18 July, 2024
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Si apre lunedì 10 aprile la prevendita dei biglietti e degli abbonamenti per la trentesima edizione di Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma dall’8 al 16 agosto nel suo paese natale, Berchidda, e in altri centri e località del nord Sardegna: un cartellone fitto di appuntamenti che si snodano per nove giorni consecutivi fin dal mattino in luoghi e spazi differenti, con un cast che riunisce nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale, alla testa di proprie formazioni o alle prese con progetti ad hoc.

Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online sul circuito Vivaticket e nei punti vendita autorizzati.

Come sempre, l’ingresso è a pagamento soltanto per i concerti che si tengono nell’arena allestita nella Piazza del Popolo a Berchidda: cinque serate, da venerdì 11 a martedì 15 agosto, tutte con inizio alle 21,30. Aprono la prima il sassofonista Francesco Berzatti e il Tinissima Quartet, seguiti dal trio del pianista Uri Caine, con Mark Helias al contrabbasso e Clarence Penn alla batteria. Un set unico in scaletta sabato 12: protagonista assoluto l’Art Ensemble of Chicago, storica formazione all’avanguardia sul fronte della “creative improvised music”. La serata di domenica 13 si apre con il duo del violinista polacco Adam Baldych e del pianista norvegese Helge Lien. Polacco è anche il grande trombettista Tomasz Stanko, al centro del secondo set con il suo New York Quartet. Un’altra stella dello strumento a pistoni applicato al jazz, Enrico Rava, brilla nel cielo di Berchidda lunedì 14 alla testa del gruppo Tribe (con il trombonista Gianluca Petrella, il pianista Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria), preceduto in apertura dal trio del batterista francese Philippe Garcia. Infine, serata come sempre “double face” il 15: ingresso a pagamento per la prima parte, protagonista ancora un trombettista, il francese Erik Truffaz col suo quartetto; poi, sgomberata la piazza da poltroncine e transenne, e aperta al pubblico con ingresso gratuito, via alla consueta festa di Ferragosto, quest’anno affidata agli Huntertones, formazione di base a New York, con il suo repertorio di brani originali ed arrangiamenti che fondono jazz, funk, soul, hip-hop, R&B e rock.

Quest’anno la platea di Piazza del Popolo si articola in due settori. Il biglietto intero per ciascuna serata nel primo settore costa 25 euro, il ridotto 22; nel secondo si pagano invece rispettivamente 20 e 17 euro. Prezzi più bassi per la serata di Ferragosto: occorrerà infatti acquistare il biglietto (platea intero a 19 euro, ridotto a 16; secondo settore a 15 e 12) solo per il primo dei due concerti in programma, quello del quartetto di Erik Truffaz. Le riduzioni sono riservate ai soci Time in Jazz, agli studenti, agli under 12 anni e agli over 65. 

Ottanta euro è invece il prezzo dell’abbonamento intero valido per tutte e cinque le serate, settanta euro il ridotto. Posti riservati per i soci di Time in Jazz che rinnoveranno la tessera entro il 5 maggio.  

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E’ stato presentato ieri, nella sala conferenze della Biblioteca regionale, a Cagliari, il XXXII festival internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, organizzato dall’associazione culturale Punta Giara, sotto l’alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio e della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna, con l’apporto fondamentale dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo, dell’assessorato del Turismo, Commercio e Artigianato della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna.

Erano presenti alla conferenza stampa e sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, il sindaco di Sant’Anna Arresi Teresa Pintus, il sindaco di San Giovanni Suergiu Elvira Usai, Andrea Dettori che ha portato i saluti dell’assessore della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo della Regione Sardegna Giuseppe Dessena, il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis Gianfranco Trullu, e gli sponsor della manifestazione.

Nel corso della conferenza stampa, coordinata dal giornalista Giampaolo Cirronis, sono stati presentati due video sui due comuni che ospiteranno gli spettacoli, San Giovanni Suergiu per l’anteprima del 31 agosto sul sagrato della chiesa di Santa Maria di Palmas (l’assessore del Turismo Camilla Melis si è soffermata sulle iniziative portate avanti da alcuni anni dall’associazione culturale Palmas Vecchio ed ha descritto dettagliatamente tutti gli aspetti del borgo e del sagrato della chiesa) e Sant’Anna Arresi per i dieci giorni del Festival. I due sindaci si sono augurati che le sinergie messe in campo tra soggetti pubblici ed associazioni del territorio possano dare ancora più forza ad un progetto di carattere culturale multidisciplinare e che possano maggiormente valorizzare il territorio. 

Il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis Gianfranco Trullu ha evidenziato come queste manifestazioni possano vivacizzare tutto il territorio e valorizzarlo in tutti i suoi aspetti.

Ponziana Ledda, in rappresentanza dell’associazione Destinazione Sulcis ha presentato il progetto “I-Dee Madri”, destinato ad arricchire il già sostanzioso cartellone artistico con attività parallele quali escursioni e laboratori.

