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Si è svolto ieri a Sassari un convegno sulle politiche sanitarie organizzato dal Circolo Intregu, Life e dal gruppo del Pd al Senato. Tra i numerosi qualificati ospiti, c’era Federico Gelli, responsabile nazionale Sanità del Partito democratico.
«Le riforme approvate e proposte a livello nazionale hanno lo scopo di riavvicinare medici e cittadini – ha detto nel suo intervento Federico Gelli, iniziato dalla vicenda vaccini -. Sono provvedimenti che partono proprio dall’ascolto delle istanze che arrivano da addetti ai lavori e pazienti. È il caso della legge sulla sicurezza delle cure e sula responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie, approvata nei mesi scorsi ma anche della nuova norma sui vaccini alla quale stiamo già lavorando. Siamo finiti sul Financial Times e sul New York Times con relativi consigli di vaccinarsi per il morbillo prima di partire per l’Italia, come si fa per le malattie tropicali. In pochi anni siamo scesi sotto la soglia della protezione di gregge e i casi di morbillo dal 2015 al 2016 sono triplicati. Siamo già al lavoro su una legge nazionale al Senato che renda i vaccini obbligatori per le iscrizioni a scuola e daremo grande importanza alla fase di ascolto. E proprio l’ascolto è stata una delle basi su cui costruire la nuova legge sulla responsabilità dei medici e sulla sicurezza delle cure approvata lo scorso 28 febbraio. il primo aspetto importante – ha detto Gelli – è che non si tratta di un provvedimento del governo ma di una legge di iniziativa parlamentare dunque non calata dall’alto. È il frutto di mesi di lavoro e di incontri che ha portato a compimento la legge, dopo innumerevoli tentativi mai arrivati a conclusione in questi, grazie anche al fatto di aver ricevuto carta bianca dal governo, dalla maggioranza e dal Pd. L’impatto della medicina difensiva nei budget della sanità ha prodotto costi che erano oramai diventati insostenibili con oltre 12 miliardi di costi e 300mila cause giacenti nel contenzioso legale in sanità un fenomeno da bloccare e su cui era indispensabile intervenire, e lo abbiamo fatto con il supporto della commissione bilancio che al Senato vedeva come relatore il senatore Silvio Lai.
Ma la nuova norma affronta e disciplina anche il tema della sicurezza delle cure per i pazienti che diventa parte integrante del sistema salute. Dunque si fa carico non solo della tutela ma anche della sicurezza. Elemento centrale della legge è la prevenzione del rischio, bisogna impedire che un errore o un rischio diventi un danno a carico del paziente. Abbiamo quindi inserito la nascita delle funzioni di risk management ed elaborazione del rischio. Queste funzioni dovranno confluire in un centro regionale per il rischio clinico e la sicurezza nelle cure. Così un evento sentinella diventa un patrimonio che deve essere messo a disposizione della prevenzione.
Per quanto riguarda la responsabilità penale degli esercenti le professioni sanitarie: la riforma prevede la punibilità nel caso l’evento si sia verificato per imperizia ed esclude la punibilità quando sono state rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida e, in mancanza di queste, alle buone pratiche clinico-assistenziali. Siamo riusciti ad inserire nel codice penale una fattispecie dedicata esclusivamente agli esercenti le professioni sanitarie.
La parte che riguarda la responsabilità civile è quella forse più importante. Anche in questo caso le novità vanno a vantaggio sia dei pazienti, che rispetto ad oggi avranno strade ancora più privilegiate per poter ottenere il risarcimento del danno, anche con la possibilità di un’azione diretta nei confronti delle compagnie assicurative della struttura ospedaliera sia attraverso il tentativo ci conciliazione. Vantaggi anche per gli esercenti le professioni sanitarie perché in caso di azione diretta del paziente nei loro confronti l’onere della prova spetterà a questi ultimi, al contrario di quello che accade invece in caso di azione nei confronti della struttura sanitaria. È una legge sulla quale riponiamo molte speranze ed è un punto da cui partire – ha concluso Federico Gelli – per migliorare le tutele dei professionisti ma anche per dare maggiore sicurezza alle cure per i cittadini.»
Il convegno ha affrontato anche i temi delle riforme in campo regionale e, conseguentemente, era molto atteso l’intervento del direttore dell’ATS Fulvio Moirano.
