22 December, 2024
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Riesplode lo scontro, nel Consiglio comunale di Iglesias, tra maggioranza e opposizione. L’occasione è arrivata con la convocazione della riunione consiliare di lunedì 27 febbraio, richiesta dai consiglieri di opposizione per parlare principalmente degli “equilibri politici venutosi a creare negli ultimi mesi” dopo i cambiamenti maturati nella Giunta guidata da Emilio Gariazzo e disertata da tutti i consiglieri di maggioranza, eccezion fatta per il presidente del Consiglio comunale Mauro Usai che ha rispettato il suo ruolo istituzionale.

Ieri sera i capigruppo di maggioranza, Ubaldo Scanu del “Partito Democratico”, Gianluca Tocco di “Sinistra Ecologia Libertà” e Pierina Chessa de “Il tuo segno per Gariazzo”, hanno spiegato in una nota le ragioni della mancata partecipazione alla riunione del Consiglio comunale.

«Permane in noi la difficoltà di comprendere le reali motivazioni che hanno spinto i colleghi della minoranza a richiedere reiteratamente una discussione in Consiglio – con relativo conseguente dispendio di risorse pubbliche – sugli “equilibri politici venutosi a creare negli ultimi mesi” – scrivono Ubaldo Scanu, Gianluca Tocco e Pierina Chessa -. Quanto questo ordine del giorno fosse risibile, oltre che pretestuoso e non pertinente nella sostanza, lo raccontano i numeri e non solo. In questi quarantaquattro mesi di consiliatura abbiamo partecipato a 92 Consigli comunali esaminando, discutendo ed approvando centinaia di atti, mozioni e regolamenti. L’attività politica si è inoltre svolta attraverso centinaia di commissioni consiliari nonché con tutto ciò che non è strettamente istituzionale come viaggi in Regione, sopralluoghi, assemblee, incontri, tavoli di lavoro, etc. Nello specifico, nei circa quattro mesi passati dal 17 ottobre 2016, giorno in cui i colleghi della minoranza hanno deciso di impiegare il loro tempo e le loro energie per richiedere la discussione in oggetto, la giunta comunale ha prodotto ben 95 deliberazioni, mentre nei cinque consigli comunali tenutisi nello stesso intervallo temporale sono state approvate 25 proposte, discusse 2 mozioni e hanno ottenuto risposta 5 interrogazioni ed una interpellanza.»

«Tra gli atti approvati in Consiglio nel periodo considerato – aggiungono Ubaldo Scanu, Gianluca Tocco e Pierina Chessa – ve ne sono alcuni di particolare importanza, quali l’approvazione delle linee guida per la redazione del Piano Urbanistico Comunale, l’adesione alla Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara, l’approvazione delle tariffe relative alla tassa sui rifiuti (ancora una volta più basse rispetto a quelle dell’anno precedente) e il benestare all’utilizzo dei fondi della legge 37/98 per poter investire nella riqualificazione della Città; atti sui quali i nostri colleghi della minoranza hanno quasi sempre votato contro, quando non si sono astenuti o hanno deciso di uscire dall’aula consiliare. Sappiano perciò gli iglesienti che se spenderanno qualcosa di meno in bolletta, se possono già godere di un mercato più bello e ristrutturato, se potranno fruire di una sala per proiezione cinematografica, se avranno un centro storico finalmente illuminato, se non vedranno più l’obbrobrioso generatore di via Cavour, se gli abitanti di via Giordano la vedranno riqualificata dopo decenni e i giovani calciatori di Bindua potranno finalmente cambiarsi in spogliatoi degni di questo nome sarà grazie ai soli voti di questa maggioranza. Ed è perciò – concludono Ubaldo Scanu, Gianluca Tocco e Pierina Chessa – che non abbiamo voluto essere partecipi di quello che consideriamo un consiglio comunale improponibile e incomprensibile; uno sterile, scomposto e inutile attacco all’amministrazione perpetrato ai danni delle tasche dei cittadini.»