Superate le premesse, si è entrati nel dettaglio degli aspetti artistici della XXXII edizione, dopo la presentazione video del calendario dei concerti che si susseguiranno dal 31 agosto da San Giovanni Suergiu con l’Anteprima del festival e poi dal 1 al 10 settembre nella storica sede di Piazza del Nuraghe, a Sant’Anna Arresi, il direttore artistico Basilio Sulis ha illustrato le linee guide del prossimo festival passando attraverso la figura di Max Roach, dei diritti civili e delle percussioni moderne evidenziando il numero delle presenze femminili che si esibiranno ai piedi del Nuraghe Arresi. L’Associazione, ha detto il direttore artistico, è riuscita a ritagliarsi uno spazio non solo nazionale ma anche internazionale, sia per quanto riguarda la produzione musicale sia sotto l’aspetto dell’immagine, a seguire Andrea Murgia ha esposto in dettaglio il cartellone artistico della rassegna, illustrando le caratteristiche di tutti i concerti che si susseguiranno dal 31 agosto al 10 settembre, tra esclusive italiane, prime assolute e progetti originali e tutti gli aspetti logistici organizzativi della manifestazione. 

A seguire è intervenuta Adriana Lobina in rappresentanza del circolo Anspi Oratorio di Sant’Anna Arresi che ha illustrato il progetto del laboratorio musicale destinato ai bambini tra i 4 e i 10 anni che farà parte integrante degli eventi del XXXII Festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, i cui elementi fondamentali saranno il rispetto dell’ambiente e l’arte del riciclo.

Al termine, Giampaolo Cirronis ha ringraziato la Cantina Mesa, Automobili Cocco, l’Agenzia Fo.Re.STAS della Regione Sardegna, la Provincia del Sud Sardegna, la RAI e Nieddittas per la loro proficua collaborazione per la realizzazione della XXXII edizione del festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz“, ed ha invitato tutti i presenti a partecipare alla rassegna.

Relazione Artistica

Il festival Ai Confini tra Sardegna e Jazz compie con la XXXII edizione, l’ennesimo atto di amore nei confronti del linguaggio musicale contemporaneo e del jazz in particolare, lo fa con intatto vigore e con l’atteggiamento che da sempre ha caratterizzato questa manifestazione: «La curiosità». Parte dal passato ancora presente per leggere la contemporaneità della vita di uomini e donne, con l’ambizione di scrivere nuove pagine a valore universale, che partendo dalla nostra isola possa delineare il futuro attraverso la lente di questa straordinaria forma d’arte.

L’associazione culturale Punta Giara è da sempre connessa al mondo circostante perché dalla musica trae spunti per parlare della società e la società contribuisce all’utilità della musica stessa.

Nell’ideare, progettare e realizzare la XXXII edizione, dopo lunghe e proficue analisi, la direzione artistica ed i soci dell’Associazione Culturale Punta Giara sono partiti dal rapporto annuale sui diritti civili che Amnesty International ha pubblicato recentemente facendoci rendere conto di come ci troviamo davanti ad un’emergenza umanitaria di proporzioni mondiali.

Dopo le rivoluzioni sociali degli anni ’60 il mondo sembra aver compiuto un passo indietro nei confronti di ciò che parevano diritti acquisiti dell’uomo.

Infatti, come si evidenzia, mai come in quest’ultimo periodo i diritti umani stanno attraversando grandi pericoli. Le violazioni in circa 160 cosiddetti stati democratici intaccano sistematicamente molti dei diritti inalienabili: l’infanzia tradita, le violenze di genere, crimini di guerra, sparizioni forzate, torture e deportazioni di massa ne rappresentano il quadro catastrofico. Nulla avrebbe fatto pensare ad un’involuzione tale rispetto ai diritti acquisiti grazie alle rivoluzioni sociali degli anni 60, e tutto ciò non ha lasciato insensibili i soci dell’Associazione.

Il pensiero è corso automaticamente a quei paesi che non rientrano nel cosiddetto “Occidente Civilizzato” invece è sotto gli occhi del mondo di come le ultime elezioni negli Stati Uniti siano state condotte in maniera “discriminatoria, misogina e xenofoba”. In realtà proprio gli Stati Uniti d’America hanno segnato una delle evoluzioni sociali più importanti del millennio da poco passato.

Sembra quasi che un colpo di spugna abbia cancellato il sudore ed il sangue versato da Malcom X, Martin Luther King e da tutti gli afro-americani sacrificati sull’altare della supremazia bianca.

E’ in questo momento che ritorna con prepotenza la necessità di analizzare un caposaldo sia delle lotte per i diritti civili che dell’evoluzione della stessa musica jazz. Il nostro pensiero si è soffermato inevitabilmente sulla suite “We Insist! Freedom Now” composta dal geniale batterista Max Roach e completata dalle parole del poeta, cantante e scrittore afro-americano Oscar Brown Jr.

Il contributo che ha dato questo lavoro ai diritti civili è sintetizzato nel punto esclamativo all’interno del titolo stesso, non più una richiesta ma una volontà che durante gli anni 60 è diventata sempre più pressante e doverosa. Una presa di posizione non più contrattabile né procrastinabile come testimonia la storica copertina della meravigliosa, fondamentale e rivoluzionaria suite.

