19 July, 2024
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Le donne dell’associazione Mamme x Mamme Onlus Carbonia sabato scorso ha organizzato in piazza Roma, a Carbonia, un flash mob a sostegno dell’allattamento, dal titolo “Allattamento è… ovunque lo desideri”.

«Allattare è un diritto, non una forma di esibizionismo – sostengono le donne dell’associazione Mamme x Mamme Onlus Carbonia -. Vogliamo dare voce a tutte le mamme offese, discriminate, cacciate dai locali, negozi o luoghi pubblici, perché intente ad allattare il proprio bambino. Eppure il modo più naturale per un bambino di ricevere nutrizione è attraverso il latte materno. Chi sceglie questa prassi naturale, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, deve poterlo fare ovunque.»

«Chiediamo un intervento immediato da parte del Governo – aggiungono le donne dell’associazione Mamme x Mamme Onlus Carbonia – un’azione legislativa che tuteli le madri da molestie e discriminazioni ogni qualvolta scelgano di allattare in un luogo pubblico.»

Ha partecipato al flosh mob l’assessore dei Servizi sociali del comune di Carbonia, Loredana La Barbera.

Per sostenere la causa, firmando la petizione, è possibile visitare il seguente link: https://www.change.org/p/governo-italiano-allattamento-%C3%A8-ovunque-lo-desideri

La petizione fino ad oggi ha raggiunto 35.579 sostenitori e mancano ancora 14.421 firme per raggiungere quota 50.000.

Le fotografie sono di Gianluca Olivieri.

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Conclusa domenica scorsa la fase di qualificazione, inizia questa sera, con tre anticipi, la fase a orologio del campionato di Serie C Silver maschile di basket. L’Automek Calasetta ha archiviato la brutta sconfitta subita nell’ultima partita con la capolista Esperia e cercherà di ritornare alla vittoria nel match casalingo con il Basket Antonianum (2ª contro 3ª della prima fase), “replay” del match vinto nettamente due settimane fa sul parquet del campo Sciamain di Calasetta, con il punteggio di 79 a 64 (inizio ore 18.00).

Sugli altri campi, alle 17.30 la BEvolution Ferrini Basket ospita l’Olimpia Cagliari (5ª contro 9ª della prima fase) e, alle 19.00, l’Esperia Cagliari, ospita sul campo di via Pessagno il Basket Sant’Orsola (1ª contro 4ª della prima fase). Domani sera, al PalaSerradimigni di Sassari, alle 20.00, completerà il programma della prima giornata, la partita tra Sef Torres e Basket Olbia (6ª contro 8ª della prima fase).

Osserva un turno di riposo il Sinnai Basket (7ª della prima fase).

 

 

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«La prospettiva di ripresa produttiva di Eurallumina riaccende la speranza tra i giovani locali per un’occupazione, senza dover abbandonare il proprio territorio e gli affetti per intraprendere la strada dell’emigrazione.»

La RSU Eurallumina, in una nota, sottolinea la straordinaria importanza del progetto di rilancio dell’attività produttiva al centro di una lunga, difficile procedura autorizzativa.

«Come già accaduto nei precedenti sviluppi della lunga vertenza – aggiunge la RSU Eurallumina -, ad ogni segnale positivo, gli uffici del personale vengono subissati da curriculum vitae e candidature inviati da ingegneri, tecnici e varie professionalità operative. Il piano industriale che prevede un’occupazione diretta di 357 unità fa intravedere spazi di inserimento (l’attuale organico è di 280 unità, destinato a decrescere per ulteriori pensionamenti) di circa 100 nuovi assunti, mentre per le opere di cantiere (revamping completo degli impianti, opere per la produzione di energia, gestione e sicurezza sito di stoccaggio sono previste per alcuni anni circa 200 addetti degli appalti, la metà dei quali verrebbe stabilizzata nelle manutenzioni ordinarie, a cui verrebbero aggiunti gli operatori dei servizi mensa, trasporti, fornitori.»   

