14 November, 2024
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Il senatore del Partito democratico Silvio Lai chiede alla Regione Sardegna di fare chiarezza sui progetti sulle energie rinnovabili.

«Oggi l’AD di ENI, che il Governo intende confermare ad aprile, ha comunicato che due dei 14 progetti sulle energie rinnovabili, previsti per produrre 220 MW sono già partiti in Sardegna e la prima produzione dovrebbe iniziare a fine 2017 o all’inizio del 2018 – scrive in una nota Silvio Lai -. Credo che su queste dichiarazioni si debba fare immediata chiarezza perché vogliamo capire se sia una fuga in avanti dell’Amministratore Delegato o se invece ci sia già l’autorizzazione per gli impianti.»

«Credo che la Regione debba chiarire se abbia già autorizzato gli ennesimi impianti fotovoltaici che servono solo ad ENI e non certo alla Sardegna oppure se Descalzi sia male informato dai suoi collaboratori, che danno per fatte iniziative che devono ancora partire – aggiunge il senatore del Pd -. Io spero che siamo in quest’ultimo caso, perché davvero non si sente l’utilità di campi fotovoltaici da autorizzare ad ENI. Rischiamo di ripetere la pessima esperienza di EOn che chiese alla Regione, ottenendo risposta positiva, di fare subito campi fotovoltaici in cambio di un investimento da 800 milioni di euro che poi non ha mai effettuato.»

«Spero che la Regione, memore anche di questo precedente, abbia mantenuto e continui a mantenere la schiena dritta su questa vicenda. La riscrittura del protocollo della chimica verde – conclude Silvio Lai – non può partire da un ulteriore omaggio alla multinazionale che ha da restituire molto all’isola prima di chiedere ancora.»

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«Lavorare con noi significa non solo far parte di un’azienda dinamica e in continua crescita ma anche condividere un progetto fatto di sapere, saper fare e saper essere ove l’attenzione al cliente è al primo posto.»

Questo il messaggio rivolto dalla catena di negozi Kasanova a tutti i giovani volenterosi.

Con oltre 180 negozi in tutta Italia, l’azienda è leader nel settore dei casalinghi e delle liste nozze. Nata quasi 50 anni fa, è una meravigliosa storia imprenditoriale tutta italiana. Il successo è stato tale che la catena è cresciuta di anno in anno aprendo nuovi negozi in tutta Italia e assumendo molti giovani. Anche per il 2017 sono previste tante nuove aperture e tantissimi nuovi posti di lavoro…

L’articolo completo è consultabile nel sitohttp://www.diariolavoro.it/lavoro_kasanova2017.html.

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Si è svolto nella sala del Consiglio comunale di La Maddalena l’incontro tra gli operatori economici aderenti al circuito IAC- Isole Amiche del Clima: il progetto di sostenibilità ambientale promosso dal Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena. Un momento di confronto per tracciare un bilancio dell’attività avviate nel corso dell’ultimo anno e rilanciare le iniziative e i progetti comuni in vista della prossima stagione estiva.

Undici per il momento gli aderenti certificati dagli Uffici del Parco Nazionale: il chiosco “Poldo Beach”, il chiosco “Eolo” a Bassa Trinita, il chiosco “I Mille” a Caprera, il “Grand Hotel Resort Ma&Ma”, il bar “Zì Antò” a Punta Tegge, il bar “Fiume” nel centro storico di La Maddalena, il “B&B Chez Cocò” e “Osteria Chez Cocò” a Cala Gavetta, l’hotel “Nido d’Aquila”, “Villa Taphros” e il B&B “La Siesta”. Nuovi operatori hanno partecipato all’incontro nella sala del comune di La Maddalena e stanno avviando il percorso d’inserimento all’interno della rete di promozione per la sostenibilità ambientale delle strutture commerciali presenti all’interno dell’area Parco.

