19 November, 2024
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«Le aziende rurali sarde sono penalizzate per l’assenza del carburante e le pratiche troppo complesse.»

A sostenerlo è Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale.

«Le mancate assegnazioni del gasolio agricolo stanno producendo un forte malcontento nel mondo delle campagne, con gli agricoltori disperati per l’iniqua attribuzione del carburante utile per gli operatori rurali – scrive Gianluigi Rubiu in un’interrogazione urgente -. Gli operatori rurali sono sul piede di guerra. Sembra, infatti, che le tabelle di assegnazione del gasolio agricolo non siano parametrate alle esigenze reali delle aziende agricole ed il nuovo software per caricare i libretti ha allungato a dismisura i tempi.»

I disagi maggiori per le coltivazioni di carciofaie, pomodori da industria, grano e ortive, con il Sud Sardegna che lamenta l’impennata dei prezzi per l’acquisto del carburante: «Gli agricoltori per lavorare stanno acquistando il gasolio dal distributore a prezzi doppi rispetto all’agevolato: 1,40 euro al litro anziché 0,70. E’ un peso insopportabile per le aziende rurali, già schiacciate dai costi per l’acquisto dei beni primari per la coltivazione dei poderi. Molti rinunciano a coltivare le produzioni per l’aumento consistente delle materie prime. L’assegnazione del gasolio è sottoposta a procedure burocratiche e farraginose che allungano notevolmente i tempi, creando difficoltà agli operatori rurali. Per questo – conclude nell’interrogazione Gianluigi Rubiu – chiediamo all’assessore dell’agricoltura di mettere in atto tutte le iniziative per l’assegnazione del carburante alle aziende e lo snellimento delle domande».

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WellDone inaugura un altro locale e sceglie Olbia come luogo per proporre la propria filosofia di ristorazione che punta sull’alta qualità delle materie prime, su una filiera rigorosamente controllata e su una proposta gastronomica gustosa, sana ed attenta alle specificità locali. 

Ieri, in viale Aldo Moro 54, infatti, ha aperto i battenti il 13° ristorante WellDone in Italia che, in terra sarda, si va ad aggiungere al WellDone Kiosk già presente in Costa Smeralda.

Anche nel nuovo locale di Olbia, i clienti potranno sperimentare le peculiarità che hanno reso WellDone un caso di eccellenza nel panorama della moderna ristorazione: le carni, tutte provenienti da allevamenti locali non intensivi alimentati ad erba, i pani preparati con farine biologiche e lievito madre e le birre artigianali, sono gli elementi principali che compongono il ricco menù di burgeria gourmet che potrà deliziare il palato dei clienti.

Ulteriore aspetto distintivo dell’offerta WellDone è la particolare cura nelle modalità di preparazione dei piatti: l’attenzione a valorizzare gusti e sapori si abbina a tecniche rispettose della conservazione dei valori nutrizionali e salutistici dei cibi.

Medesima attenzione a materie prime e qualità anche per coloro che si orientano sulle alternative alla carne con le sfiziose proposte a base di pesce e vegane. 

La grande attenzione e rispetto per la specificità dei territori si esprime anche nella “virtuosa contaminazione” che i locali WellDone cercano con le aree di insediamento. Proprio per sottolineare questo aspetto, WellDone ha deciso di festeggiare la nuova apertura di Olbia con l’inserimento nelle proposte di un burger ispirato alle eccellenze gastronomiche del territorio. Nel menù sarà infatti presente “il Sardo”, un burger di bovino della razza Sardo Modicana “Bue Rosso” (160 grammi) con zucchine grigliate, formaggio Pastore Sardo, pancetta croccante e ricotta di pecora aromatizzata allo zafferano.

WellDone, con il suo locale dallo stile urban, essenziale ed elegante, è aperto tutti i giorni, dalle 12.00 alle 16.00 e dalle 19.30 alle 24.00.

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Si tinge di rosa lo stand della Regione Sardegna per la XXX Edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che ha aperto i battenti ieri mattina nella tradizionale location del Lingotto Fiere. L’isola ha declinato il tema generale del Salone “Oltre i Confini” con “Reinas”, dedicando l’edizione 2017 alle figure femminili che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della nostra terra. Poetesse, pittrici, attrici, studiose, partigiane, narratrici e feminas balentes. Dunque, in una parola, Reinas: ovvero le regine dell’isola.

