La Giunta regionale ha modificato i requisiti minimi autorizzativi per l’esercizio delle attività di riabilitazione.
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«La nostra regione – spiega Luigi Arru – presenta una densità di popolazione pari a 69 abitanti per chilometro quadrato, meno di un terzo di quella rilevata nel resto d’Italia (pari a 212 abitanti per chilometro quadrato). Con le regole attuali, che prevedono parametri per l’accesso alle strutture e, quindi, di personale, abbiamo registrato le difficoltà in molte aree ad aprire o mantenere in piedi simili attività. Questo ora accade in particolare nelle zone rurali e con più importante dispersione demografica, sia per la carenza di strutture in genere che per la difficoltà nel raggiungimento dei servizi ospedalieri e/o territoriali esistenti, spesso ubicati a una distanza e/o tempo di percorrenza dal domicilio dei pazienti che ne limitano l’effettiva accessibilità.»
La modifica delle regole riguarda i centri diurni a valenza socio-riabilitativa per persone con disabilità in situazione di gravità; i centri di riabilitazione globale diurna per persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale; i presidi di riabilitazione globale a ciclo continuativo per disabilità fisica, psichica e sensoriale; i presidio residenziale a valenza socio riabilitativa.
Dagli attuali 20 accessi al giorno per i centri diurni, si passa ad un minimo di 12 pazienti seguiti quotidianamente. Queste modifiche sono immediatamente applicabili per le strutture socio sanitarie di Riabilitazione Territoriale esistenti, attualmente accreditate e inserite nell’apposito elenco regionale, e/o in possesso dell’autorizzazione alla realizzazione, per quelle richiedenti la rimodulazione delle attività e/o il trasferimento in altre sedi operative e nei confronti delle nuove strutture richiedenti eventuali nuove autorizzazioni all’esercizio e/o dell’accreditamento.
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