19 November, 2024
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Biciclette proprie e condivise, piste ciclabili, car sharing e imprese che si occupano di fabbricazione, gestione e manutenzione di strade e mezzi.

E’ questo il mondo della “sharing mobility” in Sardegna, il sistema che permette di condividere, affittandole, auto, moto e due ruote a pedali.

I dati rielaborati dall’Osservatorio MPMI Confartigianato Sardegna su dati ISTAT e Sharing Mobility del quarto trimestre 2016, dicono di 60 imprese e 200 addetti che si occupano di biciclette attraverso fabbricazione, manutenzione e riparazione (le imprese erano 57 l’anno passato), di 15 Comuni che effettuano il servizio di bike sharing (266 bici a disposizione) e di 1 azienda (a Cagliari l’unico punto dell’Isola) che si occupa di car sharing (51 veicoli tra auto, moto, furgoni diesel o elettrici). A questi numeri va aggiunto un congruo numero di imprese delle costruzioni specializzato nella realizzazione e manutenzione di piste ciclabili.

Una passione, questa per i mezzi ecologici e il trasporto condiviso, che fa crescere un sistema coinvolgendo, direttamente e indirettamente, gli artigiani, i commercianti, le imprese di costruzione, i lavori pubblici e il turismo.

«Quelli delle biciclette e delle auto condivise – afferma Stefano Mameli, segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – sono settori di qualità, a elevata specializzazione con potenzialità molto interessanti, dove è alta l’incidenza delle imprese artigiane e che non possono fare a meno dell’esperienza e della manualità delle aziende.»

«L’uso della bicicletta – aggiunge il segretario – nonostante i numeri siano ancora ridotti, è molto apprezzato e soprattutto in crescita come nelle altre regioni d’Italia e nei Paesi stranieri». Nell’Isola, infatti, è ancora basso il numero dei lavoratori che escono di casa per andare al lavoro in bici: lo 0,4% rispetto al 14,8% della provincia di Bolzano, contro una media nazionale del 3,7% anche se le analisi ci dicono come andare e tornare dal lavoro in bicicletta, non in automobile, possa far risparmiare ben 664 euro l’anno a persona.

A livello nazionale la Filiera della bicicletta, che conta 3.063 imprese di produzione, riparazione e noleggio (il 68,4% artigiane) con 7.730 addetti, ha sostanzialmente tenuto i numeri dell’anno passato (nel triennio 2013-2016 crescita del 2,0% a fronte di una stabilità del totale imprese) ma ha visto crescere del 7,9% il noleggio delle due ruote a pedali.

Tra le regioni più vocate per le due ruote la Sardegna è al 15esimo posto; al primo troviamo la Lombardia, seguita da Veneto ed Emilia Romagna.

Cagliari è la città sarda che ha visto aumentare la densità di piste ciclabili; sono infatti 47,1 i km di piste ogni 100km quadrati, cresciuti del 44,7% negli ultimi 2 anni. A livello nazionale il capoluogo regionale è l’ottava città che è cresciuta di più come piste ciclabili: prima Mantova, seguita da Bergamo, Milano, Pordenone, Padova, Modena, Torino e, appunto, Cagliari.

Per quanto riguarda il car sharing, l’Italia registra uno dei tassi più elevati al mondo, con sei automobili ogni 10 abitanti e la più alta densità d automobili: 36 milioni di auto (7% del parco circolante in Europa) (Bellini, 2014). È quindi, in questa situazione, che si cerca di individuare soluzioni di mobilità non tradizionali per concorrere a risolvere i crescenti problemi di congestione, inquinamento e carenza di spazio che affliggono gran parte delle città del mondo industrializzato.

S’inizia a capire che questo sistema rappresenta il sistema di soddisfacimento di una domanda di mobilità flessibile, confortevole, capillare, veloce, che può rappresentare una vera alternativa all’autovettura privata, soprattutto quando funziona in integrazione ad un sistema di offerta di servizio collettivo efficace.

