17 July, 2024
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L’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu è intervenuto in audizione nella riunione della commissione Autonomia, cui hanno partecipato il sindaco della Città Metropolitana Massimo Zedda e gli amministratori straordinari delle Province sarde.

«Le Province sarde – ha detto Cristiano Erriu – si trovano in una situazione finanziaria difficilissima a causa di una azione sistematica di tagli delle risorse decisa dal Governo centrale (102 milioni per il 2017) che, di fatto, azzera l’autonomia degli Enti e si pone in contrasto con l’art.119 della Costituzione.»

«I tagli – ha aggiunto l’assessore – hanno consentito di chiudere a malapena i bilanci del 2016 ma per il 2017 ci troviamo di fronte ad un quadro a tinte fosche perché la Sardegna (insieme alla Sicilia) è stata esclusa dalla correzione effettuata dalla finanziaria nazionale 2016 a favore del sistema degli Enti locali, una esclusione ingiusta prevista anche per il 2017 che sarà oggetto, domani a Roma, di una riunione della Conferenza delle Regioni e della Conferenza unificata.»

«In quella sede – ha spiegato Cristiano Erriu – cercheremo di ribaltare questa situazione grazie all’azione congiunta che porteremo avanti non solo con la Sicilia ma anche con l’Anci, il Cal e la Conferenza delle Province e delle Città metropolitane; l’Anci, in particolare, ha assicurato tutto il suo sostegno impegnandosi a non firmare l’intesa con lo Stato se dovesse passare la linea del Governo.»

«Una linea – ha sottolineato ancora Cristiano Erriu – che colpisce in modo molto pesante gli Enti locali sardi i quali, nei fatti, si sono mostrati fra i più virtuosi d’Italia; per questo valutiamo anche l’impugnazione delle norme che ci penalizzano.»

Il sindaco della Città metropolitana Massimo Zedda, successivamente, ha criticato con forza la politica del Governo che «con una serie di interventi normativi ha operato ritenendo che non aveva senso finanziaria Enti destinati alla soppressione, ma le cose poi sono andate diversamente». «Fatto 100 il valore della spesa pubblica – ha ricordato Massimo Zedda – la quota riferibile alle autonomie locali è di appena il 6.5% ed ancora più bassa è la quota del debito pubblico, 2.5% di cui il 2% concentrato sul Comune di Roma. Per cui si è cercato di aggredire il debito tagliando quasi esclusivamente sugli Enti locali e determinando, come ha osservato la Corte dei conti, la drastica riduzione dei servizi fondamentali e l’impoverimento del Paese».

Subito dopo hanno preso la parola gli amministratori straordinari delle Province che, con alcuni accenti diversi, hanno dimostrato, dati alla mano, di aver chiuso i bilanci 2016 facendo ricorso all’avanzo di amministrazione. Ma nel 2017, hanno osservato, si fa concreto il rischio del dissesto finanziario perché gli Enti si troveranno costretti a versare allo Stato più di quanto incassano, pur avendo ridotto i costi di gestione all’osso con drastiche riduzioni dei servizi (istruzione secondaria, manutenzione delle rete stradale, ambiente, trasporto disabili) e del personale.

Il presidente della commissione Francesco Agus, nelle conclusioni, ha affermato fra l’altro che «il sistema regionale delle autonomie locali ha assoluta necessità di certezze per il 2017 perché, in caso contrario, l’alternativa sarebbe solo quella di una anticipazione della Regione che sarebbe comunque pesantissima in termini finanziari ed insostenibile sul piano politico». Si riproporrebbe sotto altre forme ma con i medesimi effetti devastanti, ha detto inoltre, «la vicenda dei farmaci innovativi che la Sardegna si deve pagare mentre in tutta Italia sono a carico del servizio sanitario nazionale».

La commissione, infine, trasmetterà al Consiglio regionale un prospetto finanziario dettagliato sulla situazione delle Province sarde.

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I consiglieri regionali dell’opposizione in seno alla V Commissione – Attività produttive, Luigi Crisponi – Riformatori sard, Gian Luigi Rubiu – U.D.C., e Marco Tedde – Forza Italia, hanno censurato il contenuto della risoluzione votata dalla sola maggioranza in merito al gravissimo problema del calo del reddito dei pastori.