E sarà proprio lo spirito di Max Roach che caratterizzerà questa edizione. Max Roach è considerato, a pieno titolo, uno degli innovatori più importanti del suo strumento e di conseguenza della musica jazz, una pietra miliare nei confronti della quale ogni musicista ha l’obbligo di confrontarsi.

Max Roach è riuscito a trasformare la batteria da semplice strumento d’accompagnamento in una macchina creativa in grado di suggerire la via da percorrere agli strumenti che fino ad allora avevano caratterizzato la composizione jazzistica. La sua capacità di trasferire lo stile bebop alla batteria ne ha fatto il padre delle moderne percussioni facendole diventare uno strumento di espressione personale.

La sua capacità tecnica, apprezzata da musicisti del calibro di Charlie Parker, Miles Davis, Eric Dolphy e Sonny Rollins fra i tanti, è andata ad unirsi alla consapevolezza politica legata sempre più alla pressante disuguaglianza sociale che purtroppo allora come oggi caratterizza l’organizzazione umana.

Questa edizione sarà connotata oltre che dalle percussioni e la loro evoluzione, anche da una fortissima presenza femminile.

La disuguaglianza passa anche attraverso la discriminazione sessuale e gli abusi fisici e mentali che le donne subiscono a causa di una inesistente superiorità maschile. E’ intenzione degli organizzatori indagare l’estrema potenza creativa delle donne unita anche alla dimensione creatrice. Guarderemo attraverso gli occhi di una figura che unisce dentro di sé infinite esistenze capaci di avvolgere e proteggere l’universo. Non solo creazione di vita ma anche creatrici di visioni artistiche, culturali e sociali. Lo sguardo delle Muse ci aiuterà e ci guiderà attraverso una profondità che riuscirà forse a destabilizzare preconcetti millenari privi di ogni fondamento.

Il festival aprirà il sipario il 31 agosto per un’anteprima nella suggestiva cornice della chiesa di Palmas a San Giovanni Suergiu. Sul palco suonerà il progetto Percussion Evolutions. L’omaggio alle percussioni inizierà con un grande amico della nostra associazione, Hamid Drake, che suonerà con il balafonista Aly Keita ed il cantante e percussionista Boni Gnahorè.

Il giorno successivo, 1 settembre, segna l’inizio ufficiale del festival con una formazione tutta africana. La cantante della Costa d’Avorio Dobet Gnahorè presenta un concerto di melodie e suoni tipicamente africani con una formazione che prevede ancora Hamid Drake, Boni Gnahorè, Aly Keita e Mike Dibo (batteria), Valery Assouan (basso). Si partirà con un caos percussivo che segna quasi la nascita di una Venere Nera fino alla chiusura con due brani dedicati a Nelson Mandela.

Il 2 settembre sul palco della Piazza del Nuraghe avremo due concerti, il primo vede la partecipazione del duo Courvasier-Wollesen ed il secondo è il progetto Lean Left. Sylvie Courvasier è una pianista svizzera di grande rispetto in ambito jazzistico e si presenta con l’eclettico batterista Kenny Wollesen. Insieme svilupperanno un dialogo percussivo fra la melodia ritmica del piano e la potenza musicale della batteria.

Il secondo set sarà tutto di un’ ottima formazione sospesa tra improvvisazione, ritmo, melodia e rumore. Il sax di Ken Vandermark guiderà i due chitarristi Andy Moore e Terry Ex ed il batterista Paal Nilssen-Love.

Il giorno successivo saliranno nuovamente sul palco Hamid Drake ed il balafonista ivoriano Aly Keita per farci immergere in un incontro tra due culture africane ed americane mentre il secondo set sarà affidato a David Virelles (piano), che con Vicente Archer (basso), Romàn Dìaz (percussioni), Eric McPherson (batteria) ci regaleranno la prima esclusiva del festival. Il pianista cubano porta sulla scena La Voce (Mbokò) che rappresenta la parola della divinità tesa fra Africa e Cuba.

Il maestro Joe Chambers sarà protagonista di un solo di piano il giorno 4 settembre primo set che poi lascerà il campo alla formazione che l’anno scorso ci ha regalato uno dei concerti più entusiasmanti della passata edizione. Il Summit Quartet di Gustafson, Vandermark, Luc Ex e Drake si esibiranno in una produzione originale che sarà anche l’occasione per presentare il meraviglioso disco registrato nel 2016 proprio sul palco del nostro festival e prodotto dall’Associazione Culturale Punta Giara.

Il giro di boa è un’altra esclusiva del festival, M’Boom Repercussion. Lo spirito di Max Roach prenderà forma sul palco con una riproposizione di uno dei suoi capolavori. A questo straordinario concerto oltre a Marc Abrams (basso), Pietro Tonolo (sax), Eli Fountain (batteria), Diego Lopez (percussioni) parteciperanno anche Joe Chambers (vibrafono), Ray Mantilla (percussioni) e Warren I. Smith (batteria). Chambers, Mantilla e Smith sono i musicisti originali che accompagnarono Roach nella registrazione del disco. A questa formazione si aggiungerà anche un quartetto d’archi proveniente dal Conservatorio di Cagliari, ad inizio serata in prima assoluta Tiziano Tononi con Susie Ibarra con il progetto Drums, Gongs & Bamboo, un esaltante dialogo tra percussioni.