A conferma dell’attenzione che anche la politica regionale pone verso questa economia, pochi giorni fa l’assessorato dei Lavori pubblici ha stanziato fondi per la realizzazione e allungamento delle piste tra Pula e Chia e all’interno dei Olbia. Importanti anche gli esempi del Sulcis, finanziati con i fondi del “Piano Sulcis”. Nell’ex provincia di Carbonia Iglesias due sono i progetti, in parte già sviluppati. Il primo è la pista ciclabile, realizzata da 2 anni, che collega Carbonia a San Giovanni Suergiu con l’appalto, già aggiudicato e finanziato, per la prosecuzione verso Sant’Antioco. Il secondo dovrà essere la pista che collegherà il paese di Sant’Anna Arresi con il borgo turistico di Porto Pino.

Gli scorsi anni, per interventi a favore della mobilità ciclistica diffusa per la realizzazione di piste ciclabili, urbane ed extraurbane, cicloservizi e intermodalità, furono stanziati ben 7 milioni di euro. Un altro “sostegno” arrivò anche dall’Assessorato agli Enti locali che, con una specifica ordinanza, autorizzò gli stabilimenti balneari a posizionare all’interno delle concessioni delle “strutture per il parcheggio in sicurezza delle biciclette”, per consentire ai ciclisti l’accesso e la sosta delle due ruote all’interno dell’arenile.

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Dal 30 giugno al 31 agosto, all’interno delle iniziative in programma per il “Premio Marchionni 2017”, il museo MAGMMA di Villacidro ospita la seconda edizione della “Mostra mercato d’arte contemporanea”, un’imperdibile vetrina destinata agli artisti, ai mercanti e agli operatori del mondo dell’arte.

L’iniziativa, organizzata dalla Fondazione Estetica & Progresso, vedrà in mostra all’interno degli spazi museali opere (non più di due per ciascun partecipante) di pittura, grafica e scultura.

Parteciperanno di diritto gli artisti del Premio Marchionni, i cui lavori saranno esposti per l’intera durata della rassegna.

Chi volesse partecipare dovrà inviare apposita domanda alla direzione della Fondazione Estetica & Progresso, che valuterà quali opere ospitare.

Il vernissage è in programma venerdì 30 giugno, alle 19.00.

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Il sen. Silvio Lai (Pd) e l’on. Gavino Manca (Pd) giudicano positivamente i segnali emersi sul rilancio della chimica verde in Sardegna.

«È sicuramente positivo e va considerato come un passo in avanti il fatto che Eni e Regione Sardegna annuncino oggi la volontà di sviluppare ancora il progetto della Chimica verde a Porto Torres – scrive in un comunicato Silvio Lai -. Non possiamo che apprezzare il pressing fatto dal Presidente della giunta regionale nei confronti di Eni. Se il risultato di questa azione porterà, come annunciato oggi, l’ampliamento ed il completamento degli impianti sarà sicuramente un ottimo risultato. Ora ovviamente ci aspettiamo che quanto affermato oggi dall’amministratore delegato Descalzi sia seguito da fatti concreti e soprattutto dalla firma dell’accordo di programma. Dovrà essere un documento che, al contrario dei precedenti, fissi obiettivi e investimenti con tempistiche e impegni da rispettare alla lettera. Ci aspettiamo inoltre che sui contenuti ci sia un confronto con tutti i soggetti firmatari del precedente protocollo d’intesa. Sarebbe importante, infine, che gli impegni del prossimo accordo di programma partano tutti contemporaneamente e non prima il fotovoltaico e poi gli investimenti. Sarebbe causa di diffidenza – conclude Silvio Lai – e poco utile ad una ripartenza positiva della presenza di ENI nell’isola.»