Il progetto dell’Ente Parco persegue una strategia che si basa sulla creazione e la diffusione del marchio IAC – Isole Amiche del Clima identificativo dell’attenzione all’ambiente e al territorio da parte degli operatori economici, promuovendo e favorendo i valori dello sviluppo sostenibile. La sostenibilità ambientale diventa in questo modo fonte di vantaggio competitivo e di riposizionamento nel mercato turistico. Un approccio che considera allo stesso tempo l’aspetto puramente economico, ma anche la coesione sociale, la tutela dell’ambiente e la promozione della cultura delle destinazioni turistiche.

Il marchio IAC rappresenta uno strumento di promozione delle caratteristiche qualitative del territorio capace di integrare attenzione all’ambiente e sviluppo sostenibile attraverso azioni e benefici per l’economia locale. Il percorso attuato dall’Ente Parco è coerente con i principi della Carta Europea del Turismo sostenibile, che prevede un costante percorso di condivisione e concertazione con gli operatori locali, le istituzioni e le associazioni di categoria.

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Su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, la Giunta regionale ha approvato ieri gli indirizzi per la redazione del PRAI, il Piano Regionale Antincendio 2017-2019, il primo dopo l’entrata in vigore della legge 8 del 2016 (“Legge forestale della Sardegna”).

«Il Piano regionale antincendio per il prossimo triennio – ha spiegato Donatella Spano – terrà conto dell’applicazione della nuova legge forestale e vedrà il coinvolgimento di tutti gli attori che possono contribuire al controllo e utilizzo del territorio.»

E’ chiara la visione di una macchina di difesa della natura e delle vite umane ancora più avanzata. «Il nuovo approccio – sottolinea la titolare dell’Ambiente – punta a realizzare un sistema antincendio sempre più moderno, efficiente, tecnologicamente avanzato e scientificamente evoluto. Il Piano dovrà definire, con maggiore precisione, gli interventi legati al post-incendio volti alle indagini, al monitoraggio e al ripristino delle aree percorse dal fuoco».

Il Piano sarà corredato dalle prescrizioni regionali antincendio e dai singoli “piani ripartimentali”, cioè i documenti che contengono il dettaglio e l’organizzazione delle risorse presenti nei singoli territori. Prevede un coinvolgimento del mondo della ricerca e dovrà dare maggiore risalto alle attività di prevenzione e di mitigazione nonché una maggiore evidenza alle fasi di coordinamento e gestione delle attività di bonifica dell’incendio. L’Esecutivo ha inoltre fornito gli indirizzi per gettare le basi metodologiche e tecniche per la futura zonizzazione regionale, cioè l’individuazione di aree omogenee in termini di regime storico, pericolosità e rischio incendio, con l’obiettivo di calibrare al meglio e a scala di dettaglio gli obiettivi specifici, gli interventi di prevenzione e mitigazione, e l’organizzazione della lotta attiva.

La redazione del Piano è stata affidata dalla Giunta al direttore generale della Protezione civile regionale, il quale costituirà un’apposita task force insieme ai principali soggetti del sistema regionale antincendio. Infine i diversi assessorati, per i propri ambiti di competenza, potranno fornire un utile contributo.

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I sindaci dei Comuni oberati dalle servitù militari, Antonello Ecca di Arbus, Anna Paola Marongiu di Decimomannu, Luca Montella di La Maddalena, Mariano Carta di Perdasdefogu, Teresa Pintus di Sant’Anna Arresi, Daniele Serra di Teulada, Gian Luigi Serra di Ulassai, Giuseppe Loi di Villagrande Strisaili, Sandro Porcu di Villaputzu e Walter Marongiu di Villasor, hanno inviato una lettera al ministro della Difesa Roberta Pinotti e al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e, per conoscenza al presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana, contenente la richiesta di un incontro urgente sul tema degli indennizzi ai Comuni gravati da servitù militari, legge 104/90 e successive modifiche e integrazioni.