David Vireless salirà nuovamente sul palco di piazza del nuraghe in un solo di piano ed aprirà la settima giornata della manifestazione introducendoci ad uno spettacolo che si presenta come eccezionale. Shamania di Marilyn Mazur. La Mazur è un’artista poliedrica che ha suonato con Miles Davis e Gil Evans. Per questa occasione ha allestito uno spettacolo di sole donne che ci regaleranno uno dei concerti più attesi di questa edizione.

Il 7 settembre il primo concerto della serata sarà affidato ad un solo di Tyshawn Sorey, un giovane batterista americano che ha collaborato con Zorn, Wadada Leo Smith, Anthony Braxton. Sorey è musicista e compositore con una carriera superlativa.

Il secondo set ci introdurrà in una nuova forma di approccio jazzistico. Infatti il progetto Odd Time di Kassa Overall (batteria), Kool A.D. (voci & dj), Dada Powell (voci) ci porterà attraverso una lettura elettronica della musica. Una lettura che vuole attualizzare un discorso musicale che non è mai finito ovvero la libertà espressiva del jazz contemporaneo.

Kassa Overall ed il suo Trio apriranno il primo set del giorno successivo per poi lasciare spazio al batterista Tyshawn Sorey con una formazione (Corey Smithe al piano e Chris Tordini al basso) che alterna composizione ed improvvisazione.

Ci si avvia alla conclusione del festival e la penultima serata sarà qualcosa di difficile da dimenticare. La Burnt Sugar con i suoi 17 portentosi musicisti ci offrirà una rilettura dell’album Freedom Now! di Max Roach. Il concerto è una produzione originale creata appositamente per questa edizione del festival.

La chiusura della manifestazione, il 10 settembre, vedrà sul palco una giovane formazione italiana, il Liquid Stone Trio. Michele Uccheddu (percussioni), Caterina Genta (cantante, performer), Emanuele Balia (elettronica) ci porteranno in un universo di suoni creati per spingere più in là i confini delle strutture musicali.

Il saluto all’anno prossimo sarà affidato al secondo pirotecnico concerto della Burnt Sugar. Questo gigantesco ensemble si esibirà in una personale rilettura dei grandi successi della musica nera da Hendrix a Prince passando per la Motown ed il jazz. Sarà un omaggio ai 30 anni di carriera dell’orchestra che festeggerà con una produzione originale l’arrivederci al prossimo anno.

Attraverso lo svolgimento del tema riteniamo che ancora una volta il jazz possa e debba affermare la sua valenza sociale divincolandosi dalla superficialità che vorrebbe la musica l’arte solamente come puro intrattenimento per favorire la creazione di un pensiero unico, controllabile ed incapace di scegliere tra ciò che è sopraffazione e ciò che diritto.

Ecco perché anche noi, prendendo spunto dal capolavoro di uno dei musicisti più importanti della storia della musica contemporanea, ci uniamo a quel grido che dice “Noi Insistiamo! Libertà Adesso”.

   

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La Sala conferenze del Museo della Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia, ha ospitato ieri sera il convegno “Industria – Paesaggio – Ambiente – Paesaggi industriali vissuti”, organizzato dalla rappresentanza sindacale unitaria (RSU) Eurallumina, al quale hanno partecipato personalità del mondo accademico, professionale ed istituzionale. I rappresentanti dei lavoratori dell’Eurallumina hanno organizzato l’iniziativa per «fornire un contributo di informazione qualificata a chi senza pregiudizi ideologici e strumentali di varia natura, voglia approfondire le proprie conoscenze su temi così importanti a livello scientifico, per le loro implicazioni sul territorio e per le ricadute economiche, produttive e sociali che hanno nella vita dei cittadini».