«Esprimo vivo apprezzamento per le dichiarazioni rese questa mattina – dice il consigliere regionale del Partito democratico Gavino Manca -, in occasione della riapertura dello stabilimento Saline Conti Vecchi a Cagliari, dall’amministratore delegato dell’Eni sul rilancio degli investimenti nella cosiddetta “fase 3” di Matrica. Le parole dell’ad Claudio Descalzi confermano, nei fatti, il lavoro svolto dal presidente Francesco Pigliaru e la proficua collaborazione con l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi e il ministro Luca Lotti, perché trovi piena realizzazione a Porto Torres, l’ambizioso progetto per la chimica verde. Saluto inoltre con favore la confermata volontà di trasformare il vecchio protocollo d’intesa per la bonifica, la riconversione ed il rilancio del sito industriale di Porto Torres, in un più stringente e vincolante “Accordo di programma quadro (Apq)” ed a questo proposito – conclude Gavino Manca – auspico la convocazione a Palazzo Chigi, entro la fine del mese di giugno, del tavolo interistituzionale per definire e condividere forme e contenuti, con le amministrazioni, le forze sociali ed economiche della Sardegna.»

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La lunga stagione siccitosa che ci trasciniamo da diversi anni sta delineando uno scenario molto preoccupante, ancor più in vista della stagione estiva: con i consumi in crescita, dettati dalle alte temperature e dall’aumento delle presenze turistiche, si riduce la disponibilità di acqua potabile. L’Amministratore Unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti, ha scritto ai sindaci di tutta la Sardegna, affinché possano sensibilizzare la popolazione sul contenimento dei consumi e predisporre ordinanze specifiche sul risparmio idrico e l’uso consapevole della risorsa. 

L’Amministratore ha  chiesto collaborazione sulla necessità di adottare comportamenti coerenti di risparmio dell’acqua potabile, spiegando anche che la Sardegna «non dispone di risorse potabili naturali in quantità sufficiente per soddisfare il fabbisogno» e «potabilizza circa l’85 per cento dell’acqua immessa in rete».

«E’ importante, attraverso lo strumento dell’ordinanza –scrive l’Amministratore nella lettera – emettere alcune disposizioni  con le quali si dettano regole più stringenti per l’ utilizzo dell’acqua potabile: il lavaggio di piazzali e vialetti, il  riempimento di piscine, l’innaffiamento di prati e giardini, il lavaggio di autoveicoli – escluso naturalmente quelli dall’autolavaggio – ed altri ancora,  sono considerati tra i comportamenti da evitare e se ci dovessero essere dei casi di palese violazione da contrastare con severità.» 

«Per questo – aggiunge Alessandro Ramazzotti – faccio appello alla sua sensibilità chiedendole di valutare la possibilità di emanare un provvedimento che vada nella auspicata direzione di sensibilizzare e obbligare i cittadini ad un uso consapevole della risorsa idrica. Ritengo utile non legare la sua decisione ad un effettiva necessità del territorio da lei amministrato”. 

Secondo l’Amministratore Unico, «in un sistema solidale anche il contributo e l’esempio di chi può contare su situazioni di maggior vantaggio è utile per rafforzare le azioni di chi si trova in emergenza. Ci sono zone della Sardegna, infatti, che hanno una situazione ancora non preoccupante mentre alte soffrono di una tale carenza d’acqua che presto ci costringerà a procedere con i razionamenti».

Sono oltre 40 gli impianti di potabilizzazione attualmente in esercizio, un vero sistema di produzione industriale che garantisce la potabilizzazione e distribuzione delle acque potabili in una regione la cui risorsa proviene soprattutto da invasi. Uno sforzo che, durante la stagione estiva, viene intensificato a causa delle alte temperature, che incidono sia sull’aumento dei consumi sia sulla qualità delle acque in arrivo ai potabilizzatori. Acque che in periodi come questo necessitano quindi di trattamenti più spinti e controlli più frequenti. Lo scorso anno è stato prodotto da Abbanoa un volume complessivo pari a circa 250 milioni di metri cubi di acqua potabile.

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L’associazione di promozione sociale FabLAB SULCIS il 3 giugno presenterà, a Cortoghiana, il suo FabLab e il progetto “palestra digitale”. Il progetto prevede l’apertura di un FabLab didattico e di uno spazio dedicato al coworking.

