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Graziano Lebiu, presidente IPASVI di Carbonia Iglesias, prende posizione sulla vertenza AIAS, con una nota inviata al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru; all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru; alla presidente AIAS Sardegna, Paola Randazzo; ai sindaci di Carbonia Paola Massidda e Iglesias Emilio Gariazzo; all’Unione dei Comuni del Sulcis Iglesiente; e, infine, all’ammistratore straordinaria della provincia del Sud Sardegna, Giorgio Sanna.
«E’ di ieri la pubblicazione di una nota e di una tabella riepilogativa dei crediti che l’AIAS vanterebbe nei confronti degli EE.LL. ivi ricompresi – scrive Graziano Lebiu -. Non è nel merito della consistenza o sussistenza di quanto dichiarato che possiamo o vogliamo entrare. Intendiamo, piuttosto, riaffermare il principio da noi espresso nell’audizione del 9 marzo scorso in IV commissione consiliare del comune di Carbonia: “La dignità ed il decoro dei professionisti della salute si misura anche con il pieno riconoscimento economico del servizio reso, diritto del tutto indipendente dalle paventate difficoltà economiche se ASL, Regione ed assessorati ed istituzioni, non corrispondessero quanto all’AIAS eventualmente ancora dovuto, o se i finanziamenti comunque ricevuti fossero stati diversamente amministrati”.
Il buon padre di famiglia, se ha difficoltà economiche:
non acquista, aliena
non si amplia, accorpa
non si avventa, pianifica
non divide, unisce
non contrae nuove obbligazioni, onora le precedenti
condivide quali spese tagliare e cosa mantenere, non impone.
E questo varrebbe anche per il buon imprenditore e il suo piano “industriale”, perché gli impegni nei confronti di molti, quando questi molti rincorrono le determinazioni del management e diventano narrazione, rischiano di essere chiamati affermazioni insincere.
L’eccesso mediatico di questi giorni insegna, scolpisce, chiarisce: siamo tutti al punto di non ritorno, chiamati a discernere le parole dai fatti, e i fatti dalle responsabilità diffuse.»
«Non possiamo più sostenere e permettere che qualcuno lanci la pietra e nasconda la mano, che si possa paventare di fare cassa evitando le retribuzioni e tagliando sul personale, che un bilancio comunale regga alla prova dei revisori dei conti eludendo i pagamenti, che gli effetti annuncio rimangano nella fase embrionale – aggiunge Graziano Lebiu -. Perché di questo trattasi: effetti annuncio, senza distinzione della fonte che li ipotizza. Ma non si sono fatti i conti con la tenacia dei protagonisti e con le loro suggestioni, paradossalmente più tangibili di qualunque altra “verità” sulla vicenda: i professionisti della salute sono costretti a fare i conti con la realtà che non è la “verità” proposta da una tabella o dalla sua confutazione: sono allo stremo non tanto delle forze, ma della fiducia in chi legge.»
«Nell’emergenza AIAS tutti o, comunque, molti continuano a separare sorprendentemente i fatti (comprese derive manageriali ed esiti di recenti sentenze) dalle frasi scritte e parlate, che ipotizzando soluzioni virtuali per il breve e medio periodo, consegnano alla comunità sociale economica politica del Sulcis Iglesiente una sola sintesi: inaffidabilità nella gestione della vicenda – sottolinea ancora il presidente di IPASVI Carbonia Iglesias -. Le istituzioni avrebbero dovuto ingaggiare da tempo un diverso confronto anche aspro con l’AIAS per ottenere l’assunzione della loro piena responsabilità nella programmazione e della gestione dei fini statutari dell’associazione, chiederne conto, documentarne le criticità, verificare il mantenimento del possesso dei requisiti per convenzioni ed accreditamenti. Per tutta risposta rispetto a tale sorvolante trattamento istituzionale, con impietosa ma studiata veemenza si è giunti persino a sottoporre a procedimento disciplinare decine di operatori, fino ad accusarli di aver potuto pesare sulle economie dell’azienda per aver ricorso all’art. 1676 del Codice Civile. Additati come il vulnus, il capro espiatorio, la madre dell’impasse. Professionisti della salute che invece di rappresentare una soluzione per il superamento del contesto se ancora ed in prospettiva messi nella condizione di rendere un servizio socio sanitario difficile, importante, sostitutivo, necessario, utile, invidiabile ed invidiato, sono visti come un impedimento ed il problema nelle falle di bilancio. Così facendo, si è messa nella parte del torto, alitando sulla fiamma della pubblica indignazione, pur provando a difendere se stessa con la divulgazione della tabella dei crediti, dopo anni di stasi rispetto a quanto solo oggi reso di pubblico dominio.»
«Chi segue i pagamenti e la contabilità? Chi nomina i responsabili dei procedimenti? Chi assume chi? Chi assume dove e quando? Chi gestisce le strutture, i servizi e l’assistenza? Siamo al conflitto istituzionale, e a farne le spese, come al solito, saranno i cittadini stretti nella morsa dell’inefficienza a guardare oltre e del rischio di restare privi di punti di riferimento. Le espressioni di sdegno, gli scongiuranti appelli verbali e ad orologeria per salvare l’eccellenza nel campo dell’assistenza ai disabili presenti nella nostra provincia e nel territorio, non bastano più. E’ complicato recuperare la profonda sfiducia che si è ormai impossessata della comunità civica e professionale, soprattutto di coloro che sono costretti a recarsi al lavoro senza prospettiva ma volendo essere comunque presenti in turno, e non di meno di quanti subiranno le misure della disorganizzazione, della penuria di personale, dei livelli di assistenza e delle conseguenze di eventuali illeciti. L’onere e l’onore di recuperare le piene agibilità per gestire la vertenza AIAS – conclude Graziano Lebiu – non passa per un parziale tavolo sindacale, pur conclamato il diritto di invocarlo.»