«Giornalmente circa 100 lavoratori (tecnici, amministrativi, manutentori), sono impegnati nelle opere di mantenimento degli impianti, tra loro una media di 20/30 delle ditte d’appalto mentre per l’impianto per il trattamento delle acque reflue industriali, il TARI (garanzia per la falda, insieme alla barriera idraulica già operativa presso il sito di stoccaggio dei residui delle lavorazioni), sono 24 gli operatori impegnati per tutte le 24 ore, a cui si sommano i 12 tecnici analisti di laboratorio. Nel ciclo operativo il personale viene richiamato ciclicamente in turni periodici di rotazione all interno dello stabilimento.

Le opere propedeutiche all’ apertura dei cantieri (oltre 200 milioni di investimenti) sono in parte realizzate e/o in fase avanzata, tra questi un importante investimento la ristrutturazione dei locali della mensa aziendale, che potrà essere avviata quanto prima, dopo l’espletamento di un apposito bando di gestione e che attende solo di poter erogare i pasti ai lavoratori.»

«Ma occorre andare cauti, come la RSU ha sempre affermato sino a compimento del completo ciclo autorizzativo e all’avvio delle opere che porteranno all’avvio della produzione entro gennaio 2019, non si può chiudere la vertenza e diffondere illusioni. Sempre nuovi ostacoli si frappongono tra questo obiettivo e andranno affrontati e superati con sempre più determinazione. Sulle legittime aspettative occupative dei ragazzi locali e dell’intero territorio, per la FAME da lavoro, il management locale, su espressa richiesta della RSU – conclude la nota -, ha replicato “che sino alla conclusione dell’iter autorizzativo e all’autorizzazione ad avviare gli investimenti dalla RUSAL, non verrà avviata nessuna selezione o tirocini di nessun tipo, ma che l’auspicio è di poterlo fare il prima possibile”.»

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Dopo il grande successo riscosso ieri a Iglesias, prima al Liceo Scientifico, poi al Teatro Electra di Piazza Pichi, a Iglesias, il dottor Ignazio Marino, ex sindaco di Roma, incontrerà i lettori e presenterà il suo libro “Un marziano a Roma”, Feltrinelli Editore, questo pomeriggio, nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, con inizio alle ore 17.00. Organizza l’associazione “Zorba il Gatto”.

Ignazio Marino verrà intervistato da Umberto Aime, giornalista de La Nuova Sardegna.

Il libro è una narrazione appassionata della difficile impresa di amministrare la capitale d’Italia, in cui Ignazio Marino tratteggia il quadro della politica romana e nazionale. Una soggettiva sulla complessità delle decisioni quotidiane, sulla difficoltà di far accettare il cambiamento, sulle resistenze che ha incontrato e sulle vicende che hanno portato, infine, alla sua estromissione dal sistema.

«Sono sempre stato un testardo. E i testardi possono vincere o perdere ma non riescono a galleggiare: emergono o affondano.»

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«La Regione Sardegna deve tutelare il panorama dei disabili. Non consentirò che sia sottratto un euro al settore. Non deve essere cancellato nessun posto letto. I pazienti non possono rimanere privi di assistenza. E’ opportuno che si lavori per completare l’intesa su servizi, tariffe, stanziamenti e volumi prestazionali, senza alcun taglio alle strutture riabilitative sparse in tutta la Sardegna.»

Il vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Edoardo Tocco (Forza Italia) – interviene così nel dibattito aperto da giorni sulla situazione in cui si trovano le strutture assistenziali riabilitative del Sulcis Iglesiente per la scarsità di risorse.

«Siamo a un punto di non ritorno  conclude Edoardo Tocco -. Il rischio è legato alla chiusura delle strutture, con inevitabili licenziamenti degli operatori e la cancellazione dell’assistenza ai pazienti.»

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La Dinamo c’è. La squadra di Federico Pasquini ha superato al fotofinish la Sidigas Avellino (69 a 68, primo tempo 39 a 38) davanti all’ex David Logan (arrivato in Irpinia, il fuoriclasse proveniente dal Lyetuvos Rytas non ha potuto scendere in campo perché la società non ha ricevuto il transfer in tempo utile) e si è qualificata per le semifinali della Coppa Italia, vinta per due stagioni consecutive: nel 2013/2014, in finale sulla Mens Sana Siena per 80 a 73, MVP Travis Diener; e nel 2014/2015, in finale sull’Olimpia Milano per 101 a 94, MVP David Logan.

