19 November, 2024
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Con la firma fra l’assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci e il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, diventa pienamente operativo l’lTI (Investimenti Territoriali Integrati) Città del Mare da 15 milioni di euro, per la riqualificazione urbana ma anche l’inclusione sociale e il sostegno all’occupazione, con una particolare attenzione alle fasce più deboli. Si tratta di risorse immediatamente disponibili e destinate ai quartieri Sacra Famiglia e Poltu Quadu, per un’area caratterizzata da fenomeni di disagio socio-economico e degrado urbano che comprende anche una porzione marina dell’ansa sud, storicamente utilizzata a scopi produttivi come peschiera e attualmente in stato di abbandono. Alla sottoscrizione dell’accordo erano presenti anche l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria e i consiglieri regionali del territorio.
«Olbia è una città importante, che sta crescendo, ha grandi potenzialità e può diventare ancora più strategica rispetto all’intera Sardegna, e quella di oggi è una firma importante, che darà il via a una serie di interventi attesi da tempo – sottolinea Raffaele Paci -. Crediamo molto come Giunta negli interventi territoriali e nei progetti che partono dalle realtà locali, che meglio di chiunque altro conoscono dove e come è necessario intervenire, e noi cerchiamo di essere vicini quanto più possibile ai Comuni, finanziando progetti vincenti come quello di Olbia. Il ruolo dei Comuni è quello di trasformare le opportunità in progetti concreti, e oggi l’amministrazione di Olbia dimostra di esserci riuscita perfettamente, e ringrazio la nuova amministrazione che ha dato continuità al progetto avviato con la precedente, collaborando con la Regione al di là degli schieramenti politici. Oggi parliamo di inclusione sociale, nuova imprenditoria e occupazione giovanile, di rispetto dell’ambiente e di voglia di riscatto e rinascita di quartieri e contesti sociali tradizionalmente più fragili. Questa è sicuramente la base di un modello di sviluppo, coerente con gli obiettivi della Giunta regionale, che costituisce un punto di partenza importante per la crescita sostenibile dell’intera Gallura.»
Complessivamente l’area di intervento si trova racchiusa tra due barriere fortemente condizionanti: da un lato i grandi assi viari, dall’altro l’ex peschiera. Cinque i campi di azione, a partire dalla riqualificazione naturalistica-ambientale con il “Parco urbano costiero/marino” fino alla realizzazione del percorso ciclopedonale, per proseguire sull’Azione 2 dedicata all’inclusione sociale, la nascita del “Community Hub”, passando per l’Azione 3 sulla valorizzazione culturale-artistico ricreativa (MusMat; rifunzionalizzazione del Teatro Michelucci e la nascita di una biblioteca artistico-musicale internazionale)per arrivare al campo di Azione 4 dedicato interamente all’inclusione attiva, con i percorsi di cultura d’impresa e di aiuti all’occupazione.
«Oggi è un grande giorno per la nostra città. Desidero ringraziare in primo luogo l’assessore Paci, che ha costantemente seguito le fasi della progettazione, lo staff di co-progettazione del Centro Regionale di Programmazione, lo staff Autorità Urbana e tutto il personale del comune di Olbia che, grazie alla propria dedizione e al proprio lavoro, ha fattivamente contribuito al buon esito dell’intervento – dice Settimo Nizzi -. La sottoscrizione dell’Accordo di Programma dell’ITI Olbia con la Regione Autonoma della Sardegna, che vale più di 15 milioni di euro, esprime quanto la sinergia tra Enti sia fondamentale per raggiungere risultati importanti per i territori: iniziative come queste non hanno colore politico, ma un respiro volto al bene delle aree da noi amministrate e dei cittadini che vi risiedono. La vocazione dell’intervento integrato è il principio di coesione territoriale, costituita dall’approccio “place-based”, ovvero che parte dall’attenzione alla specificità dei luoghi e delle aree fragili. Si tratta prevalentemente di fondi europei, uno stanziamento vitale per la nostra città proprio perché permetterà di intervenire in opere di grande importanza per lo sviluppo socio-economico.»
Quello di Olbia è l’ultimo dei tre ITI da 15 milioni ciascuno sottoscritti e finanziati dalla Giunta Pigliaru dopo quelli di Cagliari e Sassari. Grazie all’utilizzo di più assi e più fondi nell’ambito della programmazione europea in particolare fondi Fesr e Fse, mettono in campo 45 milioni per le realtà urbane e sociali della Sardegna.