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Sinistra, dove sei? L’interrogativo è legittimo a livello nazionale, per i travagli del Partito Democratico e la nascita di nuove formazioni che si propongono di restituire identità ad un’area politica in crisi ormai da diversi anni, ma lo è forse ancora di più in Sardegna e, soprattutto, nel Sulcis Iglesiente, territorio guidato storicamente, politicamente ed amministrativamente, dalla sinistra e/o dal centrosinistra. L’affermazione schiacciante del Movimento 5 Stelle alle Amministrative 2016 a Carbonia, ha segnato la fine di un’epoca durata 70 anni, ma la crisi della sinistra affonda le sue radici più indietro nel tempo. E’ la crisi, almeno a livello locale, non tanto di un’ideologia, quanto dei suoi interpreti, che hanno profondamente deluso il loro “popolo”. Anno dopo anno, la sinistra ha smesso di vestire i “suoi panni”, allontanandosi sempre più dalla “sua missione” e, una volta resasi conto della “disaffezione crescente” della sua base, per conservare il controllo del “potere”, ha stretto accordi “trasversali” che, alla lunga, si sono rivelati, com’era inevitabile, un boomerang. Il passaggio decisivo che ha portato alla profonda crisi che oggi è sotto gli occhi di tutti, è stato la creazione del Partito Democratico, nato dalla “fusione” (a freddo) dell’area erede della vecchia DC con le aree eredi dei vecchi PSI e PCI. Una operazione che, negli intendimenti dei promotori, avrebbe dovuto rappresentare una vera e propria rivoluzione “politica e culturale”, inizialmente ha illuso di poter dare i risultati auspicati, ma alla lunga si è rivelata un fallimento ed ha portato alla scissione.

Il primo effetto negativo per la sinistra, è stato l’indebolimento via via sempre più marcato delle forze politiche minori del vecchio centrosinistra (PRC, PDCI, Verdi, IDV), letteralmente cancellate da una legge elettorale creata proprio con quella finalità, e solo parzialmente confluite nel Partito Democratico che, sotto la guida “Renziana”, ha acquisito, giorno dopo giorno, le caratteristiche di un grande contenitore senza precisa identità e, comunque, orientato più verso il governo del Paese e delle realtà locali che non verso il rispetto della missione di partenza, politica e sociale. Con l’esplosione del fenomeno M5S, alla quale ha concorso in misura rilevante proprio la crisi della sinistra (sono tantissimi, anche a Carbonia e nel territorio, gli elettori che per anni hanno sostenuto la sinistra e, in particolare, il PCI, poi PDS, DS ed ora PD, ad aver deciso di votare M5S, non tanto perché “affascinati” dal nuovo movimento, quanto «per spazzare via una classe politica vecchia, abbarbicata al potere ed ormai completamente distaccata dalla realtà») ed i tormenti interni al Partito Democratico, stanno nascendo nuove realtà nell’area politica che si riconosce nella sinistra. La disillusione, comunque, ha creato danni molto profondi, non facili da sanare, ed è forte il rischio di un’ulteriore crescita dei populismi e dell’allontanamento dei cittadini dalla politica. Oggi, per avere possibilità concrete di riuscire ad invertire la tendenza, è necessario un bagno d’umiltà, riavviare un dialogo serio con i cittadini, affrontare i loro problemi con un approccio nuovo, legato a proposte di soluzione concrete. Sarà sicuramente un lavoro lungo, che potrà dare risultati nel medio e lungo termine ma oggi, pare l’unica strada percorribile.

