19 November, 2024
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E’ in programma sabato 20 e domenica 21 maggio, sul tatami del Palazzetto dello sport di Carbonia, il 14° torneo regionale di ju jitsu, 3° Memorial Antonella Piredda.

Sport e gioia, allegria e felicità, questo il mix che caratterizzerà la manifestazione sportiva organizzata dalla Asd Gong fu tao school, che vedrà la partecipazione di 150 Aatleti tra bambini e ragazzi.

Numerose le società sportive che hanno risposto all’invito della Gong fu tao school: Ronin ju jitsu Carbonia, Feed back Portoscuso, Yoshin ryu Olbia, Budo ju jitsu Olbia, Asd iu jitsu Ploaghe, Asd Shardana ju jitsu di Carbonia, Asd Dragon Villaperuccio, Asd Jujitsu Tonara Nuoro.

Sabato, alle ore 17.00, inizierà gara di demo team, nella quale gli atleti composti da team da un minimo di 3 ad un massimo di 5 atleti, si esibiranno in una sequenza di tecniche del ju jitsu abbinate ad una base musicale.

Domenica mattina, alle 9.00, inizierà la fighting system gara agonistica che vedrà gli atleti combattere con ippon e wazari.

Alla manifestazione sarà presente il responsabile nazionale del settore ju jitsu CSEN, maestro Giuliano Spadoni, insieme all’arbitro Nazionale maestro Orazio Giammona e ad Antonio Medda, responsabile provinciale Csen.

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La richiesta di ulteriori chiarimenti arrivata dall’ultima conferenza dei servizi per il rilascio delle autorizzazioni per la nuova discarica, sta provocando nuove ansie tra i lavoratori della Portovesme Srl. Il destino dello stabilimento del polo industriale è appeso ad un filo e il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, lancia un grido d’allarme.

«Temiamo che il procedimento per l’autorizzazione del sito di smaltimento dei residui possa non arrivare a conclusione nei tempi previsti per via delle ulteriori integrazioni e prescrizioni richieste all’azienda – Gianluigi Rubiu -. Siamo preoccupati per il futuro di una delle poche aziende strategiche della Sardegna e del Sulcis Iglesiente.»

Senza il nulla osta per la discarica dei residui non può proseguire nessuna attività, a rischio ci sono circa 1.200 posti di lavoro. «Sarebbe una catastrofe per il territorio – aggiunge Gianluigi Rubiu – con il licenziamento degli operai che rischia di assestare un duro colpo all’economia. Fermo restando il rispetto delle leggi e dell’ambiente, la Regione e la burocrazia non possono diventare un freno per il lavoro e, soprattutto, la causa dei licenziamenti. L’auspicio – conclude Gianluigi Rubiu – è che riprendano urgentemente la concertazione ed il dialogo con l’azienda, perché si possa dare il via alla realizzazione del sito di stoccaggio e alla continuità produttiva.»

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Sicuramente sono tante le persone che hanno già sentito parlare dell’associazione onlus “Movimento della Divina Misericordia”. Ma conosciamola meglio attraverso le parole di una delle socie da tempo impegnate attivamente nelle innumerevoli iniziative, Nicoletta Leone.

L’associazione nasce nel 2014 dalla necessità di dare una risposta concreta alla situazione sociale venutasi a creare, nel nostro territorio, a causa della mancanza cronica di lavoro e al disagio economico.

Il promotore è don Amilcare Gambella, parroco della parrocchia di San Ponziano, che, affiancato da un gruppo di volontari, si occupa di fornire pasti caldi alla sera ed alimenti alle famiglie che si trovano in difficoltà, ma non solo… anche abiti, libri, quaderni e materiale scolastico in genere.

L’associazione si autogestisce e non riceve alcun sovvenzionamento, le spese di gestione sono a carico dei soci e della parrocchia, quel che avviene è una grande organizzazione e collaborazione con vari enti.

Tanti piccoli eventi permettono di recuperare fondi ed è proprio in questi momenti che i volontari si attivano per organizzare fiere del dolce, vendita di fiori e piccoli oggetti o preparazione di pranzi per le associazioni.

Il tutto è reso possibile grazie all’azione del parroco che mette a disposizione i locali e li rende idonei al servizio da svolgere.