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I tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna hanno concluso alle 21.30 l’intervento di recupero di un’arrampicatrice sul Monte Cusidore, nel comune di Oliena.

Quattro arrampicatori, di origini romane, divisi in due cordate stavano percorrendo il quarto tiro della via denominata “Fattoria McKenzie” sulla parete ovest del Monte Cusidore quando la scalatrice è precipitata per sette metri a causa della perdita di un appiglio. Sebbene la caduta sia stata attutita dal controllo della corda da parte del compagno di cordata, la scalatrice ha subito un forte trauma alla gamba.

L’allarme è partito intorno alle 16.15. I compagni, ancora in parete, hanno immediatamente contattato la Centrale Operativa del 118 che ha allertato simultaneamente i tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e l’AB412 dei Vigili del Fuoco per effettuare il recupero.

Nonostante il tempestivo arrivo sul posto delle squadre l’elicottero non è potuto intervenire a causa delle condizioni meteo avverse dovute al forte vento. L’infortunata è stata calata in autonomia dai compagni di cordata fino alla base della parete dove i tecnici CNSAS della stazione di Nuoro e gli uomini dei Vigili del Fuoco hanno collaborato nel trasporto della donna su barella portantina fino alla località Pedra e littu, dove attendeva il mezzo per trasportarla fino all’ambulanza e poi all’ospedale San Francesco di Nuoro.

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Sono 32 i produttori artigiani di cioccolato e cacao in Sardegna, l’8,2% di tutta Italia, dato che pone l’isola al 3° posto nazionale.

Sono sorprendenti anche i dati a livello territoriale: Nuoro-Ogliastra, con 19 attività produttive specializzate in queste lavorazioni, è la terza provincia italiana come consistenza numerica.

Lo rivela un rapporto di Confartigianato sui “Produttori artigiani di cioccolato e cacao”, secondo il quale la passione per il “cibo degli dei” ha contagiato i sardi, oltre agli italiani, che in un anno spendono 67 euro a famiglia in prodotti a base di cacao, per un valore complessivo nazionale di 1,7 miliardi.

«Questi dati dimostrano come la Sardegna abbia una varietà di produzioni alimentari, in questo caso dolciarie, davvero sorprendente e da tutelare – afferma Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – queste specialità artigiane si distinguono per la freschezza, la genuinità e l’ottima qualità degli ingredienti, caratteristiche che i consumatori hanno riscoperto e apprezzano.»

Quindi, non soltanto uova di Pasqua ma il cioccolato, sardo e italiano piace tutto l’anno e fa aumentare il numero dei produttori artigiani e le esportazioni.

A livello nazionale il cioccolato tricolore ha visto, infatti, un boom di vendite all’estero: tra il 2015 e il 2016 le esportazioni made in Italy sono cresciute del 3,9% e hanno raggiunto il valore di 1,5 miliardi di euro.

Tra le regioni, i cioccolatieri artigiani, specializzati esclusivamente nella lavorazione del cacao e nella produzione di prelibatezze al cioccolato, sono un piccolo esercito di 390 imprese, aumentate del 2,1% tra il 2015 e il 2016. In testa c’è la Campania con 69 produttori artigiani, seguita dal Piemonte (64), e dalla Sardegna (32). A livello provinciale, la “capitale” del cioccolato artigiano è Torino che vanta 37 produttori. Seguono Avellino con 28 imprese e Nuoro con 19 cioccolatieri artigiani.

In testa ai Paesi più golosi di cioccolato italiano c’è l’Arabia Saudita che nel 2016 ha acquistato addirittura il 35,5% di cioccolato in più rispetto all’anno precedente, per un valore di 44,5 milioni di euro. Al secondo posto l’Australia dove il nostro export vale 37,9 milioni ed è aumentato del 33,2%, seguita dalla Germania (+26,4%), da Israele (+22,4%) e Stati Uniti (+19,6%). Ma il Paese che, in assoluto, acquista la maggiore quantità di prodotti di cioccolato italiani è la Francia dove nel 2016 il valore del nostro export ha raggiunto la quota di 259,1 milioni di euro.