Condividendo le perplessità delle associazioni di  categoria, i tre consiglieri della minoranza consiliare si sono astenuti al momento del voto definendo «il documento  sterile e improduttivo e ben lontano dal raccogliere il grido d’allarme lanciato dai pastori e dalle confederazioni di settore». «Il problema del prezzo del latte non viene affrontato minimamente» ha rincarato Luigi Crisponi. «La riduzione delle eccedenze di prodotto invenduto non è stata incredibilmente considerata» ha aggiunto Gianluigi Rubiu. «L’elaborazione del documento non è assolutamente rispondente alle attese di quanti soffrono i morsi della crisi del comparto» ha concluso Marco Tedde.

«Spiace che si sia sprecando l’occasione per mettere un punto fermo al crollo verticale del prezzo del latte e alla conseguente speculazione in atto contro l’intera filiera lattiero casearia», hanno concluso i tre consiglieri regionali della opposizione consiliare.

 

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La V commissione del Consiglio regionale ha approvato, a maggioranza, una risoluzione sul prezzo del latte.

Il documento fissa in tredici punti le azioni da intraprendere per ridare fiato al comparto messo in ginocchio dal crollo del prezzo del latte. Diverse le soluzioni individuate dalla Commissione: dal ricorso a misure creditizie straordinarie all’attivazione di interventi finalizzati al miglioramento e alla diversificazione delle produzioni, dagli incentivi al reddito degli allevatori al ritiro dal mercato di una parte della produzione di pecorino romano.

Al primo punto del documento la richiesta alla Giunta di proseguire e accelerare gli interventi per il sostegno al reddito delle aziende. Tra questi l’istituzione del pegno rotativo sul pecorino romano, la concessione di aiuti in conto interessi alle aziende, l’attuazione dell’accordo firmato il 2 agosto scorso dalla Regione con l’Abi per l’anticipazione del 100% dei finanziamenti del Psr, il potenziamento delle garanzie assicurate dai Consorzi Fidi.

La risoluzione invita inoltre la Giunta ad accelerare le procedure per il pagamento di alcune misure del Psr 2014-2020 (benessere animale, agricoltura biologica, pagamenti agro-climatici-ambientali). Un modo per garantire liquidità agli allevatori in tempi rapidi senza dover attendere l’attivazione di misure più complesse.

Urgente, secondo la Commissione, anche l’istituzione di un tavolo nazionale sull’ovicaprino, per il quale si chiede alla Giunta di attivarsi presso il Governo, e l’estensione al settore del regolamento CE 1308/2013 sull’obbligo di pubblicità e comunicazione sull’acquisto di latte crudo.

La risoluzione sollecita inoltre tre interventi per il superamento della crisi: il miglioramento della qualità delle produzioni mediante l’erogazione di aiuti diretti per la riduzione dei capi ovini di età superiore ai 4 anni, la compensazione dei disagi logistici legati alla consegna del latte e l’inserimento del pecorino romano nell’elenco dei prodotti da distribuire agli indigenti.

Tra gli interventi di lungo e medio termine per il superamento della crisi, il documento suggerisce l’attivazione di aiuti “de minimis” finalizzati alla diversificazione produttiva.

La risoluzione punta anche su interventi finalizzati al miglioramento della qualità delle produzioni e al controllo dei dati sui quantitativi di latte destinati ai caseifici. Per questo la Commissione propone di concludere in tempi rapidi le procedure per l’istituzione dell’Organismo pagatore regionale  dei premi comunitari, il potenziamento dell’Osservatorio del latte ovicaprino istituito presso Argea e il sostegno all’Oilos, l’organizzazione interprofessionale di settore recentemente istituita.

Negli ultimi due punti del documento, infine, la Commissione sollecita la promozione e il sostegno di ogni forma di aggregazione del mondo cooperativo che faciliti la gestione dei mercati e l’istituzione presso la Direzione generale dell’assessorato all’Agricoltura di un apposito servizio dedicato al comparto ovicaprino.

La risoluzione sarà trasmessa all’Aula per la discussione di merito.