«I sindaci dei comuni di Arbus, Decimomannu, La Maddalena, Perdasdefogu, Sant’Anna Arresi, Teulada, Ulassai, Villagrande Strisaili, Villaputzu e Villasor rimarcano il forte e non più sostenibile ritardo nei trasferimenti dallo Stato delle risorse previste dalla legge 104/90 e successive modifiche e integrazioni (Dlgs 66/2010) – si legge nella lettera -. Tali disposizioni di legge prevedono per i Comuni oberati da servitù militari dei fondi a ristoro dei disagi e dei vincoli per la presenza dei poligoni e delle esercitazioni. Risorse destinate ai Comuni e da questi utilizzate per la realizzazione di opere pubbliche e politiche sociali a beneficio dell’intera comunità.

Gli ultimi versamenti risalgono ormai al lontano 2012 e riguardavano le annualità 2005-2009, il ritardo accumulato e quindi di 8 annualità per una cifra che, a solo titolo di esempio, ammonta a circa 1,3 milioni di euro Arbus, 600mila euro Decimomannu, 2,4 milioni di euro La Maddalena, 450mila euro Sant’Anna Arresi, 3 milioni di euro Teulada, 2,2 milioni di euro Villaputzu, 1,3 milioni di euro Villasor, etc. Risorse fresche, importanti e quanto mai utili in un periodo di forte crisi e difficoltà come quello che stiamo attraversando, che consentirebbero l’immediato avvio di opere e cantieri con indubbi benefici anche per l’occupazione.»

«La problematica non è nuova e negli anni è più volte stata sollevata dai Sindaci e dalla Regione Sardegna sia attraverso l’invio di documenti ufficiali e delibere di consiglio votate all’unanimità, sia durante incontri a vari livelli, in tutte le sedi possibili – aggiungono i sindaci -. Tutte le richieste indirizzate sono rimaste inascoltate. Oltre al versamento del pregresso e alla puntualità nei pagamenti abbiamo sempre chiesto la corresponsione delle cifre per annualità e non più per quinquennio e il fatto che siano stralciate dai vincoli di bilancio affinché tali risorse siano effettivamente e facilmente programmabili e spendibili per il territorio e per le comunità con tempistiche certe. Ci preme ricordare che la tematica non può essere ritenuta oggetto di negoziazione tra le varie vertenze sulle servitù militari. Essa, infatti, è già disciplinata da una legge dello Stato e in quanto tale va applicata senza indugio.»

Ritenendo non più rinviabile la conclusione della vicenda, i sindaci chiedono al ministro della Difesa la convocazione di un incontro urgente per affrontare e risolvere la problematica e l’autorevole intervento della Regione Sardegna, nella persona del presidente della Giunta, affinché si faccia portavoce e promotore di quanto possa occorrere per la tematica in oggetto.

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L’affidamento in house ad Abbanoa della gestione del servizio idrico integrato finisce nel mirino dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) e dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Ne ha dato notizia, questa mattina in conferenza stampa, il consigliere dell’Upc, Antonio Gaia, che, insieme ad altri 22 consiglieri, lo scorso giugno ha trasmesso all’Anac la richiesta di parere sulla gestione dell’acqua nell’Isola.

Antonio Gaia con i capigruppo di Psd’Az (Angelo Carta), Riformatori (Attilio Dedoni), Udc (Pierluigi Rubiu), “Sinistra per la democrazia e il progresso” (Daniele Cocco) e col consigliere dei Rossomori, Emilio Usula, ha illustrato la deliberazione dell’Agcm del 7 febbraio 2017 nella quale è scritto che «la disciplina del controllo analogo in vigore non consente in concreto ad Egas (ex Ato) l’esercizio effettivo dello stesso controllo sulla società di gestione». L’autorità garante ha quindi invitato i soggetti interessati «a modificare la disciplina del controllo analogo di Egas su Abbanoa spa al fine di rispettare i requisiti previsti dall’ordinamento comunitario e nazionale per la legittimità dell’affidamento del servizio in house».