Parrucchiera, barbiere e l’utilizzo delle docce sono le coccole per recuperare dignità ed autostima necessarie per andare avanti e non vivere sotto l’ombra della depressione.

Per ben quattro volte al mese (i primi e gli ultimi due giorni del mese), solitamente il mercoledì mattina dalle 10.00 alle 11.30 ed il giovedì sera, dalle 15.00 alle 17.00, i volontari sono a disposizione per la consegna degli abiti.

I pasti che vengono distribuiti giornalmente sono offerti  dalla Base Nato di Teulada.

La carne, la frutta e la verdura vengono invece donati da centri commerciali o da piccoli commercianti.

Gli alimenti, i prodotti per la persona e la casa vengono offerti dai singoli cittadini.

L’associazione ha offerto complessivamente 14 pranzi conviviali per un totale di 26.194 pasti, un numero che racconta da solo la storia dell’associazione.

Una buona collaborazione da parte della città fa di Carbonia un bel luogo, attento e sensibile ai gravi e grandi problemi del Sulcis Iglesiente.

Un bellissimo gesto è giunto, prima di Natale, da parte del comando della Polizia Municipale che ha fornito, autotassandosi, prodotti per la pulizia della casa e della persona. Viveri a volontà, sempre durante le festività natalizie, sono arrivati dalle famiglie dei bambini della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia.

Ma se tra i lettori c’è ancora qualcuno che non si è impegnato con l’associazione oppure ha la necessità di mettersi in contatto può telefonare ai seguenti numeri: 347 2900504 – 371 1915173 o scrivere al seguente indirizzo mail onlusdivinamisericordia@gmail.com, visitare la pagina Facebook Movimento della Divina Misericordia.

A voi tutti la scelta, nelle speranza di avervi tutti con noi!!!

Nadia Pische

           

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L’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, nel corso dell’audizione in Quinta commissione ha riferito sulla crisi del sugherificio Ganau di Tempio, sul rinnovo della concessione della cava “Su Padru” a Ossi e sull’evolversi della situazione nella miniera di bauxite ad Olmedo.

In merito alla crisi del sugherificio Ganau, l’assessore Piras ha illustrato le risultanze dell’incontro tenutosi in assessorato con i vertici dell’azienda tempiese ed i sindacati, all’indomani dell’attivazione delle procedure di licenziamento per 75 addetti. «L’azienda – ha spiegato l’assessore Piras – ha confermato le difficoltà derivanti dalla sempre crescente domanda, nei mercati internazionali di riferimento, del cosiddetto “tappo tecnico in agglomerato”, ottenuto da una miscela di granella di sughero e collanti, che garantisce la qualità dell’imbottigliato e riduce al minimo il “difetto di tappo”,  in luogo del tradizionale turacciolo di sughero che risulta più esposto al difetto per la presenza di composti organici e muffe nel sughero». Lo stabilimento gallurese, al momento, può contare solo su due linee di produzione, su un totale di sette, destinate al tappo tecnico e, così come hanno dichiarato i responsabili dell’azienda, nei magazzini sono presenti ingenti scorte di tappi tradizionali.

L’assessore ha quindi dichiarato di aver rivolto un invito all’azienda Ganau perché compia una valutazione più approfondita della situazione nel suo complesso anche in considerazione dell’ipotesi di avvio della cassa integrazione per la durata di almeno un anno, in luogo dei licenziamenti.

Sollecitata anche dalle richieste di chiarimento e dalle domande dei consiglieri Fabrizio Anedda (Misto), Gianluigi Rubiu (Udc) e Luigi Crisponi (Riformatori), l’assessore Piras ha auspicato una «politica di lungo periodo per il rilancio del comparto del sughero» ed ha mostrato favore anche per il varo di nuove norme a sostegno della coltivazione e la produzione del sughero nell’Isola.

Il presidente della commissione, Luigi Lotto (Pd), ha quindi confermato la calendarizzazione di un’audizione con l’assessore dell’Agricoltura sul tema della coltivazione del sughero.   

Quanto alle proteste dell’amministrazione comunale di Ossi contro il rinnovo e la proroga della coltivazione della cava di “Su Padru” l’assessore ha confermato la regolarità e la correttezza delle procedure e dell’operato delle diverse amministrazioni coinvolte ma ha affermato che «nel caso siano confermate le emergenze archeologiche evidenziate dal Comune, saranno riviste le autorizzazioni rilasciate per il completamento del progetto di coltivazione della cava di Ossi».