La crisi non sembra esser riuscita a scalfire la passione dei sardi per la buona tavola. Le previsioni, infatti dicono che nell’isola, quest’anno, si mangeranno anche più uova di cioccolata. Secondo le stime, il consumo delle produzioni artigianali aumenterà del 4%, rispetto agli anni passati. Ogni sardo, come tutti gli altri italiani, infatti, mangia in media 4,5 kg di cioccolato all’anno, almeno due chili in più rispetto a dieci anni fa.

«Tuttavia, così come in generale le specialità alimentari artigiane – aggiunge Maria Carmela Folchetti – sono spesso minacciate dalla concorrenza sleale delle vendite sottocosto, dai prodotti industriali spacciati come artigianali o di produzione propria.»

«Però i consumatori sono sempre più interessati all’acquisto di prodotti di qualità – sottolinea la presidente Folchetti – preferiscono un uovo di cioccolato fatto a mano e ben rifinito, piuttosto che l’analogo prodotto industriale. Il prezzo è chiaramente differente, ma chi sceglie di regalare le specialità artigiane vuole proprio sottolineare il carattere esclusivo del proprio dono.»

Qualità della materia prima e rigorose regole di lavorazione fanno del cioccolato artigiano una specialità sempre più apprezzata. Che siano uova di Pasqua o altre prelibatezze, la qualità del vero prodotto artigiano si distingue nell’etichetta e si gusta con il palato.

Produttori della Sardegna di cacao e cioccolato (Fonte Osservatorio MPMI Confartigianato Sardegna su dati 2016 UnionCamere e Infocamere – codice Ateco 10.82.00)

Imprese Artigiane

% sul totale nazionale delle imprese artigiane

Cagliari

3

0,8%

Oristano

4

1%

Nuoro

19

4,9%

Sassari

6

1,5%

Sardegna

31

8,2%

Italia

390

100%

Vero cioccolato o il sosia?

Anche quest’anno Confartigianato Imprese Sardegna raccomanda ai consumatori la massima attenzione alle etichette sui prodotti: è, infatti, in circolazione il “sosia” del vero cioccolato che, secondo una Direttiva Europea può presentare il 5% di grassi vegetali in sostituzione del burro di cacao.

Nelle uova di cioccolato “virtuale”, si può trovare un po’ di tutto: grassi vegetali, grassi animali, tracce di noci, arachidi, glutine, aromi artificiali, additivi vari. E spesso la percentuale di zucchero è molto alta per far pesare di più il prodotto.

Il cioccolato puro e tradizionale, sottolinea Confartigianato Imprese, cioè il prodotto della tradizione artigiana, è realizzato esclusivamente con pasta di cacao (composta soltanto da burro di cacao e cacao in polvere), zucchero, latte in polvere e aromatizzanti naturali.

Come si riconosce il cioccolato puro? Il sapore risente, inevitabilmente, degli ingredienti: quello puro si scioglie in bocca e scivola via, mentre l’altro, con i grassi vegetali, impasta il palato con un velo di grasso e ha un gusto “sabbioso”.

Confartigianato Imprese Sardegna ricorda inoltre che, secondo un’altra direttiva comunitaria sui prodotti di cacao e cioccolato destinati all’alimentazione umana, possono avvalersi della denominazione di “Cioccolato puro” solo i prodotti che contengono il burro di cacao come ingrediente aggiuntivo. Quelli che utilizzeranno altri grassi vegetali dovranno citarlo sull’etichetta e riportare nella confezione di vendita la dicitura “Cioccolato”.

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Nuovo appuntamento del ciclo di racconti “Esperienze di viaggio” per giovedì 4 maggio, alle 19.00, al New Coffee Art, in via Giardini 147 D, a Cagliari. Il tema sarà il Giappone. L’associazione Culturale Events Planning diretta da Antonella Fiori, organizzatrice dell’evento, ha creato un ricco evento che intratterrà gli ospiti attraverso un aperitivo di benvenuto, due mostre fotografiche, il racconto e, infine, un ricco buffet. La prima mostra fotografica, curata interamente dal fotografo freelance Lorenzo Uccheddu, racconta la sua esperienza in Hokkaido (Giappone), realizzata nell’ambito del progetto Sora-Degna; la seconda, invece, studiata in collaborazione con l’artista disegnatore Davide Portaluppi, presenterà un nuovo progetto tra fotografia e disegno. Sarà lo stesso Lorenzo Uccheddu ad esporre, con l’aiuto di altre fotografie, il suo viaggio nella Terra del Sol Levante, la sua esperienza con il popolo giapponese e le sue impressioni. L’evento richiede la prenotazione ed un costo di 20 €. L’Associazione Events Planning resta a disposizione per info e prenotazioni al 340 6861723.
Lorenzo Uccheddu.

