, con molto, a volte troppo tempo libero a disposizione, gli anziani si ritrovano a fare i conti con la solitudine e con una forma sottile di emarginazione, ma anche e soprattutto con la propria immagine di sé, con il timore di trasformarsi in un peso per figli e nipoti, o peggio ancora l’incubo di finire i propri giorni in una casa di riposo.

“Classe di ferro” racconta la vita di tre personaggi – Libero Bocca, Luigi Lapaglia e l’allegra e dolce Ambra – diversissimi per temperamento, educazione e condizione sociale, ma accomunati dalla data di nascita, che s’incontrano casualmente in un parco cittadino e frequentandosi iniziano a conoscersi, a confidarsi reciprocamente inquietudini e incertezze sul futuro. Tra i due uomini nasce se non proprio un’amicizia una sorta di intesa, tanto che di fronte alla prospettiva del ricovero in un ospizio scelgono l’ipotesi surreale di una fuga dalla realtà e dalle angosce del presente, verso la dimensione poetica dell’infanzia – o almeno una ritrovata giovinezza – lontano dalla crudeltà del mondo.

La cifra umoristica privilegiata dall’autore mette in risalto i tratti più significativi e grotteschi della personalità dei protagonisti, ma soprattutto rivela tutte le incongruenze e mancanze della società contemporanea, con il disgregarsi della famiglia che rende più fragile la sfera degli affetti, il venir meno delle occasioni d’incontro nel ritmo frenetico delle giornate e  per la lontananza geografica, cosicché i genitori di figli ormai adulti, e quindi i nonni diventano figure simboliche ma remote. Il dialogo tra le generazioni si spezza, nonni e nipoti si conoscono a malapena e soprattutto il ruolo antico e fondamentale dei vecchi, portatori di saggezza ed esperienza finisce con il venir meno, mentre l’uscita dalla fase lavorativa per sopraggiunti limiti di età finisce con il sancirne la presunta “inutilità” relegandoli ad una funzione sempre più marginale.

In effetti – rispetto alla realtà fotografata da Aldo Nicolaj nella sua “Classe di ferro” sono intervenuti ulteriori mutamenti: nell’Italia di oggi spesso i giovani che non trovano o perdono il lavoro sono di nuovo costretti a rifugiarsi nell’alveo della famiglia d’origine, gli stipendi inadeguati hanno finito con il trasformare le piccole pensioni in una risorsa fondamentale e basilare per l’economia. Una nuova tragedia – che offrirebbe interessanti spunti alla penna arguta e alla fantasia del commediografo – tra i più noti e apprezzati del Novecento, autore di folgoranti monologhi e atti unici, oltre che di brillanti commedie, sembra aleggiare nell’aria.

Il ruolo storico degli anziani – detentori di un sapere antico, forgiato con gli anni, e tramandato nei secoli – sembra ormai superato – eppure nella frenesia della vita moderna, laddove si riesca a preservarlo, il contatto e il confronto tra le diverse generazioni costituisce una risorsa preziosa: testimoni di un’altra epoca e di quella attuale, i vecchi possono svelare ai più giovani il senso profondo dell’esistenza, offrendo il supporto del loro vissuto, dei valori e dei principi, facendosi memoria viva del passato e della storia. L’evoluzione della tecnica e in particolare delle forme di comunicazione – di cui molti anziani si sono impadroniti agevolmente – ha reso possibile superare le barriere geografiche, così come i progressi della medicina hanno migliorato la qualità della vita anche dopo la maturità. Il mondo è cambiato – ma la realtà descritta di Nicolaj risulta ancora sorprendentemente attuale.

“Classe di ferro” regala i tre ritratti indimenticabili di due uomini e una donna alla ricerca del proprio posto nel mondo, tre personaggi che rivendicano la propria dignità, l’importanza dei  ricordi, l’unicità delle loro storie a fronte dell’inesorabile scorrere dei giorni, e suggerisce interessanti spunti di riflessione sull’oggi e il domani, le derive della civiltà e il valore delle radici e dell’identità da cui prende forma e forza la personalità individuale – senza dimenticare i legami primari e gli affetti.

