Nasce un nuovo comitato per l’istituzione di una nuova provincia del Sulcis Iglesiente.
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Nasce un nuovo comitato per l’istituzione di una nuova provincia del Sulcis Iglesiente. Il dibattito sulla riforma degli enti locali negli ultimi mesi si è fatto sempre più acceso ed è stato rinvigorito dalla decisione della Giunta regionale di istituire a Cagliari una sede operativa della neonata provincia del Sud Sardegna, presentata dall’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu e dall’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna Giorgio Sanna.
La schiacciante vittoria del NO al referendum sulla riforma costituzionale, con la crisi di governo con le successive dimissioni del Premier Matteo Renzi e l’elezione di un nuovo governo guidato dall’ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha portato alla bocciatura del progetto di riforma del sistema delle autonomie locali che prevedeva la cancellazione delle province. La Sardegna, lo ricordiamo, aveva fatto da apripista il 6 maggio 2012, cancellando con i 5 referendum abrogativi regionali, le province di Carbonia Iglesias, del Medio Campidano, dell’Ogliastra e di Olbia Tempio. In quella occasione votarono 525.661 sardi, il 35,51% degli aventi diritto, con il 65,98% di Sì. Nel Sulcis Iglesiente si recarono alle urne 37.807 dei 119.898 elettori aventi diritto, il 31,53%. Successivamente, il 4 febbraio dello scorso anno, il Consiglio regionale ha approvato la legge 2 di riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna che ha istituito la città metropolitana di Cagliari e una quarta provincia, quella del Sud Sardegna, che si è aggiunta alle tre province “storiche” rimaste in vita: Sassari, Nuoro e Oristano. La provincia del Sud Sardegna include un territorio vastissimo che si estende dall’estremo confine sud occidentale all’estremo confine sud orientale dell’Isola, fino alle parti più meridionali della Barbagia. Complessivamente 107 Comuni che hanno storia ed interessi profondamente differenti tra loro e costituiscono una vasta area della Sardegna per niente omogenea, come invece dovrebbe essere un ente intermedio.
Il 4 dicembre, nella consultazione per il referendum costituzionale, in Sardegna hanno votato 859.158 elettori di 1.375.735 aventi diritto, con 616.791 No (72,22%) e 237.280 Sì (27,78%). Una stragrande maggioranza dei sardi, con il voto, ha deciso che la Costituzione non va cambiata e, conseguentemente, che le province non devono essere cancellate. I numeri, dunque, dicono che le quattro province sarde sono state abolite per volontà di circa il 24% dei sardi (il 65,98% del 35,51% dei votanti ai referendum regionali del 6 maggio 2012), mentre il 72% del 62,45% degli elettori che il 4 dicembre si sono recati alle urne per votare i referendum costituzionali, quasi il 45% dei sardi, hanno deciso che le province devono restare in vita.
In questo acceso dibattito, creato intorno al ruolo delle province e ai numeri, si inserisce l’iniziativa di un gruppo di cittadini che stamane ha presentato, nella sala riunioni del Bar Centrale 38, a Carbonia, il Comitato per l’istituzione di una nuova provincia del Sulcis Iglesiente e per il decentramento degli uffici e dei servizi pubblici regionali e statali, al fine di proporre la modifica della legge regionale n. 2 del 4 febbraio 2016 sul “riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna”, attraverso una proposta di legge regionale di iniziativa popolare, con una raccolta di 15.000 firme. All’incontro era presente Gianfranco Trullu, sindaco di Perdaxius e presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis.
Al termine del breve incontro, abbiamo intervistato uno dei promotori, Mauro Pistis.
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