Il teatro Centrale di Carbonia e l’Istituto “Francesco Ciusa” di Nuoro hanno ospitato due giornate dedicate al ricordo della Shoah.
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Il Teatro Centrale di Carbonia e l’Istituto “Francesco Ciusa” di Nuoro hanno ospitato due giornate, il 5 e 6 febbraio, dedicate al ricordo dello sterminio e delle persecuzioni dei deportati militari e politici italiani e stranieri nei campi nazisti, organizzate dall’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, in collaborazione con l’Associazione Culturale Polacco-Sarda. Per la prima volta, in Sardegna, si sono svolti incontri e confronti di tre internati in tre campi di concentramento diversi, in occasione della “Giornata della memoria” per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei nonché tutti coloro, civili e militari, che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte e che, opponendosi al progetto di sterminio, hanno salvato vite e protetto perseguitati, a rischio della loro vita.
Sono state raccontate le esperienze di tre sfortunati protagonisti/vittime di quelle pagine tristissime della storia del XX secolo.
Due lo hanno fatto personalmente, intervistati dal giornalista Graziano Canu:
Michele Montagano, 95 anni, deportato militare che ha raccontato gli oltre venti mesi di disciplina rigida e vessatoria e le sadiche punizioni dei carcerieri, la fame terribile, il rigore del clima senza adeguati indumenti, la mancanza di assistenza sanitaria, la sporcizia, i parassiti, la privazione di notizie da parte delle famiglie, la lenta distruzione della personalità, per ridurre a semplici stuk, che in tedesco vuol dire pezzi.
Bodgan Bartnikowski, 85 anni, che ha testimoniato la sua esperienza di bambino internato nel campo di concentramento di Auschwitz. Porre accanto la parola bambini a quella “Auschwitz” implica la celebrazione della più evidente contraddizione della storia e della più grande atrocità. Allo stesso tempo gli occhi dei bambini sono gli unici capaci di elargire un quadro fedele di quella che era la dura e cruda verità della realtà dei campi di concentramento.
Uno, Modesto Melis, venuto a mancare lo scorso 9 gennaio all’età di quasi 97 anni, è stato ricordato con un filmato realizzato da Graziano Canu sulla base di un’intervista realizzata recentemente, arricchita da immagini e fotografie raccolte negli ultimi anni che hanno visto Modesto Melis protagonista di decine e decine di incontri, soprattutto nelle scuole, in tanti comuni della Sardegna ma anche a Roma e a Mauthausen, dove è voluto ritornare nel settembre del 2014, 69 anni dopo la sua liberazione.
Ricordare significa testimoniare ancora oggi il rifiuto di ogni forma di razzismo e di discriminazione del diverso, insegnare l’importanza del rispetto dell’altro, del dialogo tra le persone e tra i popoli come unico imprescindibile strumento di pace.
I due incontri sono stati realizzati anche grazie alla sensibilità della Presidenza del Consiglio Regionale, nella persona dell’on. Gianfranco Ganau, del comune di Carbonia e dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Roma.