Domenica pubblicheremo una lunga intervista realizzata questa sera da Nadia Pische con Giuseppe Pambieri.

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Si è tenuta stamane l’inaugurazione dell’anno infermieristico 2017.

Due saranno gli argomenti principali che saranno declinati nel corso dell’anno:

a) l’ingresso della ASL 7 Carbonia in ATS Sardegna con la costituzione dell’Area Socio Sanitaria Locale di Carbonia che governerà i 140.000 residenti del Sulcis Iglesiente.

b) La revisione del Codice di Deontologia Infermieristica e dei principi che regolano l’esercizio professionale e i rapporti con i cittadini.

Sul punto a), oggetto del dibattito odierno, registriamo la partecipazione di sindaci e politici regionali del territorio, di sindacati e associazioni e dipendenti della ex ASL 7 che hanno convenuto, unitamente al Collegio IPASVI, di ritenere definitivamente superato il dualismo geo politico, perdente, Carbonia verso Iglesias e di cooperare ad ogni occasione utile al rafforzamento del mantenimento di una risposta assistenziale adeguata alla domanda di salute del territorio.

Quali servizi mantenere, quali servizi chiudere, quali servizi creare sarà una sollecitazione che verrà via via portata all’attenzione del management della ASSL, della ATS Sardegna e dell’Assessorato alla Salute, perché gli operatori sanitari e i cittadini non restino impigliati nella “stessa” rete del disservizio palese o latente, e rispondendo i primi in termini di responsabilità e i secondi in termini di salute.

E per avere ben chiaro il contesto nel quale operatori, cittadini e amministratori si trovino ad agire, si è ritenuto di dover sollecitare con determinazione la Regione alla condivisione del quadro epidemiologico, senza il quale non sarà che parziale la conclusiva analisi e sintesi delle cose da fare come farle e dove farle e chi debba farle nel Sulcis Iglesiente.

Sulle battaglie di contenuto e di tema nelle sedi istituzionali, si è posta l’attenzione sul ruolo insostituibile dei rappresentanti politici nelle amministrazioni regionali e locali: sono loro il primo punto di riferimento per il cittadino se, come si ritiene debba essere, si guarda alla politica come impegno e patto con il territorio per quanto si intenda proporre di fare nei confronti della comunità in senso lato, prescindendo dall’appartenenza “partitica” o “associativa”.

Anche in tal modo si rafforza il concetto del superamento del dualismo Carbonia verso Iglesias con una attenzione al superamento delle gabole del dualismo impegno politico verso organizzazione di appartenenza.

Indignarsi rispetto alle cose da fare non è più sufficiente, occorre una cooperazione tra le diverse ed essenziali anime del territorio, canalizzando le energie con obiettivi a breve medio e lungo termine e senza dispersione di forze, di voce e di rappresentanza delle istanze nel territorio sia per la sanità pubblica che per la privata convenzionata.

Il Sulcis iglesiente non può essere considerata periferia da svuotare dei servizi e della dignità, ma territorio che per la sua conformazione geografica necessita e ambisce a passare da consumatore di prestazioni a produttore di qualità ed efficienza. Le professionalità presenti in ASSL Carbonia e le conduzioni politiche dei Comuni per i 140mila cittadini che governano possono garantire questo traguardo.

Dovranno essere scelte scevre da interessi di parte, o l’attenzione sui temi della salute e della sanità andrà a scemare sino al rischio che la neonata ASSL possa essere considerata bacino limitrofo all’area vasta cagliaritana nonché realtà la più distante possibile dalla ATS Sardegna in termini non solo chilometrici.