«Questi spazi daranno a studenti, professionisti e aspiranti imprenditori la possibilità di “allenarsi” assieme per concretizzare competenze, idee e progetti» ha evidenziato Michele Cau, presidente e cofondatore dell’associazione insieme a Giacomo Pinna e Giancarlo Orrù.

«Vogliamo che anche questo territorio abbia la possibilità di apprendere l’uso di strumenti tecnologici e di poter sperimentare e collaborare per poter realizzare i propri progetti.»

L’associazione nasce dalla volontà dei fondatori di condividere oltre che le proprie esperienze professionali maturate in ambito tecnologico anche la rete di contatti professionali frutto di anni di attività lavorativa con persone e aziende importanti.

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Nella sua terra di nascita, a quarantasei anni dalla scomparsa, l’Università di Aarhus, grazie all’impegno del professor Peter Crawford, dedica all’antropologo danese Andreas Fridolin Weis Bentzon un convegno di due giorni (1-2 giugno 2017) sulla “ricerca audio-visuale sulla musica”.

Il giovane antropologo, morto ad appena 35 anni, ha lasciato un vuoto nella disciplina e un ritardo nello studio pionieristico, da lui intrapreso, delle launeddas, lo strumento a fiato tradizionale della Sardegna. Negli anni Cinquanta e Sessanta, infatti, Bentzon fece più viaggi nell’Isola, si innamorò del loro suono, e decise di studiare “sul campo” i maestri e i costruttori: dal Sarrabus all’Oristanese. Il suo straordinario metodo di ricerca era quello della “semplice” osservazione, indispensabile per capire il senso della musica, ancor più di quella isolana che raggiungeva picchi di raffinatezza in contesti estremamente poveri. Fu lui che per primo produsse centinaia e centinaia di registrazioni audio, foto e video: un repertorio prezioso e in parte inedito. Nessuno fino ad allora aveva pensato di studiare, osservare un pezzo fondamentale di identità culturale e antropologica. Così è nato un legame che va avanti nei decenni tra l’Isola e la Danimarca, un proficuo rapporto di scambi curato dall’Associazione culturale Iscandula e dal suo presidente Dante Olianas.

Uno sguardo al passato, dunque, e uno al futuro: con questo spirito è stato organizzato il convegno dal titolo “Da Fridolin Bentzon all’età digitale: un convegno sulla ricerca audio-visuale della musica del mondo”. A supportare l’Università danese di Aarhus, il Moesgaard Museum è la stessa associazione Iscandula con il patrocinio della Regione Sardegna. Protagonisti i progetti dei ricercatori nel campo dell’etnomusicologia ed etnografia musicale, con testimonianze che arrivano da tutto il mondo, per questo la due giorni non sarà un evento accademico in senso “convenzionale”. Due le aree di sviluppo: la prima è l’antropologia dei sensi, la seconda è il contributo del film antropologico.

Il convegno durerà due giorni fitti di appuntamenti e interventi multimediali, tutti in lingua inglese. Si inizia alle nove del primo giugno con il benvenuto del professor Peter I. Crawford, dalle 10.00 a mezzogiorno l’intervento di Dante Olianas, etnomusicologo e presidente dell’associazione Iscandula. Nel suo intervento, Il lavoro di Fridolin ha illuminato le antiche launeddas: presentazione della vita e del lavoro di A.F.W. Bentzon preceduto dalle launeddas di Gianluca Piras – parlerà della vita e dell’opera di Bentzon e racconterà come ha scoperto le pellicole che l’antropologo danese aveva girato con una macchina da presa asincrona la “Agfa Movex”, e di come, con il coinvolgimento di Fiorenzo Serra – uno dei registi sardi più importanti, nonché amico dello stesso Bentzon – è riuscito a realizzare il documentario “Is Launeddas, la musica dei sardi”. La presentazione di Olianas, sarà anche supportata dalla presenza della vedova di Bentzon, Sara (Ruth) Zedeler, che ha collaborato con lui in Sardegna negli anni Sessanta, e di Christian Ejlers, noto editore danese, amico del Bentzon e suo compagno di viaggio, in Sardegna nel 1955, quando lavorarono come garzoni nel Circo Zanfretta.