È datata 13 febbraio, invece, la comunicazione con la quale l’Autorità nazionale anticorruzione ha ammesso possibili anomalie nella gestione del servizio idrico: «In quanto appare carente il prescritto requisito del controllo analogo, inteso come controllo che l’ente proprietario della società in house deve esercitare su quest’ultima con caratteri di incisività e dominanza analoghi a quelli che si rinvengono nel controllo che lo stesso ente esercita sui propri servizi». «Dagli atti – scrive l’Anac – sembra che il rapporto che si instaura tra l’ente titolare della quota azionaria maggioritaria (Regione Sardegna), che in tale veste dovrebbe esercitare il “controllo analogo”, e la società in house (Abbanoa spa) è solo indiretto, perché mediato da Egas che, quale ente di governo dell’ambito della Sardegna (ex Ato) svolge la funzione di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato affidata ad Abbanoa».

«Significa – ha precisato Antonio Gaia – che Enac e Agcm riconoscono fondate le nostre denunce sull’illegittimità dell’affidamento in house ad Abbanoa della gestione del servizio idrico integrato perché gli Enti Locali, attraverso Egas, non esercitano il cosiddetto controllo analogo sull’ente gestore dell’acqua, in caso contrario dovrebbero nominare il collegio dei revisori dei conti, il consiglio di amministrazione e il direttore di Abbanoa.»

L’esponente della maggioranza ha quindi preannunciato la presentazione di una mozione consiliare bipartisan in Consiglio regionale per «restituire legittimità e correttezza alla delicata gestione dell’acqua in Sardegna».

Antonio Gaia ha concluso il suo intervento denunciando una serie di comportamenti vessatori da parte di Abbanoa nei confronti dei cittadini sardi ed ha affermato: «Ci auguriamo che con gli interventi dell’Anac e dell’Agcm si possa dare “la svolta” perché Abbanoa è percepita in Sardegna alla stregua di Equitalia».

«Nessuno strumentalizzi la nostra iniziativa – ha tuonato il capogruppo Psd’Az, Angelo Carta – accusandoci di voler mettere a rischio la gestione pubblica della risorsa idrica perché noi vogliamo l’acqua pubblica gestita dai Comuni e le province e non già soltanto da sei grandi amministrazioni locali in accordo con la Regione.»

Emilio Usula (Rossomori) ha parlato di “tentativi striscianti per privatizzare Abbanoa” ed ha ricordato come l’interpellanza a suo tempo presentata sull’argomento sia rimasta, dopo anni, senza alcuna risposta da parte del presidente della Giunta e dell’assessore dei Lavori pubblici.

«Sono uno dei trenta sindaci che non ha aderito al sistema Abbanoa – ha proseguito il capogruppo di “Sinistra per la democrazia e il progresso”, Daniele Cocco – e denuncio pressanti ingerenze per costringere anche il mio Comune a farlo ma resisteremo, perché è evidente che la gente non sopporta più l’attuale gestione dell’acqua e se ci fosse un referendum i sardi voterebbero in massa contro Abbanoa.»

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha quindi ricordato l’appuntamento referendario di Oristano in programma domenica 19, proprio sull’adesione o meno ad Abbanoa, ed ha avanzato il dubbio che «dietro i grossi crediti delle grosse società di forniture» si nasconda il tentativo di privatizzare la società che gestisce il servizio idrico.

«Apriamo il caso Abbanoa in Consiglio – ha concluso Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc -, ma portiamo in Aula anche gli altri due “mostri” che vessano i sardi, Area e Enas.»

I consiglieri di maggioranza e opposizioni hanno quindi svolto una serie di considerazioni sulle politiche di recupero crediti adottate da Abbanoa ed hanno criticato duramente “gli slacci”: «Sono atti criminali, al di fuori delle regole.»