Si è accennato alle Case della Salute, agli ospedali di comunità, al rafforzamento delle cure domiciliari, ad una maggiore attenzione per la sanità nelle isole di Sant’Antioco e Carloforte, ad una mappa dei disservizi negli stabilimenti ospedalieri Sirai, Santa Barbara e CTO per aiutare chi dovrebbe a risolverli per non lasciare tra l’incudine e il martello il fruitore finale dei servizi dei quali dovrebbe disporre: il cittadino.

Efficienza quindi come obiettivo, una sanità tangibile, operatori sanitari gratificati per gli impegni profusi negli anni di disconosciuta professionalità, recupero dei diritti alla progressione economica, soprattutto testimoni di una sanità che funziona, che ascolta e che si fa ascoltare nel rispetto dei ruoli e delle ragioni degli attori della vita aziendale e sanitaria del Sulcis Iglesiente ma altrettanto decisa e determinata a rapportarsi ai propri interlocutori di riferimento alla pari.

Mercoledì prossimo il Collegio IPASVI manifesterà per e tra gli operatori e gli assistiti della Rosa del Marganai. La linea tracciata è quella della partecipazione e condivisione delle realtà e problematiche del tessuto sociale ed economico nella sanità pubblica e privata del Sulcis Iglesiente.

Graziano Lebiu

Presidente IPASVI Sulcis Iglesiente

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«La vertenza che riguarda il futuro dello stabilimento Eurallumina è molto importante per il nostro territorio, sia sotto il profilo occupativo sia sotto quello produttivo.»

Lo sostiene, in una nota, la R.S.U. Filctem CGIL – Femca CISL – Uiltec UIL di I.G.E.A. S.p.A, Unità Produttive di Campo Pisano, Furtei, Lula e Gadoni.

«I lavoratori che manifestano in difesa di un’eccellente professionalità hanno tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà – aggiunge la nota – . Siamo convinti che produzione industriale e rispetto dell’ambiente possano e debbano convivere. Gli esempi che arrivano dall’Olanda, Germania o Austria ne sono una prova. Le regole ci sono e vanno rispettate da tutti. La lentezza delle procedure e l’eccessiva burocratizzazione dei processi poco giova alla crescita di un paese. Questi due giorni saranno determinanti per i lavoratori Eurallumina ai quali ribadiamo vicinanza e sostegno. Rilanciare il primo anello della filiera dell’alluminio significa dare la possibilità al territorio e alla Sardegna di riavviare un importante sistema economico produttivo d’eccellenza. Ci sono le volontà, le intese, i progetti e le correzioni. Ognuno, nel rispetto delle regole che valgono per tutti, faccia la sua parte. Noi siamo con i lavoratori dell’Eurallumina; per questo motivo – conclude la nota – lunedì 30 gennaio parteciperemo e sosterremo l’iniziativa promossa dalla RSU.»

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Come ho avuto modo di segnalare all’assessore Spano in commissione Ambiente, è necessario accelerare l’istituzione in Sardegna della tariffa unica sulla raccolta differenziata dei rifiuti. In primo luogo perché le tariffe attuali non sono né giuste né eque, con differenze che vanno dai circa 100 fino ai 280 euro nei diversi territori dell’isola, per un servizio con caratteristiche identiche che incide in modo significativo sui redditi di famiglie ed imprese sarde.

Differenze così vistose, inoltre, non sono giustificabili anche perché non mettono sullo stesso piano amministrazioni e cittadini virtuosi che hanno lavorato ed investito molto sulla cultura della difesa dell’ambiente e dell’economia sostenibile.

Ritengo infine che la diffusione della raccolta differenziata non sia solo una buona pratica amministrativa o la positiva espressione del senso civico dei cittadini, ma anche un modo efficace per risparmiare risorse preziose, migliorare l’immagine dei nostri centri urbani e continuare nelle politiche di tutela dell’ambiente.

Per arrivare agli obiettivi appena citati è indispensabile sempre di più riuscire ad aumentare il tasso di raccolta differenziata in Sardegna premiando chi raggiunge alte percentuali attraverso la politica delle premialità e degli sgravi dei costi in discarica ed eliminare le discrasie citate in precedenza.