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L’assessorato regionale del Lavoro ha pubblicato l’elenco delle imprese ammesse al finanziamento relativamente all’avviso “Più Turismo Più Lavoro” per la concessione di contributi volti all’allungamento della stagione turistica, annualità 2016.
La finalità dell’avviso è quella di favorire la ripresa del settore turistico attraverso l’erogazione di incentivi finalizzati al prolungamento della stagione turistica.
In particolare, l’intervento mira a migliorare la competitività delle “Imprese del turismo”, attraverso l’adozione di un regime di aiuto, finalizzato alla riduzione dei costi di esercizio delle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, con particolare riferimento al costo del lavoro, favorendo la stabilizzazione dei posti di lavoro e assicurando agli addetti del settore condizioni favorevoli per un impiego duraturo, che oltrepassi gli attuali quattro mesi di occupazione, circoscritti ai mesi di giugno a settembre.

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Questa mattina l’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio Francesco Morandi ha presentato alla stampa le iniziative di comunicazione coordinate dalla Regione che accompagneranno le tappe in Sardegna del 100° Giro d’Italia.

A cento giorni dal Giro numero 100, dunque, la Sardegna si veste di rosa. Scatta il conto alla rovescia in vista della “Grande Partenza” del Giro d’Italia, uno degli eventi sportivi più seguiti nel mondo, imperdibile opportunità di promozione sui mercati internazionali grazie a un impatto mediatico imponente: 196 Paesi collegati in Tv e duecento testate giornalistiche presenti sul territorio. Oggi
Il countdown sarà scandito nelle città-tappa sarde – Alghero, Olbia, Tortolì e Cagliari – oltre che da ‘contatori’ cronometrici, dall’illuminazione rosa di monumenti-simbolo e da attività di animazione territoriale in tutti i Comuni interessati, coi quali sarà stipulato un protocollo d’intesa per la gestione sinergica degli eventi. Saranno illuminati di rosa la Torre di Sulis ad Alghero, il museo archeologico, la chiesa di San Simplicio e la piazzetta di San Pantaleo a Olbia, il monumento naturale degli scogli rossi a Tortolì, il Palazzo Civico a Cagliari.
In occasione della Final eight di Coppa Italia a Rimini dal 17 al 19 febbraio, la Dinamo Sassari vestirà una maglia speciale con il nuovo logo studiato dalla Regione e animerà il Palazzetto all’insegna del rosa. Il Cagliari Calcio scenderà in campo con una speciale patch celebrativa applicata sulle maglie in occasione dei tre match disputati durante le tappe sarde della corsa contro Pescara, Napoli ed Empoli. Anche la fascia indossata dal capitano sarà personalizzata: accadrà già domenica 29 per Cagliari-Bologna. Tra aprile e maggio inoltre il Club celebrerà l’evento ciclistico con una serie di attività promozionali sui media, sui suoi canali di comunicazione e all’interno dei Cagliari 1920 Store.
Queste le azioni previste dal progetto regionale di comunicazione per l’avvicinamento alla partenza dell’evento principe del 2017 condivise dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio con i Comuni che ospiteranno partenze e arrivo e con i partner istituzionali, tra cui le società di gestione dei tre principali scali aeroportuali sardi e le Autority dei porti isolani.

«Sarà un messaggio univoco, un racconto unitario di Sardegna – ha detto l’assessore Francesco Morandi – all’interno del quale rientreranno eventi in ogni città-tappa e la caratterizzazione e valorizzazione dei singoli territori legati da un filo rosa. Dal racconto emergeranno tutti gli elementi caratterizzanti dell’offerta: mare, cultura, borghi, attività sportiva, enogastronomia, longevità».
Tutte le azioni promozionali saranno accompagnate da un pay-off unico, che seguendo la scia dell’immagine coordinata ideata per Expo 2015 e candidata al Compasso d’oro, è rappresentato da cerchi concentrici, fatti di nuraghi stilizzati, come i rocchetti di una ruota. L’elemento identitario si affiancherà in ogni banner e cartellone al simbolo del Giro. Inoltre, gli organizzatori di Rcs-Gazzetta dello Sport promuoveranno e commercializzeranno quattro maglie celebrative: due dedicate ai mostri sacri del ciclismo italiano Coppi e Bartali, una all’arrivo a Milano, la quarta alla Grande Partenza dalla Sardegna. Per sensibilizzare bambini e ragazzi delle scuole primarie, Rcs ha ideato anche ‘Biciscuola‘, progetto che in Sardegna sarà gestito in collaborazione con i Comuni-tappa.
L’immagine coordinata sarà a disposizione di tutte le città e dei paesi attraversati dalla gara per veicolare la comunicazione sui vari canali. Ai messaggi tradizionali e via web saranno associati la strategia social e un’iniziativa che prevede ogni giorno la raccolta di contenuti legati al Giro Cento provenienti dai territori. Questi confluiranno in cento mini-racconti raccolti in un e-book. Infine, il logo con la ‘ruota di nuraghi’ sarà anche il simbolo delle rete ciclabile regionale e caratterizzerà l’offerta cicloturistica sarda.

