Tremila specie aliene minacciano l’ecosistema. Botanici cagliaritani all’opera con il progetto Life Asap.
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Si intensifica a livello continentale la caccia alle specie aliene, di mare e di terra. A guidare la filiera di ricerca internazionale un gruppo di specialisti dell’Università di Cagliari. Guidati da Annalena Cogoni (dipartimento Scienze della vita e dell’ambiente), curano gli aspetti botanici del progetto nazionale Life Asal (Alien species awareness program). Un percorso triennale atto a ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive e mitigarne gli impatto. Tra queste, giacinto d’acqua, agave, ailanto.
Il team della professoressa Cogoni, in collaborazione con il Centro servizi orto botanico (Hbk), sarà fulcro di una rete nazionale di soggetti tesi a sensibilizzare cittadini e istituzioni. Tra questi, Società botanica italiana, Orti botanici di Catania, Roma e Siena, Crea (Bagheria), Cirbfep (Roma) e l’azienda florovivaistica Sgaravatti Land (Capoterra). ll progetto cofinanziato dalla Commissione Europea ha il sostegno economico del ministero dell’Ambiente, tutela territorio e mare, ed è coordinato da Ispra con Federparchi, Legambiente, Nemo, Regione Lazio, Unicity e Università di Cagliari.
Il progetto, presentato a Roma lo scorso 13 gennaio, ha nel mirino le specie aliene invasive. Organismi introdotti dall’uomo al di fuori dell’area di origine, che si insediano in natura e causano impatti sull’ambiente o sulla vita umana. Inoltre, sono responsabili della perdita di biodiversità, della distruzione degli habitat e minacciano l’esistenza di molte specie autoctone. «Le specie aliene invasive danneggiano il nostro patrimonio naturale e hanno un impatto sociale ed economico stimato in oltre 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione europea. Il fenomeno è in aumento: in Europa il numero di specie aliene è cresciuto del 76 per cento negli ultimi 30 anni» dice Annalena Cogoni.
Nel Mediterraneo, anche per i cambiamenti climatici in atto, le specie aliene invasive sono la principale minaccia alla biodiversità. Oltre all’accesso da porti e aeroporti la loro diffusione è legata al commercio di piante esotiche e animali da compagnia, attività di pesca sportiva e venatoria eccetera. In Italia sono presenti oltre tremila specie aliene, introdotte spesso volontariamente, di cui oltre il 15 per cento invasive.
«Anche i nostri mari sono caratterizzati da elevati tassi di invasione di specie aliene. Il numero di specie marine aliene nel Mediterraneo è più che raddoppiato tra il 1970 e il 2015, con 150 nuove specie registrate negli ultimi 15 anni. Molte specie marine arrivano dal canale di Suez: 186 sono arrivate in Italia da questa via d’acqua e – rimarca la professoressa Cogoni – il loro numero è destinato ad aumentare». In Italia il numero di specie aliene è salito del 96 per cento negli ultimi 30 anni.
Le specie aliene invasive hanno impatti in Italia sulla biodiversità (gambero rosso americano, scoiattolo grigio, tartaruga palustre americana, caulerpa, robinia), su economia (nutria, cozza zebrata, fitofagi come il cinipede del castagno e la cimice del pino) e sulla salute umana (ambrosia, zanzara tigre). Ma ci sono minacce nuove: il calabrone asiatico, arrivato in Italia nel 2012 è una grave minaccia per le api, o il Marmorkreb, gambero di origine nordamericana, da pochi anni nel nostro Paese, causa gravi danni agli ecosistemi d’acqua dolce. In risposta all’emergenza le istituzioni hanno adottato diverse normative. Nel 2014 è stato approvato sul tema da Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione Europea il Regolamento 1143/2014, in vigore dal 1 gennaio 2015. Il Progetto Life Asap nasce anche da queste indicazioni.
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