Giampaolo Cirronis

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L’Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente della Sardegna, Arpas, ha avviato la procedura per la ricerca di professionalità per il conferimento di due incarichi di collaborazione coordinata e continuativa da impiegare nell’ambito del progetto: “Classificazione del territorio regionale della Sardegna con individuazione delle aree a rischio Radon”.
Il progetto rientra nell’ambito del “Piano Nazionale Radon” predisposto dal ministero della Salute al fine di ridurre il rischio di tumore polmonare. Tra gli obiettivi quello di promuovere le buone pratiche in materia di sostenibilità ed eco-compatibilità nella costruzione/ristrutturazione di edifici, anche in relazione al rischi Radon.
Questi i requisiti:
– laurea in discipline tecnico scientifiche preferibilmente in Scienze geologiche o in Scienze geofisiche;
– esperienze (lavorative e/o tecnico-scientifiche) maturate nel settore delle misure di concentrazione di radon con rilevatori a tracce e sistemi di lettura di tipo ottico e conoscenza della relativa strumentazione di misura;
– esperienza (lavorative e/o tecnico-scientifiche) di misure radiometriche maturate nell’ambito di attività del monitoraggio della radioattività ambientale (spettrometria gamma in campo e in laboratorio);
– conoscenza dei principali strumenti informatici;
– esperienza di elaborazione statistica dei dati;
– ulteriore esperienza relativa alla specifica attività richiesta.
Gli interessati dovranno far pervenire la domanda entro il 10 marzo 2017, esclusivamente tramite posta elettronica a uno dei seguenti indirizzi: segreteria.generale@arpa.sardegna.it oppure arpas@pec.arpa.sardegna.it .

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Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore della Sanità Luigi Arru firmeranno domani mattina, alle ore 11.15, a Cagliari, nella sede della Presidenza della Regione di Villa Devoto, con il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e con l’assessore Giulio Gallera, il protocollo operativo tra le due Regioni per l’avvio dell’Azienda per l’emergenza-urgenza (Areus) e del Numero Unico Europeo (NUE) 112. Subito dopo la firma dell’intesa, si terrà un incontro con la stampa.
L’accordo, approvato dalla Giunta regionale lo scorso 25 novembre, nasce dall’esperienza della Regione Lombardia, prima in Italia ad attivare la propria Azienda regionale dell’emergenza urgenza nel 2008 e diventata riferimento a livello nazionale.
La collaborazione tra le due Regioni riguarderà le modalità di funzionamento dell’Areus; la riorganizzazione del sistema regionale dell’emergenza/urgenza sanitaria extraospedaliera (118); le attività di implementazione del servizio di elisoccorso HEMS (Helicopter Emergency Medical Service) regionale; la costituzione, attivazione e funzionamento del Numero Unico dell’Emergenza (NUE) 112; la formazione di tutte le figure professionali coinvolte, anche utilizzando strumenti e metodiche sperimentali. Verranno assicurati il coordinamento e il monitoraggio delle iniziative promosse, la redazione per ogni ambito di intervento di un progetto, la scelta delle misure di informazione e comunicazione da adottare.
La Regione Lombardia offrirà la propria collaborazione per il tramite dell’AREU Lombardia, che collaborerà con la Direzione Generale della Sanità dell’assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’assistenza sociale della Regione Sardegna.
Il protocollo avrà una durata di due anni e non comporterà oneri economici a carico dei rispettivi bilanci regionali.

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L’edizione 2016 è stata un successo, allora anche quest’anno l’Isola di Sant’Antioco sarà una delle tappe del Dinamo Camp, progetto itinerante di promozione del basket organizzato dalla Dinamo Sassari in collaborazione con Costa Eventi. Una opportunità unica per i ragazzi sulcitani che , per una settimana, avranno la possibilità di vivere un’esperienza cestistica di alto livello, accanto ai “Giganti” bianco blu e ad un qualificatissimo staff tecnico.

Il Dinamo Camp sbarcherà a Sant’Antioco dal 3 all’8 luglio con la formula “Day Camp”, e il Mu.Ma. Hostel, già partner della Sulcispes Basket, sarà la sede logistica.

Venerdì 3 marzo, dalle 17.00 alle 19.00, il Mu.Ma. Hostel sarà inoltre sede dell’Open Dinamo Camp, pomeriggio dedicato all’informazione e alle iscrizioni alle sessioni itineranti. Ci saranno il dirigente responsabile del settore giovanile Dinamo Giovanni Piras, il responsabile tecnico Giorgio Gerosa, la responsabile del settore minibasket Roberta La Mattina, il responsabile organizzativo dei camp Antonello Manca e il presidente della Sulcispes Sant’Antioco Salvatore Ingrande. I giovani cestisti che intendono iscriversi e le loro famiglie potranno soddisfare tutte le curiosità relative alle tappe e all’organizzazione dell’edizione dell’estate 2017 dei camp biancoblu.