Sino a lunedì 22 maggio verrà tracciata una mappa della Sardegna nel corso del tempo, che passa per storie di feminas coraggiose e lungimiranti, sino ad abbracciare temi contemporanei come la violenza di genere, la legge elettorale e le donne al potere (ieri e oggi), la sfida del mondo del lavoro e le trappole della povertà. Il tutto è rappresentato passando attraverso le letture e i dibattiti intorno alle nuove pubblicazioni delle 31 Case editrici sarde in mostra al Salone, rappresentazioni teatrali e musica.

Volevo dirti che…: Allo stand Sardegna si parte con uno spettacolo teatrale che tratta il delicato tema della violenza di genere, curato da Anfiteatrosound, di Susanna Mameli, con Marta Proietti e Francesco Civile.
In memoria di Nereide Rudas, si prosegue con la presentazione e discussione dei contenuti rappresentati in La faccia oscura della luna. Storie di donne tra sfida e violenza con Tonino Serra autore del libro (Condaghes Edizioni), Giuseppe Dessena assessore della Cultura e Pubblica Istruzione, Simonetta Castia presidente Associazione Editori Sardi (AES).

«Il tema scelto quest’anno per il Salone, a me molto caro, si presta a moltissimi spunti di riflessione, che devono essere poi tradotti da noi amministratori in azioni e politiche concrete – ha detto l’assessore Dessena intervenendo al dibattito -. Andare oltre il confine, dunque, significa proprio questo: parlare di donne, dell’importanza del loro ruolo nella società, dell’assenza ancora di una vera parità di genere e degli elementi drammatici che danno purtroppo vita a fenomeni di gravità inaudita, che si consumano – troppo spesso – dentro le mura domestiche». Giuseppe Dessena ha proseguito sottolineando come il tema sia presente quotidianamente nel dibattito socio politico ma abbia «difficoltà ancora evidenti a raggiungere una reale soluzione, a causa della disparità di trattamento tra uomini e donne nel mondo del lavoro, nella tutela della maternità e nel mondo delle istituzioni, solo per citare alcuni casi».

«La Regione – ha concluso l’assessore Giuseppe Dessena – cerca di lavorare a politiche educative e di tutela nel mondo della scuola, con i supporti psicologici previsti nelle linee del progetto di Tutti a Iscol@, e interventi mirati alla non violenza, ai linguaggi corretti nell’uso quotidiano dei social e ad attività inclusive, sportive e artistiche nelle piccole comunità, con il supporto degli enti locali e le associazioni che operano nel settore dello sport e della cultura.»

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«Sullo spopolamento delle zone interne non ci sono soluzioni facili, ma siamo qui oggi per cercarle insieme. Con una certezza: lo spopolamento, che è un fenomeno mondiale, si può fermare solo e soltanto se ci sono opportunità di lavoro diffuse nel territorio. E quindi ognuno deve fare la sua parte: la Regione, i Comuni e le imprese con progetti di ampio respiro e sviluppo che favoriscano un sistema produttivo sano che si autosostiene. I servizi da soli non bastano a tenere la gente nei paesi, serve il lavoro e servono quelle infrastrutture territoriali come la banda ultralarga che permettono di essere sempre connessi pur vivendo in un paese.»
Lo ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, intervenendo nella Torre Aragonese di Ghilarza al convegno della Cgil su spopolamento delle zone interne e processi migratori, con il segretario regionale, Michele Carrus ed il segretario nazionale Spi Cgil, Ivan Pedretti.

«Esiste una dinamica naturale dei Comuni. E questa è una certezza, un dato di fatto che va però certamente governato – ha sottolineato Raffaele Paci -. Oggi servono modelli di sviluppo diversi rispetto al passato e noi stiamo facendo la nostra parte, prima di tutto con la programmazione territoriale che portando avanti chiedendo ai territori di allearsi. Questa è la vera chiave: l’aggregazione. Servono processi di aggregazione dei Comuni, delle Unioni di Comuni o delle Comunità Montane, dobbiamo unire i servizi perché non è pensabile averli tutti presenti in ogni centro. I servizi possono essere distribuiti sul territorio e ai cittadini va data la possibilità di spostarsi.»

