La Regione ha indetto il concorso riservato alle categorie protette. Il decreto, firmato dall’assessore degli Affari Generali e del Personale Filippo Spanu, è stato pubblicato oggi sul Buras e sul sito istituzionale. «Per le categorie protette – sottolinea l’assessore del Personale – sono disponibili 35 posti. 33 nell’ambito dell’amministrazione e 2 per l’Ente Acque della Sardegna. E’ un concorso unico per esami per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato. Il concorso riguarda personale amministrativo di categoria C, primo livello economico. E’ un ulteriore passaggio di un processo ormai avviato. Nei prossimi giorni sarà reso pubblico l’avviso rivolto ai precari in attesa di stabilizzazione. Poi avvieremo le procedure concorsuali per i ruoli dirigenziali e, infine, l’attenzione sarà rivolta ai funzionari.»
Tra i requisiti richiesti ci sono la disabilità (articolo 1 della legge 68 del 1999), l’iscrizione nell’elenco per il collocamento obbligatorio, il titolo di studio di scuola secondaria superiore o altro titolo di studio che consente l’accesso all’Università.
La domanda di partecipazione alla procedura concorsuale deve pervenire entro il termine perentorio del 15 maggio 2017 secondo le modalità indicate nel bando.
L’esame consiste in una prova preselettiva (eventuale), in una prova scritta e in una prova orale.
La procedura che porterà a breve allo svolgimento dei primi concorsi ha avuto inizio lo scorso 22 marzo con la firma, da parte dell’assessore Spanu, del decreto che riguarda la mobilità volontaria di tre dirigenti nell’ambito dell’amministrazione, secondo quanto previsto dal Piano di Reclutamento. «Vogliamo riorganizzare in modo più razionale le strutture e, nel contempo, dare corso a un processo di rinnovamento dell’apparato amministrativo per far fronte in modo sempre più puntuale alle mutate esigenze dei cittadini e del mondo produttivo. Per questo -conclude Filippo Spanu – la Giunta ritiene essenziale, ai fini del complessivo miglioramento dei servizi offerti, inserire, attraverso le procedure concorsuali, nuove figure professionali nell’amministrazione, negli enti e nelle agenzie.»
A Santa Caterina di Pittinuri e davanti al ministro del Lavoro Poletti, al vice presidente della Regione Paci, ai rappresentanti dei giovani imprenditori, sindacati e organizzazioni cooperative, nell’assemblea regionale Generazioni Legacoop Sardegna è stato affrontato il tema principale che riguarda il futuro. Quello del lavoro che, come è stato ribadito ‘non viene dato dalle istituzioni ma dalle imprese’. Nel corso dell’iniziativa, ad aprire i lavori la relazione di Carla della Volpe, coordinatrice di Generazioni Legacoop Sardegna, discussione sulla questione voucher, e sulla necessità di fare rete. Ma anche l’esigenza, in un mondo sempre più digitalizzato, di dare un’accelerazione al sistema cooperativo. E poi la questione dei giovani. «Abbiamo svolto un’analisi della presenza di giovani soci e amministratori nelle Cooperative aderenti a Legacoop Sardegna – ha spiegato Carla della Volpe -. Dal campione che abbiamo preso in analisi si evince che la percentuale di Cooperative con componenti under 40 nel CdA è pari a circa il 20%. Passando ad un’analisi territoriale, nell’area vasta di Cagliari, la percentuale sale al 32%. Nella provincia di Oristano la percentuale è di circa l’11%. A Nuoro abbiamo una percentuale del 10,8% . A Sassari, il 24%. Tra i settori, quelli che registrano percentuali più elevate sono la PL, un 25% nei CdA, e il settore sociale, con un 21%. L’agroalimentare e la pesca, registrano rispettivamente 13% e 8% nei CdA. Le culturali il 14% , l’abitazione, 13% e il turismo, il 10% circa di presenza di giovani nei CdA».
