Domenica 2 aprile a Cascia “Sa paradura”, l’antica solidarietà dei pastori sardi.
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La solidarietà non conosce confini, varca il mare e dalla Sardegna arriva a Cascia, terra di fede ma anche di sofferenza. Nella zona del centro Italia il terremoto, infatti, ha lasciato ferite ancora aperte che necessitano di essere curate. Per questo Sardegna Solidale ha aderito alla iniziativa “Sa paradura”, grazie alla quale, secondo una antichissima consuetudine isolana, i nostri pastori doneranno mille capi ovini alle aziende del centro umbro.
Su iniziativa di Coldiretti Sardegna e del gruppo musicale degli Istentales, con la collaborazione della sezione sarda di Prociv Italia (in collaborazione con il Csv Sardegna Solidale), del Casiss (Corpo ausiliario di soccorso internazionale San Silvestro), dell’azienda Carni Sarde, Coldiretti Umbria e con il patrocinio del Consiglio regionale della Sardegna e di tante altre associazioni, la manifestazione si svolgerà domenica 2 aprile, al termine di un fine settimana ricco di appuntamenti, organizzati nell’ambito della Fiera del Capo Lanuto.
Dopo un pranzo offerto alla comunità con prodotti tipici sardi, alle ore 16.00, i capi provenienti dalla Sardegna saranno divisi equamente tra i pastori casciani che hanno aderito all’iniziativa. E proprio loro, rispettando la consuetudine, il prossimo anno si recheranno in Sardegna con un agnello nato dalle pecore per completare la simbolica costruzione di questo straordinario ponte solidale e di fratellanza.
“Sa paradura” viene da lontano nel tempo e nasce come solidarietà concreta, soprattutto nelle comunità barbaricine, verso gli allevatori colpiti da calamità o avversità di vario genere che hanno determinato la moria o la scomparsa del gregge. L’usanza voleva e, in alcune zone, vuole ancora oggi, che ogni pastore/allevatore mettesse gratuitamente a disposizione di chi ha subìto il danno un capo di bestiame in modo che il gregge potesse essere ricostituito e l’attività lavorativa e di sostentamento familiare riprendere. Solidarietà concreta, appunto, fatta di gesti e azioni solide e solidali.
Gli allevatori sardi, nonostante il momento di grave difficoltà che stanno vivendo a causa dell’irrisorio costo del latte alla produzione, non hanno voluto dimenticare chi sta peggio di loro “esportando” l’usanza de “Sa paradura” a favore di pastori e allevatori del centro Italia colpiti dal terremoto, dove sono a rischio 3.300 posti di lavoro.
«Abbiamo voluto concentrare l’iniziativa su un unico territorio, Cascia e le frazioni – spiega il presidente regionale di Prociv Italia Emilio Garau – soprattutto perché ci sono molti allevamenti che hanno subito molti danni e gli allevatori hanno perso oltre che le strutture anche molti animali. Quando l’abbiamo presentata gli amministrazione di Cascia sono rimasti meravigliati perché ignoravano questa nostra usanza.»
A chiudere, la due giorni seguirà lo spettacolo musicale e folk presentato da Giuliano Marongiu, che vedrà protagonisti il gruppo Istentales, il coro “Amici del Folklore” di Nuoro, i “Tenores Unta Vona” di Orgosolo, i “Mamuthones Antigos” di Samugheo, Francesca Lai e le maschere “S’Urtzu” di Sadali.
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