Dopo la pausa pranzo e il trasferimento nella sala Nobelasen Eva Fock, un’etnomusicologa indipendente e insegnante, parlerà al pubblico di come “Attraversare il mondo attraverso Google”. Dopo una pausa, alle 16.30, il compositore, pianista e ricercatore musicale italiano Mauro Patricelli, presenterà il suo ultimo lavoro teatrale-multimediale “Dansejægeren” (Il cacciatore di danze: un lavoro interamente dedicato alla figura di Bentzon che ha documentato una delle più antiche musiche popolari tradizionali in Europa). Dalle 18.00 inizia la serata con la musica tra cui anche le launeddas suonate da Gianluca Piras – la vera protagonista – e il vino. Alle 20.00 la cena al ristorante Olive.

Il secondo giorno i lavori partono alle 9.00 con il caffè, Maria Mendonça, professore associato in musica e cultura asiatica al Kenyon College nell’Ohio, apre i lavori. Parlerà dell’esperienze delle orchestre indonesiane Gamelan in Gran Bretagna: tra incontri e suggestioni. Alle 11.00 segue Balz Andrea Alter, dottore in antropologia visuale tra gli atenei di Aarhus e di Basilea: al centro della presentazione il progetto per la realizzazione di un film in stretta collaborazione con Otu Bala, intellettuale, cantante e compositore del Camerun. Nel pomeriggio altre storie ed esperienze musicali extra europee: Peter I. Crawford, antropologo e regista, parla della sua esperienza con i cantanti e la comunità delle isole Salomone. Infine, chiude il convegno Sebastian Lowe, musicista, antropologo visuale, sull’importanza dell’inchiesta sul campo, nel suo caso un lavoro in Nuova Zelanda, sulla musica tradizionale del Maori, il Taonga Pūoro.

 

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Nasce anche in Sardegna l’Alleanza delle cooperative dall’unione di Legacoop, Confcooperative e Agci, al T Hotel, alla presenza del presidente nazionale Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative, e Alleanza delle cooperative, del presidente nazionale di Legacoop Maurizio Lusetti e del presidente nazionale dell’Agci.

«Mentre tutti si dividono, la Cooperazione, grazie al suo Dna, lavora per unire imprese e persone, sotto un’unica sigla di rappresentanza – ha spiegato Claudio Atzori, presidente di Legacoop – oggi la Cooperazione sarda dà vita al primo coordinamento regionale, attraverso la nomina dei propri gruppi dirigenti». A rimarcare l’importanza dell’iniziativa il presidente dell’Agci della Sardegna Sergio Cardia. Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle cooperative nazionale e di Confcooperative nazionale ha ricordato l’impegno «del mondo della cooperazione contro le false coop, la raccolta di firme» e l’importanza dell’iniziativa messa in campo a livello nazionale e in Sardegna. «Uno degli elementi caratterizzanti è quello di aver costituito una voce unica che si è confrontata e si confronta con le istituzioni. L’Alleanza – ha detto – è il soggetto in cui le Istituzioni vedono l’unico interlocutore con cui confrontarsi». L’Alleanza delle cooperative, con 39.000 imprese associate rappresenta oltre il 90% del mondo cooperativo italiano per persone occupate (1.150.000), per fatturato realizzato (140 miliardi di euro) e per soci (oltre 12 milioni).

Numeri che portano la cooperazione a incidere sul PIL per circa l’8%. Va altresì considerata la raccolta delle banche di credito cooperativo (157 md).