La Dinamo questa sera s’è imposta su una grande Sidigas Avellino, partita fortissimo nella prima frazione con un break di 9 punti nel primo quarto, concluso sul 22 a 13. I biancoblu hanno reagito da grande squadre ed hanno ripreso i campani con un parziale di 26 a 16, trascinati dal solito Rok Stipcevic, dall’autorità di Gani Lawal e da David Bell e Trevor Lacey, andando al riposo dell’intervallo lungo avanti di un punto: 39 a 38.

Al rientro in campo, una splendida tripla di David Bell ha trascinato la Dinamo avanti di 7 punti ma gli irpini hanno reagito con orgoglio ed hanno portato a termine un nuovo sorpasso con Ragland e Randolph dai 6,75. Reazione sassarese con Savanovic e Lawal e Dinamo avanti di 2 punti al 30’: 56 a 54.

L’ultimo quarto è stato un entusiasmante testa a testa fino agli ultimi secondi e il match è stato deciso da una magia di Rok Stipcevic a 3″ dalla sirena finale: 69 a 68.

In semifinale la Dinamo incontrerà domani la Germani Basket Brescia che ha superato a sorpresa l’Umana Reyer Venezia (settima contro seconda del girone d’andata del campionato di A1) con il punteggio di 76 a 68 (inizio ore 20.45). La squadra lombarda ha superato la Dinamo nel match di campionato disputato il 5 febbraio a Brescia con il punteggio di 56 a 48, in una giornata nera della squadra di Federico Pasquini. Ma quella vista oggi è un’altra Dinamo che domani promette spettacolo e sogna la finale di domenica sera, contro la vincente dell’altra semifinale, in programma sempre domani, alle 17.30, tra l’EA7 Emporio Armani Milano e la Grissin Bon Reggio Emilia.

Sidigas Avellino 68 – Dinamo Sassari 69

Parziali: 22-13; 16-26; 16-17; 14-13.

Progressivi: 22-13; 38-39; 54-56; 68-69.

Sidigas Avellino. Zerini, Ragland 16, Green 5, Esposito M., Esposito L., Leunen 5, Severini, Randolph 14, Obasohan, Fesenko 12, Thomas 16, Parlato. Coach: Stefano Sacripanti.

Dinamo Sassari. Bell 8, Lacey 14, Devecchi, D’Ercole, Sacchetti 7, Lydeka 2, Savanovic 6, Carter 7, Stipcevic 15, Lawal 10, Ebeling, Monaldi. Coach: Federico Pasquini.

Rok Stipcevic.

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La fastosa Sala Oro della Società del Giardino di Milano, esclusivo Circolo fondato nel 1783 con sede presso Palazzo Spinola in via San Paolo 10, ha ospitato l’affollata conferenza di presentazione delle regate nazionali dedicate alle imbarcazioni a vela d’epoca e classiche. L’Associazione Italiana Vele d’Epoca (A.I.V.E.), nata nel 1982, ha illustrato il calendario 2017, composto da 13 appuntamenti che si svolgeranno da giugno a ottobre tra il Mare Tirreno e l’Alto Adriatico. Le regate verranno organizzate sotto l’egida dell’A.I.V.E., che è membro C.I.M., il Comitato Internazionale del Mediterraneo.

Ecco le date:

MARE TIRRENO

8-11 giugno: Trofeo Mariperman – “VI Trofeo CSSN-AP” – La Spezia

9-10 giugno: Regata Sociale AIVE (open) – La Spezia

14-18 giugno: “XVIII Argentario Sailing Week” – Porto Santo Stefano (GR)

23-25 giugno: “XV Grandi Vele a Gaeta” – Gaeta (LT)

28 giugno-2 luglio: “XIV Vele d’Epoca a Napoli” – Napoli

6-10 settembre: “Vele d’Epoca a Porto Rotondo” – Porto Rotondo (OT)

12-15 ottobre: “XIII Raduno Vele Storiche Viareggio” – Viareggio (LU)

MARE ADRIATICO

10-11 giugno: “Porto Piccolo Classics” – Sistiana (Ts)

25-26 giugno: III “Vele d’Epoca a Venezia” – Venezia

9-10 settembre: “International Hannibal Classic”, Monfalcone-Portorose (Slo)-Monfalcone