Lorenzo Uccheddu.

 

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L’assessorato regionale della Programmazione ha prorogato al 5 maggio 2017 i termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse finalizzate alla concessione dei mutui a tasso agevolato destinati a interventi di edilizia residenziale.
Possono partecipare gli Istituti di credito con almeno uno sportello fisico per ogni provincia nel territorio regionale e nella Città metropolitana di Cagliari, che intendano stipulare con la Regione la convenzione per la concessione dei mutui destinati all’acquisto, alla costruzione e al recupero della prima abitazione.
Le domande, sottoscritta dal legale rappresentante dell’Istituto, dovranno pervenire esclusivamente tramite posta elettronica certificata (pec) all’indirizzo: programmazione@pec.regione.sardegna.it .

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L’assessorato regionale della Pubblica Istruzione ha prorogato alle ore 14.00 del 15 maggio il bando Culture Lab per il “Sostegno finanziario alle micro, piccole e medie imprese, in forma singola ed aggregata, del settore culturale e creativo per lo sviluppo di progetti culturali innovativi”.
L’obiettivo del bando è quello di finanziare fino ad un massimo dell’80% delle spese ammissibili, le seguenti tipologie di costo:
– costi operativi per la realizzazione del progetto o dell’attività culturale, quali materiali e forniture, spese di viaggio, spese di promozione;
– costi per migliorare l’accessibilità dei beni culturali in relazione alle persone con differenti esigenze, per la digitalizzazione e altre nuove tecnologie, per la promozione della diversità culturale per quanto riguarda presentazioni, programmi;
– costi relativi al personale impiegato nel progetto;
– costi dei servizi di consulenza/progettazione.