Sul futuro della miniera di Olmedo, infine, all’indomani della nota con la quale la società greca ha annunciato la rinuncia della concessione del sito della bauxite, l’assessore Piras ha informato la commissione che «l’azienda greca dovrà garantire per 50 giorni la custodia e la manutenzione del sito, degli impianti e delle strutture mentre nel frattempo si darà corso ad un nuovo avviso pubblico per la concessione della miniera». L’assessore si è quindi detta “fiduciosa” che altre aziende possano essere interessate ad operare ad Olmedo.   

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E’ iniziato il conto alla rovescia per la prima sfida dei play-off della Coppa Primavera del campionato di Promozione regionale. Domenica pomeriggio, alle 16.00, lo stadio Comunale “Carlo Zoboli” di Carbonia ospiterà la grande attesissima sfida tra il Carbonia e il Guspini Terralba, rispettivamente seconda e terza classificata del girone B al termine della stagione regolare, divise da un solo punto. I precedenti parlano a favore del Guspini Terralba che quest’anno ha vinto entrambi i confronti diretti in campionato senza subire goal (2 a 0 sia all’andata sia al ritorno) ed ha eliminato il Carbonia nei quarti di finale di Coppa Italia, vincendo la gara d’andata 1 a 0 sul proprio campo e pareggiando quella di ritorno al “Carlo Zoboli” 2 a 2.

Questo pomeriggio abbiamo intervistato il tecnico del Carbonia, Andrea Marongiu, al termine dell’allenamento della squadra al “Carlo Zoboli”.

 

 

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«La vicenda del nuovo bando per l’elisoccorso in Sardegna rischia di diventare l’ennesima farsa tragica di una sanità, quella sarda, la cui qualità sta precipitando senza scampo». Lo sostiene il deputato dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu, che ha rivolto un’interrogazione urgente al ministro Beatrice Lorenzin, perché intervenga sul disastro annunciato.

«Tra mille incertezze e tentennamenti – aggiunge Pierpaolo Vargiu – ora la Regione tenta di scaricare le colpe per il ritardo nella pubblicazione del bando per l’elisoccorso sull’autorità Anticorruzione ANAC , da cui attenderebbe un parere, nella tagliola di un protocollo di consultazione che la stessa Regione ha sbandierato come evento epocale al momento della sottoscrizione.»

«Il risultato del tentativo di scaricabarile con ANAC è che la gara per l’elisoccorso non viene bandita, per cui il servizio non verrà assegnato in tempo per la cruciale stagione estiva, lasciando scoperte realtà come La Maddalena, a cui ampie garanzie erano state date all’atto della cancellazione del punto nascita. Non possiamo rassegnarci ad una estate sarda priva di elisoccorso, con la percorrenza gommata impossibile nelle strade costiere: intervenga la Lorenzin – conclude Pierpaolo Vargiu – perché siamo davvero alla lesione dei livelli essenziali di assistenza dei sardi!»

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Con un’anteprima dedicata alle scuole sull’importanza della musica quale linguaggio universale per la cooperazione tra i popoli domani, venerdì 19 maggio, alle 10.00, a Iglesias (Villa Bellavista) prende il via il Leb Sard Festival.

Il progetto di cooperazione  tra Sardegna e Libano, nato per promuovere il dialogo tra i popoli del Mediterraneo attraverso la musica, entra nel vivo sabato 20 maggio con l’atteso concerto (alle 18,30) di due artisti di spicco della scena musicale italiana e libanese: il bandoneonista Fabio Furìa, ritenuto tra i maggiori rappresentanti della scuola di bandoneon in Europa, e il soprano Hiba Al Kawas, considerata in Libano una autentica leggenda vivente.

L’appuntamento è per le 18.30, a Pozzo Sella (nella Miniera di Monteponi), che sarà riaperto apposta per questa grande occasione dove tradizione musicale sarda e libanese si intrecceranno in una serata ricca di emozioni.

Furìa e Al Kawas proporranno brani come “Non potho reposare”, tra i più conosciuti del repertorio musicale sardo, e “Yaduka”, un pezzo della tradizione musicale libanese, ricalcando così l’applauditissimo concerto dell’1 maggio a Beirut, prima tappa del progetto.

