L’assessore degli Affari generali Filippo Spanu è intervenuto, ad Ajaccio, al seminario organizzato dal Comitato delle Regioni dell’Unione europea.
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L’assessore regionale degli Affari generali Filippo Spanu, in rappresentanza del presidente Francesco Pigliaru, è intervenuto al Palazzo dei Congressi, ad Ajaccio, al seminario organizzato dal Comitato delle Regioni dell’Unione europea.
«Le isole periferiche hanno svantaggi strutturali oggettivi, immediatamente valutabili – ha detto Filippo Spanu -. Per mitigarli servono politiche mirate, a cominciare dal riconoscimento stesso, da parte dell’Europa, del carattere specifico di perifericità associato alla condizione insulare. È una questione di pari opportunità, un diritto di cittadinanza per le nostre popolazioni, per garantirci una migliore prospettiva di benessere e rinforzarci nel dialogo internazionale.»
L’incontro, guidato da Stanisław Szwabski, componente del Comitato delle Regioni dell’Unione europea e presidente del Gruppo Alleanza europea, si è aperto con l’intervento del presidente del Consiglio esecutivo della Corsica Gilles Simeoni che ha sottolineato il valore strategico dell’alleanza tra la sua isola, la Sardegna e le Baleari. «Con una voce sola portiamo con maggiore forza le nostre istanze all’attenzione dei governi nazionali e delle istituzioni europee – ha detto Gilles Simeoni -. La prospettiva è quella di una visione unitaria e coordinata dei principali problemi che condizionano il nostro sviluppo nel quadro Mediterraneo.»
Filippo Spanu si è poi soffermato su concetti che fanno parte dell’agenda politica dell’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru e che costituiscono oggetto di costante confronto a livello europeo nell’ambito del Comitato delle Regioni.
L’assessore regionale degli Affari generali, nel ribadire l’importanza dell’alleanza tra Sardegna, Corsica e Baleari, ha spiegato che «è necessario un lavoro di squadra per trovare convergenze sull’esigenza improcrastinabile di interventi mirati e duraturi a favore delle regioni permanentemente svantaggiate ai fini di un loro più agevole avvicinamento alle aree più sviluppate dell’Unione europea. Le risorse finanziarie certamente servono ma serve ancora di più un inquadramento normativo che riconosca per le isole, soprattutto per quelle periferiche come la Sardegna, norme che sanciscano lo svantaggio e consentano di non applicare alcune regole, specie quelle sulla concorrenza. Si tratta di vincoli che, validi in normali condizioni di mercato, non possono egualmente essere applicati in condizioni diverse in cui il mercato è caratterizzato da fragilità e debolezze strutturali. La misurazione della distanza dalla piattaforma continentale – ha concluso Filippo Spanu – in questo senso è decisiva e descrive chiaramente le mancate opportunità in termini di trasporto e di conseguente approvvigionamento di qualsiasi bene o utility economica».
Al seminario, che ha dedicato uno spazio al confronto delle buone pratiche, hanno preso parte anche rappresentanti di altri territori insulari, tra cui le isole Shetland, e di altre zone europee geograficamente svantaggiate. Da tutti gli interventi è emersa, in modo netto, la richiesta che nelle prossime politiche di sviluppo e coesione siano tenute in debito conto le specificità delle singole regioni per raggiungere l’obiettivo di un’Europa «misurata sulle caratteristiche dei territori e non a taglia unica».
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