«La Regione investe sulla strutturazione del cicloturismo come fondamentale prodotto tematico e sul completamento della rete ciclabile della Sardegna, con l’obiettivo di mettere sul mercato pacchetti di vacanza da promuovere anche grazie alla collaborazione con Rcs: il Giro – ha concluso l’assessore Francesco Morandi – sarà un veicolo straordinario per mostrare costa e aree interne, da scoprire, anche in bici, durante tutto l’anno.»

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Sulla Manovra finanziaria 2017, questa mattina  la commissione Bilancio ha sentito i rappresentanti delle parti sociali, delle forze datoriali e del sistema cooperativo. 

Secondo il segretario della Cgil, Michele Carrus, la manovra 2017 non si discosta da quelle degli anni passati. «Anche quest’anno il documento di bilancio è pesantemente condizionato dalla spesa per la Sanità che assorbe gran parte delle risorse (3.318 milioni di euro) – ha detto Michele Carrus – spesa destinata a salire dopo la decisione del ministero di escludere la Sardegna dai rimborsi per i nuovi Lea e per l’acquisto di farmaci innovativi. Occorre intervenire subito su questo fronte, ingaggiando una battaglia con lo Stato per ottenere la riduzione degli accantonamenti destinati alla compartecipazione per l’abbattimento del debito pubblico. L’altro passo da compiere è la riforma della rete ospedaliera. Le scelte sono state fatte, tenere la riforma a bagnomaria non contribuisce al risanamento dei conti e al miglioramento dei servizi».

Michele Carrus ha invece mostrato apprezzamento per le linee guida della programmazione unitaria che consentono di razionalizzare gli interventi e di rendere meno complicata l’azione della macchina regionale. «Manca però il salto di qualità – ha aggiunto Michele Carrus – soprattutto sul versante delle politiche per il lavoro. 119 milioni di euro, in gran parte vincolati per ammortizzatori sociali, formazione e spese dell’apparato burocratico, non sono sufficienti per affrontare la grave crisi occupazionale della Sardegna». Il segretario della Cgil ha duramente criticato l’azione dell’assessorato del Lavoro: «Se tutte le politiche per l’occupazione devono essere affidate all’Agenzia per il Lavoro meglio sopprimere l’assessorato – ha sottolineato Michele Carrus – le somme spese per le consulenze sono uno scandalo che deve cessare».

Carrus si è poi soffermato sugli interventi per garantire il diritto allo studio: «Si utilizzi una parte dei 25 milioni “manovrabili” per finanziare questo capitolo di bilancio – ha suggerito il leader della Cgil – serve un segnale forte per le tante famiglie di lavoratori e operai che non riescono più a mandare i loro figli all’università. Lo si potrebbe fare aumentando il valore medio delle borse di studio allineandosi ai parametri delle regioni italiane più virtuose. Altri fondi potrebbero essere assegnati per aiutare gli studenti fuori sede e per abbattere i costi del trasporto pubblico». Per Carrus sarebbe inoltre urgente prevedere più risorse a favore delle Università che quest’anno subiranno tagli pesanti ai trasferimenti statali «Se non si interviene sono a rischio molti corsi di specializzazione e progetti di ricerca».

Dal rappresentante della Cgil, infine, un appello a favore dei patronati: «Garantiscono un presidio nei territori per le fasce più deboli della popolazione. Vanno tutelati e sostenuti».

Appello al quale si è unito il segretario della Cisl Ignazio Ganga che, nel suo intervento, ha segnalato i troppi ritardi nella erogazione delle risorse pubbliche. «Il sistema del bilancio armonizzato soffre, i centri di spesa non sono stati capaci di dare ritmo – ha detto Ignazio Ganga – la spesa è troppo lenta soprattutto per l’occupazione che necessita di riscontri immediati».

