Martedì 16 maggio, a San Giovanni Suergiu, si terrà un seminario per le imprese agroalimentari e turistiche del Sulcis.
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Anche nel Sulcis sono sempre più le aziende dell’agroalimentare e del turismo che certificano prodotti e servizi per sfruttare i nuovi mercati e accedere a contribuiti regionali, nazionali ed europei.
Per conoscere le opportunità di crescita, i bandi regionali (come quelli relativi alle misure del Piano di sviluppo rurale 2014-2020 in prossima uscita), insieme alle normative e alla regolamentazione del settore, al trend di vendita, ai prodotti più richiesti e alle potenzialità del marketing, le aziende del Sulcis interessate anche ai mercati nazionali ed esteri, si ritroveranno martedì 16 maggio a San Giovanni Suergiu, presso l’Aula Consiliare in via Roma (angolo via Porto Botte), con inizio alle ore 16.30, per partecipare a un seminario tecnico organizzato da Confartigianato Sud Sardegna ed Ecogruppo Italia, dal titolo “Il valore della certificazione biologica nell’agroalimentare e nel turismo. Le opportunità per le imprese del Sulcis”,
Il programma prevede, alle 16.00, la registrazione dei partecipanti poi dalle 16.30 i saluti d’apertura lavori del sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai, seguiti dall’intervento del Segretario di Confartigianato Sud Sardegna, Pietro Paolo Spada dal titolo “Le attività di Confartigianato per il settore”, e dalla relazione del General Manager di Ecogruppo Italia, Franco D’Antoni, dal titolo “Cresce il mercato, cresce la voglia di biologico in Italia e all’estero”. Subito dopo spazio gli interventi degli imprenditori del Sulcis.
L’evento, a partecipazione libera e gratuita, è quindi aperto alle imprese di trasformazione agroalimentari (pastifici, risifici, molini, oleifici, caseifici, conserve e marmellate, mielifici, prodotti sott’olio, verdure confezionate, pasti pronti, cantine, birrifici, salumifici), ai produttori primari (vivai, aziende agricole, aziende zootecniche) e alle strutture ricettive (agriturismi, fattorie didattiche, percorsi ecoturistici ed enogastronomici).
In Sardegna sono 2.501 i produttori e trasformatori che operano in questo settore, cresciuto tra il 2014 e 2015 del 3,9%, il cui giro d’affari in Italia ha toccato i 4,2miliardi di euro. Aziende di trasformazione agroalimentare ma anche imprenditori agricoli che nell’isola si prendono cura di oltre 146mila ettari di coltivazioni.
Tutte le attività produttive guardano ormai con sempre maggiore attenzione alle esigenze dei consumatori italiani e, soprattutto, di quelli internazionali, notoriamente molto esigenti in fatto di ecosostenibilità, sempre con uno sguardo attento alla certificazione di terreni e colture che apre le porte ai finanziamenti per gli imprenditori che adottano le misure per le produzioni biologiche o integrate.
«Il comparto sardo della piccola e media impresa – sottolinea Pietro Paolo Spada, segretario di Confartigianato Sud Sardegna – ha sempre più necessità di avviare i sistemi di controllo per la produzione e la trasformazione del biologico e di ottenere le certificazioni dei propri prodotti». «Queste iniziative sono un’opportunità per tutte le realtà produttive – continua Spada . artigiane, agricole o turistiche, che sul biologico hanno necessità di sviluppare e approfondire gli aspetti normativi, commerciali e del marketing o conoscere le prospettive di vendita internazionali».«Per questo, con le aziende, abbiamo deciso di iniziare un lavoro di formazione che le preparerà a nuovi sbocchi commerciali . conclude il segretario di Confartigianato Sud Sardegna – perché se è necessario avere ottime produzioni o coltivazioni è altrettanto necessario averle certificate».
L’appuntamento del Sulcis offrirà informazioni e chiarimenti alle imprese di produzione e preparazione ma anche le opportunità delle produzioni biologiche, integrate e sostenibili alla luce della crescita dei mercati locali, nazionali e internazionali.
Per l’associazione artigiana «è fondamentale che le aziende capiscano l’importanza del guardare con attenzione le esigenze dei consumatori. La Sardegna è un territorio che può puntare alle produzioni di qualità e presentarsi ai mercati, soprattutto quelli esteri, con determinazione mostrando il suo enorme potenziale nel settore agroalimentare».
I dati del biologico in Sardegna e Italia.
In Sardegna (dati Ministero Agricoltura fine 2015), sono 2.501 gli operatori del biologico, in crescita del 3,9% rispetto al 2014. Tra questi 2.287 sono “produttori esclusivi”, 133 “produttori preparatori”, 81 “preparatori esclusivi”. La nostra regione si colloca al settimo posto in Italia (primo posto la Sicilia, seconda la Calabria).
In leggero calo le superfici certificate: si è passati dai 149mila ettari del 2014 ai 146mila dell’anno successivo (-2,6%). In testa ci sono prati e pascoli (59mila ettari), seguiti da pascoli magri (42mila) e da colture foraggere (26mila). La Sardegna occupa il quarto posto nazionale.
Tra le principali colture troviamo i cereali (5.865 ettari coltivati), olivo (3.785 ettari), vite (964 ettari), frutta (531 ettari), ortaggi (491 ettari) e agrumi (48 ettari).
Solo il 4,7% delle aziende agricole della Sardegna e solo il 12,8% delle superfici coltivate sono certificate bio.
In Italia, nel 2015, le vendite dei prodotti biologici hanno raggiunto i 2miliardi e 300 milioni di euro.
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