Obiettivo di Generazioni, come ha ribadito la coordinatrice è quello di «incrementare il nostro gruppo coinvolgendo in questo progetto il maggior numero possibile di giovani cooperatori». «Nelle settimane che hanno preceduto questa Assemblea, abbiamo incontrato i giovani Cooperatori nei diversi territori, al fine di condividere con loro questo percorso. Sono stati incontri ricchi di spunti, nei quali sono iniziate ad emergere idee ed esigenze. Il nostro scopo è quello di allargare questo gruppo e di creare un network che sia un luogo di discussione e di confronto, che porti nuove idee e nuove energie. E che contribuisca a rafforzare la rete e le connessioni all’interno del mondo cooperativo». Non è tutto, perché l’attenzione del mondo della cooperazione va anche al sistema delle startup. «In questi anni Legacoop Sardegna ha sostenuto la nascita e la crescita di nuove startup innovative, sono nate tante Cooperative, molte costituite da giovani, che guardano ai nuovi settori dell’ICT, del digitale, della progettazione, Cooperative tra professionisti, di ingegneri, di medici – ha proseguito -. La Cooperazione sta dimostrando una forte di capacità di innovare, guardare al futuro e individuare nuove traiettorie di sviluppo. I Cooperatori più giovani stanno portando il loro patrimonio di competenze ed esperienze, ed investendo risorse su idee e progetti di impresa innovativi, stanno rispondendo ai cambiamenti del mercato mettendo in campo energie, voglia di fare, creatività».
«Le imprese sono al centro del programma di governo della Giunta Pigliaru sin dal primo momento perché siamo assolutamente consapevoli del fatto che sono le imprese a creare lavoro e dunque sviluppo – ha detto il vicepresidente della Regione Raffaele Paci -. Sappiamo anche che le imprese, soprattutto in Sardegna, sono troppo piccole e non riescono a competere nei mercati globali, dunque devono fare rete. Imprese e rete: sto parlando proprio delle cooperative, che sono un esempio di come, alleandosi verso obiettivi comuni, si diventa più forti e competitivi.»
«Network, relazioni sociali, capacità di stare insieme. Queste sono le chiavi, perché le imprese per crescere non possono pensare di avere come mercato di riferimento quello locale, bisogna invece guardare fuori mettendosi insieme e usando l’innovazione – ha aggiunto l’assessore Paci -. E l’innovazione è un nostro grande punto di forza: siamo la prima regione per numero di startup e la seconda per venture capital, ovvero gli investimenti dei privati che rischiano propri capitali perché evidentemente credono nelle potenzialità dell’Isola. Allora dobbiamo creare nuove imprese usando le tecnologie che riescono ad annullare gli spazi e dunque i limiti dell’insularità. Nuove tecnologie e digitale vanno applicate prima di tutto ai settori tradizionali, perché solo così possiamo rilanciarli e farli diventare volano di crescita: usiamo il digitale per i musei, per l’agricoltura, per l’artigianato come già stiamo facendo con la vetrina su Amazon che sta avendo enorme successo. Da parte nostra c’è l’impegno costante a mettere in campo ogni strumento utile a favorire, accompagnare, rafforzare, migliorare ogni singola impresa della Sardegna: apriamoci, alleiamoci, stiamo insieme.»
Il vicepresidente ha poi ricordato che, all’interno della politica regionale per le imprese, la valorizzazione della cooperazione ha un ruolo strategico in coerenza con la riforma nazionale del Terzo settore che si sta delineando in questi mesi. Le leggi a sostegno del settore sono però decisamente datate e ormai superate: la 5 del 1957, che finanzia gran parte dei contributi ordinari alle cooperative e alle associazioni cooperativistiche, e la 16 del 1997 che si rivolge alle cooperative sociali. I due strumenti normativi vanno rinnovati, sia alla luce del nuovo quadro legislativo nazionale, sia tenuto conto dell’evoluzione che ha riguardato il mondo della cooperazione anche in rapporto ai cambiamenti intervenuti nell’economia e nello scenario globale.
Il progetto di riforma della Giunta regionale parte proprio dall’analisi del contesto normativo ed economico e dall’ascolto degli operatori del settore per raccogliere spunti, osservazioni e suggerimenti migliorativi. «Non ci sono ricette facili, purtroppo, per uscire dalla crisi. Viviamo in un Paese fermo da decenni per colpa di tanti, o di tutti forse, tranne che dei giovani di cui e con cui oggi parliamo. Sono proprio i giovani che in questo contesto non facile possono e devono unire le forze nelle diversità esistenti e lavorare insieme per far ripartire questo Paese. La politica da parte sua deve assicurare riforme profonde. Servono cambiamento, formazione e innovazione tecnologica – ha concluso Raffaele Paci -. In questa sfida la Regione garantisce la presenza, il sostegno e gli interventi necessari».
