Tre testimonianze a confronto, domenica a Carbonia e lunedì a Nuoro, storie di internati nei campi di concentramento.
[bing_translator]
Il ricordo dello sterminio e delle persecuzioni dei deportati militari e politici italiani e stranieri nei campi nazisti verrà presentato il 5 febbraio, alle ore 16,30, nel Teatro Centrale di Carbonia e il 6 febbraio, alle ore 11,00, nell’Istituto “Ciusa” di Nuoro.
L’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, in collaborazione con l’Associazione Culturale Polacco-Sarda, organizza per la prima volta in Sardegna un incontro e un confronto di tre internati in tre campi di concentramento diversi. In occasione della “Giornata della memoria” per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei nonché tutti coloro, civili e militari, che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte e che opponendosi al progetto di sterminio hanno salvato vite e protetto perseguitati, a rischio della propria vita. Si evidenzia l’importanza della memoria e della conoscenza della Shoah, da parte delle nuove generazioni, frutto di una tragica aberrazione ideologica che ha portato all’orrore dei lager e delle pratiche di ghettizzazione e persecuzione assolutamente disumane di cui bisogna serbare sensibile, consapevole memoria. Tre testimoni che racconteranno la loro esperienza: Modesto Melis (perché venuto a mancare qualche giorno fa) l’unico che parlerà attraverso le interviste e le testimonianze rilasciate in questi ultimi anni di ciò che ha vissuto nel campo di concentramento a Mauthausen.
Michele Montagano, deportato militare che racconterà gli oltre venti mesi di disciplina rigida e vessatoria e le sadiche punizioni dei carcerieri, la fame terribile, il rigore del clima senza adeguati indumenti, la mancanza di assistenza sanitaria, la sporcizia, i parassiti, la privazione di notizie da parte delle famiglie, la lenta distruzione della personalità, per ridurre a semplici stuk, che in tedesco vuol dire pezzi.
Bodgan Bartnikoski che testimonierà la sua esperienza di bambino internato nel campo di concentramento di Auschwitz. Porre accanto la parola bambini a quella “Auschwitz” implica la celebrazione della più evidente contraddizione della storia e della più grande atrocità. Allo stesso tempo gli occhi dei bambini son gli unici capaci di elargire un quadro fedele di quella che era la dura e cruda verità della realtà dei campi di concentramento.
Ricordare significa testimoniare ancora oggi il rifiuto di ogni forma di razzismo e di discriminazione del diverso, insegnare l’importanza del rispetto dell’altro, del dialogo tra le persone e tra i popoli come unico imprescindibile strumento di pace.
Gli organizzatori ringraziano per la sensibilità la Presidenza del Consiglio Regionale, on. Gianfranco Ganau, il comune di Carbonia e l’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Roma.
Coordinerà i lavori il giornalista Graziano Canu.
NO COMMENTS