L’assessorato dell’Agricoltura ha pubblicato altri dieci nuovi bandi, coperti da 3 milioni e 251mila euro, dedicati al comparto Pesca e Acquacoltura.
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A meno di un mese dalla pubblicazione di 15 bandi, con una dotazione finanziaria di 14,1milioni di euro, l’assessorato dell’Agricoltura ha pubblicato altri dieci nuovi bandi, coperti da 3milioni e 251mila euro, dedicati al comparto Pesca e Acquacoltura. Si tratta di fondi destinati soprattutto all’acquisto di attrezzature a bordo, alla sostituzione o all’ammodernamento dei motori e per l’avvio delle attività dei nuovi o giovani pescatori. E poi interventi di carattere ambientale per garantire la conservazione degli ecosistemi, la formazione e la tutela della salute degli operatori. Le risorse fanno parte del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), cofinanziato al 50% dall’Unione europea, al 35% dallo Stato e al 15% dalla Regione. La prima fase di presentazione delle domande si chiuderà il prossimo 26 maggio, mentre altre due finestre saranno aperte dal 10 luglio all’8 settembre e dal 6 novembre al 29 dicembre 2017.
Negli ultimi 10 mesi, il comparto è stato finanziato con ben 22milioni 596mila 275euro. A luglio 2016, infatti, 5 milioni 288mila 473 euro erano già stati assegnati per la selezione delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (Community Led Local Development – CLLD), dopo un bando regionale si sono costituiti nell’Isola 4 FLAG: Nord Sardegna, Sardegna Orientale, Sardegna Centro-Occidentale, Flag Sud Occidentale. I Flag (Fisheries Local Action Groups) sono gli strumenti dello sviluppo locale di tipo partecipativo e riuniscono in partenariati enti locali, operatori, associazioni e portatori di interesse con l’obiettivo di proporre le strategie di sviluppo integrato e sostenibile delle aree costiere, lagunari e marine.
«Stiamo seguendo e sostenendo con la dovuta attenzione il comparto pesca sardo, poiché siamo convinti possa esprimere esperienze imprenditoriali importanti che favoriscano il ricambio generazionale, il consolidamento e il miglioramento delle attività già esistenti – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, con delega su Pesca e Acquacoltura, Pierluigi Caria nel commentare la pubblicazione dei nuovi bandi -. Nell’obiettivo di favorire il superamento delle criticità per il settore – ha aggiunto l’assessore Caria – dieci giorni fa abbiamo scritto al ministro della Salute Lorenzin per l’apertura, nel porto di Olbia, di un secondo Punto di ispezione frontaliera (PIF) regionale che coadiuvasse le attività di quello già esistente a Cagliari. Lo stesso faremo nei prossimi giorni, sollecitando il ministro del Mipaaf Martina, per rivedere le ripartizioni delle nuove quote di Tonno rosso e Pesce Spada da cui la Sardegna è oggi esclusa.»
Con 700mila euro la Misura 1.32, dedicata al miglioramento delle condizioni di igiene, salute, sicurezza e lavoro dei pescatori, è l’intervento con la maggiore dotazione finanziaria. A seguire, con 500mila euro, la Misura 1.38 che punta a ridurre l’impatto della pesca sull’ambiente marino, favorire l’eliminazione graduale dei rigetti in mare e facilitare la transizione verso uno sfruttamento sostenibile delle risorse biologiche marine vive. Nello specifico si tratta di investimenti dedicati ad attrezzature esterne o a bordo che riducano le catture indesiderate di pesci che, non avendo mercato, vengo spesso ributtati in mare, o di investimenti destinati alla protezione delle catture da attacchi di mammiferi o uccelli protetti. Tutto ciò nell’ottica di promuovere una pesca sostenibile sotto il profilo ambientale, efficiente in termini di risorse, innovativa, competitiva e basata sulle conoscenze. Con 400mila euro ci sono poi le Misure 1.41.1 e 2.50: la prima destinata all’acquisto di attrezzature e interventi a bordo destinati a ridurre le sostanze inquinanti o a effetto serra e ad aumentare l’efficienza energetica dei pescherecci; la seconda, sulla formazione professionale, volta a promuovere il capitale umano, favorire il collegamento in rete e lo scambio di esperienza. Con uno strumento paragonabile al primo insediamento in agricoltura, i 370mila euro della Misura 2.52 favoriscono e sostengono la creazione di nuove imprese di acquacoltura sostenibile da parte dei nuovi operatori. Poco meno di 250mila euro della Misura 1.44 sono dedicati alle attività nelle acque interne con le stesse finalità della Misura 1.38 sulla riduzione dell’impatto della pesca. Con l’obiettivo di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e migliorare l’efficienza energetica dei pescherecci, gli oltre 199mila euro della Misura 1.41.2 sostengono la sostituzione e l’ammodernamento di motori principali o ausiliari. Per convertire gli impianti all’acquacoltura biologica o a sistemi di ecogestione sono disponibili 187mila euro sulla Misura 2.53. La 2.49, con 124,6mila euro, consente di acquistare i servizi di consulenza per le aziende di acquacoltura. Infine, sempre sul versante del ricambio generazionale del comparto, i 120mila euro della Misura 1.31 sostengono l’avvio dei giovani pescatori anche con l’acquisto di nuovi mezzi o strumentazioni.
Con i suoi 1.709 chilometri, la Sardegna è la regione d’Italia con la maggiore estensione di coste, il 21,6% del totale nazionale, seguita dalla Sicilia con 1.430 chilometri. Terza regione per numero di battelli, 1292, dopo i 2946 della marineria siciliana e i 1572 della Puglia. Secondo i dati Istat 2016, lavorano nel comparto pesca sardo 2003 persone, mentre sono 123 gli operatori dell’acquacoltura e 342 gli addetti alla trasformazione. I pescatori sardi lavorano anche su circa 9mila ettari di lagune costiere produttive, nella specificità della nostra isola, che includono le eccellenze della pesca dei mitili (cozze, vongole, ostriche), crostacei, cefali, spigole, orate e anguille.
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