23-24 settembre: “Trofeo Arsenale di Venezia” – Venezia

30 sett.-1 ott.: “XX Raduno Città di Trieste” – Trieste

7 ottobre: “Barcolana Classic” – Trieste

La stagione delle vele d’epoca

Oggi le manifestazioni dedicate a queste Signore del mare, costruite principalmente in legno tra la metà dell’Ottocento e il 1975, non accennano a diminuire. Ogni evento si svolge in maniera indipendente e in occasione di ogni regata le imbarcazioni partecipanti vengono suddivise sostanzialmente in due categorie: Epoca (varo avvenuto prima del 1950), Classiche (varo avvenuto tra il 1950 e il 1975), alle quali talvolta si aggiunge quella degli Spirit of Tradition (barche di linee tradizionali varate dopo il 1975). Chiunque, in occasione delle regate di vele d’epoca, potrà ammirare sia in porto che in navigazione questi splendidi scafi. Sarà sufficiente recarsi presso le località ospitanti e accedere alle banchine. Ogni mattina le barche usciranno in mare per la regata di giornata, per poi fare ritorno in porto nel corso del pomeriggio.

Al termine dell’ultima competizione in mare si svolgeranno le premiazioni.

Corsaro II, il glorioso yacht della Marina Militare

Nel corso della serata il Capitano di Fregata Marco Paolo Montella, Comandante del Gruppo Navi Scuola a Vela della Marina Militare, ha illustrato la storia di Corsaro II, l’imbarcazione a vela lunga 21,26 metri varata nel 1961 presso il Cantiere Costaguta di Genova Voltri su progetto dello studio americano Sparkman & Stephens. La barca, armata a yawl bermudiano, fa parte del naviglio della Marina Militare e in oltre 50 anni di vita ha sempre addestrato gli allievi ufficiali dell’Accademia Navale di Livorno compiendo navigazioni dall’Atlantico al Pacifico e fino in Australia, soprattutto nei suoi primi anni di vita. Nel 1986, al comando dell’Ammiraglio Cristiano Bettini (all’epoca Capitano di Fregata), ha compiuto una doppia transatlantica dall’Europa fino a New York e ritorno per celebrare il Centenario della Statua della Libertà. In quella occasione l’Hudson River è stato invaso pacificamente da migliaia di barche e velieri. Oggi il Corsaro II, che continua a compiere campagne di istruzione per i futuri comandanti della Marina Militare, partecipa spesso ai raduni di vele d’epoca insieme ad altre barche a vela della Marina (Artica II, Capricia, Caroly, Chaplin, Sagittario, Stella Polare).

 

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La mobilitazione delle associazioni ambientaliste contro il progetto di rilancio dell’Eurallumina, e la nuova presa di posizione del soprintendente per i Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano Fausto Martino che contesta la posizione assunta dalla Giunta regionale che ha ritenuto non vincolante il parere negativo formulato su alcuni aspetti di carattere paesaggistico ed ha dichiarato ai media di ritenere non conclusa la conferenza dei servizi, ha provocato oggi una nuova dura presa di posizione della RSU Eurallumina che ha diffuso una lunga nota.

«Il “NO” si giustifica inizialmente con la preoccupazione (giusta e condivisa da tutti, lavoratori del settore compresi) dell’impatto sanitario e ambientale dovuti agli insediamenti industriali, ma, come nel caso specifico di Eurallumina, quando questi argomenti vengono sviscerati e analizzati sino a valutarne la grandezza delle virgole, in 930 giorni di istruttoria tecnica, due presentazioni pubbliche, due conferenze dei servizi più un supplemento, con osservazioni e richieste di integrazioni poi chiarite, con altri 23 enti diversi (distinti per argomento e competenza specifica) che al termine di una conferenza dei servizi durata due giorni, danno il parere positivo al progetto di ripresa produttiva della fabbrica… ora questi, non bastano più! Quindi, chiarito che chi deputato alla valutazione del lato sanitario e ambientale del progetto ha dato il proprio parere positivo, bisognava inventarsi altro, era necessario passare al piano “B”, bisognava usare le armi pesanti: allora via al ministero dei Beni culturali e alle associazioni ambientaliste di caratura nazionale… perché il fine ultimo è sempre lo stesso: “NO ALL’INDUSTRIA”.»