A precedere il concerto sarà, alle 17.30, una conferenza dedicata, oltre che alla presentazione del  progetto,  a un’analisi e illustrazione dell’importanza della cooperazione transfontaliera, come strumento volto anche a incoraggiare vasti e differenti pubblici alla promozione delle espressioni culturali e al dialogo interculturale, coinvolgendo autorità pubbliche come ministeri, comuni, ambasciate e istituzioni private, sino alle scuole e ai media.

All’incontro parteciperanno il vicesindaco di Iglesias, Simone Franceschi, il  presidente della Fondazione Anna Lindh Italia, Michele Capasso, il presidente dell’associazione Pozzo Sella, Giampiero Pinna, quello dell’Associazione Mineraria Sarda, Enrico Contini, ed il coordinatore dell’associazione OpenMed, Daniele Cocco. E’ previsto anche l’intervento della direttrice del Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari, Elisabetta Porrà. Lo spettacolo, infatti, sarà realizzato grazie alla collaborazione dell’Ensemble SCISMA, interamente formato da studenti  dell’istituzione musicale cagliaritana, d’età tra i 17 e i 22 anni. Inoltre, grazie al coinvolgimento della classe di Composizione del Conservatorio, per questa occasione sono stati composti tre brani, che saranno eseguiti per la prima volta.

I due giorni di iniziative sono realizzati grazie alla collaborazione dell’associazione Pozzo Sella e dell’Igea che hanno messo a disposizione gli spazi, occupandosi anche di allestirli.

Il Leb Sard Festival, finanziato dall’Unione Europea tramite la Fondazione Anna Lindh per il Dialogo tra le culture, è stato ideato e realizzato dalla casa di produzione libanese Zico House (capofila),  dall’Associazione Anton Stadler e dal comune di Iglesias, con il supporto tecnico di ASESEM (organizzazione non governativa fondata da un gruppo di professionisti ed esperti che lavorano per una società più coinvolta e un ambiente sostenibile) di Beirut, e dell’associazione OpenMed di Cagliari.

Presentato a marzo a Beirut (dal 1999 capitale della cultura del mondo arabo) in una affollata conferenza stampa svoltasi sotto il patronato del ministro della Cultura, Thattas Khoury, il progetto in Libano ha riscosso un enorme successo richiamando l’attenzione dei rappresentanti delle più alte cariche istituzionali, di gran parte della stampa e di un vasto ed eterogeneo pubblico.

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Il sessanta per cento degli adolescenti sardi dichiara di sentirsi felice e per essi la felicità deriva dalla famiglia, dagli amici e rapporti sentimentali. Il 13 per cento svolge attività di volontariato e solo per l’8,4 per cento ritiene che i soldi e i beni materiali siano la cosa più importante.

Tuttavia, la crisi economica si fa sentire: il 22 per cento dei giovani sardi afferma di vivere in una famiglia in cui nell’ultimo anno è stato difficile pagare le bollette, sostenere spese sanitarie e scolastiche, comprare vestiti e pagare l’affitto o il mutuo della casa.

Nella maggior parte dei casi, i ragazzi sardi si sentono supportati e protetti dalla loro famiglia. L’aspetto più critico è però quello del dialogo: il 56 per cento sa di poter parlare dei propri problemi a casa, il 26 per cento è incerto («a volte sì a volte no») e il 18 per cento invece non trova nella famiglia una sponda. Le madri sono più presenti dei padri: le prime sono nel 61 per cento dei casi, interlocutore principale dei figli che vogliono confidare problemi e preoccupazioni, contro appena il 27,5 per cento riferito ai padri.

Significativi anche i dati relativi al bullismo e all’uso della rete: il 54 per cento dei ragazzi dichiara di avere subito almeno una volta un atto di bullismo negli ultimi sei mesi e il cinquanta di aver compiuto nello stesso periodo un atto di bullismo nei confronti degli altri, mentre i ragazzi stanno in media connessi sette ore e mezzo al giorno.