Eugenio Lai

SEL Sardegna

Vicepresidente del Consiglio regionale

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, rilancia l’appello sul passaggio del bruco che sta distruggendo centinaia di querce. Non solo le zone del Nuorese e dell’Oristanese, ma anche una grande fetta del Sulcis Iglesiente è stata invasa dal lepidottero. Sono rimasti fin qui inascoltati gli appelli per salvaguardare i boschi di macchia mediterranea che si allungano da Iglesias a Buggerru, per poi allargarsi a Fluminimaggiore, Nuxis, Narcao, Santadi, Domusnovas e Villamassargia.

«La Giunta Pigliaru non ha destinato risorse sufficienti per preservare le piante da questo attacco, con la perdita di un vasto patrimonio ambientale già l’anno scorso – dice Rubiu -. Le sugherete del Sulcis, del nuorese e dell’oristanese saranno distrutte anche quest’anno per la mancanza di trattamenti fitosanitari in via preventiva. L’offensiva contro la processionaria (Lymantria dispar il nome scientifico) avrebbe consentito di salvaguardare diversi ettari di oasi all’interno della Sardegna. Con la devastazione delle foreste saranno, di fatto, inevitabili i riflessi negativi dal punto di vista economico con la perdita di diversi quintali di prodotto, che alimentano l’industria del sughero in Sardegna con diversi posti di lavoro. Una calamità per le zone boschive. Un danno enorme, visto che viene distrutto il fogliame delle sugherete, impedendo lo sviluppo e la produzione delle ghiande, alimentazione fondamentale per cinghiali, maiali e non solo, indispensabili per il biosistema naturale. La Regione – conclude Gianluigi Rubiu – dovrebbe intervenire per evitare la cancellazione di numerosi esemplari di sugherete, ma l’allarme delle stesse associazioni di categoria è sinora stato disatteso con uno scempio enorme dal punto di vista ambientale.»

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«Vaccinarsi? Una necessità a tutela della salute individuale e un gesto di solidarietà e di senso civico verso l’intera comunità». Lo afferma il sen. Silvio Lai appresa la notizia del ricovero per una meningite di una donna nell’ospedale di Sassari, purtroppo in condizioni molto critiche.

«È il primo caso di meningite in Sardegna nel 2017 – afferma il senatore Silvio Lai -. Occorre evitare inutili allarmismi. Si tratta però di affrontare una evidenza che ormai da mesi è presente in Italia e ora anche nella nostra isola. Senza contare le polemiche innescate da chi ritiene, per assenza di responsabilità e contravvenendo alle indicazioni della ricerca scientifica, che vaccinarsi debba essere considerato un atto di libera scelta.»

«Alcune malattie infettive sono scomparse per effetto delle vaccinazioni ed altre sono prossime all’eliminazione. Allentare la presa significa non solo mettere a rischio la propria salute ma anche di quelle persone, a cominciare dai bambini, che non potendosi vaccinare per diverse cause, potrebbero perdere l’effetto protezione garantito da tutti gli altri.»

«Per questo motivo – conclude il senatore Silvio Lai – condivido la proposta delle Regioni che hanno chiesto al Governo una apposita normativa che stabilisca, allargando lo spettro a quelli ancora volontari, l’obbligatorietà dei vaccini, su tutto il territorio nazionale, per l’accesso dei bambini ai nidi e alla scuola materna. Al tempo stesso occorre prevedere una Anagrafe vaccinale nazionale per poter disporre di una banca dati utile per avere un quadro epidemiologico completo dello stato di vaccinazione di bambini ed adulti.»