Per chi parteciperà all’evento, e in quell’occasione formalizzerà l’iscrizione, è previsto uno speciale sconto. A tutti i partecipanti al pomeriggio informativo sarà fatto omaggio di un gadget Dinamo e alle 18.45, prima della chiusura dell’incontro, si procederà all’estrazione di 3 biglietti parterre per assistere ad una partita della Dinamo a Sassari, offerti da Geovillage – Costa Eventi.

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Il Consiglio comunale di Carbonia ha approvato il bilancio di previsione con 16 voti a favore, 6 contrari e un’astensione. Il via libera al primo documento contabile targato Movimento 5 Stelle è arrivato ieri sera, al termine di una settimana di riunioni per l’esame delle proposte avanzate dalla maggioranza, l’esame e la votazione degli emendamenti presentati dalle opposizioni (su 83 ne è stato approvato solo uno) e quindi il voto finale.

Si tratta di un bilancio inevitabilmente “povero”, che deve fare i conti con i tagli crescenti dei trasferimenti statali e regionali (2,2 milioni di euro), con la sempre ampia fascia di evasione da recuperare (2,3 milioni di euro entro l’anno in corso) e con il crescente disagio sociale che pone in grandi difficoltà tutte le amministrazioni locali che, anche quando vorrebbero intervenire per dare risposte concrete alle richieste che arrivano loro dai più bisognosi, spesso sono “impossibilitate” a farlo.

Il Movimento 5 Stelle s’è trovato così nella condizione di “raschiare il fondo del barile” per far quadrare i conti, ed ha operato una serie di tagli che hanno creato grandi malumori sia tra i banchi delle opposizioni, sia tra coloro, vedi le tantissime associazioni operanti in città, che potranno contare su un sostegno inferiore rispetto al recente passato per continuare a svolgere le loro attività.

Il voto al bilancio era un passaggio obbligato, sarà il tempo a dire quali saranno i riflessi sulla vita quotidiana e se le scelte fatte sono state più o meno azzeccate. Certo è che il Movimento 5 Stelle, dopo l’euforia iniziale per il trionfale successo elettorale dello scorso giugno, si trova ora davanti al primo vero esame della sua azione politica e amministrativa, perché nei primi otto mesi ha portato avanti solo l’ordinaria amministrazione dell’eredità raccolta dalla Giunta di centrosinistra guidata da Giuseppe Casti.

D’ora in avanti gestire l’ordinaria amministrazione non sarà sufficiente a dare alla città le risposte che i cittadini si aspettano. I miracoli nessuno potrà chiederli e comunque nessuna amministrazione potrebbe realizzarli, ma ciò che i cittadini si aspettano è che la Giunta guidata da Paola Massidda dimostri di essere capace di attingere a risorse “straordinarie”, partecipando ai bandi regionali, nazionali ed europei (ovviamente, vincendoli), con i quali realizzare progetti di sviluppo in grado di dare alla città opere infrastrutturali importanti e risposte  ad almeno una parte delle migliaia di disoccupati, soprattutto giovani, che attendono un’occupazione, per evitare l’emigrazione e… l’indigenza.

