19 December, 2024
Home2017Maggio (Page 51)

[bing_translator]

Trasferta a Madrid per Tiziana Troja e Michela Sale Musio. Reduci dal successo al Teatro delle Saline di Cagliari del loro ultimo spettacolo “Spanker Machine”, le artiste della compagnia LucidoSottile saranno protagoniste domani, domenica 7 maggio, di un incontro/aperitivo organizzato dal Circolo dei sardi Ichnusa presso il Café Barberi, nel popolare quartiere di Lavapies.

Le Lucide sono a Madrid per il montaggio, che realizzeranno insieme al cagliaritano (da anni trapiantato nella capitale spagnola) Nicola Beccu, di un corto diretto da Tiziana Troja. Nel corso dell’appuntamento al Caffè Barbieri, le due artiste incontreranno i sardi che vivono a Madrid, racconteranno il loro percorso artistico e regaleranno alcuni sketch dei loro personaggi più conosciuti, primi fra tutti le “coatte” cagliaritane Tanya & Mara.

[bing_translator]

Lunedì 8 maggio, in occasione dell’edizione 2017 dell’EUROPE DAY (istituito in ricordo della Dichiarazione Schuman, che nel 1950 pose le basi per l’Unione europea), ma anche in occasione del trentesimo anniversario del programma di scambio Erasmus e in coincidenza con i 60 anni dalla nascita della Comunità economica europea, gli studenti dell’Ateneo di Cagliari e quelli presenti in città per un periodo di studio Erasmus daranno vita alla Festa dell’Europa con una parade. L’allegro corteo – raduno ore 15.00, partenza ore 15,30 – andrà da piazza Yenne fino al Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” (in piazza Porrino 1), che per tutto il pomeriggio ospiterà un evento ad ingresso libero con interventi culturali, testimonianze di esperienze Erasmus all’estero ed intermezzi musicali.

Lo scorso anno l’evento è stato organizzato dal Settore Erasmus dell’Ateneo di Cagliari, in collaborazione con il Conservatorio, nell’area pedonale del Corso Emanuele, con seminari e lezioni universitarie all’aperto e coinvolgendo i giocatori del Cagliari Calcio nel simbolico quanto suggestivo lancio augurale di palloncini. L’edizione 2017 della manifestazione vede per la prima volta organizzatori sia l’Università sia il Conservatorio, in collaborazione con l’associazione studentesca European Student Network (ESN) e con l’Europe Direct Regione Sardegna.

Per gli studenti saranno in palio i premi del concorso a quiz “Cosa fa l’Europa per me?”: per vincere basterà partecipare all’evento e rispondere correttamente al questionario predisposto dal Centro d’informazione Europe Direct della Regione Sardegna. Il questionario sarà distribuito all’arrivo al Conservatorio e potrà essere compilato sul posto. Alle ore 20.00 circa, il termine della serata, con la premiazione e un buffet finale.

Dopo i saluti istituzionali (la direttrice del Conservatorio, Elisabetta Porrà, la Rettrice Maria del Zompo e Francesco Ventroni per Europe Direct) le presentazioni prevedono approfondimenti sui Trattati di Roma (Christian Rossi, professore di Storia dell’integrazione europea dell’Università di Cagliari), sul Programma Erasmus (prof.ssa Clara Grano, Agenzia Indire) e i racconti in prima persona sulle esperienze Erasmus e sul contributo dei mesi di studio all’estero per la propria preparazione e maturazione.

Durante la serata saranno proposti anche diversi intramezzi musicali (saranno presenti tutte le scuole, dalla classica al jazz sino alla musica elettronica) che vedranno esibirsi sul palco dell’Auditorium del Conservatorio musicisti sardi e stranieri coinvolti in esperienze Erasmus. Tra gli stranieri ci sarà anche il violoncellista Pjeter Guralumi, docente all’Università delle arti di Tirana, arrivato in città grazie allo specifico programma Erasmus+ rivolto agli IPA countries (Instrument for pre-Accession Assitance), pensato per i paesi che hanno appena attivato le procedure di ingresso nell’Unione europea. Il Conservatorio di Cagliari è infatti uno dei quattro in Italia ad aver avuto accesso, nel 2015, a finanziamenti dedicati a questo tipo di iniziative.

[bing_translator]

In Sardegna opera una associazione di volontariato ogni dieci abitanti e il dato è in crescita rispetto al 2008 fa quando il rapporto era di uno a otto. Le associazioni censite sono oggi 1.701 (quattrocento in più rispetto a nove anni fa) e i volontari impegnati ben 32mila. Ma il numero delle persone coinvolte a vario titolo è molto più ampio: considerando anche i volontari saltuari e le persone retribuite dalle associazioni, il numero dei sardi impegnati nel volontariato sale addirittura a 183mila.

Sono questi i dati che emergono dalla ricerca “Il Volontariato in Sardegna – Organizzazioni di volontariato nella rilevazione campionaria 2016: identità e processi”, promossa dal Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale e condotta dal ricercatore Renato Frisanco. La ricerca, presentata mercoledì 3 maggio a Sassari, segue quella analoga elaborata otto anni fa ed è stata condotta nel 2016 su un campione di 264 organizzazioni di volontariato che hanno risposto a 49 domande. Il risultato è uno studio di 158 pagine, arricchito da 90 tabelle, che fotografa il percorso condotto in questi anni dal volontariato isolano e traccia anche una tendenza per il prossimo futuro.