«L’Azienda Unica per ora ancora non c’è. Fino alla definizione dell’atto aziendale tutto rimane come era prima – ha detto Fulvio Moirano -. Nei giorni scorsi sono state emanate dalla Giunta regionale le linee guida dell’atto aziendale, entro 20 giorni arriveranno le eventuali osservazioni della commissione sanità e poi avremo 30 giorni per definire l’atto aziendale. È necessaria però anche la riorganizzazione delle reti di offerta che anch’essa fa parte integrante del processo di riforma. Così come la nascita dell’Areus, la nuova Azienda regionale per l’emergenza urgenza. Mi è stato dato anche il compito di migliorare la qualità dei LEA che in Sardegna non sono tra i peggiori rispetto al resto dell’Italia ma neanche tra i migliori. E poi c’è la riduzione dei costi ed il miglioramento dei servizi e della sicurezza delle cure dei cittadini.»
Per il direttore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari Antonio D’Urso l’incarico attualmente ricoperto è una grande opportunità professionale. «Stiamo partendo praticamente da zero e siamo pronti anche a raccogliere la sfida della nuova Legge Gelli per quanto riguarda gli aspetti legati al rischio clinico. Questa norma è una grande occasione anche per le aziende e per fare una corretta e adeguata gestione del rischio clinico ma questo solo se non si disperde lo sforzo straordinario fatto e se la norma non viene interpretata come un libro delle procedure».
Il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli si è soffermato sul ruolo, le competenze e le funzioni dell’Ateneo. «La nuova legge è certamente una grande occasione da sfruttare per quanto riguarda la gestione del risk managemente ma serve anche una revisione della legge 517 del 1999. L’attuale modello di governance disciplinato da quella norma infatti non appare ancora attuale e non sembra assicurare il giusto ruolo alla ricerca ed alla formazione, elementi cardine delle AOU insieme ovviamente all’assistenza sanitaria. La proposta dunque è di lavorare alla definizione di una governance più forte ed adeguata ma anche di attivare una rete nazionale delle AOU e soprattutto di fare in modo che la ricerca diventi il perno delle attività».
Cesco Scanu, presidente provinciale dell’ordine dei medici di Sassari ha voluto prima di tutto esprimere soddisfazione per la nuova legge sulla responsabilità dei medici. «Le nostre esigenze sono state ascoltate e sono state riportate nella legge. La data del 28 febbraio rimarrà nella storia della medicina italiana perché era una legge attesa da almeno 20 anni. Questo provvedimento risponde alle sacrosante esigenze di tutela della salute dei cittadini e consegna dignità alle professioni sanitarie. Sicuramente a noi sanitari potrà permettere di svolgere con maggiore serenità la nostra professione. Bisognerà però anche intervenire su alcuni aspetti, ad esempio per quanto riguarda le polizze assicurative per i neo laureati che spesso non possono permettersele.»
Tra gli interventi anche quello del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. «La legge Gelli è una norma che rasserena l’ambiente e consente di risparmiare e di porre fine alla medicina difensiva e offre garanzie per il miglioramento della qualità dei servizi. Per quanto riguarda la riforma sanitaria in Sardegna auspico che l’atto aziendale, strumento riorganizzativo della azienda unica, si possa fare contando su una nuova rete ospedaliera. Occorre per questo che giunta e maggioranza si incontrino per concordarne una rapida approvazione in aula, altrimenti la azienda unica rischia di basarsi su una rete ospedaliera superata. Sono consapevole che sulla proposta della giunta siano state riscontrate ostilità da parte dei territori, ostilità che vanno superate con l’ascolto da parte delle parti politiche e garantendo l’avvio di nuovi servizi prima di cancellarne altri».
I lavori del convegno sono stati coordinati da Carla Fundoni, capogruppo del PD in consiglio comunale. “Quella di oggi è stata un’utile occasione per presentare le ottime riforme nazionali del PD in tema di sanità. Il giudizio sulla legge Gelli è sicuramente molto positivo così come il lavoro dei rappresentati sardi del partito in Parlamento.»
Tra questi anche il senatore del PD Silvio Lai, relatore in commissione Bilancio del provvedimento presente al dibattito.
«Questa legge – ha detto – può far risparmiare 30 miliardi di euro in Italia e 100 milioni di euro solo in Sardegna che fino ad oggi venivano spesi per esami ed indagini inutili prescritti solo per la medicina difensiva. Dati che confermano la bontà e l’utilità della nuova normativa.»