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Una festa lunga due giorni, tra degustazioni, show cooking e animazione. Protagonista principale: la patata, uno dei simboli dell’economia di Monastir. Sabato 25 e domenica 26 marzo 2017, il Comune del Cagliaritano è pronto a mettere in vetrina le sue eccellenze agricole, artigianali e culinarie. Non solo: spazio anche alla millenaria cultura sarda, con i merdules e boes di Ottana pronti a sciamare per le strade. L’intera città si apre, letteralmente, a turisti e semplici curiosi, per quarantotto ore all’insegna dell’identità locale. E i sapori tipici monastirensi sono pronti a spandersi ovunque. Nutrita la presenza degli espositori da tutta l’Isola, con prodotti di alta qualità, ovviamente cento per cento made in Sardegna. L’organizzazione della due giorni è curata dall’associazione Primavera Sulcitana, insieme alla Pro Loco di Monastir e all’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Luisa Murru. Proprio il Comune, con la sagra della patata, dimostra di voler mettere grande attenzione per la valorizzazione della città. Durante il weekend, grazie all’impegno delle associazioni locali, possibile partecipare a visite guidate ai siti culturali e fare escursioni tra le bellezze del territorio. Prevista la partecipazione di chef molto famosi, su tutti Manuele Fanutza e Tony Porseo. Sono anche loro a proporre numerose e varie ricette dove l’ingrediente principale è proprio la patata. E, nella serata finale dell’evento, in scaletta anche un contest molto speciale: chiunque, infatti, può cimentarsi nella preparazione di questa o quella ricetta a base di patata. Esperti o amatori, nessuna differenza: a giudicarli un gruppo di food blogger e giornalisti di settore, in palio c’è un corso di cucina, totalmente gratuito, per affinare sempre più le tecniche davanti ai fornelli.

«Si tratta di una manifestazione nata per valorizzare sia i prodotti locali sia le unicità del territorio. Monastir è una bellissima città e un punto strategico, una realtà intrisa di storia, l’obbiettivo è far arrivare gente da tutta l’Isola e anche da fuori  spiega l’assessore comunale alle Attività produttive, Gianluca Lampis -. La patata è il prodotto che va per la maggiore, ma sono tante le specialità. Vogliamo dare una boccata d’ossigeno a tutti i produttori locali: da chi fa pane a chi fa dolci a chi produce salumi. Riporteremo, anche grazie alla sagra della patata, la nostra città alla luce della ribalta regionale.»

Scalda i motori anche Primavera Sulcitana, con Ivan Scarpa: «È un grande onore poter supportare il Comune nell’organizzazione di una sagra davvero importante, un territorio come quello di Monastir è una tra le principali vetrine naturali di tutta la Sardegna».

Fornelli, idealmente, già accesi, sono quelli di Manuele Fanutza: «La patata è uno dei prodotti più usati in cucina, si presta a innumerevoli usi. Quella di Monastir rientra tra le tipicità sarde. Con un po’ di fantasia culinaria, sono pronto a realizzare frittelle di patate con erbe aromatiche tipiche del periodo e anche torte di patate, oltre a timballi farciti».

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Audizione dei rappresentanti dei sindacati confederali e autonomi stamane, in Prima commissione, sul tipo di contratto di lavoro nell’Agenzia Forestas e sulla stabilizzazione dei precari.

Nel corso dell’incontro, presieduto dall’on. Francesco Agus, il segretario regionale della Cgil, Michele Carrus ha parlato dell’attuale situazione dell’Agenzia Forestas, che occupa circa seimila lavoratori (poco meno di duemila sono precari) distribuiti in 173 cantieri. Ai lavoratori si applica il contratto collettivo nazionale degli operai forestali e il contratto integrativo regionale. Michele Carrus ha detto ricostruendo il passato: «Gli incarichi di mansioni superiori hanno ecceduto i limiti temporali e sono stati attribuiti da una gestione opaca e permeabile ai suggerimenti esterni. Così, più o meno discrezionalmente sono state attribuite le mansioni superiori, sia perché mancavano quelle figure nell’Agenzia sia perché il ritardo sull’organizzazione del personale era funzionale alla gestione del consenso. Ovviamente tutto questo ha creato contrapposizioni tra lavoratori. Nello stesso tempo chi non aveva inizialmente i titoli si è ritrovato a svolgere mansioni superiori in una condizione di precarietà». Per il capo della Cgil sarda «in questi casi è doverosa la selezione pubblica e ogni altro tipo di soluzione va contro la Costituzione. E’ però chiaro che in via preliminare va individuata la pianta organica di Forestas, sulla base dei carichi di lavoro. Quanto al tema della stabilizzazione dei precari presenti in Agenzia, suggeriamo attenzione, perché anche questo è un campo di possibile contrapposizione tra lavoratori».