I delegati Sardegna Generazioni sono: Carla Della Volpe, Letizia Cordella, Fabio Fresi, Manuela Sciola, Mauro Steri. Sostituto: Claudio Vizilio.
Con oltre 100 punti vendita in Italia Media World è la più grande catena distributiva non-alimentare del nostro paese. La storia dell’azienda nasce da molto lontano, esattamente nel 1979 nacque il primo punto vendita a Monaco di Baviera e ben presto i mega store dedicati all’elettronica della catena si moltiplicarono in tutta Europa. Nel 1991 arrivò il primo centro in Italia in provincia di Bergamo. Media World è sempre alla ricerca di collaboratori che abbiano voglia di mettersi in gioco con spirito di iniziativa, capacità relazionali e passione per il mondo dell’elettronica. Anche nel 2017, infatti, aprirà nuovi megastore e assumerà per essi varie figure professionali: tra cui addetti alla vendita, alle casse e…
Si è chiusa ieri, a Verona, la 51ª edizione del Vinitaly, la più prestigiosa rassegna mondiale dei vini e dei distillati, con un bilancio straordinario per le 98 aziende sarde, 71 inserite nella Collettiva regionale e 22 organizzate per conto proprio, che hanno portato a casa ben 39 premi dei 441 assegnati. Il concorso internazionale, aperto ai migliori vini del mondo, ha valutato con le cinque stelle tutti i prodotti che hanno ottenuto un punteggio di almeno 90, inserendoli nella prima guida 5Star Wine the Book 2017. Negli spazi di Veronafiere, 4.270 aziende provenienti da 30 Stati si sono presentate ai 128mila visitatori di 142 Paesi e a oltre 30mila buyer stranieri, cresciuti dell’8% rispetto allo scorso anno.
L’ultimo giorno in fiera programmato dalla Regione Sardegna ha raccontato i vitigni della vernaccia: circa 370 ettolitri prodotti nei 333 ettari coltivati in tutta l’Isola, di cui 270 nella sola provincia di Oristano. Se nel decennio 1990-2000 le produzioni erano in media intorno ai 1.400/1.500 ettolitri, nel 2010 si è arrivati al minimo storico di soli 200 ettolitri certificati con il Dominio di Origine. Una inversione di marcia in questi ultimi anni dovuta soprattutto a una fase di rilancio portata avanti dai produttori che, supportati dalla Regione, stanno permettendo al vitigno autoctono di ritagliarsi un mercato di nicchia fra nuovi e vecchi estimatori.
Le iniziative di oggi sono state aperte da Giuseppe Carrus, vice curatore della guida Vini buoni d’Italia del Gambero Rosso, con il supporto di Pier Paolo Fiori, agronomo dell’Agenzia Agris, che ha presentato “La Vernaccia, l’oro di Oristano”. A seguire la degustazione di 6 tipologie di vernaccia differenti per età e per zona di origine. Fiori, ha inoltre presentato le principali DO e IG regionali da vitigni Torbato, Semidano, Cagnulari e Bovale sardo, e dei loro terroir più significativi. È seguita poi una degustazione guidata di 5 vini, in abbinamento con i prodotti della gastronomia tradizionale (formaggi, salumi, pani). «Non possiamo che essere più che orgogliosi del risultato straordinario portato a casa dalla delegazione dei viticoltori sarda. Da Verona abbiamo raccontato a tutto il mondo una terra di produzioni enologiche di eccellenza, frutto di un lavoro costante di tanti imprenditori, grandi e piccoli, che si stanno affacciando sui mercati internazionali sicuri di proporre ai consumatori una qualità unica che viene da un ambiente e una tradizione che pochi possono vantare.»
L’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha concluso così, invitando il mondo dell’impresa e la politica a lavorare ancora più assieme: «Dobbiamo fare più sistema, più rete, massa critica per presentarci con la giusta forza nell’export destinato ai mercati storici e a quelli emergenti. La Regione c’è ed è pronta a fare la sua parte».
