[bing_translator]
Il presidente del Centro di Accoglienza Don Vito Sguotti interviene sulla chiusura del Centro di Pronto Intervento maschile. Di seguito il testo integrale.
In relazione a quanto riportato dagli organi di stampa e alle dichiarazioni pubblicate via internet dalla Sindaca Massidda e dall’Assessora ai Servizi Sociali Loredana La Barbera sul Centro di Pronto Intervento maschile di Medadeddu, l’Associazione Centro di Accoglienza Don Vito Sguotti, soggetto gestore, ritiene indispensabile portare alla conoscenza di tutti alcune precisazioni, alla vigilia della chiusura.
La Sindaca nell’informare che nell’ultimo periodo si è verificato un forte calo di presenze nel Centro di Pronto Intervento, sino ad arrivare a due soli utenti, ha parlato di una mera e semplice questione di inutilizzo.
La realtà è un po’ differente: l’inutilizzo non è dovuto alla mancanza di necessità e richieste di aiuto, ma dalla impossibilità dei Servizi Sociali del Comune ad impegnarsi in accoglienze cui l’Amministrazione stessa non aveva dato copertura finanziaria, avendo disposto un taglio del contributo pari al 35%. Difatti, nei primi mesi del 2017, a bilancio comunale già approvato, ci è stata comunicata l’intenzione di portare il contributo per il Centro da 139.000 a 90.000 euro, che sarebbero serviti a convenzionare sia il Centro di Pronto Intervento maschile sia la Comunità Alloggio per donne in difficoltà.
Quindi l’affermazione della Sindaca che il Centro di Accoglienza Don Vito Sguotti ha deciso di chiudere la Sezione maschile di Medadeddu è priva di fondamento. La decisione è stata imposta dal Comune, come precisa scelta politica, in sede di predisposizione del bilancio.
Le due lavoratrici addette al Centro di Pronto intervento hanno ricevuto la lettera di preavviso di licenziamento, dopo la firma della convenzione avvenuta con estremo ritardo in data 8/05/2017. Ricordiamo che questo ritardo dell’Amministrazione ha causato una mancata copertura finanziaria nei conti di gestione della struttura per 5 mesi (stipendi, assistenza e costi di gestione,) dei quali la nostra Associazione si è, fino ad ora, preso carico.
Il tutto nel rispetto dei diritti delle lavoratrici e nella garanzia degli ammortizzatori sociali cui hanno diritto.
Il progetto della struttura maschile (autorizzata al funzionamento con Decreto dell’Assessore regionale alla sanità e Assistenza Sociale del 26/02/1996 n°83/2088) ha provveduto per oltre 20 anni a dare una risposta immediata alle esigenze di numerosissime persone in stato di necessità, e senza fissa dimora, in collaborazione e sinergia con i Servizi Sociali, fino al loro reinserimento. E non è quindi, come definito di fronte al Consiglio comunale da uno degli esponenti della Giunta Comunale, un servizio “giusto per fare”.
Il Centro di Accoglienza si è sempre impegnato nell’accompagnamento degli ospiti per tutte le loro necessità, rispondendo alle primarie esigenze di vita (alloggio, pasto caldo, igiene personale, monitoraggio sanitario) e alla ricerca di lavori che rendessero gli ospiti autonomi.
I Servizi Sociali hanno l’obbligo di accertare lo stato di necessità delle persone in difficoltà presenti sul territorio anche se non residenti nel comune di Carbonia. Proprio per questo motivo l’accoglienza veniva effettuata su richiesta del Servizi Sociali e trasmessa ai Comuni di residenza che pagavano per proprio conto la retta di accoglienza in struttura o decidevano diversamente.
E’ dunque non veritiera l’affermazione che il Comune di Carbonia si prendeva carico degli utenti degli altri Comuni, in quanto non si è mai impegnato finanziariamente per questi, se non per la doverosa accoglienza in immediata urgenza limitata a pochi giorni.
Capita spesso, invece, che alcune persone, pur in grave difficoltà, magari accompagnate alle porte del Centro nel cuore della notte dai Carabinieri, non vengano prese in carico dai Comuni per ostacoli burocratici o mancanza di fondi e, per loro, la nostra Associazione ha sempre messo a disposizione risorse proprie per superare le momentanee avversità.
È giusto precisare, ancora, che numerosi utenti, residenti nel Comune di Carbonia o di passaggio, sono stati accolti, aiutati e sostentati a nostre spese in attuazione delle nostre finalità statutarie. È ovvio che per realizzare tutte le attività descritte l’Associazione investe sulle strutture di accoglienza somme ben superiori rispetto alla cifra oggi negata e che ha reso necessaria chiusura del Centro di Pronto Intervento.
É opportuno quindi chiarire che il Comune di Carbonia non ha sostenuto i costi di gestione dell’intera struttura ma ha contribuito per la sua quota parte, perché per 20 anni ha considerato essenziale dare una pronta risposta alle richieste di accoglienza degli ultimi, senza casa, senza famiglia, senza speranza.
Il Comune dichiara inoltre che gli ospiti presenti verranno ricollocati in maniera consona e, dal canto nostro, lo auspichiamo e ne chiederemo la verifica.
Ma ciò su cui continuiamo a chiedere la riflessione non sono tanto i due ospiti che, non dubitiamo, saranno accompagnati a nuove soluzioni di vita, quanto i molti che, in una avversità imprevista, in un momento di difficoltà non evitabile, non solo non troveranno un porto, ma neppure l’attracco temporaneo che fino ad oggi è stato il Centro di Pronto Intervento.
Il Centro di Accoglienza Don Vito Sguotti non abbandona il suo impegno per gli ultimi. Aprirà nuove strade, costruirà nuovi approdi.
Il Presidente