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu si schiera contro la realizzazione del mega impianto fotovoltaico a Gonnosfanadiga.

«Il mega progetto della Flumini Mannu Ltd, che intende costruire un mega impianto da 270 ettari nelle campagne di Gonnosfanadiga, è la più gigantesca colonizzazione che lo Stato possa realizzare, con l’esproprio di poderi privati, fertili e pianeggianti. Siamo tornati indietro di secoli, quando la Sardegna è stata violentata e defraudata dei suoi boschi millenari, con una colonizzazione selvaggia del territorio. Un esproprio di Stato che brucia e consuma il suolo sardo nel silenzio assordante della giunta Pigliaru e del Pd regionale e nazionale. Un’offesa ai sardi, cui viene impedito l’utilizzo del suolo agricolo.»

Gianluigi Rubiu auspica il parere negativo della Regione. «Perché si tratta dell’ennesimo schiaffo agli imprenditori agricoli alle prese con le lungaggini dei bandi comunitari, i ritardi nell’erogazione dei finanziamenti del Psr e della Pac. Un sopruso contro le attività rurali poste in essere per creare crescita e sviluppo in uno dei settori strategici dell’economia. Si danneggia inoltre il bene sardo più prezioso, ovvero l’ambiente. Mentre la Sardegna oggi produce il 30 per cento in più del proprio fabbisogno di energia elettrica e crollano i consumi, il Governo autorizza nuovi impianti calando i progetti dall’alto. Si pensi – conclude Gianluigi Rubiu – a nuove forme di approvvigionamento, con i programmi relativi alla metanizzazione.»

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La Sarmed, azienda che si occupa della produzione di medicali ha annunciato l’intenzione di voler chiudere lo stabilimento di Villacidro, a causa dell’eccessiva burocrazia e degli elevati costi di gestione e di voler trasferire una parte della produzione in Tunisia e a Iglesias.

«Si tratta di un atto che, come organizzazioni sindacali, non possiamo in alcun modo accettare – scrivono in una nota Emanuele Madeddu, Marco Nappi e Tore Sini, segretari di Filcetm, Femca e Uiltec -. È necessario che la politica, a tutti i livelli, faccia il suo dovere con tutti gli strumenti normativi disponibili per evitare che possa esserci una nuova delocalizzazione con perdita di lavoro locale e la cancellazione di un’attività produttiva veramente importante per il territorio e la Sardegna. La Regione e tutte le istituzioni facciano la loro parte – concludono Emanuele Madeddu, Marco Nappi e Tore Sini -, le organizzazioni sindacali avvieranno tutte le azioni necessarie per salvare questo importante segmento produttivo.»

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Domenica 9 aprile, dalle 9.00 alle 13.00, presso la sede della Cooperativa L’Albero Amico, in Via Umbria 22, a Carbonia, si terrà il “Corso di Primo Soccorso Pediatrico”. Il corso verrà replicato in edizione pomeridiana dalle ore 14.00 alle ore 18.00 per coloro che sono impossibilitati a seguire la mattina.

Se sei un genitore, un nonno o un operatore del settore infantile, un insegnante di scuola dell’infanzia, della scuola primaria o secondaria di primo grado, se fai la baby-sitter, sicuramente è importante, per tutti, sapere come intervenire in caso di emergenza.

Contenuti trattati:

Posizionare la vittima. La chiamata di emergenza. Le tecniche di rianimazione cardio-polmonare nel lattante e nel bambino. Annegamento e folgorazione. Ostruzione della via aerea da corpo estraneo, crisi asmatica. Crisi convulsiva. Anafilassi: punture di insetti. Primo Soccorso nel trauma: distorsioni e fratture. Ferite, morsicature, emorragie esterne post-traumatiche e tamponamento emorragico. Colpo di calore, ipotermia ed ustioni. Intossicazioni.