Mobilità, dunque. Anche questa va pensata con un approccio completamente diverso rispetto al passato, più dinamico e tecnologico, con mezzi e sistemi di spostamento flessibili che siano adeguati alle nuove esigenze, che servano per portare i bambini in scuole vere (e non in pluriclasse dannose per loro e il loro futuro), ad avvicinare l’anziano dal medico o alle Poste, o gli adolescenti al cinema nel centro vicino. «Non è un delitto che paesi vicinissimi e persino confinanti si pensino come quartieri di una città che al quel punto può offrire tutti i servizi che servono: unire le forze non significa rinunciare alla propria identità, al proprio stemma o al proprio nome, anzi è l’unica strada per garantirne la sopravvivenza».

Il vicepresidente della Regione ha poi ricordato le politiche messe in atto in questi tre anni dalla Giunta in questa direzione: oltre alla programmazione territoriale con 5 accordi già chiusi e finanziati, le politiche attive per il lavoro con la Flexicurity, i bandi per le imprese e le politiche di sostegno alle start up, e poi Iscola con 265 milioni investiti e 1174 cantieri già aperti e i 144 milioni per la banda ultralarga. «Stiamo facendo molto, e tanto altro possiamo e vogliamo fare. Turismo, ambiente, artigianato, beni culturali, agroalimentare sono le ricchezze su cui puntare in particolare nelle aree interne a rischio di spopolamento e in cui investire – ha concluso Raffaele Paci -, con una politica fatta di innovazione, alleanze, sinergie, in cui ogni territorio riesca a pensare in grande a garanzia anche del Comune più piccolo.»

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A pochi giorni dalla conclusione della stagione con l’eliminazione nei quarti di finale dei play-off scudetto ad opera della Dolomiti Energia Trentino, la Dinamo Banco di Sardegna guarda già al futuro e programma all’insegna della continuità del gruppo italiani più che quello degli stranieri.

Gli unici accordi validi per la prossima stagione sono quelli con Rok Stipcevic (il regista croato resterà per il terzo anno in Sardegna e a ora sembra l’unica certezza tra gli 8 stranieri in organico) e Dusko Savanovic, ma sembra improbabile che la Dinamo confermi la 34enne forte ala serba, vista la volontà del Club di aumentare il tasso atletico del roster. Possibile che resti Tau Lydeka come cambio di un centro titolare con doti da intimidatore.

Tutti e cinque gli italiani del roster sono sotto contratto per il 2017-18, con le bandiere Jack Devecchi e Brian Sacchetti che dovrebbero restare insieme a Lollo D’Ercole, mentre per Diego Monaldi che ha escape al 30 giugno e Michele Ebeling c’è la possibilità di rientrare nel progetto Cagliari qualora andasse in porto la trattativa per il titolo di A2 di Ferentino. Improbabile la permanenza di Trevor Lacey, che pure la Dinamo proverà a confermare: la guardia statunitense ha sirene economicamente allettanti dalla Russia e interessi di club di Eurolega.

I primi tentativi in atto riguardano Paul Biligha, che dovrebbe sciogliere entro fine mese la riserva tra la proposta di Sassari e quella di Venezia, e Pietro Aradori, che sembra però orientato a vagliare le sue chances di trovare posto all’estero in Eurolega riaffacciandosi alla competizione assaggiata nel 2014-15 con il Galatasaray Istanbul.

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La RSU Eurallumina nella giornata di ieri ha partecipato ad alcuni incontri istituzionali.

Presso l’assessorato regionale dell’Urbanistica e degli Enti locali, i lavoratori hanno incontrato l’assessore Cristiano Erriu e l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. Al palazzo regionale di viale Trento, il commissario del Parco geominerario  Giovanni Pilia ed il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi. A seguire, l’amministratore della provincia Sud Sardegna Giorgio Sanna. E, infine, all’assessorato dell’ Ambiente, il capo di gabinetto dell’ente Franco Corosu.

«L’obiettivo – sottolinea la RSU Eurallumina – era fare il punto, a seguito di preventive costanti interlocuzioni, sul corrente stato procedurale.»

I dettagli e le comunicazioni inerenti agli incontri, verranno esposti nel corso dell’assemblea informativa, convocata per martedì 23 maggio 2017, alle ore 9,30, presso la sala mensa dello stabilimento che verrà inaugurata nell’occasione.