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I motori sono già scaldati, ed è già partito il countdown verso la festa di Carnevale: due giorni di allegria e gusto lungo tutto il centro storico medioevale della città mineraria. Le sfilate dei carri, in arrivo da molti Comuni sardi – tra i quali anche Cagliari -, con oltre mille figuranti soprattutto bambini. Maschere, coriandoli e stelle filanti, ma non solo. C’è spazio anche per lo street food: nelle viuzze attorno alla centrale piazza Sella, chef (un nome su tutti, Manuele Fanutza), produttori locali e artigiani sono pronti a far degustare piatti tipici del periodo di festa: fritture, zeppole e frittelle. Rigorosamente “in saldo”: i prezzi dei piatti, infatti, sono scontati e, per l’occasione, è possibile mangiare bene a prezzi decisamente popolari. Con tanto di gran finale domenica 26, quando una giuria, sapientemente mischiata tra esperti e semplici partecipanti, deve decretare la pietanza migliore. Quarantotto ore di piena festa, insomma: soprattutto per Iglesias, che vuole cogliere l’occasione per continuare ad attirare persone da tutta l’Isola e non solo,

«L’obiettivo è doppio. Da un lato rivitalizziamo il periodo carnevalesco, dall’altro promuoviamo la città con un evento che prevede arrivi da tutta la Regione», spiega Simone Franceschi, vicesindaco di Iglesias. “C’è la piena possibilità di visitare, lungo il weekend del 25 e 26 febbraio, tutti i nostri monumenti. L’intento è, portando la manifestazione nel centro cittadino, di creare un contenuto davvero interessante ed accattivante a livello turistico”.

L’associazione Stardust Event, per il quarto anno consecutivo, organizza il Carnevale a Iglesias. «Ricetta vincente non si cambia, abbiamo già confermati decine di gruppi e carri da tantissimi Comuni isolani, per iscriversi e partecipare c’è tempo fino ai giorni a ridosso del Carnevale», afferma Milena Perra, tra i componenti del direttivo dell’associazione. «Tutti si possono divertire, dai più piccoli ai più grandi, in una festa pensata in particolar modo per le famiglie. Siamo onorati, tra l’altro, di poter collaborare con Primavera Sulcitana». A raccogliere e ricambiare l’“onore”, per Primavera Sulcitana, è Ivan Scarpa, responsabile comunicazione e marketing.

«Siamo pronti a un Carnevale all’insegna del divertimento, e tra i più belli e coinvolgenti della Sardegna. Arricchiamo il tutto con la festa del dolce, street food in piena regola in tutto il centro storico. Ci sono una grande quantità di produttori ed espositori, pronti a proporre le loro creazioni culinarie e lavori artigianali in saldo, una novità mai sperimentata prima che richiama il periodo degli sconti in una nuova categoria.»

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Non si placano le polemiche sui trattamenti economici dei manager ATS. Il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru ha espresso «dispiacere per un’accusa che la Sardegna non merita» il presidente della Regione Francesco Pigliaru nella lettera inviata ieri al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in riferimento alla replica fornita dal ministro all’interrogazione parlamentare sui trattamenti economici dei manager ATS. Il presidente Pigliaru si dice «certo che questa spiacevole situazione si sia determinata per una evidente incomprensione» dovuta alla formulazione non sufficientemente precisa di una nota trasmessa dagli uffici della Regione a quelli del Governo, ed evidenzia come dall’accurato esame dei documenti emerga che «l’impegno da me assunto a modificare la norma regionale è esplicito, circoscritto e, questo, non certamente equivocabile».
Francesco Pigliaru sottolinea come fosse chiaro l’accordo sulla richiesta di modifica, avanzata dal Ministero, che riguardava la composizione del Collegio sindacale delle Aziende Ospedaliere Universitarie, modifica alla quale si è provveduto già a dicembre.