«Il MIBACT, che ha partecipato a tutte le riunioni tecniche previste dall’iter autorizzativo del progetto Eurallumina ( senza mai segnalare eventuali problemi) e che solo nell’ultimo giorno, dell’ultima conferenza dei servizi, nell’ultima ora, ha espresso parere negativo per problematiche risalenti alla tutela del paesaggio (problematiche che se esistenti non possono certo essere nate all’ultimo momento e che sono state confutate “in punta di diritto” e in un lavoro egregio dalla stessa Regione Sardegna) – aggiunge la RSU Eurallumina -. A questo punto, anche chi non è un simpatizzante delle teorie del complotto, può vedere chiaramente la strategia messa in atto: si è aspettato e sperato che fossero altri magari la sanità e l’impatto ambientale, nel caso con motivazioni ben più importanti), a prendersi la responsabilità di negare la ripartenza di un impianto produttivo che porta con se almeno 1.000 buste paga, ma l’istruttoria ha dato un risultato diverso: il progetto è compatibile con norme e regole sanitarie e di impatto ambientale

«E’ giusto ricordare, perché molto importante e basilare, che gli stessi lavoratori Eurallumina, in ogni sede, hanno sempre dichiarato che se l’istruttoria autorizzativa avesse palesato problematiche importanti e relative alla salute pubblica o all’impatto ambientale, “non avrebbero più indossato la caratteristica giacca verde” e avrebbero smesso di lottare per un progetto che potenzialmente avrebbe potuto danneggiare cose e persone (lavoratori compresi)… MA IL RISULTATO DELLA CONFERENZA AUTORIZZATIVA HA DETTO ALTRO!!!

Allora la strategia, preparata in modo oculato, ha previsto l’utilizzo del jolly : il parere negativo, con grande stupore di tutti i partecipanti alla conferenza, della soprintendenza del ministero dei Beni culturali. Carta che viene immediatamente buttata sul tavolo, anche perché a quel punto si trovavano nel giro conclusivo dei pareri e delle valutazioni finali che avrebbero chiuso la conferenza. Mentre, a loro sostegno, le associazioni ambientaliste a livello nazionale, chiaramente tirate in ballo e imbeccate, parlano mediante i loro rappresentanti nell’isola, ma che nella maggior parte dei casi (tranne qualche eccezione) hanno  conoscenze limitate sull’argomento, si basano su chiari preconcetti, su informazioni sbagliate, addirittura confondendo diverse realtà (fanghi Monteponi- Sito di stoccaggio Eurallumina), dimostrando di non conoscere il territorio verso il quale si prendono il diritto di decidere e sentenziare, oltretutto ignorando completamente le reali fonti di inquinamento presenti nel territorio, retaggio delle vecchie attività minerarie, per le quali mai si sono visti “banchetti”e/o movimenti plateali per chiederne la bonifica. Era ed è tutto programmato, un attacco organizzato, con una strutturazione che parte dal basso (anche troppo), iniziando da qualche associazione locale che conta pochissimi iscritti (di solito sempre gli stessi) con carattere personalistico e famigliare, dedite a strappare in qualsiasi modo (anche il più becero) un articolo di giornale o una foto in prima pagina, per arrivare sino ai livelli alti, con rappresentanti che stanno direttamente dentro i ministeri della Repubblica Italiana. Alla base di tutto è ormai chiaro che non c’è la tutela della salute o dell’Ambiente, ma una visione del mondo ipocrita che critica e contrasta in ogni modo le produzioni industriali, ma che ne condivide e consuma i prodotti. Nello specifico l’alluminio è un metallo che fa parte della vita quotidiana dell’uomo, un metallo che per caratteristiche, ad oggi, non è sostituibile con altri. Quindi, in un modo o nell’altro, nel mondo deve essere prodotto e utilizzato: dalle automobili, agli aerei, alle apparecchiature mediche, a quelle digitali, all’edilizia, alla ricerca, ecc., ecc. Resta certo il fatto che gli oppositori dell’Industria non hanno però trovato la via più semplice per arrivare al loro fantastico obiettivo di rifiutare l’industria, eppure esiste! Ed è una soluzione che dovrebbe essere di valutazione immediata, perché come si dice: “E’ quella che per prima salta agli occhi!”, infatti tutti potremo rinunciare all’utilizzo dell’alluminio, dei metalli in genere e tutto quello che deriva dalla produzione industriale, ritornando al periodo pre-rivoluzione industriale, andando tutti a vivere nella casetta del “Mulino bianco”, con la ruota a pale, che utilizza come forza motrice l’acqua del ruscello, come unica risorsa tecnologica . Ma stranamente nessuno degli oppositori all’industria vuole rinunciare a niente: i confort della vita odierna e occidentale sono difficili da abbandonare! Sopratutto per i radical chic che frequentano i salotti intellettuali della “crema”, della società “bene”, che ogni giorno, tornando a casa, sanno di avere sotto il cuscino una situazione economica che  non creerà problemi a loro e ai loro discendenti per diverse generazioni. Va bene però utilizzare comunque i prodotti industriali, farli produrre in altri stati, di solito quelli sottosviluppati, dove non esistono regole di tutela ambientale e sanitaria, dove le autorizzazioni te le da il regime totalitario del momento, dove i lavoratori vengono utilizzati come schiavi. Da questa parte del mondo invece l’Europa emana, giustamente, direttive che abbassano ulteriormente i limiti delle emissioni industriali in atmosfera e l’Italia non solo recepisce l’indicazione europea, ma per molti inquinanti ne dimezza ulteriormente il limite di emissione, che tutte le attività industriali che producono nel suolo italiano devono rispettare, compreso il progetto Eurallumina, perché è legge dello Stato!!! Come è errata la valutazione che “i portatori sani di ambientalismo” fanno sulle emissioni di Co2 , che non è un inquinante (come loro lo considerano) ma un “gas serra”, quindi ,al limite, responsabile dell’”effetto serra” e del relativo aumento della temperatura globale. “Globale” appunto, il che significa che se la Co2 è emessa in Italia, in Cina o in Papuasia, l’effetto sul clima globale è lo stesso.»

