Tore Piana (Italia Attiva): «Un progetto strutturale per combattere il tracollo del prezzo del latte e salvare il comparto».
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«Per combattere il tracollo del prezzo del latte ovicaprino occorrono soluzioni strutturali e non spot inefficaci come quelli proposti finora dalla politica regionale. Altrimenti sarà la fine di un’intera categoria e di tutto l’indotto.» A dirlo è Tore Piana, coordinatore regionale di Italia Attiva che, per dare un’inversione di marcia alla crisi del pecorino, propone una soluzione sul modello già adottato con successo dal Consorzio Dop del Parmigiano Reggiano.
«Si tratta di un modello ben sperimentato – sostiene Tore Piana – che prevede l’introduzione di quote latte per gli allevatori al fine di evitare l’accumulo di eccedenze. Ma il tetto limite nella produzione sarà coperto da un congruo indennizzo in relazione alla quantità non più prodotta rispetto al passato.»
L’iniziativa infatti stabilisce Piani produttivi all’interno della Dop sulla base delle produzioni degli ultimi cinque anni. In rapporto alla parte eccedente, cioè alla parte fuori quota, a ciascun allevatore sarà assegnata un’integrazione sul mancato reddito, stabilendo di inserire nel Psr 2014-2020 della Sardegna, al Primo pilastro del Premio Unico, una quota di compensazione nel mancato reddito per singolo produttore. Il prezzo sarà riconosciuto per quintali di latte.
Secondo l’esponente IAS, il piano è attuabile con decreto del ministero delle Politiche agricole di concerto con la Regione Sardegna, senza ulteriore approvazione da parte dell’Unione Europea.
«A differenza di ciò che avviene nel Reggiano – specifica Tore Piana – noi proponiamo che le quote siano applicate agli allevatori e non ai caseifici. In tal modo gli indennizzi andrebbero direttamente ai produttori, che risultano l’anello più debole dell’intera filiera. Questo è un vero intervento strutturale che ha visto già l’esperienza di una struttura consolidata, e che la Giunta regionale può far applicare direttamente. Se ciò non avvenisse, il prezzo del latte nel 2018 potrebbe non avere più valore, con il rischio di trovarlo a 40 o addirittura a 30 centesimi/litro.»
Per il rappresentante di Italia Attiva è risibile la soluzione proposta in Regione, con lo stanziamento di 14 milioni di euro inseriti in Finanziaria per il ritiro del pecorino Romano da distribuire agli indigenti, con il tramite di bando Agea. I dati forniti evidenziano un’eccedenza di Romano corrispondente a 170mila quintali (100mila per il 2016 e 60-70mila stimati per il 2017), a fronte dei quali si ritirerebbe una quantità che non supera i 20mila quintali. La convinzione è che il problema non solo non si risolva, ma si creino delle aspettative fasulle che non fanno altro che complicare la situazione.
Un’ultima frecciatina sulle recenti posizioni animaliste di alcuni esponenti politici nazionali: «Sono posizioni pericolose che rischiano l’aggravio del comparto. Per quanto mi riguarda, io per Pasqua mangerò l’agnello sardo – conclude Tore Piana – nella certezza di gustare un prodotto di qualità e di dare un aiuto concreto agli allevatori sardi e all’intera economia dell’isola».
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