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Questa mattina il presidente della Regione Francesco Pigliaru e gli assessori Filippo Spanu e Cristiano Erriu hanno illustrato alla stampa il contenuto dell’Accordo quadro tra Regione e ministero dello Sviluppo economico che prevede nuovi interventi per assicurare ai territori nuovi servizi di connettività, nel percorso di sviluppo della banda ultra larga in Sardegna.
«Le connessioni sono fondamentali, e noi stiamo puntando molto per connettere la Sardegna verso l’esterno e al suo interno – ha esordito Francesco Pigliaru -. La connessione digitale è un investimento cruciale per accendere l’entusiasmo dei nostri giovani e per smuovere l’economia. Avere connessioni veloci nelle scuole, dove stiamo facendo enormi investimenti, fa parte di una visione di legislatura. Avere la rete nelle aziende, e in particolare in quelle agricole, è fondamentale per esprimere il nostro potenziale, come ci ha dimostrato in questi giorni Vinitaly. L’investimento è stato fatto. Ora lo rinforziamo prevedendo da subito la selezione del gestore e non lasciando i comuni soli di fronte alle difficoltà della burocrazia.»
«Siamo in linea con gli obiettivi della strategia nazionale per la diffusione della banda ultra larga – ha detto l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu -. Interveniamo, con ingenti risorse e in anticipo rispetto alle altre regioni, nelle aree con debolezze strutturali per garantire a tutti i cittadini uguali diritti e parità di accesso ai nuovi di servizi di connettività. È un investimento sul futuro dei piccoli comuni, un lavoro di semina che nel tempo produrrà sicuramente frutti. Gli indicatori statistici ci dicono che il digital divide è un grave limite che condiziona lo sviluppo economico e sociale. In 20 comuni è possibile in tempi brevissimi rendere operativi i servizi di connettività assicurati dalle nuove reti in fibra ottica. Su questo punto c’è un preciso impegno del Mise che attraverso Infratel metterà in campo tutte le attività necessarie. Gli operatori privati che vogliono intervenire possono già rispondere all’avviso pubblicato sul sito della società in house del Ministero.»
«L’attivazione di queste decine e decine di cantieri comporta un grande impegno e la sinergia di tutte le forze e gli enti impegnati nel progetto – ha sottolineato Cristiano Erriu, assessori degli Enti locali ed Urbanistica -. La banda ultra larga aiuta a contrastare lo spopolamento e favorire alcuni processi virtuosi a vantaggio delle zone interne. Sarà garantita una migliore fruizione del diritto di cittadinanza attraverso servizi più efficienti. La seconda opportunità invece riguarda lo sviluppo economico: pensiamo non solo alle attività tradizionalmente legate alla tecnologia ma anche ai settori dell’agricoltura e dell’artigianato, che ricaveranno tangibili benefici.»
Il progetto interessa anche gli assessorati dell’Agricoltura e della Programmazione. Pierluigi Caria sottolinea la grande opportunità di sviluppo per le aree rurali, utile per valorizzare e raggiungere un’agricoltura di precisione che migliori la produttività delle imprese. L’assessore della Programmazione Raffaele Paci rileva come il piano per sviluppo della banda ultra larga sia un altro importante ambito in cui si è concretamente realizzato il modello della programmazione unitaria delle risorse, uno dei fondamenti delle politiche della Giunta guidata da Francesco Pigliaru.
Completamento copertura. L’intervento prevede in particolare il completamento della copertura nelle cosiddette aree bianche in cui gli operatori privati non hanno interesse ad intervenire. In queste aree la Regione realizza, con proprie risorse, le infrastrutture necessarie a garantire i servizi di connettività ad alta velocità. L’investimento, con finanziamenti Fesr (66 milioni di euro) e Feasr (16 milioni), ammonta a circa 82 milioni di euro per rispondere al fabbisogno di 221.890 persone e 191.109 unità immobiliari. Anche in questa nuova fase il soggetto attuatore degli interventi sarà Infratel, società in house del ministero dello Sviluppo economico. Nella convenzione viene previsto che il Mise effettui, attraverso Infratel, le attività operative per la gestione provvisoria e la cessione in uso agli operatori privati interessati delle infrastrutture di proprietà regionale che verranno realizzate. In linea con la strategia nazionale per lo sviluppo della banda ultra larga saranno assicurate connessioni ad almeno 100 Mbps agli edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare), alla aree di maggior interesse economico e alle principali località turistiche. I comuni coinvolti sono complessivamente 77. In questo quadro sono compresi i centri non inclusi nell’intervento di infrastrutturazione in corso dal 2016 e quelli in cui è necessario migliorare la copertura. Tra i comuni in cui verrà realizzata la nuova infrastruttura ci sono Arbus, Arzachena, Bosa, Budoni, Cabras, Carloforte, Castelsardo, Dolianova, Domusnovas, Dorgali, Gonnosfanadiga, Guspini, Ittiri, La Maddalena, Maracalagonis, Mogoro, Muravera, Oliena, Orosei, Ossi, Ploaghe, San Gavino Monreale, San Giovanni Suergiu, Sanluri, Santa Teresa Gallura, Sant’Antioco, Serramanna, Siniscola, Tortolì, Valledoria, Villacidro, Villasor. Altro dato di particolare rilevanza è che il piano per lo sviluppo della banda ultra larga genera effetti positivi per le imprese sarde impegnate nei cantieri dislocati in tutto il territorio regionale. In ogni cantiere, mediamente, lavorano 4 operai. Il progetto è, dunque, in grado di creare occupazione e di produrre positive ripercussioni sull’economia dell’isola.
20 comuni, reti già collaudate. Sono in una fase molto avanzata gli interventi avviati nel marzo del 2016 in 313 comuni delle aree rurali, con un investimento complessivo di 56 milioni di euro (fondi Feasr). In 20 comuni le opere sono state concluse ed è stata realizzata la nuova rete in fibra ottica che consentirà connessioni internet notevolmente più veloci rispetto all’attuale standard. Sono Sant’Andrea Frius (il primo comune a dare inizio ai lavori), Burcei, Esterzili, Goni, Guasila, Nuraminis, Ortacesus, Samatzai, Silius, Ussana, Perdaxius, Turri, Irgoli, Arzana, Talana, Triei, Gonnoscodina, Mogorella, Montresta e Bonnanaro. In questi centri Infratel, per accorciare i tempi e venire incontro alle esigenze delle comunità, si è impegnata, d’intesa con la Regione, a svolgere tutte le attività necessarie per la gestione, in via provvisoria, delle infrastrutture e per la cessione in uso agli operatori di telecomunicazione ai fini dell’attivazione di contratti di abbonamento da parte di cittadini e imprese.