Nella sua introduzione, Antonello Pirotto, rappresentante della RSU Eurallumina, ha ricostruito il lungo percorso autorizzativo, giunto due mesi fa ad un passaggio molto importante con il via libera della conferenza dei servizi, arrivato nonostante il parere contrario del soprintendente del MIBACT di Cagliari, Oristano, Medio Campidano, Sud Sardegna e Ogliastra Fausto Martino, su aspetti di carattere ambientale. E’ stato proprio sulla posizione contraria assunta dal rappresentante del MIBACT che si sono sviluppati alcuni degli interventi degli ospiti, ad iniziare da quello di Pasquale Mistretta, ex magnifico rettore dell’Università di Cagliari, che ha spiegato di essersi interessato alle vicende dell’Eurallumina proprio a seguito del dibattito scatenatosi su questi temi ed ha incentrato tutto il suo intervento sulle contraddizioni di paesaggi. Il professor Paolo Amat, docente di chimica industriale, ha parlato del processo Bayer per l’estrazione dell’allumina dalla bauxite, mentre Franco Meloni, medico, ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari ed ex consigliere regionale, originario di Carbonia, ha parlato dei rapporti che intercorrono tra gli interessi di tutela della salute e quelli del lavoro. L’ing. Enrico Manca, dirigente industriale di importanti aziende nazionali, direttore di società di ingegneria e progettazione, ha incentrato il suo intervento sulla convinzione che l’industria non debba essere demonizzata e, viceversa, debba essere fatta bene. Il professor Antonio Viola, docente universitario di principi di ingegneria chimica e industriale, ha svolto un lungo intervento sulla trasformazione del fango rosso, da rifiuto industriale a risorsa, un esempio di economia circolare, convinto che dai fanghi rossi possa nascere nuova economia, con l’impiego di alcune decine di lavoratori. Il professor Battista Grosso, docente universitario di progettazione e gestione degli interventi di ingegneria ambientale, ha trattato i temi legati alla sostenibilità ambientale del settore dell’allumina nell’Europa Occidentale, dove la raffineria dell’Eurallumina è una delle sette ancora in attività (le altre si trovano in Spagna, Francia, Germania e Grecia). Salvatore Cherchi, già sindaco di Carbonia, città insignita nel 2011 del premio del Consiglio Europeo per il paesaggio, ha sostenuto con forza e convinzione la validità del progetto Eurallumina, convinto che non vi siano ragioni per demonizzarlo e impedirne la realizzazione e che, parallelamente, debbano essere portati avanti gli altri progetti che sono in itinere, alcuni dei quali sono sostenuti dal Piano Sulcis, di cui è coordinatore. Salvatore Cherchi ha sottolineato anche l’importanza delle risorse di privati in ballo nel polo industriale di Portovesme, che ammontano a circa 200 milioni di euro.

Il convegno si è concluso con l’intervento di Cristiano Erriu, assessore degli Enti locali e Urbanistica della Regione Autonoma della Sardegna, che ha motivato il parere positivo della conferenza dei servizi.

Alleghiamo un album fotografico sui lavori del convegno e tre filmati, il primo relativo ad uno stralcio dell’intervento dell’ing. Enrico Manca, gli altri due all’intervento dell’assessore Cristiano Erriu. La qualità video di questi ultimi non è ottimale ma li pubblichiamo ugualmente per l’importanza dei temi trattati dall’assessore regionale degli Enti locali ed Urbanistica.

 

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Un’escursione lungo il Cammino di Santa Barbara.

«L’iniziativa che si è svolta oggi a Cagliari sulla governance relativa alla guida del Cammino di Santa Barbara è senza dubbio un momento importante. Non solo per la guida e il cammino, e il valore religioso  storico, culturale e scientifico ma anche turistico. E’ un passo importante per un processo che dovrà far rivivere contesti che in tanti hanno dimenticato e parecchi ancora non conoscono. Un’attrattiva importante per un territorio ma anche una regione che vuole valorizzare il suo patrimonio.»

Lo scrive in una nota Emanuele Cani, deputato del Partito democratico.

«Il cammino di Santa Barbara – aggiunge Emanuele Cani – è senza dubbio un tassello importante all’interno di un mosaico di sviluppo e crescita economica e turistica regionale. Non bisogna dimenticare che il nostro Cammino è nella rete dei cammini nazionali e la guida sarà uno strumento utilissimo per la sua divulgazione. E’ altrettanto importante – conclude Emanuele Cani – assicurare e garantire una governance idonea e adeguata alla Fondazione in modo da valorizzare al massimo il lavoro fatto sino a oggi anche in previsione degli scenari futuri.»

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Sono state presentate questa mattina, nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna, a Cagliari, la Fondazione  e la Guida del Cammino Minerario di Santa Barbara.

Il 17 dicembre 2016, a conclusione dell’Anno Nazionale dei Cammini, i 21 Comuni interessati (Arbus, Buggerru, Carbonia, Fluminimaggiore, Gonnesa, Giba, Gonnosfanadiga, Guspini, Iglesias, Masainas, Musei, Narcao, Nuxis, Piscinas, San Giovanni Suergiu, Sant’Antioco, Santadi, Tratalias, Villacidro, Villamassargia, Villaperuccio) e l’Associazione Pozzo Sella, con la partecipazione delle diocesi di Iglesias e di Ales Terralba, nel rispetto degli impegni assunti con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa del 22 novembre 2013, hanno costituito la fondazione di partecipazione denominata Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara.

Alla neocostituita Fondazione, che si avvale del patrimonio di ideazione, conoscenze, studi, rilievi e cartografie digitali, inventariazioni, progettualità, marchi e brevetti, conferito gratuitamente dall’Associazione Pozzo Sella, è ora affidato il compito di implementare e gestire l’itinerario storico, culturale, ambientale e religioso che si sviluppa per 400 km nel Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, lungo gli antichi cammini minerari del Sulcis Iglesiente Guspinese.

Si tratta di un primo concreto risultato del progetto regionale per la valorizzazione degli itinerari storico-religiosi della Sardegna con il quale la Giunta regionale sta perseguendo l’obiettivo di creare una nuova offerta strutturata per lo sviluppo del turismo sostenibile finalizzata alla destagionalizzazione dei flussi turistici, in linea con i medesimi obiettivi programmati dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con la proclamazione dell’Anno Nazionale dei Cammini 2016.