Sono questi alcuni dati contenuti nella ricerca “Poveri di futuro? I ragazzi ci parlano. La povertà educativa in Sardegna”, promossa dal Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale e realizzata dalla Fondazione Zancan. Presentata stamattina a Cagliari dal direttore della Fondazione Zancan Tiziano Vecchiato insieme, tra gli altri, alla ricercatrice Giulia Barbero, al dirigente scolastico del Buccari-Marconi Giancarlo Della Corte e al presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, la ricerca sarà illustrata domani, venerdì 19 maggio, al Salone del Libro di Torino, presso il padiglione della Regione Sardegna a partire dalle ore 11 (interverranno l’assessore regionale alla Cultura Giuseppe Dessena, la ricercatrice della Fondazione Zancan Elena Innocenti, il dirigente scolastico Giancarlo Della Corte e il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru).

La ricerca è stata realizzata interpellando, attraverso un questionario, 500 ragazzi delle classi prime di sei istituti superiori (Buccari-Marconi e Pertini di Cagliari, Einaudi di Senorbì, Devilla di Sassari, Segni di Ozieri e De Castro di Oristano), divisi tra licei, istituti tecnici e istituti professionali. I giovani, quasi tutti di età compresa tra i 14 e i 15 anni, provengono da 96 diversi comuni dell’isola. «La fotografia che è stata scattata è, dunque, molto fedele – ha spiegato Vecchiato – ed è anche straordinariamente simile a quella offerta dall’ultimo rapporto dell’Istat».

«La povertà educativa non è solo una questione di reddito ma si lega al contesto sociale, culturale e relazionale – spiega Vecchiato -. Investe così la dimensione emotiva, la socialità e la capacità di reazionarsi col mondo, creando le condizioni per l’abbandono la dispersione scolastica, episodi di bullismo e violenza nelle relazioni.»

Sono stati la famiglia, la scuola, l’istruzione, la partecipazione e le opportunità educative, il denaro e la mancanza di opportunità, la povertà emotiva e relazionale, il benessere, la spiritualità, cosa è importante per essere felici, il lavoro e il futuro.

Per una famiglia su cinque (22 per cento) nell’ultimo anno ci sono stati momenti di difficoltà economica, in cui non c’erano i soldi soprattutto per pagare le bollette. Le difficoltà economiche sono più diffuse per gli studenti degli istituti professionali: il 48 per cento indica di avere avuto nell’ultimo anno almeno un problema legato alla mancanza di soldi. Meno diffuse negli istituti tecnici (22 per cento) e nei licei (13).

Nella maggior parte dei casi, i ragazzi si sentono supportati e protetti dalla loro famiglia. I ragazzi che hanno sperimentato il divorzio o la separazione dei genitori (il venti per cento del campione) sono più in difficoltà nel ricevere l’aiuto morale e il sostegno di cui hanno bisogno. Lo stesso vale per chi ha segnalato problemi economici.

La scuola piace a 6 ragazzi su 10, ma per la stessa percentuale la scuola è anche una grande fonte di stress. Vi sono differenze per tipo di scuola: la proporzione di studenti che esprime giudizi positivi sul loro corso di studi passa dall’81 per cento nei licei al 49 per cento nei tecnici e al 44 per cento nei professionali.

A 14-15 anni i ragazzi hanno un buon livello di autostima e fiducia nelle proprie capacità. L’85 per cento pensa di essere in grado di fare le cose bene e di valere almeno quanto gli altri, il 71 ha un atteggiamento positivo verso se stesso e complessivamente si sente soddisfatto di quello che è. Viceversa, il 16 per cento pensa di essere un vero fallimento, il 38 a volte si sente inutile e il 59 per cento vorrebbe avere maggiore rispetto di se stesso.

Vi sono forti differenze tra maschi e femmine: mediamente i maschi hanno più fiducia in se stessi (80 per cento) rispetto alle femmine (60 per cento), ma è vero anche che nelle famiglie in cui vi sono difficoltà economiche, i figli hanno mediamente meno fiducia in se stessi.

Il 96 per cento dei ragazzi usa internet tutti i giorni, nell’84 per cento dei casi da soli. In media sono connessi sette ore e mezza al giorno. Wazzup è utilizzato dal 98 per cento dei ragazzi, seguito da Instagram (85 per cento) e Facebook (68). Meno utilizzati gli altri social.