Anche dal segretario della Cisl sono arrivate critiche sulle politiche per il lavoro: «Serve un colpo di reni – ha affermato Ignazio Ganga – finora tutte gli interventi sono stati realizzati con fondi europei. Perché non investire anche una parte del mutuo regionale. Sono favorevole agli interventi per le infrastrutture, una parte però potrebbe essere utilizzata per rafforzare il capitale umano». Per Ganga sono attualmente 35 le azioni di politiche attive per il lavoro. «Vanno razionalizzate, meglio concentrarsi su 3 o 4 misure che funzionano. Per i lavoro potrebbero essere inoltre recuperati altri fondi come i 15 milioni di euro destinati all’Insar che non hanno dato i risultati sperati».

Ignazio Ganga ha poi affrontato il tema delle entrate fiscali: «La vertenza non è chiusa – ha sottolineato – lo Stato continua a trattenere risorse. La decisione di escludere la Sardegna dai fondi per gli enti locali è un furto con destrezza. Se non si rinegozia la partita si rischia grosso. Comuni e province avranno 84 milioni in meno senza i quali i servizi non possono essere garantiti».

Sulle risorse destinate alla sanità, Ignazio Ganga, a differenza di Michele Carrus, ha rivolto un monito alla Commissione: «Attenti a non considerare il sistema sanitario un peso. Ci sono dentro 22mila lavoratori che garantiscono un servizio importante».

Il segretario della Cisl ha infine invitato la Commissione a rivedere il sistema di detassazione delle imprese: «L’Irap va rimodulata distinguendo tra imprese virtuose e non. Applicare gli incentivi in modo generalizzato incide sul sistema regione. Con quei soldi si finanzia il sociale».

Per Francesca Ticca, segretaria della Cisl,  il vero nodo da risolvere rimane quello della sanità. «La metà del bilancio regionale viene destinata al sistema sanitariose non si rivede l’accordo con lo Stato tutte le missioni introdotte nella legge di stabilità rischiano di non dare risposte ai cittadini».

Anche Francesca Ticca ha invocato politiche per il lavoro più incisive: «Un campo di intervento potrebbe essere quello ambientale che quest’anno mette a disposizione circa mezzo miliardo di euro. Sembrano tantissimi soldi ma in realtà la gran parte viene assorbita per le spese correnti di Forestas e del Geoparco».

Positivo il giudizio sugli interventi per le infrastrutture («servono però tempi certi e norme più semplici»), per le politiche sociali («si sta facendo uno sforzo importante») e per l’edilizia pubblica che mette quest’anno a disposizione 46 milioni di euro. Critiche invece alle azioni per il diritto allo studio («6 milioni sono pochi, in questo modo solo i ricchi potranno andare a scuola») e per le politiche per il lavoro: «119 milioni di euro sono una goccia nel mare. Non ci sono investimenti per far ripartire le produzioni – ha concluso Francesca Ticca – molti giovani hanno smesso di cercare lavoro».

Anche le forze datoriali hanno chiesto alla regione Sardegna un cambio di rotta nella modulazione delle risorse .

Secondo il presidente di Confindustria Alberto Scanu serve una svolta culturale per permettere alla Sardegna di mettersi al passo con l’Europa e allinearsi alle altre regioni italiane che hanno colto la sfida della modernizzazione.

«Il tema fondamentale è quello delle infrastrutture – ha detto Scanu – il Governo ha varato il piano “Industria 4.0”, un investimento di 20 miliardi di euro dal quale la Sardegna rischia di rimanere fuori. Si parla di Agenda digitale ma intanto nei nostri siti manca la banda larga. La Regione deve assumere un ruolo guida.»

Sui conti della Regione, Scanu ha evidenziato il peso abnorme della spesa sanitaria. «Occorre ridurla e trovare altre risorse, magari con un accelerazione sulla spending review e la rinegoziazione dell’intesa sulle entrate con lo Stato». Positivo infine il giudizio sull’attivazione dei bandi a sportello a favore delle imprese.

Valutazioni condivise dal presidente di Confapi Mirko Murgia che ha sottolineato l’esigenza di un rilancio delle politiche di sviluppo nei territori coinvolgendo imprese ed enti locali. «Questa manovra finanziare si occupa delle emergenze mentre servirebbe un progetto più ampio – ha detto Murgia – le imprese invocano da tempo misure per la riduzione del costo del lavoro e strumenti per facilitare l’accesso al credito oltre a un miglioramento del livello qualitativo della infrastrutturazione soprattutto sul fronte dei trasporti».

