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Nel corso della riunione del 4 aprile scorso, la Conferenza Episcopale Sarda, presieduta da S.E. Monsignor Arrigo Miglio, fra i tanti argomenti all’ordine del giorno ha affrontato anche la questione della “lingua Sarda nella pietà popolare e nella liturgia”.
I Vescovi hanno confermato l’interesse della Conferenza a valorizzare sempre più la lingua sarda nella pietà popolare e nella liturgia, sulla scia di quanto stabilito dal Concilio Plenario Sardo, oltre che nel rispetto delle norme e delle procedure prescritte dalla Santa Sede in materia.
Accogliendo le sollecitazioni pervenute da un dialogo tra il Presidente della Conferenza Episcopale e il Direttivo della Fondazione “Sardinia”, la Conferenza ha individuato alcune piste da seguire nel prossimo futuro.
Innanzitutto nel merito della Pietà Popolare e dei molteplici riti e pratiche che la esprimono, si ribadisce che non vi sono norme universali da seguire o autorizzazioni da richiedere alla Santa Sede. È un campo, pertanto, che ricade nell’esclusiva competenza dell’Autorità Ecclesiastica locale, che trova nella Conferenza Episcopale Sarda la convergenza e la collegialità di tutti i Vescovi, i quali sposano e incoraggiano ogni sana ed equilibrata iniziativa volta all’utilizzo della lingua sarda nelle due principali varianti: quella campidanese e quella logudorese. Si coinvolgeranno studiosi di lingua sarda, di tradizioni popolari e di teologia liturgica, perché predispongano e propongano testi adeguati. Senza dimenticare che in questo campo la Sardegna ha un patrimonio sterminato di testi, di canti e di tradizioni, che hanno bisogno solo di essere ripresi e valorizzati.
Per la Santa Messa entriamo in un ambito più complesso, che richiede l’approvazione da parte della Santa Sede. La Conferenza, individua una strada: quella di una richiesta previa di approvazione “ad experimentum”, alla quale seguirebbe, se vi fossero le condizioni, la richiesta di approvazione definitiva.
Per poter avanzare la richiesta ad experimentum, occorre predisporre i seguenti materiali.
Traduzione della Bibbia: serve una ricognizione critica delle tre traduzioni finora prodotte, ad opera di linguisti e biblisti, scelti dalla Conferenza Episcopale Sarda.
Traduzione dell’Ordinario della Santa Messa.
Traduzione di una decina di “Messe proprie”, relativamente ai tempi liturgici, alle Solennità del Signore e alla memoria dei Santi.
Come per i riti della Pietà popolare, la traduzione dei testi sarà fatta nelle due principali varianti della lingua sarda, campidanese e logudorese.
Il materiale prodotto sarà esaminato dalla Conferenza Episcopale Sarda, prima della presentazione della domanda di approvazione ad experimentum alla Santa Sede.
Nel corso della stessa riunione, la CES ha nominato per il prossimo triennio la Delegata Regionale dell’Azione Cattolica Italiana, la prof.ssa Giovanna Fancello, della Diocesi di Nuoro.