[bing_translator]
https://www.youtube.com/watch?v=6nUy97dCj2I
Il festival Ai Confini tra Sardegna e Jazz compie, con la XXXII edizione, l’ennesimo atto di amore nei confronti del linguaggio musicale contemporaneo e del jazz in particolare, lo fa con intatto vigore e con l’atteggiamento che da sempre ha caratterizzato questa manifestazione: “La curiosità”. Come nelle edizioni precedenti, l’associazione culturale Punta Giara, organizzatrice del festival, è partita dal passato ancora presente per cercare di leggere la contemporaneità della vita di uomini e donne, con l’ambizione di scrivere nuove pagine a valore universale che, partendo dalla nostra isola, possa delineare il futuro attraverso la lente di questa straordinaria forma d’arte.
Nell’ideare, progettare e realizzare la XXXII edizione, dopo lunghe e proficue analisi, la direzione artistica ed i soci dell’Associazione Culturale Punta Giara, partendo dallo stato dei diritti civili che Amnesty International ha pubblicato recentemente, si sono resi conto di come ci si trovi davanti ad un’emergenza umanitaria di proporzioni mondiali.
Dopo le rivoluzioni sociali degli anni ’60, il mondo sembra aver compiuto un passo indietro nei confronti di ciò che parevano diritti acquisiti dell’uomo.
Infatti, come si evidenzia, mai come in quest’ultimo periodo i diritti umani stanno attraversando grandi pericoli. Le violazioni in circa 160 cosiddetti stati democratici intaccano sistematicamente molti dei diritti inalienabili: l’infanzia tradita, le violenze di genere, crimini di guerra, sparizioni forzate, torture e deportazioni di massa ne rappresentano il quadro catastrofico. Nulla avrebbe fatto pensare ad un’involuzione tale rispetto ai diritti acquisiti grazie alle rivoluzioni sociali degli anni ’60, e tutto ciò non ha lasciato insensibili i soci dell’Associazione.
Il pensiero è corso automaticamente a quei paesi che non rientrano nel cosiddetto “Occidente Civilizzato”, invece è sotto gli occhi del mondo di come le ultime elezioni negli Stati Uniti siano state condotte in maniera “discriminatoria, misogina e xenofoba”. In realtà proprio gli Stati Uniti d’America hanno segnato una delle evoluzioni sociali più importanti del millennio da poco passato.
Sembra quasi che un colpo di spugna abbia cancellato il sudore ed il sangue versato da Malcom X, Martin Luther King e da tutti gli afro-americani sacrificati sull’altare della supremazia bianca.
E’ in questo momento che ritorna con prepotenza la necessità di analizzare un caposaldo sia delle lotte per i diritti civili che dell’evoluzione della stessa musica jazz. Il pensiero si è soffermato inevitabilmente sulla suite “We Insist! Freedom Now” composta dal geniale batterista Max Roach e completata dalle parole del poeta, cantante e scrittore afro-americano Oscar Brown Jr.
Il contributo che ha dato questo lavoro ai diritti civili è sintetizzato nel punto esclamativo all’interno del titolo stesso, non più una richiesta ma una volontà che durante gli anni ’60 è diventata sempre più pressante e doverosa. Una presa di posizione non più contrattabile né procrastinabile come testimonia la storica copertina della meravigliosa, fondamentale e rivoluzionaria suite.
E sarà proprio lo spirito di Max Roach che caratterizzerà questa edizione. Max Roach è considerato, a pieno titolo, uno degli innovatori più importanti del suo strumento e di conseguenza della musica jazz, una pietra miliare nei confronti della quale ogni musicista ha l’obbligo di confrontarsi.
Max Roach è riuscito a trasformare la batteria da semplice strumento d’accompagnamento in una macchina creativa in grado di suggerire la via da percorrere agli strumenti che fino ad allora avevano caratterizzato la composizione jazzistica. La sua capacità di trasferire lo stile bebop alla batteria ne ha fatto il padre delle moderne percussioni facendole diventare uno strumento di espressione personale.
La sua capacità tecnica, apprezzata da musicisti del calibro di Charlie Parker, Miles Davis, Eric Dolphy e Sonny Rollins fra i tanti, è andata ad unirsi alla consapevolezza politica legata sempre più alla pressante disuguaglianza sociale che purtroppo allora come oggi caratterizza l’organizzazione umana.
La XXXII edizione sarà connotata oltre che dalle percussioni e la loro evoluzione, anche da una fortissima presenza femminile.
La disuguaglianza passa anche attraverso la discriminazione sessuale e gli abusi fisici e mentali che le donne subiscono a causa di un’inesistente superiorità maschile. E’ intenzione degli organizzatori indagare l’estrema potenza creativa delle donne unita anche alla dimensione creatrice e guardare attraverso gli occhi di una figura che unisce dentro di sé infinite esistenze capaci di avvolgere e proteggere l’universo. Non solo creazione di vita ma anche creatrici di visioni artistiche, culturali e sociali. Lo sguardo delle Muse aiuterà e guiderà attraverso una profondità che riuscirà forse a destabilizzare preconcetti millenari privi di ogni fondamento.
Attraverso lo svolgimento del tema l’associazione culturale Punta Giara ritiene che, ancora una volta, il jazz possa e debba affermare la sua valenza sociale divincolandosi dalla superficialità che vorrebbe la musica l’arte solamente come puro intrattenimento per favorire la creazione di un pensiero unico, controllabile ed incapace di scegliere tra ciò che è sopraffazione e ciò che è diritto.
Ecco perché gli organizzatori, prendendo spunto dal capolavoro di uno dei musicisti più importanti della storia della musica contemporanea, si uniscono a quel grido che dice “Noi Insistiamo! Libertà Adesso”.
La conferenza stampa di presentazione della XXXII edizione del festival AI CONFINI TRA SARDEGNA E JAZZ è stata fissata per il 7 aprile 2017. Dalla stessa data, tutte le informazioni ed il programma saranno presenti sul sito ufficiale www.santannarresijazz.it . Nella stessa giornata del 7 aprile 2017, alle ore 22.00, è in programma una video-conferenza di presentazione della rassegna con New York, alla presenza dei musicisti che saranno presenti a Sant’Anna Arresi nell’edizione 2017 e con la partecipazione del direttore Greg Tate, che presenterà il progetto “We Insist! Freedom Now”.