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“Restart: resilienza, per uno sviluppo sostenibile” è il titolo del convegno svoltosi ieri sera nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, organizzato dall’Amministrazione comunale di Carbonia. E’ stata la risposta all’iniziativa messa in atto lo scorso 7 aprile, nella stessa sala, dalla RSU Eurallumina, nella quale – ha sottolineato il sindaco di Carbonia, Paola Massidda – è mancato il contraddittorio, in quanto erano stati invitati solo soggetti favorevoli alla realizzazione del progetto.

Al convegno, moderato dal giornalista Vito Biolchini, sono stati invitati: Fausto Martino, soprintendente del MIBACT di Cagliari, Oristano, Medio Campidano, Sud Sardegna e Ogliastra, protagonista dell’unico parere negativo al progetto Eurallumina nella conferenza dei servizi conclusasi lo scorso 8 febbraio; Nedo Biancani, consulente ambientale del comune di Portoscuso; Piernicola Pedicini, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, membro delle commissioni Ambiente ed Energia; Luca Saba, direttore generale della Coldiretti Sardegna; Barbara Terenzi, rappresentante del Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani; e, infine, Salvatore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis, convinto sostenitore del progetto di rilancio produttivo dell’Eurallumina.

Dopo la breve presentazione del sindaco, Paola Massidda, la serie degli interventi dei relatori è stata aperta da Barbara Terenzi, che, tra l’altro, ha sottolineato la straordinaria bellezza del territorio del Sulcis Iglesiente e dell’intera Sardegna ed il diritto dei cittadini a vivere in un ambiente sano.

Nedo Biancani, un passato da lavoratore dell’industria, dipendente per circa tre lustri dell’acciaieria dell’Ilva di Piombino, oggi consulente ambientale del comune di Portoscuso, ha parlato della situazione che ha trovato nel territorio comunale, gravemente degradato e bisognoso di interventi urgenti per avviare un serio programma di bonifiche. Ha aggiunto di non essere aprioristicamente contrario all’industria, a condizione che si cambi completamente rotta rispetto al passato. Va detto che il comune di Portoscuso ha espresso parere favorevole alla realizzazione del progetto di rilancio produttivo dell’Eurallumina.

L’europarlamentare Piernicola Pedicini, arrivato a Carbonia direttamente da Bruxelles per partecipare al convegno, ha ribadito una posizione nota del Movimento 5 Stelle, contraria all’industria pesante. L’Unione europea – ha sottolineato – ha avviato un processo per il superamento del fossile (carbone, gas, petrolio) nella produzione di energia, mentre nel Sulcis si vuole realizzare una nuova centrale a carbone e nello specifico, per l’alluminio, ha sottolineato che si dovrebbe cambiare strategia, abbandonando il primario e privilegiando il riciclo, peraltro sostenuto anche economicamente dalla stessa Unione europea. Con il riciclo dell’alluminio – ha aggiunto Piernicola Pedicini – si taglierebbero notevolmente i costi e si abbatterebbe quasi completamente l’impatto ambientale. Per quanto riguarda le bonifiche del territorio – ha rimarcato l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle – non dovrebbero essere condotte dalle aziende che hanno inquinato il territorio, che dovrebbero limitarsi a mettere a disposizione le risorse necessarie, né dirette dai politici che hanno provocato il danno con le loro scelte del passato.

Il direttore generale della Coldiretti Luca Saba ha parlato dei problemi della categoria, acuiti nel territorio dal degrado ambientale che non costituisce certamente la miglior pubblicità per i prodotti ma – ha sottolineato – agricoltura ed industria possono coesistere se vengono rispettate le regole. Luca Saba ha citato l’esempio dello champagne francese, prodotto in un’area della Francia dove è presente un’alta concentrazione di centrali nucleari, senza che questa vicinanza abbia prodotto problemi di immagine sia nel consumo interno sia in quello all’esterno della Francia.