La vernaccia è un vitigno di antichissime origini: importanti reperti archeologici provenienti da Tharros (nei pressi dell’odierna Cabras, Oristano) lasciano presumere che venisse coltivato già in epoca fenicia. C’è chi ritiene che si tratti addirittura di un vitigno autoctono, dato che il suo nome deriva dal latino vernaculus, domestico, e indica, dunque, un’uva tipica del luogo. Questo spiegherebbe inoltre la presenza di altre “vernacce”, del tutto dissimili da quella sarda, in diverse aree viticole italiane. Oggi la sua coltivazione è limitata quasi esclusivamente alla provincia di Oristano, dove tecniche particolari di vinificazione e affinamento lo rendono un vino di grande complessità e longevità. Le botti di rovere o castagno in cui viene custodito vengono lasciate scolme, in modo che la presenza di ossigeno favorisca lo sviluppo di particolari lieviti durante la maturazione, capaci di formare un caratteristico velo denominato “flor”, che contribuisce a sviluppare il tipico aroma del vino. La vernaccia di Oristano si presenta nella versione secca, non rinforzata (usata anche come vino da pasto), oppure nella versione liquorosa. È un vino dal colore giallo scuro o ambrato, soprattutto per le versioni che hanno subito un lungo affinamento, e il suo profilo olfattivo è molto complesso e ricco, dominato da note di mandorla amara e arricchito da sentori di frutta candita, miele, vaniglia. Oltre alla DOC vernaccia di Oristano, prima Denominazione riconosciuta in Sardegna nel 1971, da questo tipico vitigno, si ottiene anche un vino bianco giovane che viene commercializzato come IGT “Valle del Tirso”.
Arrivano buone notizie dalla lotta al virus dell’Epatite C in Sardegna: i risultati dei primi due anni di somministrazione della cura diretta al trattamento della malattia parlano di guarigione completa nel 96% dei casi, su un totale di 1.977 pazienti nel biennio 2015-2016. Nel primo trimestre del 2017 altri 233 hanno già iniziato la terapia, a cui si aggiungeranno a breve ulteriori 220 che rispettano i parametri previsti.
Il 2017 vedrà un significativo ampliamento del bacino di pazienti che potranno accedere, grazie ai nuovi criteri AIFA. Si passa dalla cura dei soli casi più gravi all’allargamento a pazienti con forme più lievi ma affetti da altre patologie, come ad esempio diabetici, cardiopatici e nefropatici, e agli operatori sanitari infettatisi sul lavoro. Lo stanziamento per la terapia contro l’epatite C è stato di circa 50 milioni nel 2015, di 70 milioni nel 2016 e viene confermato per il 2017, con una novità: grazie al drastico calo del costo del farmaco, sarà possibile curare molte più persone.
«Stiamo facendo un investimento in salute – ha detto l’assessore della Sanità, Luigi Arru, nel corso della conferenza stampa di questa mattina nella sede dell’assessorato – non solo perché ridiamo speranza a migliaia di sardi, ma anche perché la loro guarigione permetterà, nel lungo periodo, un risparmio di costi. Attiveremo uno screening per studiare il fabbisogno dell’intera regione e lavoreremo in rete, come una vera comunità.»
Presenti alla conferenza stampa i medici specialisti rappresentanti degli 11 centri di distribuzione della terapia, secondo i quali la prospettiva è quella di debellare definitivamente la presenza del virus. In questo senso assume fondamentale importanza l’informazione e la prevenzione. La nuova terapia contro l’Epatite C è stata raccontata anche da alcuni dei pazienti che l’hanno sperimentata, raggiungendo la guarigione completa. La durata del trattamento varia dalle 12 alle 24 settimane, ma in alcuni casi può essere anche più breve, fino alle 8 settimane. I risultati, secondo i medici, sono entusiasmanti, con la quasi totale assenza di effetti collaterali e la riduzione del rischio di tumore del 70% e di morte pari al 50%. Una volta trattato, il virus smette di replicarsi e uno dei vantaggi è quello che riduce in maniera importante anche la sua capacità di contagio.
Per 700 bambini delle scuole elementari e medie di Cagliari, per un giorno piazza Del Carmine si è trasformata in una vera e propria aula-palestra a cielo aperto. In cattedra quattro campionissimi dello sport italiano.
