22 November, 2024
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La crisi di una sinistra che non c’è più.

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Sinistra, dove sei? L’interrogativo è legittimo a livello nazionale, per i travagli del Partito Democratico e la nascita di nuove formazioni che si propongono di restituire identità ad un’area politica in crisi ormai da diversi anni, ma lo è forse ancora di più in Sardegna e, soprattutto, nel Sulcis Iglesiente, territorio guidato storicamente, politicamente ed amministrativamente, dalla sinistra e/o dal centrosinistra. L’affermazione schiacciante del Movimento 5 Stelle alle Amministrative 2016 a Carbonia, ha segnato la fine di un’epoca durata 70 anni, ma la crisi della sinistra affonda le sue radici più indietro nel tempo. E’ la crisi, almeno a livello locale, non tanto di un’ideologia, quanto dei suoi interpreti, che hanno profondamente deluso il loro “popolo”. Anno dopo anno, la sinistra ha smesso di vestire i “suoi panni”, allontanandosi sempre più dalla “sua missione” e, una volta resasi conto della “disaffezione crescente” della sua base, per conservare il controllo del “potere”, ha stretto accordi “trasversali” che, alla lunga, si sono rivelati, com’era inevitabile, un boomerang. Il passaggio decisivo che ha portato alla profonda crisi che oggi è sotto gli occhi di tutti, è stato la creazione del Partito Democratico, nato dalla “fusione” (a freddo) dell’area erede della vecchia DC con le aree eredi dei vecchi PSI e PCI. Una operazione che, negli intendimenti dei promotori, avrebbe dovuto rappresentare una vera e propria rivoluzione “politica e culturale”, inizialmente ha illuso di poter dare i risultati auspicati, ma alla lunga si è rivelata un fallimento ed ha portato alla scissione.

Il primo effetto negativo per la sinistra, è stato l’indebolimento via via sempre più marcato delle forze politiche minori del vecchio centrosinistra (PRC, PDCI, Verdi, IDV), letteralmente cancellate da una legge elettorale creata proprio con quella finalità, e solo parzialmente confluite nel Partito Democratico che, sotto la guida “Renziana”, ha acquisito, giorno dopo giorno, le caratteristiche di un grande contenitore senza precisa identità e, comunque, orientato più verso il governo del Paese e delle realtà locali che non verso il rispetto della missione di partenza, politica e sociale. Con l’esplosione del fenomeno M5S, alla quale ha concorso in misura rilevante proprio la crisi della sinistra (sono tantissimi, anche a Carbonia e nel territorio, gli elettori che per anni hanno sostenuto la sinistra e, in particolare, il PCI, poi PDS, DS ed ora PD, ad aver deciso di votare M5S, non tanto perché “affascinati” dal nuovo movimento, quanto «per spazzare via una classe politica vecchia, abbarbicata al potere ed ormai completamente distaccata dalla realtà») ed i tormenti interni al Partito Democratico, stanno nascendo nuove realtà nell’area politica che si riconosce nella sinistra. La disillusione, comunque, ha creato danni molto profondi, non facili da sanare, ed è forte il rischio di un’ulteriore crescita dei populismi e dell’allontanamento dei cittadini dalla politica. Oggi, per avere possibilità concrete di riuscire ad invertire la tendenza, è necessario un bagno d’umiltà, riavviare un dialogo serio con i cittadini, affrontare i loro problemi con un approccio nuovo, legato a proposte di soluzione concrete. Sarà sicuramente un lavoro lungo, che potrà dare risultati nel medio e lungo termine ma oggi, pare l’unica strada percorribile.

Giampaolo Cirronis

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