Francesco Porcu, segretario della Cna, dopo aver espresso preoccupazione per il quadro economico generale dominato da instabilità e incertezza ha proposto quattro linee di intervento: 1) riportare in ordine i conti della sanità attraverso la riforma della rete ospedaliera e la razionalizzazione della spesa; 2) riaprire la vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali; 3) riorganizzare la macchina amministrativa regionale con una robusta spending review e la riduzione degli enti e delle partecipate; 4) ridare efficacia all’azione di governo guardando a un orizzonte di medio e lungo periodo.

Per Francesco Porcu occorre un scossa nel sistema economico. «Per far questo servono risorse – ha  suggerito Porcu – la Cna propone un piano straordinario per il lavoro da finanziare con 100 milioni di euro. Le risorse potrebbero essere recuperate dal fondo Sfirs di 250 milioni di euro istituito nel 2010 per sostenere l’accesso al credito del sistema produttivo isolano. Risorse finora vincolate e immobilizzate che sarebbe opportuno liberare».

Per l’artigianato, infine, Francesco Porcu ha proposto il rifinanziamento di due leggi di settore che in passato hanno dato risultati come la n.949  e la legge 12 sull’apprendistato.

Il presidente di Confcooperative Fabio Onnis, dopo aver espresso apprezzamento per l’impianto complessivo della manovra, è entrato nel dettaglio dei provvedimenti di legge destinati al settore di sua competenza.

«Apprezziamo la decisione di finanziare con 4 milioni di euro la legge quadro della cooperazione mentre per altre voci di spesa le risorse messe a disposizione sono insufficienti. Serve incrementare i fondi per le cooperative culturali e dello spettacolo, di gestione dei beni culturali e delle biblioteche e soprattutto per quelle della pesca e dell’acquacoltura.»

Al termine delle audizioni il presidente Franco Sabatini ha assicurato massima attenzione ai suggerimenti arrivati dai rappresentanti delle forze sociali e datoriali. «Abbiamo ascoltato con interesse alcune proposte – ha detto Franco Sabatini -. siamo consapevoli che la partita sulle entrate fiscali rappresenti un passaggio fondamentale per ridare fiato alle finanze regionali. La Commissione approverà a breve una risoluzione per chiedere la convocazione degli Stati generali della Sardegna. Occorre chiamare a raccolta parlamentari, sindacati, enti locali forze datoriali per mobilitare tutta la società sarda e riaprire la vertenza con lo Stato».

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«Anche la Sardegna deve poter accedere ai fondi stanziati dalla finanziaria 2017 per il risanamento dei bilanci delle province. Si tratta di una vicenda che deve essere chiarita, evitando che sia un inutile elemento di conflitto tra la giunta regionale ed il governo.»

Lo scrivono in una lettera inviata al sottosegretario degli Affari regionali e delle autonomie, Gianclaudio Bressa, i senatori del PD Silvio Lai, Ignazio Angioni e Giuseppe Cucca.

«Mentre per alcune Regioni a statuto speciale la competenza sulla finanza locale è stata interamente trasferita dallo Stato alle regioni per altre, Sicilia e Sardegna, questo non è stato richiesto né è avvenuto ad oggi.»

«A conferma di ciò si può richiamare – precisa Silvio Lai, componente della commissione bilancio – il regolamento per le modalità di alimentazione e riparto del Fondo di solidarietà comunale (FSC) 2017 per i comuni delle regioni ordinarie e di Sardegna e Sicilia, di cui al comma 449 della legge 232/2016, appena emanato dal Mef pari a oltre 2,3 miliardi di euro. Di questi 1.884.902.234 euro sono per le regioni ordinarie e 464.832.131 sono per i comuni di Sardegna e Sicilia. Una dotazione totale ulteriormente incrementata di 3.832.190.376, per compensare i minori introiti IMU e TASI. Questo significa che i comuni sardi contribuisco al fondo alla solidarietà nazionale, e, se ne hanno diritto ne ricevono una quota parte. Lo stesso vale per le province sarde.»