Tra palleggi e punizioni, schiacciate e battute, diritti e rovesci, salti e capriole, stamattina è partito da Cagliari il tour di “Un campione per amico”, la manifestazione sportiva promossa da Banca Generali. Dieci tappe in tutto, in altrettante città d’Italia per avvicinare i giovani ad un’attività fisica regolare e ad alimentarsi in maniera corretta per una crescita sana, ma soprattutto ai valori fondanti dello sport, quali sono integrazione e rispetto delle diversità. «È un piacere ed un onore ospitare l’apertura di “Un campione per amico” – ha detto il sindaco Massimo Zedda dal palco assieme a Chechi, Lucchetta, Graziani e Panatta -. Questa manifestazione è importante non soltanto perché vede la partecipazione di quattro tra i più grandi campioni, ma in particolar modo perché ha saputo coinvolgere centinaia di bambini e ragazzi dando loro la possibilità di conoscere lo sport ed i suoi valori.»
Soddisfazione piena anche per l’assessore alla Pubblica istruzione, Sport e Politiche giovanili Yuri Marcialis: «È una giornata che trasforma la piazza Del Carmine in una vera “Palestra a cielo aperto”, Sport ma soprattutto socializzazione, integrazione e tanto tanto divertimento».
I primi a divertirsi sono proprio i campioni. “In Sardegna c’è grande energia”, ha scandito Lucchetta. «Ognuno di noi – ha spiegato Crazy Lucky, mitico capitano della Nazionale di Pallavolo, riferendosi agli altri campioni che oggi sono in piazza con lui – deve dare il proprio meglio, il massimo per tradurre quello che è stato il proprio trascorso sportivo, in un nuovo modo per stare tutti insieme e che deve essere poi riportato all’interno delle classi e nella società. C’è anche tanto divertimento all’interno di un percorso sportivo.»
E così hanno fatto anche Jury Chechi, Ciccio Graziani e Adriano Panatta che giocando assieme alle centinaia di giovani cagliaritani hanno insegnato loro che “muoversi significa stare meglio” e che l’apprendimento attivo e il gioco all’aria aperta sono essenziali per la salute e lo sviluppo. Infatti secondo recenti studi, la motricità aiuta i bambini a migliorare e conoscere il proprio corpo e rilascia endorfine, aumentando così il benessere psico-fisico.
Ora l’appuntamento alla prossima tappa, a Lecce (20 aprile), Caserta (27 aprile), Genova (4 maggio), Ravenna (9 maggio), Reggio Emilia (11 maggio), Vercelli (18 maggio), Trieste (23 maggio), Voghera (25 maggio). Si chiude a Brescia il 30 maggio.
La Giunta comunale di Cagliari ha approvato il piano annuale di assunzioni per il 2017: nella delibera presentata dall’assessore del Personale Danilo Fadda sono individuati i 42 profili professionali necessari per l’anno in corso. «Prosegue l’iter sulle nuove assunzioni in Comune che ha avuto inizio lo scorso 10 marzo con l’approvazione del piano triennale da parte della giunta comunale – spiega Danilo Fadda -: Subito dopo l’approvazione del bilancio procederemo con l’attivazione delle procedure di mobilità, così come richiesto dalla legge, e successivamente con l’indizione dei concorsi.»
Le assunzioni riguarderanno 34 profili a tempo indeterminato e precisamente: tre funzionari di categoria D3 (1 geologo, 1 ingegnere idraulico e 1 funzionario tecnico), cinque istruttori direttivi di categoria D1 (1 istruttore direttivo socio-educativo; 2 istruttori direttivi amministrativi e 2 istruttori direttivi di ragioneria), 26 istruttori di categoria C (10 agenti di Polizia Municipale; 12 istruttori amministrativi contabili; 2 geometri o periti edile e 2 istruttori informatici).
A queste si aggiungono 8 assunzioni a tempo determinato per un periodo di 6 mesi per agenti di Polizia Municipale di categoria C. «L’individuazione dei profili è avvenuta dopo una attenta analisi dei settori più in difficoltà a causa della carenza di personale – sottolinea l’assessore del Personale – e tenendo presenti anche le richieste e le osservazioni delle organizzazioni sindacali. È doveroso sottolineare che le assunzioni previste nel 2017 e nel prossimo triennio non saranno comunque sufficienti a coprire per intero il fabbisogno di personale del nostro Comune: l’auspicio è quindi che le rivendicazioni che tutte le amministrazioni comunali stanno portando avanti presso il governo nazionale, finalizzate allo sblocco dei limiti del turn-over, trovino una risposta che ci consenta di compensare i numerosi pensionamenti degli ultimi anni e di offrire ai nostri concittadini servizi sempre più efficienti.»