Com’era prevedibile, i momenti più accesi del confronto si sono avuti con gli ultimi due interventi, quelli di Fausto Martino e Salvatore Cherchi. Il primo ha concentrato la prima parte del suo intervento sul concetto di paesaggio e sull’evoluzione subita da questo nel corso degli anni, con una maggiore attenzione verso il recupero dei paesaggi degradati, per tornare poi sulla posizione contraria al progetto Eurallumina assunta in sede di conferenza dei servizi. Fausto Martino ha affermato di essere stato sottoposto «ad un linciaggio mediatico, per essere stato l’unico ad opporsi ad un corale consenso che ha visto molti dirigenti regionali gettare il cuore oltre l’ostacolo ed approvare – ha sottolineato – l’inapprovabile. Quando esprimiamo un parere di compatibilità paesaggistica, lo facciamo con due linee guida fondamentali: una è quella di valutare la compatibilità con il paesaggio di determinati interventi, e questa valutazione astratta di compatibilità paesaggistica è in qualche modo il culmine di un procedimento di natura tecnico-discrezionale che, per legge, è affidato alla nostra amministrazione e non ad altri, seppur in un procedimento di codecisione con la Regione. Però è la nostra amministrazione istituzionalmente preposta ad effettuare queste valutazioni. Assicuro che siano stati estremamente attenti e cauti nell’esprimere il parere; l’altro aspetto – ha aggiunto Fausto Martino – riguarda la compatibilità degli interventi con il quadro normativo, con gli indirizzi della convenzione europea del paesaggio e con il Piano Paesaggistico Regionale, obiettivo inderogabile, insuperabile, che spinge in piena coerenza con la convenzione europea del paesaggio, non solo a tutelare il paesaggio ma a recuperare i siti degradati». Fausto Martino ha rimarcato, infine, il peso della nuova discarica che arriverebbe ad un’altezza di 46 metri per 180 ettari di estensione, che verrebbe lasciata in eredità alle nuove generazioni una volta concluso il ciclo produttivo: «Il parere contrario è la conclusione aritmetica di una serie di valutazioni che ci hanno portato ad esprimere parere contrario».

Salvatore Cherchi, ex presidente della provincia di Carbonia (la cui chiusura, ha sottolineato, ha avuto conseguenze negative pesantissime per il territorio) nella prima parte del suo intervento, si è soffermato sul Piano Sulcis e sul suo stato di attuazione. Le bonifiche, conseguenza del lascito dell’attività industriale che nel territorio si svolge da due secoli, per 164 milioni di euro, in mano ai soggetti pubblici, sono in corso. «A Portovesme – ha detto Salvatore Cherchi – non c’è latitanza dei pubblici poteri, contrariamente a quanto insinuano altri pubblici poteri – i decreti del ministero e dell’assessorato dell’Ambiente, determinano, sulla base dell’applicazione del principio del chi inquina paga, programmi di bonifica in corso per oltre 160 milioni di euro interamente pagati dalle aziende. Con l’ultimo decreto sulla falda, gli investimenti di risanamento supereranno i 184 milioni di euro. Il resto degli investimenti sono indirizzati ad interventi in altri settori: oltre 50 milioni al sostegno della ricerca e delle competenze; si sta investendo nelle scuole e nell’agricoltura, nella riconversione di infrastrutture un tempo adibite ad altri usi, ad iniziare dal porto di Sant’Antioco, per proseguire a Portixeddu, Masua, Nebida, Tratalias e alle ferrovie dismesse, per la realizzazione della pista ciclabile. Sono state finanziate inoltre 61 imprese. Nel Sulcis l’industria è radicata in una cultura plurisecolare ed ancora oggi è necessaria, unitamente a tutti gli altri settori». 

Alla domanda del moderatore Vito Biolchini sul perché al momento di decidere le linee di intervento con le risorse del Piano Sulcis non sia stato deciso un taglio netto con il passato, verso un futuro diverso, Salvatore Cherchi ha risposto che se ci si fosse trovati di fronte ad una situazione in cui dover ripartire da zero, avrebbe espresso un parere contrario, ma l’Eurallumina oggi non è una fabbrica chiusa ed è giusto sostenerne il rilancio, con un limitato apporto di risorse pubbliche, perché solo 6,7 milioni del Piano Sulcis andranno all’Eurallumina a fondo perduto, mentre la parte più consistente del finanziamento previsto è costituita da un prestito che l’azienda dovrà interamente restituire. Salvatore Cherchi ha ribadito che in tutti i paesi più sviluppati dell’Unione europea, dalla Germania alla Francia e alla Spagna, le raffinerie sono in piena attività e nessuno pensa di chiuderle. Riguardo all’impiego del carbone, ha ricordato che il progetto prevedeva inizialmente l’utilizzo del gas che sarebbe dovuto arrivare con il progetto Galsi e, una volta tramontato quest’ultimo, è stata tentata per un paio d’anni la strada dell’impiego del vapore prodotto dalle centrali Enel, anche questo impedito dal parere negativo dell’Enel, ma non ha escluso un ritorno a queste soluzioni qualora dovessero crearsi le condizioni.