I cooperatori e le cooperative dell’Alleanza rappresentano, tra l’altro il 14,8% degli sportelli bancari del Paese; il 34% della distribuzione e del consumo al dettaglio; 35 miliardi di produzione agroalimentare Made in Italy; oltre il 90% della cooperazione impegnata nel welfare dove 355.000 persone occupate nelle nostre cooperative erogano servizi sociosanitari a 7.000.000 di Italiani. Mauro Lusetti, presidente nazionale di Legacoop ha parlato della necessità di guardare al «futuro e ai giovani» e rimarcato l’importanza «della cultura della legalità che non è imparare a esse onesti ma avere consapevolezza e rispetto delle norme». Rosario Altieri, presidente nazionale di Agci ha rimarcato il fatto che «con la costituzione della Alleanza delle cooperative della Sardegna è un altro tassello del mosaico nazionale e la tessera della è Sardegna molto importante nel panorama nazionale. Ci auguriamo che l’intero quadro possa essere completato entro breve tempo». A chiudere i lavori, dopo una serie di interventi con esperienze del mondo della cooperazione (3A Arborea e Santadi), Fabio Onnis. Successivamente l’assemblea ha eletto poi la presidenza di cui fanno parte Claudio Atzori, Daniele Caddeo, Sergio Cardia, Michele Fiori, Gianni Locci, Giovanni Loi, Gilberto Marras, Fabio Onnis e Roberto Savarino. Presidente è stato eletto Fabio Onnis, copresidenti Claudio Atzori e Sergio Cardia.

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Sono cominciati questa mattina i campionamenti straordinari dell’Arpas nelle acque dello stagno di Santa Gilla, secondo il piano di controlli stabilito dal tavolo tecnico permanente istituito dalla Presidenza della Regione con gli assessorati della Difesa dell’Ambiente e della Sanità.
L’attività straordinaria di monitoraggio riguarderà il territorio circostante ai siti di pertinenza della Fluorsid. Nel programma sono indicati monitoraggi dei corpi idrici sotterranei, monitoraggi dei corpi idrici superficiali di transizione (Stagno di Santa Gilla), monitoraggi sulla qualità dell’aria e sulla ricaduta delle polveri. Per quanto concerne l’attività cominciata oggi, questa interessa i sedimenti e le acque di transizione: i campionamenti dureranno alcuni giorni, quindi ci sarà l’invio ai laboratori Arpas.
Sui campioni prelevati (sia per la matrice acqua che sedimenti) verranno ricercati tutti i metalli, Fluoruri – Benzo(a)pirene, Naftalene, Fluorantene, Benzo(g,h,i)perilene, Benzo(k)fluorantene, Benzo(b)fluorantene, Esaclorobenzene, Antracene. Per avere i primi risultati occorreranno circa trenta giorni.
Oltre al monitoraggio della rete regionale, si implementeranno, come già avvenuto in passato, misure con l’utilizzo del mezzo mobile di Arpas che verrà posizionato nella zona periferica dell’abitato di Assemini.

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«La Sardegna migliora il proprio dato sulla dispersione scolastica con una forbice maggiore rispetto a quella delle altre regioni, soprattutto nell’ultimo anno, sono numeri molto incoraggianti.».

Lo dice il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, commentando i dati Eurostat, per i quali la Sardegna riduce il tasso di dispersione scolastica di 5,4 punti percentuali (dal 23,5% del 2014 al 18,1% del 2016). «Nessuna regione d’Italia ha ridotto maggiormente la propria percentuale di abbandoni scolastici/formativi nello stesso lasso di tempo.»
«Il segnale è chiaro – aggiunge Francesco Pigliaru -. Dobbiamo proseguire con determinazione su questa strada, impegnandoci ancora di più sia sul fronte dell’edilizia scolastica con Iscol@ che su quello dell’apprendimento, con il programma Tutti a Iscol@, sui cui buoni esiti contiamo molto. Una didattica moderna portata avanti in scuole belle ed efficienti è uno strumento essenziale per fronteggiare l’emorragia dei giovani che bruciano il loro futuro abbandonando gli studi.»
Sull’argomento è intervenuto anche l’assessore regionale della Pubblica istruzione Giuseppe Dessena: «Il dato, che merita un approfondimento, è indiscutibilmente positivo. Questo risultato ci incoraggia a proseguire nell’azione che la Giunta Pigliaru ha messo a sistema con un notevole impegno di risorse umane e finanziarie. Per le infrastrutture abbiamo messo a correre 150 milioni e siamo pronti a investire ulteriori 115 milioni tra manutenzioni e scuole del nuovo millennio. Per la didattica abbiamo già investito 40 milioni su Tutti a Iscol@ e altri 20 milioni sono pronti per la prossima annualità. Abbiamo poi ulteriori interventi su formazione docenti, coding e sviluppo delle competenze digitali, istruzione tecnica superiore e orientamento formativo per un totale di circa 30 milioni».