Con questi presupposti anche la Sardegna potrà beneficiare degli straordinari risultati conseguiti nel 2016 durante il quale si è determinata un’importante accelerazione sul tema percorsi, facendo registrare un significativo incremento di camminatori (in alcuni casi del 60-80%) rispetto allo stesso periodo del 2015.

Si apre in tal modo il 2017, Anno Internazionale del Turismo Sostenibile indetto dalle Nazioni Unite, a conferma della grande intuizione del Consiglio d’Europa che, con l’istituzione degli Itinerari Culturali Europei, ha voluto cogliere le prospettive di crescita di questo settore del turismo sostenibile con lo scopo di contribuire con modesti investimenti a «combattere la povertà e a favorire la reciproca conoscenza tra i popoli e il dialogo interculturale».

Dall’esempio celebre del Cammino di Santiago alle due grandi “direttrici” italiane di respiro internazionale, la Via Francigena e la Via Romea Germanica, ma anche i cammini tutti italiani come Sui Passi di San Benedetto e il Cammino di San Francesco, i cammini stanno diventando sempre di più un volàno di crescita economica per i territori e rappresentano una preziosa occasione per coniugare in maniera virtuosa cultura, sostenibilità e sviluppo.

In questa prospettiva anche il Cammino Minerario di Santa Barbara, dopo gli interventi preliminari che hanno consentito di effettuare il rilievo digitale dell’intero itinerario, l’inventariazione georeferenziata del patrimonio storico, culturale, ambientale e religioso presente lungo il percorso e l’installazione della segnaletica preliminare già disposta dalla Fondazione, si appresta a diventare un’offerta strutturata per lo sviluppo del turismo sostenibile.

Ma, come avvenuto per gli altri grandi cammini italiani ed europei, l’atto di nascita del Cammino Minerario di Santa Barbara e l’inizio della sua promozione a livello nazionale è rappresentato dalla pubblicazione e dalla diffusione della Guida che è stata curata dalla più qualificata casa editrice di settore, la Terre di Mezzo Edizioni, che, dopo la presentazione nazionale effettuata il 12 marzo scorso. alla fiera di Milano, è già in vendita nelle librerie presenti nel territorio nazionale.

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“Longino, il santo della lancia” è il nuovo libro di Gianluca Orsola, edito nello scorso mese di febbraio da Graphe.it , prefazione di monsignor Enrico Dal Cavolo.

Di seguito la recensione di Antonella Serrenti.

Chi è stato Longino, il «santo della lancia»?

Un santo soldato, il cui culto è attestato anche in epoca bizantina a Cagliari.

Nella Cagliari bizantina esisteva una caserma dedicata a san Longino, che un’epigrafe proveniente dalla zona di Santa Igia (oggi Santa Gilla) definisce come «centurione». Un santo soldato, dunque. E che soldato, aggiungiamo. Sì, perché quel nome, Longino, svela, in un certo senso, di chi stiamo parlando. Il nome Longino, infatti, deriva dal greco e vuol dire lancia.

Anche chi non mastica molto di storia del cristianesimo e di Sacre Scritture ricorderà che nei Vangeli si parla del fatto che Gesù in croce venne trafitto da una lancia. Si legge nel Vangelo secondo Matteo: «Gesù, emesso un grande grido, spirò. Allora il velo del tempio si squarciò in due dall’alto fino al basso. E il centurione, vistolo spirare gridando a quel modo, esclamò: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”».

La tradizione ha attribuito il nome di Longino a questo personaggio, anche se nel corso dei secoli c’è stata una sovrapposizione di figure. Chi è, infatti, san Longino? Il soldato che effettivamente colpì il costato del Cristo? O il centurione romano che si convertì ai piedi della croce? O, ancora, il capo delle guardie del sepolcro? A queste domande risponde Gianluca Orsola, docente di Lingua Latina e Lingua Greca presso la Pontificia Università Lateranense e di Lingua Latina, Lingua Greca e Lettura di testi liturgici latini presso il P.I.L. del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Lo studioso, analizzando testi storici, ha raccolto le sue riflessioni nel libro Longino, il santo della lancia, pubblicato dalla Graphe.it edizioni.

Il saggio propone la traduzione delle fonte originarie (alcune delle quale mai tradotte in italiano) e prova a mettere ordine nella storia di questo santo soldato.

Un saggio molto rigoroso dal punto di vista scientifico che, per usare le parole di monsignor Enrico dal Covolo, Magnifico Rettore della Pontifica Università Lateranense che firma la prefazione, «è un tassello finemente intarsiato» della ricerca agiografica, quella branca della storia, cioè, che studia le vite dei santi e il culto loro tributato.

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VBA/Olimpia in campo questo pomeriggio, inizio ore 15.30, al PalaGiacomoCabras di Sant’Antioco, contro la vicecapolista Tipiesse Mokamore di Cisano Bergamasco, per la quart’ultima giornata della “regular season” del girone B del campionato di B1 di volley maschile.

La squadra lombarda può fare affidamento su di un roster di assoluto livello: lo schiacciatore brasiliano Costa è la punta di diamante, coadiuvato dall’ex Augusta Cagliari Burbello, dal centrale Milesi (già visto a Sant’Antioco con la Caloni Agnelli Bergamo) e dall’esperto ricettore Ruggeri. La squadra è guidata dal coach Cristian Zanchi, anche lui ex capo allenatore del Bergamo e con numerose esperienze da assistant coach in serie A1.