Tra i manichini “lattante” e “bambino” (diciotto manichini) saranno disponibili i più recenti ed innovativi manichini per i corsi pediatrici sia lattante (6) che bambino (6) dotati di monitor che indicano la correttezza di alcune delle manovre.

Al termine del corso viene rilasciato l’attestato di partecipazione numerato valido ai fini concorsuali pubblici.

L’Università degli Studi di Sassari ha valutato come importante l’evento formativo, riconoscendo per gli studenti del corso di Laurea di Infermieristica n. 0,5 CFU per corso seguito, per gli studenti del corso di Laurea di Medicina n. 0,4 CFU. A tal fine è necessario richiedere al docente, a fine corso, di apporre la firma (ed eventualmente un timbro) nel libretto dedicato a certificazione di reale presenza al corso da parte dello studente in quanto rappresenta titolo utile ad acquisire realmente i CFU in carriera studentesca. Previsto il riconoscimento per i CFU anche per quelli del corso di Laurea in Scienze dell’educazione: le ore del corso possono rientrare all’interno delle ore di tirocinio “teorico”.

Il docente del corso è il dottor Sergio Rassu che ha una esperienza quarantennale, in particolare nel settore dell’emergenza, avendo lavorato presso il Pronto Soccorso di Sassari per venti anni. E’ stato quindi chiamato nel 2000 a dirigere il Pronto Soccorso e l’Osservazione Breve Intensiva del Presidio Ospedaliero di Ozieri e nel 2010 è stato richiamato a dirigere il Pronto Soccorso e la Medicina d’Urgenza del Presidio Ospedaliero di Sassari, incarico che ha ricoperto sino al 2015.

 

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Sanzioni di una gravità senza precedenti sono state annunciate oggi dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, contro il deputato polacco Janusz Korwin-Mikke per le sue inaccettabili osservazioni contro le donne, espresse il 1° marzo nel corso della discussione in plenaria sul “divario retributivo di genere”. 

Conformemente alla decisione, all’eurodeputato non sarà versata l’indennità giornaliera per un periodo di trenta giorni, sarà sospeso dalle attività parlamentari per dieci giorni (conservando il diritto di voto) e non potrà rappresentare il Parlamento europeo per un anno.

Intervenendo prima dell’inizio della votazione a Strasburgo, Antonio Tajani ha annunciato la decisione di sanzionare Janusz Korwin-Mikke (NI, PL) per le sue dichiarazioni contro la parità di genere. Il Presidente ha dichiarato: «Non tollererò un simile comportamento, specialmente quando si tratta di una persona che dovrebbe esercitare – con la dovuta dignità – le proprie funzioni in qualità di rappresentante dei popoli europei. Offendendo tutte le donne, l’eurodeputato esprime disprezzo per i nostri valori fondamentali».

Antonio Tajani si è quindi scusato con tutti coloro che sono stati offesi dall’intervento del deputato europeo. 

Le questioni relative alla durata del mandato di un deputato europeo, inclusa la decisione di annunciarne la fine in seguito a dimissioni, decesso o ritiro, sono regolate dalla legge del Paese dell’UE in cui il deputato è stato eletto deputato (Atto relativo all’elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo a suffragio universale diretto del 20 settembre 1976, articolo 13).

Dopo l’intervento incriminato del deputato polacco, Tajani è stato immediatamente informato dell’incidente da diversi deputati. Dopo aver consultato la vicepresidente che stava presiedendo la seduta in quel momento e visionato la registrazione video dell’intervento, il Presidente ha deciso di aprire una procedura sulla base dell’articolo 11 del Regolamento del Parlamento.

Le sanzioni che possono essere comminate ai deputati europei che non rispettano le norme di comportamento sono elencate nell’articolo 166 del Regolamento del Parlamento.

L’indennità giornaliera – per coprire alloggio e altri costi quando si viaggia a Strasburgo o a Bruxelles – attualmente ammonta a 306 euro.