Nel dibattito sono intervenuti alcuni cittadini e, tra gli altri, Gianluca Mandas, assessore delle Politiche  per il territorio e la Sostenibilità ambientale del comune di Assemini, che si è soffermato sul caso della Fluorsid ed ha sottolineato la posizione dell’Amministrazione del Movimento 5 Stelle guidata dal 2013 dal sindaco Mario Puddu, nettamente contraria all’insediamento di nuove industrie pesanti nel territorio comunale.

                        

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Il Parlamento europeo ha dato alla commissione per la cultura il mandato per iniziare i negoziati con i governi nazionali su nuove regole UE per i media audiovisivi, incluse le piattaforme online.

Il mandato si basa sugli emendamenti già approvati in precedenza dalla commissione per la cultura, che rafforzano la protezione dei bambini contro violenza e incitamento all’odio sulle piattaforme televisive e anche quelle online, proponendo anche nuove regole sulla pubblicità e una quota del 30% delle opere europee sulle piattaforme VOD.

Le piattaforme di condivisione video dovrebbero, secondo il testo approvato, intraprendere misure appropriate per prendere in conto la segnalazione degli utenti di contenuto che incita alla violenza o all’odio.

I deputati propongono inoltre nuove norme per la pubblicità, con una quota massima del 20% al giorno e regole più severe per la pubblicità, la collocazione di prodotti commerciali, la sponsorizzazione e le vendite televisive nei programmi per bambini. Le piattaforme di trasmissione e di distribuzione di video avrebbero la possibilità di autoregolamentarsi, prima che le autorità nazionali decidano se imporre norme specifiche.

La promozione delle opere audiovisive europee rappresenta una priorità per il Parlamento. Le piattaforme VOD dovrebbero quindi offrire almeno il 30% di contenuti prodotti in Europa, allo scopo di riflettere e promuovere la diversità culturale.

Il mandato è stato approvato con 314 voti a favore, 266 contrari e 41 astensioni.

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Pazienti oncologici in allarme, nel Marghine, per la possibile sospensione delle prestazioni chemioterapiche assicurate finora dal Servizio di oncologia del presidio di Macomer. La Direzione sanitaria di Nuoro avrebbe deciso, infatti, di sospendere l’erogazione del servizio assicurato finora in day ospital.

Lo sostiene il consigliere regionale dei Rossomori Emilio Usula che questa mattina ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore della Sanità Luigi Arru. «Se confermata, si tratterebbe dell’ennesima decisione penalizzante per il territorio – scrive Emilio Usula – oltre al danno per la cancellazione di un servizio fondamentale per il Marghine, la sospensione delle prestazioni chemioterapiche sarebbe causa di pesanti disagi per i pazienti e le loro famiglie costretti a spostarsi a Nuoro».

L’esponente dei Rossomori invoca un chiarimento da parte del governo della Regione: «Stiamo parlando di un’area di crisi da anni in sofferenza – sottolinea Emilio Usula – le rassicurazioni fornite dalla Conferenza socio-sanitaria del Nuorese non trovano riscontri. La Giunta dica, una volta per tutte, quali azioni intende mettere in campo per il potenziamento dei servizi sanitari territoriali».

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Con decreto interministeriale del 16 marzo 2017, sono state apportate alcune modifiche alla disciplina del Sostegno per l’Inclusione Attiva, meglio noto come S.I.A., la Carta di pagamento elettronica utilizzabile per l’acquisto di beni di prima necessità. Ne dà comunicazione l’assessorato delle Politiche sociali del comune di Carbonia.

Il decreto ha modificato alcuni aspetti legati ai requisiti previsti per l’accesso al beneficio, così come specificato nell’Avviso Pubblico e nella Circolare INPS. Una delle modifiche sostanziali riguarda il punteggio minimo della valutazione multidimensionale del bisogno che il nucleo deve raggiungere che è stato ridotto da 45 a 25 punti. Tale variazione determina un aumento significativo del numero dei nuclei familiari che andranno a beneficiare della Carta SIA.

I cittadini che, avendo presentato domanda entro il 29 aprile 2017 e che sono risultati esclusi per mancanza di uno dei requisiti oggetto di modifica, quale ad esempio il mancato raggiungimento del punteggio minimo, non dovranno ripresentare domanda al Comune, poiché l’INPS provvederà a rielaborare d’ufficio le domande.