Un team costruito per il salto di categoria, che però dopo poche partite ha dovuto fare i conti con il grave infortunio del palleggiatore Sbrolla (indubbiamente uno dei migliori della categoria nel ruolo). La squadra è rimasta però compatta e coesa e si è levata numerose soddisfazioni, riuscendo a poche giornate dal termine ad essere ancora pienamente in corsa per un posto play off.

All’andata l’Olimpia riuscì ad impensierire il Cisano Bergamasco, giocando a viso aperto e sfiorando il tie-break. Fu un 3 a 1 che lasciò l’amaro in bocca ma che deve servire da stimolo a ben figurare sabato. Graziano Longu avrà a disposizione tutta la rosa, con il solo imbarazzo della scelta di chi far scendere in campo.

La VBA Olimpia non è soltanto la serie B. Le giovanili coinvolgono più di 70 giovanissimi del territorio (+ 40% rispetto alla scorsa stagione) e vedono lo staff tecnico impegnato in tantissimi laboratori in collaborazione con tutte le scuole della zona.

Punta di diamante di questo progetto è il gruppo under 18/19, che già lo scorso anno ha conquistato una medaglia di bronzo nelle finali di categoria e che in questa stagione proverà a ripetersi nelle imminenti final four di domenica.

Il gruppo under 19 presenta molti elementi già in pianta stabile nella serie B: il libero titolare Simone Mocci (utilizzato come schiacciatore nelle giovanili), il centrale Meleddu, ormai impiegato in maniera continuativa nella categoria superiore e l’opposto Puggioni che in questa stagione ha avuto la soddisfazione dell’esordio.

A dargli una mano Sabeddu, centrale titolare in prestito al Carloforte (serie C), Puddu e Longu, che spesso vengono aggregati alla prima squadra in caso di necessità. Un progetto che quindi oltre a dare grandi soddisfazioni in termini di risultati sta facendo crescere degli ottimi elementi, che si stanno già togliendo grandi soddisfazioni giocando con ragazzi più esperti di loro. Infine, la guida della squadra è affidata ad Angelo Mocci, tecnico molto esperto con tante esperienze in serie A sia come primo che come secondo allenatore.

Domenica mattina, alle 11.15, la prima semifinale delle Final Four, a Villacidro, con la Silvio Pellico Sassari e, in caso di risultato positivo, nel pomeriggio finale con la vincente tra il Borore e i padroni di casa del Villacidro (veri favoriti per la vittoria finale).

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Mercoledì 12 aprile, a partire dalle 10.30, l’hotel La Baja a Santa Caterina di Pittinuri Cuglieri (Oristano), ospiterà l’assemblea regionale di Generazioni Legacoop, alla quale parteciperà, parteciperanno, tra gli altri, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura ed esponenti del mondo imprenditoriale, cooperativo, istituzionale e sindacale. I lavori verranno coordinati da Mauro Steri.

La relazione introduttiva verrà curata da Carla Della Volpe, coordinatrice Generazioni Legacoop Sardegna #Serviziocivile Letizia Cordella #Strumentifinanziari Claudio Vizilio

Il programma

#Generazioni@lavoro in Cooperativa

Alessia Salaris Kairos soc. coop. sociale

Manuela Sciola Legacoop Cagliari

Matteo Longo Smartcoop soc. coop.

Fabio Fresi Recovery System soc. coop.

Ore 11,00

Tavola Rotonda: #Generazioni@Confronto

Coordina Giorgio Mastino Nova Tv

Giuliano Poletti Ministro del Lavoro

Virginia Mura Assessore regionale del Lavoro

Gavino Manca Presidente II Commissione Consiglio regionale Sardegna

Matteo Ragnacci Generazioni Legacoop

Carla Della Volpe Generazioni Legacoop Sardegna

Francesca Casula Associazione Lìberos

Francesca Serra Presidente Is Femmineddas

Alice Soru Open Campus Tiscali

Simone Bussu Direzione commerciale CAO Formaggi

Roberto Cesaraccio Giovani imprenditori Confindustria

Francesco Piludu Anci Giovani

Luca Santus Giovani Cgil

Ore 12,30

Dibattito

Ore 13,15

Conclusioni lavori mattina

Claudio Atzori Presidente Legacoop Sardegna

Ore 13,30

Buffet

Ore 15,00

Adempimenti Congresso Generazioni

Conclusioni

Matteo Ragnacci Coordinatore Generazioni Legacoop.

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E’ stato ritrovato in buone condizioni di salute Aldo Murgia, il pensionato di Bacu Abis scomparso il 15 marzo scorso, quando si era allontanato da casa a bordo della sua VW Golf, senza dare più notizie di sé.

Il 6 aprile i familiari di Aldo Murgia (nato a Carbonia il 12 dicembre 1949, ivi residente in Bacu Abis via Caltanissetta n° 26, separato, pensionato) hanno informato i carabinieri di Cortoghiana della sua scomparsa. Il gesto del pensionato era sicuramente da ricondurre a problematiche familiari inerenti la sua recente separazione. I tentativi di contattarlo nei giorni successivi erano risultati vani, in quanto il cellulare in suo possesso risultava spento.

