La terza giornata del Vinitaly 2017 è stata dedicata al Carignano.
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Dopo il Vermentino e il Cannonau, presentati domenica e ieri nel Padiglione 8 riservato alla Regione Sardegna nel Veronafiere di Vinitaly, oggi è stata la grande giornata dedicata ai vitigni del Carignano. Circa 17mila ettolitri prodotti ogni anno, sostanzialmente in media nel quinquennio 2010-2014, su 2mila ettari coltivati soprattutto nella provincia storica di Cagliari (1876 ettari) e in particolare nei territori del Sulcis.
La vetrina odierna si è aperta questa mattina con il giornalista enogastronomico e redattore della guida dell’Espresso e di Scatti di Gusto, Stefano Ronconi, che con Pier Paolo Fiori, dell’Agenzia regionale Agris, hanno presentato “Il Carignano e la sabbia: un rapporto antico per un vino moderno”. A seguire si sono tenute le degustazioni di 8 tipologie di Carignano accompagnate da prodotti tipici sardi. All’iniziativa erano presenti diversi giornalisti esperti del settore. L’agronomo di Agris ha poi introdotto i lavori su “Cannonau e Carignano, l’espressione dei grandi rossi”. Pier Paolo Fiori ha illustrato le principali DOP regionali prodotte da vitigni Cannonau e Carignano e i loro territori di espressione. Anche in questo caso è seguita una degustazione guidata di 6 vini, in abbinamento con prodotti di eccellenza della gastronomia tradizionale sarda: formaggi e salumi finemente ricercati. Sui tavoli 3 Carignano e 3 Cannonau. I primi accompagnati da 3 salumi di montagna: di cui uno di capra e uno di pecora. I secondi affiancati da 3 formaggi da latte crudo di breve e media stagionatura: dal vaccino al pecorino passando per il caprino. A chiudere la cornice dei prodotti tipici i pani della tradizione: pistoccu e carasau. Il faccia a faccia con le delegazioni estere, organizzato nel pomeriggio, è stato curato con il Vinitaly Incoming da Luigi Usai dell’assessorato dell’Agricoltura. Una delegazione di 12 statunitensi e 8 canadesi hanno partecipato alla presentazione dei vini. Al primo gruppo sono stati presentati Cannonau, Carignano, Vermentino e Vernaccia, mentre i secondi hanno chiesto di conoscere anche Nuragus e Moscato.
Il Carignano è un vitigno a bacca rossa coltivato prevalentemente nella zona del Sulcis, nella Sardegna sud-occidentale. La sua superficie di coltivazione rappresenta appena il 7% del totale regionale, ma nonostante la sua limitata diffusione il Carignano è certamente uno dei vitigni più interessanti dell’enologia sarda. Si suppone che possa essere stato introdotto sull’isola dai Fenici, attraverso l’antico approdo di Solky, le cui rovine sono ancora visibili nell’isola di Sant’Antioco. L’ipotesi sarebbe supportata dalla presenza del vitigno anche in altre regioni viticole del Mediterraneo interessate da insediamenti fenici, come Tunisia, Marocco e Algeria. Una seconda ipotesi lega la sua introduzione al periodo aragonese, in considerazione del fatto che il vitigno viene denominato anche con il nome dialettale di Axina de Spagna. Il Carignano è presente anche in Spagna e in Francia. In Sardegna viene utilizzato per la vinificazione e la produzione della DOC Carignano del Sulcis (riconosciuta nel 1977) e di diverse IGT. Il vitigno ha una forte resistenza ai venti marini, che gli ha consentito di attecchire e svilupparsi sui terreni sabbiosi e assolati del Sulcis. Ne deriva un vino longevo, dal colore rubino intenso e brillante, caratterizzato da profumi caldi e avvolgenti e sentori leggermente erbacei. Il gusto è secco, sapido, pieno e persistente, leggermente tannico.
