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In 29 mesi di legislatura solo il 14% degli atti prodotti da Giunta e Consiglio ha riguardato le esigenze di sviluppo delle piccole imprese sarde. Infatti, sui 2.155 provvedimenti presentati da Assessori e Consiglieri solo 302 hanno contribuito alla crescita del sistema produttivo regionale.
Sono questi i dati generali, incontrovertibili e verificabili, emersi dalla presentazione della seconda edizione del “Rating della Regione Sardegna”, disponibile sul sito www.sardegnaimpresa.it, realizzato da Confartigianato Imprese Sardegna e OpenPolis, società specializzata in rilevazioni e studi.
Come negli anni passati, l’analisi ha “radiografato” gli atti di Giunta e Consiglio, prodotti nella prima metà del mandato, da marzo 2014 a fine di luglio 2016. Ben 2.155 tra delibere, proposte di legge, relazioni, interrogazioni, risoluzioni, mozioni, ordini del giorno e interpellanze; tutto è stato letto, analizzato, vagliato e valutato secondo 7 priorità che gli imprenditori avevano individuato già prima delle elezioni, quali burocrazia, fisco e costo del lavoro, credito e pagamenti, sviluppo territoriale e programmazione, istruzione e formazione, infrastrutture e trasporti e riforma dell’artigianato.
Numeri, quelli del Rapporto, che stridono con la capacità produttiva delle circa 36mila aziende artigiane (il 23% della forza produttiva sarda), che negli ultimi 12 mesi, con 3milardi e mezzo di valore aggiunto, hanno contribuito al PIL regionale per il 16%. Dal Rating, quindi, emerge una rapporto tra imprese e Giunta-Consiglio non coincidente con le necessità di cui avrebbe bisogno il sistema produttivo isolano.
«Sono dati incontrovertibili e incontestabili – ha affermato la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, durante la presentazione questa mattina in conferenza stampa – perché sono quelli prodotti e messi a disposizione dall’Esecutivo e dalla Massima Assemblea regionale. Purtroppo, e non è una novità, in questi 2 anni e mezzo la Politica regionale è stata “sfuggente” nei confronti del nostro comparto che, quindi, è stato solo “incidentalmente” interessato dall’azione politica di Giunta e Consiglio.»
Ma nel Rapporto ci sono anche le azioni positive che Confartigianato ha voluto “premiare” come più “vicine” alle esigenze delle piccole realtà produttive, che hanno visto il coinvolgimento attivo dell’Associazione da parte della politica e che cominciano a dare i primi risultati. Gli atti che più si sono avvicinati alle esigenze degli artigiani sono stati quelli sull’internazionalizzazione delle imprese, dell’assessore Maria Grazia Piras, sulla tutela del pane, realizzata dai consiglieri Daniela Forma e Luigi Crisponi e sulla semplificazione burocratica, a firma del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore Maria Grazia Piras.
Al contrario, tra le richieste delle imprese a oggi rimaste insoddisfatte le leggi sull’artigianato e sull’urbanistica (da fonti di stampa abbiamo letto che dovrebbe essere approvata questa settimana in Giunta per poi essere discussa in Consiglio e si spera anche con le associazioni Imprenditoriali) e la riforma dei Consorzi fidi (completamente da bocciare secondo Confartigianato).
«Un aspetto importante che rileviamo – ha sottolineato il segretario regionale di Confartigianato Sardegna, Stefano Mameli, nel suo intervento – è quanto spesso ci sia scollamento fra atti di programmazione condivisibili e una loro attuazione non all’altezza”. “E’ il caso, ad esempio, delle delibere di Giunta contenenti gli incentivi alle imprese – ha proseguito – che hanno ricevuto un parere positivo nel rating per diversi motivi tra cui la procedura a sportello “veloce”, o perché prevedevano finanziamenti anche di piccola taglia per le piccole imprese (il cosiddetto T0)”. “Ad oggi notiamo un forte ritardo nelle procedure di istruttoria anche a distanza di 4 mesi le imprese non ne conoscono ancora gli esiti. In merito ai finanziamenti di piccola taglia (T0), la delibera è del 6 luglio 2016 e ancora oggi non è stato nemmeno pubblicato il bando. I tempi della Pubblica Amministrazione ancora una volta non sono quelli delle imprese.»