I carabinieri, pertanto, hanno proceduto ad un preliminare controllo sulla banca dati dove è stato possibile appurare che il Murgia era stato controllato in data 18 marzo 2017 da una pattuglia della Stazione dei carabinieri di Sant’Antioco presso quel porto industriale, verso le 2.00 di notte e che, la denuncia di scomparsa, era stata presentata dall’ex moglie presso la Questura di Prato il 5 aprile 2017.

Il controllo subito effettuato presso gli ospedali della zona ha dato esito negativo, pertanto i carabinieri di Cortoghiana (dove ricade Bacu Abis località di residenza del Murgia) hanno proceduto ad indagare e ad acquisire informazioni presso parenti e amici nei centri abitati di Cortoghiana, Bacu Abis e Sant’Antioco dove, come detto, era stato avvistato l’ultima volta, oltre ad avvisare tutti i Comandi di Stazione del Sulcis.

Intanto ,anche i familiari molto preoccupati, per dare maggior risalto alla scomparsa, si sono allertati, chiamando la trasmissione “CHI L’HA VISTO” che ha inserito il Murgia tra le persone scomparse.

http://www.chilhavisto.rai.it/dl/clv/Scomparsi/ContentSet-b09b74cb-a0de-4ef3-ae16-64639bf3d2c4.html-

Sono state raccolte informazioni varie e, dai successivi accertamenti, è emerso che il Murgia era stato avvistato in data 21 marzo 2017 nei pressi del centro abitato di Portoscuso, pertanto le ricerche sono state estese oltre che tra i centri abitati di Cortoghiana, Bacu Abis anche verso Portoscuso.

Nel corso delle ricerche, opportunamente predisposte, nella serata di ieri 7 aprile, presso la strada provinciale 108, in località “Sa Conca de Masoni” di Portoscuso, la pattuglia dei carabinieri di Cortoghiana ha notato un bagliore provenire dalla macchia mediterranea a circa 200 metri dalla strada asfaltata. Il sospetto della  presenza di un’autovettura è stato subito confermato, in quanto veniva rinvenuta proprio la VW Golf da ricercare, all’interno della stessa vi era Aldo Murgia.

Il pensionato è apparso in buone condizioni di salute, spossato e dimagrito ma lucido. Ha riferito di essersi allontanato da casa perché stanco della vita che stava conducendo e dei dissidi familiari che l’avevano trasformato in un uomo solo. Non ha voluto essere visitato da personale medico né ha voluto allontanarsi da quel luogo. Ha confermato di aver vissuto nell’autovettura per tutto il tempo della sua assenza e di essere privo di collegamento telefonico, in quanto il suo cellulare aveva smesso di funzionare.

Solo dopo una grande opera di convincimento del comandante della stazione e dopo essere stato messo in contatto con la figlia Valentina, il pensionato ha accettato l’invito di seguire i militari presso la caserma di Cortoghiana per prendere un caffè.

Qui è stato rifocillato ed ascoltato e, infine, convinto a seguire la sorella Annamaria che, nel frattempo, è stata convocata e alla quale è stato affidato.

«Grazie alla collaborazione dei carabinieri di Cortoghiana – ha detto il maggiore Giuseppe Licari, comandante della Compagnia dei carabinieri di Carbonia – tutto è finito bene e il signor Aldo Murgia è rientrato presso la sua famiglia.»

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Il consigliere comunale Fabio Usai, capogruppo del PdS, ha presentato un’interpellanza al sindaco, Paola Massidda, con la quale ha chiesto la rettifica del bando del comune di Carbonia per la selezione di un impiegato amministrativo categoria D1 da assegnare allo staff del sindaco, in modo «da scongiurare l’ennesima assunzione dai contorni poco trasparenti che penalizzerebbe con certezza il già esiguo bilancio a disposizione della città».

«Si tratta di un’assunzione a tempo determinato per un anno (salvo proroghe) che comporterà, per il solo anno 2017 (o meglio, per i restanti 8 mesi dell’anno), una spendita di poco più di 25.000 euro di soldi pubblici, in un contesto di insostenibile crisi della città e in considerazione che già una analoga assunzione fu effettuata nel luglio 2016, immediatamente dopo l’insediamento del sindaco Massidda e della Giunta targata M5S – spiega Fabio Usai -. Ma ciò che più preoccupa è che, con buona pace dei propositi di trasparenza e meritocrazia sbandierati (ma spesso non osservati) dalla nuova Amministrazione e dal sindaco, il bando di selezione prevede espressamente l’assenza di criteri e caratteri comparativi che consentano una valutazione oggettiva dei meriti e dei titoli di chi deciderà di partecipare alla selezione.»

Fabio Usai ha chiesto al sindaco di Carbonia di «procedere alla rettifica del bando, inserendo chiari criteri di valutazione oggettiva e non discrezionale che consentano a tutti i candidati di concorrere a parità di condizioni e secondo una graduatoria fondata sul merito e sui titoli».