L’ultimo giorno del Sardegna Vinitaly sarà dedicato alla Vernaccia. Gli appuntamenti partiranno dalle 10.30 con Giuseppe Carrus, vice curatore della guida Vini buoni d’Italia del Gambero Rosso, che presenterà “La Vernaccia, l’oro di Oristano”, a cui seguiranno degustazioni di 8 tipologie di Vernaccia.
La vetrina odierna si è aperta questa mattina con il giornalista enogastronomico e redattore della guida dell’Espresso e di Scatti di Gusto, Stefano Ronconi, che con Pier Paolo Fiori, dell’Agenzia regionale Agris, hanno presentato “Il Carignano e la sabbia: un rapporto antico per un vino moderno”. A seguire si sono tenute le degustazioni di 8 tipologie di Carignano accompagnate da prodotti tipici sardi. All’iniziativa erano presenti diversi giornalisti esperti del settore. L’agronomo di Agris ha poi introdotto i lavori su “Cannonau e Carignano, l’espressione dei grandi rossi”. Pier Paolo Fiori ha illustrato le principali DOP regionali prodotte da vitigni Cannonau e Carignano e i loro territori di espressione. Anche in questo caso è seguita una degustazione guidata di 6 vini, in abbinamento con prodotti di eccellenza della gastronomia tradizionale sarda: formaggi e salumi finemente ricercati. Sui tavoli 3 Carignano e 3 Cannonau. I primi accompagnati da 3 salumi di montagna: di cui uno di capra e uno di pecora. I secondi affiancati da 3 formaggi da latte crudo di breve e media stagionatura: dal vaccino al pecorino passando per il caprino. A chiudere la cornice dei prodotti tipici i pani della tradizione: pistoccu e carasau. Il faccia a faccia con le delegazioni estere, organizzato nel pomeriggio, è stato curato con il Vinitaly Incoming da Luigi Usai dell’assessorato dell’Agricoltura. Una delegazione di 12 statunitensi e 8 canadesi hanno partecipato alla presentazione dei vini. Al primo gruppo sono stati presentati Cannonau, Carignano, Vermentino e Vernaccia, mentre i secondi hanno chiesto di conoscere anche Nuragus e Moscato.
Il Carignano è un vitigno a bacca rossa coltivato prevalentemente nella zona del Sulcis, nella Sardegna sud-occidentale. La sua superficie di coltivazione rappresenta appena il 7% del totale regionale, ma nonostante la sua limitata diffusione il Carignano è certamente uno dei vitigni più interessanti dell’enologia sarda. Si suppone che possa essere stato introdotto sull’isola dai Fenici, attraverso l’antico approdo di Solky, le cui rovine sono ancora visibili nell’isola di Sant’Antioco. L’ipotesi sarebbe supportata dalla presenza del vitigno anche in altre regioni viticole del Mediterraneo interessate da insediamenti fenici, come Tunisia, Marocco e Algeria. Una seconda ipotesi lega la sua introduzione al periodo aragonese, in considerazione del fatto che il vitigno viene denominato anche con il nome dialettale di Axina de Spagna. Il Carignano è presente anche in Spagna e in Francia. In Sardegna viene utilizzato per la vinificazione e la produzione della DOC Carignano del Sulcis (riconosciuta nel 1977) e di diverse IGT. Il vitigno ha una forte resistenza ai venti marini, che gli ha consentito di attecchire e svilupparsi sui terreni sabbiosi e assolati del Sulcis. Ne deriva un vino longevo, dal colore rubino intenso e brillante, caratterizzato da profumi caldi e avvolgenti e sentori leggermente erbacei. Il gusto è secco, sapido, pieno e persistente, leggermente tannico.
L’ultimo giorno del Sardegna Vinitaly sarà dedicato alla Vernaccia. Gli appuntamenti partiranno dalle 10.30 con Giuseppe Carrus, vice curatore della guida Vini buoni d’Italia del Gambero Rosso, che presenterà “La Vernaccia, l’oro di Oristano”, a cui seguiranno degustazioni di 8 tipologie di Vernaccia.
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