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L’ordinanza balneare 2017, firmata dal direttore generale degli Enti locali Antonella Giglio, che (per la prima volta) anticipa a domani la stagione balneare estiva che si concluderà il 31 ottobre, consentirà agli operatori del settore balneare di sfruttare appieno il periodo pasquale e i successivi ponti del 25 aprile e 1° maggio. Altra novità consiste nell’aver dichiarato stagione balneare l’intero anno solare e aver individuato una stagione balneare estiva ed una stagione balneare invernale-mare d’inverno.
Sarà possibile in tal modo lo svolgimento continuativo di una serie di attività sportive, culturali, ludiche, elioterapiche e di intrattenimento che potranno essere liberamente effettuate dai titolari di concessioni demaniali marittime, previa una semplice comunicazione concernente la prosecuzione dell’attività da effettuarsi.
«Scopo dell’ordinanza, che accoglie le istanze degli operatori volte alla piena utilizzazione dei litorali anche nel periodo di bassa stagione – sottolinea l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu – è quello di fornire le condizioni ottimali per una stagione balneare lunga che offra servizi di qualità e consenta ai tanti operatori e concessionari di affinare ed accrescere l’offerta di servizi e creare occupazione diffusa e più duratura.»
Ai concessionari è fatto obbligo di osservare una serie di prescrizioni ed assicurare in primo luogo il servizio di salvamento. I Comuni potranno a loro volta individuare apposite zone di litorale nelle quali consentire l’accesso anche agli animali. Inoltre, viene disciplinata in maniera dettagliata l’installazione di parchi giochi acquatici.

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«Si ponga fine alle incertezze sulle attribuzioni di competenze nel Corpo forestale.»

A sostenerlo è Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, secondo il quale, «il problema non è tanto il riordino in atto anche nel Corpo Forestale e Vigilanza ambientale in Sardegna – con una riforma che ha rivisitato una serie di compiti – quanto un metodo di lavoro. Nell’organismo, che può vantare una struttura diffusa su tutto il territorio regionale – che opera attraverso una direzione generale, tre servizi centrali, sette servizi territoriali, 82 stazioni forestali, dieci basi navali, impegnando più di 1.400 unità – si è aperta, infatti, una discutibile interpretazione sulle competenze. Il terreno di scontro si incentra sulla compatibilità del ruolo di Ispettore e Agente Forestale con le funzioni di Responsabile di Unità operativa di comparto e di Direttore delle operazioni di spegnimento del Corpo forestale e di Vigilanza ambientale».

«Al Corpo forestale – spiega Gianluigi Rubiu in un’interpellanza urgente – è affidata la tutela tecnica ed economica dei boschi, dei beni silvo-pastorali dei Comuni e degli Enti pubblici, di parchi, riserve, biotopi ed altre aree di particolare interesse naturalistico e paesaggistico individuate con leggi o provvedimenti amministrativi, della flora, della vegetazione e dei pascoli montani. L’ente esercita funzioni operative di prevenzione e lotta agli incendi boschivi, oltreché nelle operazioni di spegnimento, e collabora alle attività di protezione civile.»

Gianluigi Rubiu sottolinea che «l’organismo si struttura attraverso le stazioni forestali, la cui giurisdizione corrisponde con l’Unità operativa di comparto, che sono formate da personale appartenente alla qualifica di Agente e Ispettore. La funzione di responsabile della stazione è svolta da un ispettore forestale o, in alternativa, da un’assistente o agente forestale. Nell’ambito dell’attuazione del piano regionale antincendi boschivi, le funzioni di Direttore delle operazioni di spegnimento vengono svolte da un Ispettore Forestale e in sua assenza da un Assistente e da un Agente Forestale».

