Al via la campagna antincendi 2017 con un piano triennale.
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Un approccio ancora più sistemico fondato sulla prevenzione caratterizza il Piano Regionale Antincendio 2017-2019, approvato ieri dalla giunta su proposta dell’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano. La macchina regionale è pronta per la stagione 2017 e per il periodo di elevato rischio di incendio boschivo, dal 1° giugno al 31 ottobre. A causa delle condizioni metereologiche di siccità e il conseguente maggiore rischio, il Sistema regionale antincendi boschivi è stato già attivato dai primi di maggio con uno schieramento di squadre in tenuta AIB (antincendi boschivi) e con i primi cinque elicotteri.
«Abbiamo mezzi e personale impegnato sia sul contrasto che sulla sorveglianza ma la prevenzione è il vero punto di partenza della lotta degli incendi boschivi – afferma l’assessore Spano -. Abbiamo, infatti, messo al centro del nuovo piano triennale le azioni di prevenzione e mitigazione e puntiamo al cambiamento della cultura di cittadini e turisti, perché non mettano a rischio se stessi, le forze che lavorano nello spegnimento del fuoco e naturalmente lo stesso ambiente.»
Infine un appello: «A tutti chiedo comportamenti responsabili a tutela dell’incolumità propria e degli altri nonché del patrimonio ambientale, evitando ogni azione rischiosa. L’esperienza degli anni scorsi, specie per gli incendi di grandi dimensioni, insegna che è fondamentale adottare scrupolosamente le norme di sicurezza».
L’azione di prevenzione punta a coinvolgere direttamente nuovi attori valorizzando soprattutto coloro che possono contribuire al controllo del territorio e favorire la prevenzione degli incendi. Il Piano è stato, infatti, discusso con i rappresentanti di varie associazioni (agricoltori e allevatori, associazioni venatorie, albergatori e gestori di campeggi) per favorire la sensibilizzazione alla cultura della sicurezza e la costruzione di un percorso di integrazione del loro prezioso contributo.
«Le varie associazioni – aggiunge l’assessora Spano – distribuiranno le norme di comportamento e autoprotezione tra i loro iscritti e i turisti riceveranno un’informativa in diverse lingue fornita dalla Protezione civile. Guardiamo inoltre con attenzione il mondo rurale per progettare il trasferimento di conoscenze in materia di sicurezza.»
Realizzato da una task force coordinata dalla Protezione civile, il documento di 142 pagine – a cui si aggiungono sette allegati – ha lo scopo di definire le procedure di emergenza, le attività di monitoraggio del territorio e di assistenza alla popolazione. Inoltre ha lo scopo fondamentale di disporre, secondo uno schema coordinato, il complesso delle attività operative. Il Piano mira a rendere il sistema antincendio sempre più moderno, efficiente, tecnologicamente avanzato e scientificamente evoluto.
Il Cfd, il Centro funzionale decentrato, emette bollettini quotidiani di previsione di pericolo sulle 26 zone di allerta della Sardegna. A seguito delle più recenti indicazioni operative della Protezione Civile nazionale, nel nuovo Piano triennale al codice colore del livello di pericolosità (verde, giallo, arancione e rosso) è associata una fase operativa da attivare. Sono quattro le fasi operative: fase di Preallerta, fase di Attenzione, fase di Attenzione Rinforzata e fase di Preallarme. Il direttore generale della Protezione civile definisce la fase operativa da attivare sulla base delle criticità di particolare rilevanza presenti sul territorio, raccolte e trasmesse da tutte le componenti presenti nella Sala operativa unificata permanente (la Soup, di cui fanno parte Corpo forestale, agenzia Forestas, Protezione civile e Vigili del fuoco). Se ritenuto necessario, il direttore della Protezione civile, con gli altri direttori, valuta tutte le informazioni per l’individuazione della fase operativa. Le fasi operative di Attenzione rinforzata e di Preallarme comportano, per le componenti regionali e per i diversi soggetti statali del Sistema, l’attivazione di specifiche procedure operative secondo quanto stabilito nel Piano.
Altra novità, sempre sotto il profilo tecnico, è la zonizzazione cioè una suddivisione in aree omogenee di pericolosità. Questa base conoscitiva consentirà di definire azioni di prevenzione e previsione del rischio mirate per ciascun territorio.
Ingente il dispiegamento di forze e mezzi nel sistema composto da Protezione civile, Corpo forestale regionale, agenzia Forestas, Vigili del fuoco, volontari delle associazioni iscritte nell’Elenco del volontariato di Protezione civile e compagnie barracellari.
La lotta attiva agli incendi boschivi e rurali si basa su un sistema integrato. La funzione operativa di spegnimento è in capo al Corpo forestale e di vigilanza ambientale il quale svolge le attività di Direzione delle operazioni di spegnimento (DOS) nelle seguenti articolazioni: una Sala Operativa Unica Permanente (Soup); sette Centri Operativi Provinciali (Cop), situati nei corrispondenti Ispettorati del Corpo forestale e di vigilanza ambientale; ottantadue Unità operative di comparto (Uoc), corrispondenti alle Stazioni del Corpo forestale; undici Basi Operative (Bo) elicotteristiche dipendenti dai rispettivi Cop (Anela, Alà dei Sardi, Bosa, Farcana, Fenosu, Limbara, Marganai, Pula, San Cosimo, Sorgono e Villasalto); 194 postazioni di avvistamento gestite dall’Agenzia Forestas e in contatto permanente con i Cop e le Uoc. Le squadre di Forestas, le organizzazioni di volontariato e le compagnie barracellari sono coordinate dalle Uoc e rimangono in contatto con i Cop. Il coordinamento delle forze in campo sugli incendi di interfaccia (a ridosso del centro urbano e delle strutture produttive) è di competenza dei Vigili del fuoco.