«Allo stesso modo, e credo inequivocabilmente, è stata [da noi] ribadita la legittimità costituzionale e di merito delle altre norme contestate – scrive il presidente Pigliaru -. In particolare abbiamo difeso l’articolo 17 della stessa legge, che disciplina le retribuzioni dei manager, perché convinti della sua validità, dato che non avrebbe determinato nessun incremento di costi, e per affermare la legittima prerogativa della Regione Sardegna di legiferare sulla materia, forti di pronunce della Corte Costituzionale.»
A questo proposito Francesco Pigliaru prosegue ricordando che «il trattamento economico dei direttori generali, determinato dalla Giunta nel rispetto del limite massimo stabilito per il personale pubblico e delle società partecipate previsto dalla norma nazionale non è un atto a sé, avulso da qualsiasi contesto e finalità, bensì un tassello fondamentale di una riforma molto coraggiosa, che ho fortemente voluto e che la Regione Sardegna ha intrapreso con l’obiettivo di riqualificare e contenere la spesa sanitaria. Obiettivo peraltro assolutamente coerente e condiviso con le linee politiche di questo e del precedente Governo. Semplificare un sistema complesso – spiega il presidente  della Regione Sardegna -, unificando otto preesistenti aziende, che coprono un territorio molto vasto, razionalizzare e coordinare i servizi, migliorando la loro qualità, non è ordinaria amministrazione: è una sfida importante ed è del tutto evidente che per portarla a compimento è necessario che la Regione Sardegna possa avvalersi delle migliori professionalità disponibili nel contesto nazionale, garantendo loro una retribuzione almeno pari a quella che lo stesso Ministero della Salute garantisce ai suoi Dirigenti di prima fascia.»

«Poiché il finanziamento del servizio sanitario in Sardegna è totalmente a nostro carico – aggiunge Francesco Pigliaru in chiusura della lettera –, è nostro preciso interesse non incrementare i costi derivanti dalle retribuzioni dei direttori generali e dei loro più stretti collaboratori e, infatti, con la nuova organizzazione tale costo quasi si dimezza rispetto alla situazione precedente, passando da 5 a 3,1 milioni di euro. Gli obiettivi tracciati nella nostra legge di riforma del sistema sanitario – ricorda in chiusura il Presidente – sono parte integrante di un obiettivo strategico nazionale e sono, tra noi, pienamente condivisi.»

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Saranno i campioni della Repubblica Ceca gli avversari della Dinamo Banco di Sardegna nel turno preliminare dei playoff di Basketball Champions League. Nella Fiba’s House of Basketball di Ginevra questo pomeriggio si sono svolti i sorteggi dei playoff sotto l’attenta supervisione del Ceo Patrick Comninos: per i giganti biancoblu, ultimi ad essere estratti, l’accoppiamento è con il Cez Nymburk.

Scontro di andata in agenda al PalaSerradimigni, il prossimo 7/8 febbraio, data che sarà definita nei prossimi giorni, mentre il ritorno in trasferta si disputerà il 21/22 febbraio a Nymburg. Gli avversari designati per il turno preliminare dei playoff vantano un palmares da 13 titoli nazionali e 10 coppe della Repubblica Ceca. La squadra che si aggiudicherà il passaggio del turno affronterà i francesi del Le Mans Sarthe.

Al termine della regular season si sono qualificate ventiquattro squadre, rappresentando oltre dodici diverse nazioni e campionati diversi. Il 7-8 febbraio e il 21-22 le squadre che non hanno staccato il biglietto diretto per gli ottavi si incontreranno in una doppia sfida casa-trasferta per raggiungere il Round of 16, che invece si terrà 28 febbraio-1°marzo e 7-8 marzo.

Domani, per la 17ª giornata della regular season del campionato di A1, intanto, la squadra di Federico Pasquini ospiterà al PalaSerradimigni la Grissin Bon Reggio Emilia, una delle grandi rivali nella lotta per lo scudetto, insieme a Milano, nelle ultime stagioni. Proprio alla squadra emiliana è legata la straordinaria serie della finale scudetto vinta dai biancoblu due stagioni fa a Reggio Emilia in gara 7. Le due squadre i questa momento della stagione condividono il quarto posto in classifica, con 18 punti.

La partita domenica sera avrà inizio alle 20.45.