Per Francesco Piras, componente della segreteria regionale della Cisl, «la volontà del Consiglio regionale di trasformare l’Ente foreste in Agenzia Forestas era sorretta da aspettative che non si sono realizzate. La nostra prima questione è l’applicazione di un solo contratto per tutti i lavoratori e la necessità che qualunque riforma intraprenda il Consiglio regionale questa riguardi tutti i lavoratori di Forestas, nessun escluso. La cura giusta per Forestas sono le regole certe per tutti, compresi i precari e non solo per i duemila lavoratori che svolgono mansioni superiori, compresi i duecento operai adibiti alle mansioni degli impiegati».

Il dirigente Cisl ha parlato di «tensione e di episodi violenti tra lavoratori», riferendosi a un fatto di cronaca non meglio precisato e accaduto ieri a Sassari, al quale si è riferita anche Francesca Ticca, segretaria regionale della Uil. La sindacalista ha detto: «Il problema della forestazione in Sardegna è enorme e mi fa piacere che la Prima commissione si stia ponendo la questione anche delle legittime aspettative dei suoi lavoratori. E’ pericoloso quanto avvenuto a Sassari, un’aggressione fuori dal lavoro: di questo passo si rischia di mettere l’uno contro l’altro i lavoratori».

Per la Cisl è intervenuto anche il segretario dell’Ogliastra, Bruno Olivieri, che ha ricordato i numeri del territorio: «Seicentotrè precari sono tantissimi. Se vogliamo fa lavorare un ente così dobbiamo avere soltanto lavoratori a tempo indeterminato».

Per le sigle autonome sono intervenuti Mario Folz (Snals), che ha consegnato una nota ai commissari e ha ribadito il principio secondo cui «essendo dipendenti della Regione i lavoratori dell’Agenzia Forestas devono vedere applicato il contratto della Regione». 

Della stessa opinione Alessio Saba, segretario regionale di Confederdia, che ha attaccato i sindacati confederali: «Siamo indignati per il modo con cui hanno gestito le questioni di Forestas ed è per questo che ci siamo messi provvisoriamente a fare i sindacalisti. E’ francamente impossibile lavorare nelle attuali condizioni ma visto che a ogni sardo la nostra agenzia costa cento euro è bene che restituiamo cento euro alla collettività sotto forma di servizio all’altezza».

I lavori della commissione proseguono alle 17.00, con l’audizione del direttore generale dell’Agenzia e dell’assessore dell’Ambiente e del direttore Inps (domani, a partire dalle 10.00).

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L’assessorato regionale della Pubblica istruzione ha sospeso la presentazione della domande relative all’avviso per richiedere i finanziamenti destinati a progetti di tutela delle minoranze linguistiche storiche.
Le nuove disposizioni per la presentazione delle domande saranno comunicate agli enti locali, alle camere di commercio e alle aziende sanitarie locali, con successivo avviso.

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Una delle cose per cui l’Italia è famosa in tutto il mondo è il cibo. Da questa semplice osservazione Oscar Farinetti, già creatore della catena Unieuro che poi ha venduto, è partito per creare un marchio e quindi un’azienda: “Eataly” che saggiamente mescola sia nel nome che nella pratica le parole cibo “eat” e Italia “Italy”. Nei vari centri, aperti prima in Italia e poi nel resto del mondo, si possono mangiare i piatti tipici della cucina italiana preparati da chef specializzati e realizzati con soli prodotti di qualità. «Il più grande obiettivo di Eataly è dimostrare come i prodotti di alta qualità possano essere a disposizione di tutti: facilmente reperibili e a prezzi sostenibili» questa la mission principale dell’azienda. Ovviamente la grandezza dell’azienda è fatta anche dal personale. Difatti Eataly è sempre alla ricerca di giovani preparati e volenterosi.

Al momento ricerca…

L’articolo completo è consultabile nel sito http://www.diariolavoro.it/lavoro_eataly.html .