Il comune di Carbonia replica all’associazione culturale Lee Van Cleef sull’organizzazione del 5° Summer Is Mine Festival.
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Il comune di Carbonia replica all’associazione culturale Lee Van Cleef, sull’organizzazione della quinta edizione del Summer Is Mine Festival.
«Con il nuovo comunicato dell’associazione Lee Van Cleef, pubblicato su Facebook qualche ora fa – scrive in una nota Emanuela Rubiu, assessore della Cultura del comune di Carbonia -, si chiude, certo non in maniera decorosa, ogni possibile polemica sulla questione del trasferimento del festival rock Summer Is Mine ad Iglesias. Pare, infatti, a tutti evidente, che la volontà di abbandonare Villa Sulcis per approdare a Monteponi, sia tutta e solo dell’associazione organizzatrice della rassegna musicale. Quando si afferma che già nell’agosto si è cominciato a trattare con l’Amministrazione comunale di Iglesias tenendone all’oscuro gli interlocutori naturali, cioè l’Amministrazione comunale di Carbonia, con la quale si continuava tuttavia ad interloquire, significa che, al di là delle risposte che l’Amministrazione comunale di Carbonia avrebbe potuto dare all’associazione Lee Van Cleef, questa aveva già deciso. E non si può certo dire che da parte dell’Amministrazione comunale di Carbonia non vi siano state risposte positive: altrimenti sarebbe davvero strano capire per quale motivo qualche giorno fa ci sia stata presentata dagli organizzatori una richiesta formale di finanziamento e perché si sia data vita a una girandola di post e dichiarazioni alla stampa contraddittori e opachi.»
«Fino a questo comunicato che tenta di dipanare ma ingarbuglia, vuole comunicare ma occulta, cerca di svelare ma copre – aggiunge Emanuela Rubiu -. I motivi per cui l’associazione Lee Van Cleef ha deciso di abbandonare la città che ha visto nascere e crescere Summer Is Mine restano infatti misteriosi: sicuramente non si può imputare nulla all’Amministrazione comunale di Carbonia. La quale, come detto e ribadito dal Sindaco fin dalle sue dichiarazioni programmatiche sia da me in più occasioni, ha espresso più volte la volontà di fare di quel festival un evento caratterizzante dell’attività culturale e di spettacolo della città. Le necessità manifestate dall’associazione per quanto riguarda la sicurezza e l’accoglienza degli spettatori erano già state di fatto accolte dagli uffici competenti e ci si accingeva a porvi mano in breve tempo. Per quanto riguarda il finanziamento, vi era l’intenzione di soddisfare al massimo livello possibile le esigenze della manifestazione per la sua miglior riuscita. Intenzioni che l’associazione Lee Van Cleef non ha evidentemente voluto vagliare, preferendo una nuova collocazione: scelta di cui essa sola deve rispondere, a fronte di comportamenti per nulla cristallini – conclude Emanuela Rubiu -. A voler usare un eufemismo.»
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