«Sussiste un problema di interpretazione tra il ruolo di responsabilità ascritto al Responsabile dell’Unità operativa di Comparto e al Direttore delle operazioni di spegnimento, e il profilo professionale dei ruoli di Ispettore e Agenti Forestali che nella prassi corrente si trovano a dover svolgere le funzioni di responsabili delle Unità operative di comparto e di Direttore delle operazioni di spegnimento. E’ necessario – conclude Gianluigi Rubiu nell’interpellanza – che la Giunta possa adottare subito dei provvedimenti per dirimere le incertezze relative agli incarichi e sgombrare il campo da ambiguità sugli incarichi professionali.»

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I Riformatori sardi hanno tenuto stamane una conferenza stampa, nel Palazzo del Consiglio regionale, per denunciare i tempi lunghissimi delle liste d’attesa nel sistema sanitario pubblico della Sardegna. 

Un anno e mezzo per una mammografia all’Ospedale Businco di Cagliari, un anno per una colonscopia al SS. Trinità, quasi nove mesi per una visita cardiologica al Sirai di Carbonia e per una ginecologica a Olbia, otto per un consulto oculistico a Bono. Sono i casi più eclatanti estratti dalle liste d’attesa delle Asl sarde e denunciati questa mattina dai Riformatori sardi.

«In Sardegna i tempi di attesa per una visita specialistica sono di circa 4 mesi contro i 30 indicati dal Piano nazionale – ha detto il coordinatore regionale dei Riformatori Pietrino Fois – tutto questo accade nonostante la Regione destini il 60% del suo bilancio alla copertura delle spese del sistema sanitario.»

«Una situazione che va contro il Codice del Consumo che impone alle amministrazione pubbliche di rispettare precisi standard di qualità nell’erogazione dei servizi sanitari – ha aggiunto il presidente del partito Roberto Frongia – i cittadini hanno diritto a ricevere prestazioni adeguate. In Sardegna purtroppo questo non accade, la disorganizzazione è palese.»

Diverse le cause che influiscono sull’allungamento delle liste d’attesa secondo il deputato Pierpaolo Vargiu, componente della Commissione sanità della Camera: «In Sardegna sono ancora pochi gli investimenti in nuove tecnologie, indispensabili per adeguare l’offerta e monitorare l’appropriatezza delle prestazioni – ha detto Pierpaolo Vargiu – spesso i macchinari sono obsoleti e la classificazione delle prestazioni è fuori controllo. Altra questione riguarda le risorse umane: anche in questo caso servono investimenti per la formazione del personale medico. Una soluzione potrebbe essere rappresentata dal potenziamento dei servizi territoriali e della medicina 2.0 per la gestione dei pazienti da “remoto” – ha aggiunto Vargiu – i malati cronici devono essere intercettati prima che vadano ad intasare le liste d’attesa, altri potrebbero essere gestiti in modo semplice e rapido con l’utilizzo delle nuove tecnologie».

Le informazioni sulle liste d’attesa – hanno spiegato gli esponenti dei Riformatori sardi – sono stati estrapolate dai siti delle Asl sarde. «Si tratta di dati ufficiali – ha detto Attilio Dedoni, consigliere regionale e presidente della Commissione d’inchiesta sui costi della Sanità – il nuovo manager dell’Ats Fulvio Moirano sembra essere interessato ad altro. Preoccupa il fatto che le lungaggini riguardino anche gravi patologie, non c’è una Asl che si salvi. E’ una questione sulla quale si deve intervenire con urgenza, la politica ha il dovere di correggere se stessa senza aspettare che arrivi la magistratura».

Secondo i Riformatori sardi, la Sardegna dovrebbe guardare con attenzione alle pratiche virtuose di altre regioni italiane come l’Emilia Romagna che ha adottato soluzioni molto positive per la riduzione delle liste d’attesa. «Oggi è in via di definizione il nuovo Piano nazionale per la gestione delle liste d’attesa, alcune regioni hanno già approvato i loro piani, la Sardegna è invece in ritardo. Eppure – ha concluso Pierpaolo Vargiu – la nostra spesa sanitaria continua a crescere: secondo un recente studio dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma la spesa media pro capite della nostra Regione è di 2062 euro contro i 1838 della media nazionale».