La RSU rimarca ancora che gli oppositori al progetto non ritengono questo argomento importante, il loro NO è a prescindere.

«Oggi, superato il potenziale e più importante problema in ambito sanitario e ambientale, si fanno le barricate sull’impatto paesaggistico del progetto, su un paesaggio, appunto, industriale  e che esiste da decenni, fatto di pale eoliche, ciminiere, siti di stoccaggio e strutture industriali. Per chiarire, va da se che la costruzione di una qualsiasi struttura industriale vicino al Colosseo o nella più famosa “Piazza San Pietro” avrebbe trovato sponda e significato nelle osservazioni fatte dal MIBACT, ma che perdono di sussistenza quando in un paesaggio industriale si aggiungono strutture “Industriali” che non ne cambiano di certo l’aspetto principale, posizione questa valutata e condivisa unitariamente, in un documento inviato a tutti i soggetti coinvolti nell’iter autorizzativo, dalle segreterie Regionali e Territoriali di FILCTEM, FEMCA e UILTEC. Attenzione però, quello che può sembrare una situazione circoscritta solo al progetto di ripartenza Eurallumina, può essere e lo è sicuramente, un campo prova per testare le armi di opposizione all’industria in genere. Se dovesse passare questo modo di valutare il paesaggio industriale, se dovesse passare questa interpretazione, creando quindi il precedente, niente potrebbe evitare l’applicazione dello stesso ad altre realtà industriali del territorio (vedi ampliamenti e costruzione nuovi impianti o siti di stoccaggio), ma dell’intera Sardegna per poi arrivare oltre mare a toccare la penisola. La guerra è dura e a volte impari, ma i lavoratori Eurallumina – conclude la nota della RSU – continueranno con determinazione, nella loro lotta per il lavoro, nel rispetto delle norme e delle leggi, convinti che il futuro economico e sociale del Sulcis, della Sardegna e dell’Italia, non possa prescindere da un modello di sviluppo integrato.»