Il 63 per cento pratica uno o più sport (soprattutto calcio e danza). Sei ragazzi su dieci che vivono in famiglie disagiate affermano però che farebbero sport se questo fosse accessibile gratuitamente. Il 90 per cento dei ragazzi non partecipa a corsi o lezioni a pagamento (musica, lingue straniere, teatro) al di fuori dell’orario scolastico. Avendone le possibilità, i ragazzi vorrebbero viaggiare e visitare posti nuovi, ma anche acquistare attrezzature per fare sport o pagarsi corsi di danza, corsi per imparare a suonare o per apprendere una lingua straniera.

Significativa invece la percentuale di ragazzi impegnati nel volontariato: ben il 13 per cento. Questi giovani sono impegnati nella cura dei più piccoli (aiutandoli a fare i compiti in parrocchia, ad esempio) o degli anziani. Una quota del volontariato è di tipo ambientale (pulizia dei sentieri).

Il 54 per cento dei ragazzi dichiara di avere subito almeno una volta un atto di bullismo negli ultimi sei mesi e il cinquanta di aver compiuto nello stesso periodo un atto di bullismo nei confronti degli altri (soprattutto sotto forma di insulti, offese, prese in giro  bugie). Il 14 per cento è stato anche oggetto di cyberbullismo, mentre il bullismo fisico riguarda solo il 6 per cento degli intervistati. Le femmine hanno subito più frequentemente atti di bullismo rispetto ai maschi (il 62 per cento contro il 48). Tra i commenti dei ragazzi emergono comunque dichiarazioni di contrarietà al bullismo.

Per il 34 per cento dei ragazzi la famiglia e gli amici sono i fattori più importanti per essere felici, seguito dall’amore, dallo svago, dalle relazioni, dalla salute e dall’autostima. Il fattore “soldi e beni materiali” compare solo all’ottavo posto.

Alla domanda “Per cosa è importate avere una buona istruzione”, il 49,6 per cento ha risposto “per trovare un lavoro in futuro” e il 34,4 “per avere un buon futuro”. Sotto questo aspetto, è interessante notare come per i ragazzi l’aspetto più importante per trovare un lavoro sia la competenza (40 per cento), seguito dalla tenacia nella ricerca di una occupazione (17 per cento) e nell’avere l’aiuto di persone influenti (17 per cento).

 

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Perché spesso in Italia la norma è eccezione e l’anomalia è regola? È quello che si chiedono Andrea Scanzi – giornalista, scrittore e autore teatrale, firma di punta del Fatto Quotidiano – e il cantautore e attore Giulio Casale nel loro “Il sogno di un’Italia”, in scena a Cagliari questo sabato (20 maggio), al Teatro Massimo (Sala M2), per l’organizzazione della cooperativa Forma e Poesia nel Jazz. Già applauditi un paio d’anni fa ne “Le cattive strade”, dove ripercorrevano la carriera di Fabrizio De André, i due tornano nel capoluogo sardo con uno spettacolo di “teatro canzone” ancora più personale e attuale. In parte ispirato al libro “Non è tempo per noi” dello stesso Andrea Scanzi, “Il sogno di un’Italia” è un ritratto del nostro Paese tra il 1984 e il 2004: vent’anni che avrebbero potuto cambiare il nostro Paese ma non l’hanno cambiato, o forse l’hanno addirittura peggiorato, restaurando invece che rinnovando; “Vent’anni senza andare mai a tempo”, come recita il sottotitolo.

Intrecciando narrazione, immagini e canzoni che spaziano da Edoardo Bennato a Ivano Fossati, da Giorgio Gaber a Franco Battiato, da De Gregori a Jeff Buckley, Scanzi e Casale, con la regia di Angelo Generali, rievocano sul palco fatti e personaggi di un’epoca che va dall’edonismo degli anni Ottanta al G8 di Genova, dalla morte di Enrico Berlinguer all’ultimo scatto di Marco Pantani. Vent’anni d’Italia raccontati con spirito critico, ma conservando il desiderio di una vera ripartenza.

Prima di andare in scena, un altro impegno attende a Cagliari Andrea Scanzi, che sabato pomeriggio presenta alla MEM (la Mediateca del Mediterraneo, in via Mameli) il suo secondo romanzo, “I migliori di noi”, nelle librerie dallo scorso novembre: “Un romanzo folgorante sull’amicizia e sull’amore, sul tempo che ci scivola addosso, sulle cose che lasciamo andare, e su quello che abbiamo salvato”. Si comincia alle 17,30; conduce l’incontro il giornalista Simone Cavagnino.

