19 November, 2024
HomeLavoroCommercioIl senatore Pd Silvio Lai scrive al governatore Pigliaru sul riordino camerale, rispetto delle regole e sostegno alle economie fragili.

Il senatore Pd Silvio Lai scrive al governatore Pigliaru sul riordino camerale, rispetto delle regole e sostegno alle economie fragili.

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«Nelle prossime ore la Conferenza Stato-Regioni ufficializzerà la riorganizzazione del nuovo sistema dei servizi alle imprese. Da notizie ancora ufficiose la Sardegna vedrebbe dimezzato il numero delle Camere di Commercio nell’isola che diventerebbero due. Una ridistribuzione territoriale di questo tipo è evidente che non sia efficiente, né utile.»

Così Silvio Lai, senatore Pd sulle notizie che arrivano sulla proposta di riordino di Unioncamere a livello nazionale che sarà ufficializzata in queste ore. Il parlamentare ha scritto una lettera al Presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, sollecitando una posizione ufficiale dell’esecutivo a sostegno della rete della Sardegna. 

«Le regole poste alla base della riorganizzazione permetterebbero nella nostra regione la possibilità di tre Camere di Commercio, una al nord, una al sud ed una al centro, mantenendo quella di Nuoro, quest’ultima per le peculiarità del territorio montano ed il ben noto isolamento infrastrutturale – aggiunge il senatore del Pd -. Come ben saprai , la normativa riconosce esplicitamente una Camera alla città metropolitana e una per le aree montane isolate mentre la terza resterebbe per il resto del territorio. Per quanto riguarda le aree montane una previsione di questo tipo era stata richiesta proprio da emendamenti della Sardegna e della Lombardia per Sondrio. La terza Camera di Commercio con sede a Sassari garantirebbe la copertura del resto del territorio superando le 75.000 aziende come richiede la legge. Invece mentre per altre regioni si rispettano queste regole per la Sardegna no, danneggiando due tra le Camere di Commercio più efficienti sul piano dei bilanci e dei servizi: Nuoro che è la 5 in graduatoria e Sassari che al 35° posto su 100 province. In gioco c’è la qualità dei servizi, ma ci sono anche le risorse che saranno erogate per mettere in pareggio i nuovi enti, per cui oltre al danno dell’accorpamento anche la beffa di vedersi altri finanziare gli sprechi e le inefficienze precedenti.»

«Se tutte le regioni stessero stringendo la cinghia non avremmo niente da dire ma di fronte alle evidenze in altre regioni, dove si fanno eccezioni alle regole, noi dobbiamo chiedere almeno il rispetto delle regole approvate. Sul piano legislativo noi abbiamo fatto il nostro lavoro, bisogna che ora venga rispettato. Sino a questo momento ha prevalso il fair play inglese ed il rispetto dell’autogoverno di Unioncamere ma altre regioni, con i loro presidenti di Giunta, non stanno utilizzando le stesse regole e sono già intervenute pesantemente per ottenere una diversa riorganizzazione territoriale.

Caro Presidente – si legge in conclusione – diversi esponenti istituzionali nelle scorse settimane hanno chiesto che tu ti occupassi della vicenda. Ora serve che attraverso di te e della tua Giunta la voce della Sardegna si senta sul tavolo Stato-Regioni ponendo l’esigenza di rispettare le regole e di sostenere le economie dal tessuto più fragile come il nostro, prima di altri territori più forti economicamente o semplicemente politicamente più numerosi.»

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