Il sistema impegna oltre 10mila persone tra operatori di lotta e addetti alle attività di supporto. Sono 11 gli elicotteri della flotta regionale, con una capacità di carico di 900 litri d’acqua, più un altro mezzo con una capacità di carico di 4000 litri d’acqua, di base a Fenosu. Tre canadair della flotta statale saranno di stanza a Olbia e altri potranno essere messi a disposizione dal Dipartimento nazionale di Protezione civile in caso di necessità. Sono circa 1.200 mezzi a terra. Le persone mobilitate per la campagna antincendi provengono dalla direzione generale della Protezione civile, Corpo forestale e di vigilanza ambientale, agenzia Forestas, compagnie barracellari e i volontari provenienti dalle 171 organizzazioni del registro regionale.
Il documento è un lavoro complesso articolato in otto parti specifiche, costituite dalla relazione generale e da sette allegati, cartografici e tabellari.
La prima parte, descrittiva, riguarda la pianificazione regionale e delinea il modello organizzativo generale, costituito dalla pluralità di soggetti del sistema di protezione regionale: direzione generale della Protezione civile, Corpo forestale, Forestas, Vigili del fuoco, organizzazioni di volontariato, compagnie barracellari, gruppi comunali e gli altri attori che concorrono, in forme e ambiti diversi, al perseguimento degli obiettivi. La seconda parte riguarda il report dell’analisi sugli incendi del triennio 2014-2015-2016, che descrive, per ogni anno, le condizioni meteorologiche, lo stato della vegetazione, l’andamento dei livelli di pericolosità potenziale di incendio, l’andamento degli incendi relativamente al numero, superfici e soprassuolo interessati, analizzando le cause degli incendi e il consuntivo dell’attività investigativa compiuta dal Corpo forestale. Incentrata sui presidi territoriale la terza parte, cioè sui presidi dell’intero apparato di lotta regionale e i dati tabellari delle strutture operative del Corpo forestale, dell’agenzia Forestas, delle organizzazioni di volontariato, delle compagnie barracellari e dei Vigili del fuoco. La quarta parte, contiene gli elenchi aggiornati relativi alla rete regionale dei punti di avvistamento e dei punti di attingimento idrico. La quinta parte è inerente la pianificazione dei parchi nazionali, e contiene le procedure da attuare nei parchi dell’Asinara e dell’Arcipelago di La Maddalena approvate dal ministero dell’Ambiente sulla base dell’intesa regionale, ai sensi dell’articolo 8 della legge 353/2000.
Nella sesta parte sono inserite la cartografia allegata alla pianificazione regionale e l’elaborazione cartografica di base e di sintesi dell’attività di pianificazione sia in termini di previsione del rischio di incendio boschivo che in termini di ottimizzazione delle risorse disponibili per le attività di lotta attiva. La settima parte contiene i dati cartografici inerenti ai rilievi effettuati dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale di tutte le aree percorse dal fuoco e delle insorgenze negli ultimi cinque anni. Il lavoro costituisce una banca dati di riferimento a servizio dei Comuni al fine di istituire e aggiornare il Catasto delle aree percorse da incendio (di cui all’articolo 10 della legge 353/2000). L’ottava parte contiene i dati tabellari dell’indice di pericolosità e di rischio di incendio di tutti i comuni della Sardegna e i dati relativi allo stato di fatto della pianificazione comunale di protezione civile per il rischio incendi di interfaccia.
L’apparato antincendi funziona sul Piano generale e sui piani operativi ripartimentali vigenti. Anche questi hanno validità triennale e restano vigenti sino all’aggiornamento dei successivi. Sono redatti dal Corpo forestale, adottati dal comandante con propria determinazione e contengono (ai sensi della legge regionale 27 aprile 2016, n. 8, articolo 23, comma 4) il dettaglio e l’organizzazione delle risorse presenti nei singoli territori di competenza degli Ispettorati ripartimentali del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, di intesa con l’agenzia Forestas.
Per rendere più efficaci le misure per la prevenzione in concomitanza con le esercitazioni nelle aree militari, i poligoni di Perdasdefogu, Capo Frasca e Capo Teulada hanno predisposto un apposito piano pluriennale antincendi che prevede l’utilizzo di mezzi attrezzati, condotti da personale adeguatamente equipaggiato e, quindi, in grado di effettuare gli eventuali interventi di spegnimento. Tali piani prevedono l’adozione di tutte le azioni necessarie a evitare l’insorgenza e la propagazione di incendi nelle e dalle aree amministrate, secondo quanto previsto nelle prescrizioni regionali antincendi approvate dalla Giunta regionale il 9 maggio 2017 con Deliberazione n. 23/11.
Importantissima l’attività investigativa svolta dal Corpo forestale. Per il conseguimento dei risultati, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale realizza un programma coordinato di organizzazione operativa, addestramento e applicazione di protocolli investigativi, nel quale riveste un ruolo primario l’impiego in crescendo di tecniche avanzate.
Il consuntivo dell’attività di polizia compiuta nel 2016 sugli illeciti in materia di incendi registra 258 comunicazioni di notizia di reato inviate alla Magistratura, 129 verbali per violazioni amministrative alle prescrizioni regionali antincendi. I fatti-reato denunciati hanno riguardato 172 incendi dolosi, 59 colposi e 27 di origine indefinita. Le persone denunciate per incendio sono state 71, di cui 13 per ipotesi dolose e le restanti 58 per eventi di natura colposa. Dei 13 indagati per incendio doloso, 8 sono stati fermati e/o tratti in arresto in flagranza di reato.
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