«Per quanto ci riguarda – scrivono i tre senatori – siamo convinti che si tratti di un errore legato ad una diversa interpretazione degli accordi del 2015, accordi importanti che hanno chiuso una vertenza entrate della Sardegna, dopo anni di trascuratezza regionale e di indifferenza dei governi precedenti, che però da una attenta lettura non prevedono in maniera esplicita il trasferimento delle competenze sulla finanza locale dallo Stato alla Regione, con i relativi finanziamenti.
Anche per questo motivo anche la Sardegna dovrebbe accedere ai fondi stanziati con i commi 438 e 439 della legge di bilancio 2017.
Non si tratta solo di una questione di diritto ma di esigenze di bilancio degli enti locali per la copertura di servizi essenziali a cui la Regione non può fare ulteriormente fronte.»

«Ad oggi – afferma Silvio Lai – le Province esistono e soprattutto hanno in carico una serie di interventi per i quali è necessario avere a disposizione risorse economiche. Stiamo parlando della manutenzione di strade, di istituti scolastici e della tutela dell’ambiente. Si tratta di circa 70 milioni di euro che verrebbero a mancare alle province e alla città metropolitana, a fronte di servizi che devono essere garantiti quotidianamente. Nei mesi scorsi avevamo evidenziato come il contributo al risanamento della finanza pubblica richiesto alle province sarde fosse molto ingente, in relazione ai servizi e alle funzioni che ancora vengono svolte dalle province sarde. Ebbene, questo ulteriore sacrificio andrebbe a colpire ulteriormente non gli enti in questione ma i cittadini sardi che rischierebbero di non poter contare su interventi di fondamentale importanza.»

«Ci rendiamo conto che essendo già in corso le attribuzioni agli enti locali, l’inserimento di altri territori riduce gli stanziamenti, ma sul piano parlamentare siamo pronti a fare la nostra parte e a sostenere il Governo in una iniziativa correttiva che sarebbe sicuramente condivisa. La nostra opinione – concludono Lai Angioni e Cucca – è che il tema della finanza locale possa essere oggetto di discussione e trasferimento di competenze all’interno di una revisione dei rapporti, che vada oltre il dato economico stabilito nel patto del 2015, ma ad oggi restando come competenza ancora in capo allo Stato e pensiamo che non ci debbano essere differenze su questo tema con le regioni ordinarie. Se un ente locale partecipa al risanamento dello Stato è giusto che ne debba ricevere uguale trattamento. Dalle prime interlocuzioni con il Governo ne abbiamo tratto una condivisione delle ragioni, siamo certi che presto arriverà una conferma.»

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Si svolgerà a Santa Teresa Gallura, dal 9 al 16 giugno prossimo, l’annuale manifestazione nazionale “Nonni e nipoti”, organizzata dall’Anap, Associazione Anziani e Pensionati di Confartigianato. Per una settimana, i pensionati di Confartigianato di tutta Italia, insieme ai nipoti, si ritroveranno presso il “Marmorata Village” nella splendida costa del nord est Sardegna.

«Abbiamo organizzato qui in Sardegna la quinta edizione – spiega Paola Montis, la presidente regionale di ANAP-Confartigianato Pensionati – dopo il grande successo degli scorsi anni in altre regioni italiane». «Il rapporto tra i nonni e i nipoti è da sempre un rapporto unico – continua la Montis – e oggi un nonno su tre, stando alle statistiche, si occupa dei nipoti quando i genitori sono al lavoro. Dunque, i nonni rappresentano un sostegno concreto alla famiglia, soprattutto quando i genitori lavorano, oltre che un grandissimo legame affettivo».

Paola Montis.

Paola Montis.