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Venerdì scorso a Parigi i 180 Paesi Membri della Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (conosciuta con l’acronimo OIE), riuniti nella 85° Assemblea Generale, hanno espresso parere favorevole alla proposta di nominare l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna di Sassari quale Laboratorio di Riferimento internazionale dell’OIE per l’Echinococcosi. Questa nomina si aggiunge al titolo di cui l’Istituto si può già fregiare, quello cioè di Laboratorio di Riferimento Nazionale per la stessa malattia, nomina avvenuta nel 2002 con provvedimento del Ministero della Salute.
«E’ un risultato che non può che essere accolto con grandissima soddisfazione – commenta l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru – che testimonia che anche nella sanità sarda, pur con tutti i suoi problemi, ci sono eccellenze scientifiche che sanno farsi valere a livello nazionale e internazionale. Le mie congratulazioni, dunque, ai ricercatori e al direttore dell’Istituto Zooprofilattico.»
La notizia pervenuta da Parigi è stata accolta con grande soddisfazione dal direttore dell’Istituto, Alberto Laddomada: «E’ un riconoscimento importantissimo, ma anche una grande responsabilità per l’Istituto Zooprofilattico. E’ un risultato a cui si è pervenuti grazie alla competenza scientifica maturata da tanti veterinari e ricercatori dell’Istituto, ma non solo. Nel corso degli anni, il mio Istituto ha collaborato non solo con le Università e con tanti altri enti di ricerca della Sardegna ma anche a livello nazionale e internazionale. Vorrei perciò condividere con loro questo risultato. Devo sottolineare inoltre il pieno supporto fornito dal ministero della Salute, che rappresenta l’Italia all’OIE, ai fini della approvazione del dossier scientifico che nell’agosto scorso abbiamo sottoposto al vaglio degli esperti internazionali, che hanno poi proposto questa nomina alla Assemblea Generale di Parigi».
La nomina dell’Istituto a Laboratorio Nazionale di Referenza del 2002 aveva già avviato una nuova fase di studio della malattia da parte dell’Istituto, che ha comportato tra l’altro una raccolta di dati disponibili sullo stato dell’arte della patologia a livello nazionale, anche grazie a collaborazione con centri medici, in particolare con il Policlinico San Matteo di Pavia e con l’Istituto Superiore di Sanità. E l’Istituto Zooprofilattico si è anche avvalso per alcuni anni della collaborazione di un medico infettivologo, collaborazione che ora si intende ripristinare. Sono state affinate le metodologie diagnostiche e sono state prodotte diverse pubblicazioni scientifiche. Grazie a queste attività l’Istituto è stato in grado di presentare a Parigi un dossier scientifico solido, a supporto della domanda di nomina quale Laboratorio Internazionale di Riferimento, che aumenterà le responsabilità per Giovanna Masala, responsabile del Laboratorio Echinococcosi.
«E’ un riconoscimento per cui non posso che essere molto soddisfatta, pensando al lavoro scientifico fatto in tutti questi anni finalizzato ad un migliore controllo dell’Echinococcosi, nei quali mi sono avvalsa di tanti bravi collaboratori. Ora dovremo essere pronti a svolgere adeguatamente il nostro ruolo anche in sede internazionale. Mi auguro di ricevere tutto il supporto necessario non solo da parte del mio Istituto, ma direi da parte delle autorità sanitarie e di tutto il mondo scientifico della Sardegna, con cui anch’io voglio condividere questo importante risultato.»