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L’on. Valter Piscedda (Pd) ha presentato oggi un’interrogazione urgente in merito alle notizie apparse sulla stampa riguardanti le indagini a carico della società Fluorsid S.p.a. per le ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di plurimi delitti ambientali e inquinamento e disastro ambientale.

L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai consiglieri regionali del Partito democratico Roberto Deriu, Pietro Cocco, Cesare Moriconi, Antonio Solinas, Gianmario Tendas, Piero Comandini, Alessandro Collu, Lorenzo Cozzolino, Rossella Pinna e Salvatore Demontis.

L’on. Piscedda, già sindaco di Elmas per 10 anni, è stato uno dei protagonisti nell’attivazione del percorso di inserimento della Laguna di Santa Gilla nel più ampio Parco del Molentargius, ed attualmente, da consigliere regionale, segue con particolare attenzione le problematiche di natura ambientale, che lo hanno visto abile tessitore nella costituzione dei due parchi regionali di Tepilora e Gutturu Mannu.

Oggi, con la sua interrogazione, quale rappresentante del territorio Metropolitano in Consiglio regionale, Valter Piscedda ha chiamato a rispondere il presidente della Giunta regionale (e gli assessori ed enti competenti) sulle gravi criticità evidenziate dalla stampa sulle indagini in corso.

La preoccupazione è, innanzitutto, per la salute dei cittadini di Elmas, Assemini e Capoterra, che potrebbero aver subito o subire dei danni se venissero confermati gli sversamenti in falda e se i materiali inquinanti fossero entrati nella catena alimentare.

L’on. Valter Piscedda ha poi rappresentato preoccupazione per il territorio della Città metropolitana di Cagliari e in particolare per la Laguna di Santa Gilla e i comuni spondali, visto l’eccezionale valore naturalistico di un’area considerata tra le più interessanti zone umide dell’Unione Europea, situata tra i comuni di Cagliari, Elmas, Assemini e Capoterra, che ospita numerose specie di uccelli  tra cui i caratteristici fenicotteri rosa, che hanno fatto della laguna il loro habitat naturale e il luogo prediletto per la riproduzione, ed il Pollo Sultano; ma è altrettanto alto l’allarme per il polo produttivo sviluppatosi nell’area, legato principalmente al settore ittico, e per le aziende agricole che potrebbero essere compromesse dalle infiltrazioni di sostanze inquinanti nei terreni, dannose  per le coltivazioni e gli animali.

Sono precise le richieste che l’on. Valter Piscedda, nel pieno rispetto della competenza primaria della magistratura sul cui operato ripone la massima fiducia, avanza nei confronti della Regione: 1. verificare la fondatezza delle notizie apprese dalla stampa e riportate in premessa; 2. acquisire i dati e le dovute analisi al fine di stabilire l’esatta entità dello stato di inquinamento denunciato; 3. istituire con la massima urgenza una unità operativa di coordinamento e supporto alla Città metropolitana e ai Comuni direttamente coinvolti, in primis ai Sindaci investiti personalmente della responsabilità della salute pubblica dei cittadini quali autorità sanitarie locali; 4.mettere in campo tempestivamente e senza indugio le misure necessarie per affrontare la situazione di eccezionale emergenza; 5. attivare prontamente le strutture pubbliche regionali competenti in materia di criticità ambientali, quali l’Arpas, l’assessorato all’ambiente e quello alla sanità; 6. disporre, qualora ne venga accertata l’esigenza, una immediata azione di bonifica delle acque e delle aree inquinate ed ogni altra azione utile a limitare i danni attuali e potenziali dei territori coinvolti; 7. portare a conoscenza del Consiglio i provvedimenti e le misure adottate dalla Regione al fine di tutelare lo stato di salute dei cittadini e limitare i danni per le attività produttive dell’area metropolitana coinvolta e dei comuni spondali.

Più che mai si attende una risposta tempestiva da parte del presidente Francesco Pigliaru e degli assessori competenti, alla luce delle potenziali ripercussioni sull’ambiente e quindi sulle persone, sugli animali e sulle attività economiche del territorio coinvolto.