«Apprendiamo con grande stupore e preoccupazione che si rende necessaria una nuova legge per correggere ulteriormente il bilancio 2016, per consentire il suo riequilibrio in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale con la quale è stata dichiarata incostituzionale la legge di bilancio.»
Lo dice Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale.
«E’ un nuovo disegno di legge – spiega Gianluigi Rubiu – che apporta modifiche alla manovra finanziaria per il 2016, già variata e assestata da precedenti misure. Al di là delle questioni tecniche, che rendono complesse le operazioni di bilancio, ribadiamo le nostre preoccupazioni in merito all’incertezza che aleggia intorno al bilancio regionale e al suo reale stato di salute. Salta all’occhio sia per l’anno 2016 che per l’anno 2017 il saldo negativo tra lo stanziamento di cassa e la competenza, che per l’anno 2016 era di 337 milioni di euro ora salito a 697 milioni di euro (con la recente delibera di ulteriore aggiustamento dei conti), e nel 2017 risulta di ben 1 miliardo e 85 milioni di euro. Per questo si rende necessario e urgente che l’attuale Giunta regionale chiarisca una volta per tutte quale sia la situazione del bilancio regionale e delle reali disponibilità di risorse. È opportuno – conclude Gianluigi Rubiu – che tutti i cittadini sardi siano messi a conoscenza della reale situazione in cui versano le casse della Regione.»
«Non solo maggiore sicurezza nelle città ma anche riqualificazione di aree degradate, promozione del decoro urbano e prevenzione di fenomeni di criminalità con interventi mirati che prevedono una maggiore collaborazione con gli Enti locali e più poteri affidati ai sindaci. Il decreto approvato oggi in senato è un provvedimento innovativo che riteniamo possa contribuire a migliorare le condizioni di vita delle nostre comunità e tutelare la tranquillità dei cittadini.»
Lo afferma il senatore del Partito democratico Silvio Lai, relatore in commissione Bilancio del decreto approvato oggi dal Senato.
«Riteniamo sia giusto partire proprio da azioni integrate che puntino a garantire il rispetto della legalità ed il contrasto dei comportamenti e delle condotte illecite ed allo stesso tempo intervengano sul recupero di aree e zone degradate, attivando anche strumenti che favoriscano l’inclusione sociale – aggiunge Silvio Lai -. C’è poi il capitolo della prevenzione che passa anche attraverso un maggiore coinvolgimento delle istituzioni più vicine ai cittadini. Al Sindaco, come rappresentante della comunità locale, viene data la possibilità di emettere ordinanze urgenti per eliminare situazioni di grave incuria ma anche per contrastare fenomeni di illegalità o di abusivismo.»
«Tra le novità introdotte anche il divieto di accesso disposto dal Questore nei confronti degli spacciatori di sostanze stupefacenti condannati in via definitiva o in appello che non potranno dunque accedere nei locali pubblici nei quali è stato commesso il reato. E poi ancora i fondi per la videosorveglianza che saranno messi al di fuori dei vincoli del patto di stabilità. In definitiva – conclude il senatore del Partito democratico – si tratta di un decreto che non prevede l’introduzione di nuovi reati e nuove pene ma che cerca di intervenire sulla sicurezza delle nostre città con una serie di azioni che siamo convinti possano rispondere all’esigenza di migliore vivibilità delle nostre comunità.»
Sarà convocata, appena conclusa l’istruttoria, la Conferenza dei servizi per la realizzazione della nuova discarica degli scarti industriali della Portovesme Srl. Entro il mese di maggio l’assessorato all’Ambiente porterà a compimento la procedura di valutazione di impatto ambientale.
Lo ha annunciato questa mattina l’assessore all’Ambiente Donatella Spano sentita in audizione, insieme all’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, dalla V commissione del Consiglio regionale. Senza un nuovo sito per il conferimento degli scarti di lavorazione, lo stabilimento del Sulcis sarebbe costretto a chiudere i battenti. A rischio, tra dipendenti diretti e indotto, ci sono circa 1.500 posti di lavoro.