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Si terrà martedì 21 febbraio, alle ore 11.00, nella Sala “Caduti di Nassirya” di Palazzo Madama, presso il Senato della Repubblica (Piazza Madama 11 – Roma), in occasione del decennale del decreto ministeriale del 19 febbraio 2007 (c.d. “Conto Energia 2007” che ha rilanciato il mercato fotovoltaico italiano), il “GREEN PRIDE DELL’INNOVAZIONE”, organizzato da Clhub, venture incubator internazionale con focus sui settori Clean, Agri, IoT e Digital, e Fondazione UniVerde.

Interverranno:

• Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione UniVerde

• Loredana De Petris, presidente Gruppo Misto, Senato della Repubblica

• Serena Pellegrino, vicepresidente commissione Ambiente, Camera dei Deputati

• Giovanni Sanna, co-fondatore e presidente di Clhub

• Simone Cimminelli, managing Director di iStarter e Consigliere di Clhub

• Alessio Calcagni, amministratore delegato di Veranu

La campagna organizzata da Fondazione UniVerde è articolata per eventi, e intende far conoscere, sostenere e dare un riconoscimento alle realtà che stanno dando un contributo concreto per uscire dalla crisi del “vecchio” modello economico, basato sui combustibili fossili, e per creare nuova occupazione e green jobs, una migliore qualità della vita in armonia con l’ambiente naturale e per affermare un nuovo modello basato sul binomio innovazione-sostenibilità, retto sull’economia circolare e che produca la trasformazione delle città in Smart Cities.

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A Oristano nasce il primo Pop Up Store esperienziale della Sardegna, sarà dedicato alla Sartiglia.

La start up Placecorner.com e lo Store Camaleon Shop ‘n Shop inaugurano un grande negozio a tempo in occasione della Sartiglia. Obiettivo è far scoprire ai visitatori, attraverso un allestimento scenografico ed immersivo ispirato ai materiali, ai colori e ai profumi della manifestazione, le creazioni e i prodotti di sei brand e artigiani provenienti da diverse province dell’isola.

Resterà aperto solo dal 22 febbraio al 24 marzo, il primo Pop Up Store esperienziale della Sardegna, che apparirà ad Oristano, in piazza Roma, in occasione della Sartiglia, dove un negozio storico sarà trasformato in uno luogo originale e innovativo in cui ogni marchio avrà un proprio spazio.

Il principio è quello del negozio a tempo, secondo il modello anglosassone (temporary store in americano, pop up shop in inglese), dove una serie di nuovi prodotti vengono presentati attraverso uno scenario sensoriale, che scomparirà nel giro di un mese, per lasciare poi lo spazio a nuovi prodotti e nuovi allestimenti.

Un’esperienza unica e irripetibile per i visitatori della Sartiglia e per i cittadini di Oristano, che nel pop up store, tra pareti realizzate con balle di paglia, decorazioni di violette, profumi e suoni dell’isola, potranno scoprire, e acquistare, le creazioni e i prodotti di sei marche e artigiani made in Sardinia: C+C di Carlo Budroni, Cocinera, Atelier Cri Cri, Prama, Foiscà, Trina.

A progettare e realizzare il negozio temporaneo, per conto di Camaleon Shop ‘n shop, è Placecorner.com, una start up nata a Cagliari, che permette a marchi e aziende di aprire un temporary shop o un piccolo spazio a tempo all’interno di un negozio in attività, in modo semplice, veloce e sicuro grazie all’intermediazione on line e a una serie di servizi chiavi in mano.

«La sfida di un’operazione come questa – dice Maria Grazia Manca, fondatrice di Placecorner.com – è  mostrare in modo concreto i vantaggi dell’affitto temporaneo di spazi commerciali: i brand e gli artigiani possono avere tutta la visibilità e le opportunità del negozio fisico per il tempo di cui hanno bisogno, senza dover sostenere i costi di un affitto di lungo periodo. La concomitanza con l’evento a forte richiamo turistico e di pubblico, la presenza di un allestimento scenografico tematico e la durata limitata dell’apertura garantiscono un grande e concentrato afflusso di persone nel negozio, spinte dalla curiosità di vivere un’esperienza d’acquisto diversa e innovativa.»

Un progetto senza precedenti in Sardegna, che vedrà presto nuovi Pop Up Store apparire e scomparire in altre città dell’isola in occasione di altre manifestazioni dal forte potere evocativo, mentre Placecorner.com, già operativa anche a Roma e Milano, si prepara a raggiungere altre città europee.