Dall’analisi generale, emerge che 1.110 atti sono stati giudicati “attinenti/coerenti con le priorità degli artigiani”. Di questi ben 784 (il 71%) sono “neutri”, ovvero che non incidono rispetto alle necessità delle imprese. Al contrario, quelli “buoni”, che incidono positivamente sulle priorità, sono risultati 302. Analisi confermata anche dai “tag” più ricorrenti. Quello relativo alle “imprese” risulta solo al 10° posto (presente in 127 atti) mentre quelli più frequenti sono “ambiente” (403 atti), “enti pubblici” (372 atti) e sanità (284 atti).
«Con certezza – ha aggiunto Maria Carmela Folchetti – sappiamo di non essere tra i primi pensieri di assessori e consiglieri, anzi siamo proprio relegati al ruolo di comprimari». Per la presidente di Confartigianato Sardegna «l’attenzione sui temi dell’artigianato è ancora insufficiente: i pochi atti favorevoli a imprese e artigianato sono sovrastati da atti “neutri e ininfluenti”, che non incidono sulla svolta che si chiede».
Ma non tutto è negativo ciò che non è stato inserito nel rating: «Tra le cose da segnalare – ha sottolineato Maria Carmela Folchetti – è soddisfacente anche l’attività che si sta realizzando sugli appalti pubblici, sulle infrastrutture e sulla programmazione territoriale. Al contrario, ancora assai deficitaria l’attività sulla formazione che necessita di un urgente intervento strutturale».
«In un contesto come quello attuale, fortemente condizionato dal dilagare dell’antipolitica – ha precisato la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – riteniamo che aver dato anche valutazioni di soddisfazione per alcuni risultati raggiunti, sia da stimolo per i nostri politici per continuare sulla strada della condivisione e dell’ascolto delle istanze del tessuto economico sardo». «In ogni caso, continueremo a lavorare nella direzione indicata da artigiani e piccoli imprenditori – ha concluso Maria Carmela Folchetti – chiedendo alla Politica, ancora una volta, un reale coinvolgimento delle nostre istanze, che sono quelle delle migliaia di piccole e piccolissime realtà che, con grande fatica e sacrifici, cercano di resistere alla crisi.»
Oltre alla valutazione sui temi che riguardano le imprese, è stata realizzata anche quella complessiva degli amministratori regionali. Come già gli scorsi anni, i risultati dello studio si sono concretizzati in una classifica virtuale che ha tenuto conto, per il presidente, gli assessori e i consiglieri, di tutti gli aspetti dell’attività istituzionale, delle ricadute che questa ha avuto sul mondo delle micro imprese.
Dei 2.155 atti analizzati (1.680 della Giunta e 475 del Consiglio), 1.110 sono quelli che sono stati rilevati come “attinenti/coerenti con le priorità degli artigiani” (52%). Di questi ben 784 (il 71%) sono stati giudicati “neutri” ovvero che non incidono rispetto alle necessità delle imprese. Al contrario, quelli “buoni”, che incidono positivamente sulle priorità, sono risultati 302 (27%). Quelli “contrari” alle necessità delle imprese artigiane sono solo il 2%.
Dal dossier emerge che, tra tutti gli atti (qualunque atto) sottoscritti come primo firmatario, l’assessore più produttivo è Donatella Spano (Ambiente) con 305 atti, il meno prolifico risulta l’ex assessore dell’Artigianato, Francesco Morandi con 39 atti. Tra i consiglieri, il più attivo è Pietro Cocco (PD) con 50 atti che lo vedono come primo firmatario mentre il meno dinamico di quelli che hanno firmato proposte, è Antonio Solinas (PD) con 9 atti.
Dal dossier emerge anche che l’assessore che ha prodotto più atti riguardanti il mondo dell’artigianato è Raffaele Paci (Programmazione) con 191 (di cui 71 pro, 108 neutri e 12 contrari).
In Consiglio, Pietro Cocco, capogruppo PD, è il Consigliere che ha messo la firma su più atti che riguardano le “7 priorità degli artigiani”: 22 atti di cui 7 pro, 15 neutri e 0 contrari. Seguono Paolo Truzzu (FDI) (10 atti di cui 5 pro, 5 neutri e 0 contrari) e Michele Cossa (Riformatori sardi) con 9 atti totali (di cui 1 pro, 8 neutri e 0 contrari). In coda, Christian Solinas (Psdaz) con 1 solo atto (tra l’altro neutro) che lo vede primo firmatario.
In Giunta, tra le priorità su cui gli artigiani hanno chiesto di intervenire, il primato va alla priorità “infrastrutture, trasporti ed energia” con ben 308 atti (73 pro, 234 neutri e 1 contro). Solo 43 (26 pro, 13 neutri e 4 contro) riguardano la “riforma dell’artigianato”.