«La Regione sta seguendo con la massima attenzione l’iter del procedimento – ha detto Donatella Spano – siamo consapevoli del ruolo che l’azienda ricopre nel territorio. Proprio per questo, lo scorso ottobre la Giunta regionale ha deliberato l’ampliamento della vecchia discarica di Genna ’e Luas in attesa di definire il nuovo intervento. C’è l’impegno della Giunta a comprimere i tempi e arrivare rapidamente ad una soluzione positiva.»
L’assessorato all’Urbanistica, intanto, ha completato l’istruttoria per il rilascio del parere di competenza da parte dell’Ufficio tutela del paesaggio. «Il documento è pronto – ha detto l’assessore Cristiano Erriu – sarà a disposizione della prossima Conferenza dei servizi».
Prima dei due assessori della Giunta Pigliaru, la commissione Attività produttive ha sentito, in mattinata, anche i vertici della Portovesme Srl e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil schierati su un unico fronte con la richiesta di tempi certi sulle procedure autorizzative. «Il gruppo Glencore vuole continuare ad operare in Sardegna – ha detto l’amministratore delegato della Portovesme Srl Carlo Lolliri – abbiamo presentato un piano quinquennale che prevede centinaia di milioni di euro di investimenti in nuove tecnologie. La realizzazione della nuova discarica è però indispensabile per poter proseguire l’attività produttiva. Non chiediamo soldi ma risposte chiare sui tempi. Il rischio è che la burocrazia fermi gli impianti. Abbiamo accolto tutte le osservazioni al Piano, entro venerdì presenteremo alla Provincia gli ultimi chiarimenti richiesti su alcuni aspetti non sostanziali. Successivamente, l’ente intermedio trasmetterà tutti i documenti alla Regione per la convocazione della Conferenza di Servizi». Passaggio confermato dal dirigente della Provincia del Sud Sardegna Fulvio Bordignon: «I ritardi sono dovuti in gran parte al passaggio di consegne tra la vecchia Provincia di Cagliari e la nuova del Sud Sardegna – ha detto – ora però siamo pronti. La prossima settimana consegneremo alla Regione la documentazione richiesta. Una volta che l’assessorato approverà il VIA noi procederemo con l’Autorizzazione integrata ambientale».
«Non cerchiamo scorciatoie ma chiediamo che si proceda secondo la legge nel rispetto delle norme ambientali. bisogna liberarsi da visioni personalistiche e preconcette – hanno detto i rappresentanti di Cgil (Tore Cappai), Cisl (Fabio Enne e Francesco Garau) e Uil (Francesca Ticca) – lo stabilimento della Protovesme Srl è l’unico attivo nel Sulcis, il territorio non può sopportare un’altra emergenza occupazionale».
Giudizio condiviso dai consiglieri del Pd Cesare Moriconi e Piero Comandini che hanno chiesto con forza un’accelerazione dei tempi per il rilascio delle autorizzazioni: «Siamo di fronte a un’emergenza, chiediamo che la si affronti con procedure straordinarie visto che ormai siamo fuori tempo massimo – hanno detto Cesare Moriconi e Piero Comandini – la vecchia discarica sta andando ad esaurimento. Ancora pochi mesi e la Portovesme Srl dovrà fermare la produzione con pesanti conseguenze sociali». Ai consiglieri di maggioranza si sono uniti anche quelli di minoranza Giorgio Oppi e Gianluigi Rubiu che hanno ribadito l’importanza dello stabilimento per il Sulcis e chiesto un intervento forte della Commissione nei confronti della Giunta: «I tempi del mondo del lavoro non sono quelli della burocrazia – hanno detto i due consiglieri regionali dell’Udc – occorre recuperare il ritardo. L’idea che la Portovesme Srl possa scappare dal Sulcis ci fa rizzare i capelli».
Al termine delle audizioni, il presidente Luigi Lotto ha preso atto delle rassicurazioni della Giunta e ha assicurato l’impegno della Commissione perché si giunga presto ad una soluzione positiva della vertenza: «La situazione è delicata. Ognuno di noi è obbligato a fare tutti i passi necessari per arrivare a chiudere la pratica in tempi rapidi – ha detto Luigi Lotto – c’è la consapevolezza che occorre agire velocemente senza perdere nemmeno un minuto. La Commissione seguirà con attenzione i prossimi passaggi».