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Il presidente Francesco Pigliaru ha firmato oggi l’ordinanza urgente per il conferimento dei sottoprodotti di origine animale (SOA), così da superare la situazione emergenziale creatasi nel territorio regionale per il ritiro e lo smaltimento di tali sottoprodotti e per evitare quindi problemi alla salute pubblica e lo stallo dell’intera filiera della macellazione e distribuzione delle carni. La condizione eccezionale si era creata a seguito del sequestro, disposto recentemente dal GIP del Tribunale di Cagliari, dello stabilimento Agrolip Sarda Srl di Macchiareddu.
L’ordinanza, in vigore per i prossimi 6 mesi, è il frutto di uno stretto lavoro di equipe fra la Presidenza della Regione e gli assessorati dell’Igiene e Sanità e della Difesa dell’Ambiente, a seguito delle sollecitazioni giunte dalle commissioni Quinta (Attività produttive) e Sesta (Salute e politiche sociali) del Consiglio regionale e dai diversi operatori del comparto. In Sardegna, i SOA saranno quindi trasformati, inceneriti o conferiti in discarica, con i dovuti trattamenti igienico sanitari (calce idrata, soda caustica al 2%).
Oggi, per quanto riguarda i sottoprodotti di categoria 1 (soprattutto materiale specifico a rischio, non contenente parti di suino, come per esempio materia celebrale o oculare di bovini superiori ai 12 mesi, milze di ovini di qualunque età, ecc.) possono essere stoccati e trasportati al di fuori della regione per lo smaltimento.
Discorso diverso riguarda i sottoprodotti di categoria 3 (per esempio: pelli, grasso, ossa, scarti della grande distribuzione, etc.), poiché le attuali modalità di gestione adottate dagli operatori del settore non consentono di escludere la presenza di sottoprodotti di origine suina, il cui trasporto e smaltimento al di fuori della Sardegna non è consentito dalle norme in materia di eradicazione di Peste suina africana.
L’ordinanza, tenendo conto dell’attuale assetto organizzativo del comparto, prevede che gli operatori produttori di scarti di macellazione o di lavorazione debbano, entro tre mesi, garantire la separazione dei sottoprodotti di categoria 1 da quelli di categoria 3 e debbano provvedere allo smaltimento dei SOA di categoria 1 al di fuori del territorio regionale. L’articolo 2 dell’ordinanza prevede inoltre che gli operatori produttori di scarti di macellazione o di lavorazione e quelli del settore della distribuzione delle carni debbano provvedere alla separazione, da attuarsi sempre nel medesimo arco temporale, nell’ambito della categoria 3, degli scarti di origine suina da quelli di diversa specie. Tali sottoprodotti potranno quindi essere destinati allo smaltimento al di fuori del territorio regionale. All’art. 5 si spiega inoltre che per non oltre sei mesi dalla data dell’ordinanza, i sottoprodotti di categoria 3, in eccedenza a quelli smaltiti negli impianti e nelle forme già riportate, possono essere smaltiti, in via del tutto eccezionale, come rifiuti nelle discariche autorizzate del territorio regionale e dotate di idoneo impianto a biogas. Questi sottoprodotti potranno essere smaltiti solo dopo idoneo trattamento così da assicurare che i materiali non presentino rischi per la salute pubblica e animale.
Per quanto riguarda la mortalità fisiologica negli allevamenti suini registrati e considerata la situazione di criticità causata dall’impossibilità di un regolare smaltimento dovuto all’assenza di impianti autorizzati e idonei allo smaltimento di carcasse, l’Operatore del settore alimentare (OSA) è autorizzato, in via straordinaria, allo smaltimento tramite interramento delle carcasse di suino, previa emanazione di una ordinanza del sindaco. Il sito deve essere individuato e le modalità di interramento devono avvenire in un luogo ove siano ridotti al minimo i rischi per la salute degli animali, per la salute pubblica e per l’ambiente, purché gli stessi siano situati ad una distanza sufficiente per consentire all’autorità competente di gestire la prevenzione dei suddetti rischi.
Nel tempo di vigenza dell’ordinanza, l’amministrazione regionale promuoverà tutte le iniziative utili e necessarie affinché si possa trovare una soluzione stabile e permanente per lo smaltimento di questi sottoprodotti così da garantire stabilità a tutto il comparto.

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L’Amministrazione comunale di San Giovanni Suergiu ha organizzato due giornate nell’aula consiliare di via Roma, il 27 e 28 gennaio, dedicate a mantenere vivo il ricordo della Shoah.

Il programma:
27 gennaio, a partire dalle ore 10.00:
– Proiezione di filmati e lettura di poesie con i ragazzi della scuola Secondaria di primo grado “G. Marconi”;
– Giampaolo Cirronis ripercorre il ricordo della Shoah e dei campi di concentramento nell’esperienza di Modesto Melis.
28 gennaio, a partire dalle ore 18.00:
– Giacomo Mameli analizza il tema dell’olocausto nell’ambito della letteratura sarda e italiana, attraverso la lettura e il commento dei testi di Anna Frank, Primo Levi, Giulio Benedetti e Francesco Masala. Interverrà Chiara F.