«Bisogna dare atto a Sardegna Solidale di essere uno dei pochi centri in Italia a svolgere ricerche sui bisogni del volontariato» ha affermato Renato Frisanco, mentre per il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru «il quadro che emerge è quello di un volontariato vitale che cresce e che guarda con fiducia alle sfide del futuro». «Certamente non mancano le criticità – ha aggiunto – soprattutto in riferimento al rapporto con le pubbliche amministrazioni. A fronte di un impegno così radicato nei nostri territori, non possiamo infatti non denunciare la centralizzazione delle decisioni riguardanti il volontariato ipotizzata dalle bozze di decreti attuativi della nuova legge sul Terzo Settore, così come l’assordante silenzio dell’amministrazione regionale nei confronti del nostro movimento, con l‘Osservatorio regionale del Volontariato ormai messo da parte». 

«Questa ricerca ci permette di vincere le accuse di autoreferenzialità che vengono talvolta rivolte al mondo del volontariato – ha proseguito don Angelo Pittau, presidente del Comitato promotore di Sardegna Solidale – perché la sua lettura non è così autoconsolatoria. Bisogna avere il coraggio di prendere in mano questa ricerca perché, se saputa leggere e analizzare, ci permetterà di operare un cambiamento.»

Scopo principale della ricerca è quello di aggiornare la conoscenza del fenomeno circa caratteristiche di funzionamento, attività, processi, risorse e bisogni delle organizzazioni di volontariato in Sardegna. La ricerca è articolata in tre parti. La prima, introduttiva, comprende l’ipotesi guida della ricerca e lo scenario della solidarietà organizzata nel nostro Paese negli anni tra le due rilevazioni.

La seconda parte è relativa alla presentazione analitica dei risultati della ricerca realizzata nel 2016 sul territorio regionale ed entra nel merito dei risultati della ricerca, trattando i temi che riguardano il funzionamento delle 264 organizzazioni di volontariato del campione esaminato, ovvero i bisogni e le risorse delle compagini sarde nonché i processi che ne qualificano organizzazione, operatività e relazionalità.

La terza parte illustra la struttura, l’organizzazione e l’attività del Centro di servizio per il volontariato “Sardegna Solidale” a diciassette anni dalla sua attivazione, attraverso i dati del rendiconto delle attività certificati attraverso appositi strumenti di rilevazione (questionario Csv.net) e di accountability (bilancio sociale 2015).

Quali caratteristiche? Secondo la ricerca, le associazioni prese in esame hanno in media 19 volontari, a cui però si devono aggiungere coloro che saltuariamente contribuiscono all’operatività dei gruppi. Le organizzazioni di volontariato sarde sono generalmente piccole: il 45 per cento non ha più di dieci volontari (e questo dato è rimasto invariato rispetto alla precedente ricerca). 

Quanti volontari? Proiettando i dati raccolti sul campione della ricerca sull’intero numero di associazioni, oggi in Sardegna i volontari sono circa 32 mila, un numero che però sale addirittura a 183 mila se si considerano sia le persone impegnate saltuariamente che quelle retribuite a vario titolo dalle associazioni. 

Le associazioni nel territorio Secondo i dati raccolti da Sardegna Solidale, nell’isola sono presenti 1701 organizzazioni di volontariato, in sostanza una ogni dieci abitanti (erano una ogni otto nella precedente rilevazione). Tuttavia gli squilibri territoriali sono evidenti. Il 45 per cento delle organizzazioni di volontariato sarde opera infatti nel territorio della provincia di Cagliari, nella quale sono presenti 13,6 associazioni ogni diecimila abitanti. A seguire la provincia di Sassari (14,3 per cento delle associazioni e 7,3 associazioni per diecimila abitanti), Nuoro (9,3 per cento e 10,1 associazioni), Carbonia Iglesias (8,2 per cento e undici associazioni), Oristano (7,9 per cento e 8,3 associazioni), Olbia Tempio (6,8 per cento e 7,2 associazioni), Medio Campidano (sei per cento e 10,2 associazioni) e Ogliastra (2,5 per cento e 7,3 associazioni ogni diecimila abitanti).

Secondo la ricerca, ad essersi consolidate maggiormente in questi ultimi otto anni sono state soprattutto le organizzazioni di volontariato impegnate nel welfare. Le nuove associazioni sono sorte invece soprattutto nell’ambito della partecipazione civica (cultura, ambiente beni culturali, solidarietà internazionale). Questa tendenza, secondo Frisanco, è frutto di un nuovo volontariato più attento ai temi della cittadinanza e meno imperniato sul concetto di militanza.

Rispetto alla precedente rilevazione oggi il volontario sardo ha un livello di istruzione più elevato e opera con minore costanza e continuità rispetto al passato. La sua azione è orientata soprattutto verso l’operatività e meno verso un contributo di riflessione critica o di proposta.

Per i presidenti delle associazioni che hanno risposto al questionario, la prima caratteristica che deve avere un volontario è quella di saper fare squadra, seguita dalla consapevolezza della sua azione gratuita e dalla disponibilità ad avere relazioni sociali. Passano invece in secondo piano le competenze professionali e addirittura quasi scompare la necessità di condividere un credo religioso.

Il bisogno più rilevante registrato è quello espresso dalle associazioni di volersi mantenere fedeli ai valori del volontariato, un dato che nel 2008 era solo in quarta posizione. Cala invece la percentuale di associazioni che dichiara la propria attività in crescita (dal 32 al 25 per cento), mentre dalla ricerca emerge anche la necessità dei gruppi di coinvolgere un maggior numero di volontari, in quanto le organizzazioni tendono ad invecchiare.

Dalla ricerca emerge chiaramente il difficile dialogo tra le organizzazioni e le pubbliche amministrazioni, incapaci (a dire delle associazioni) di esaltare il ruolo del volontariato e di inserirlo nella propria azione come un soggetto attivo. Molte associazioni denunciano inoltre di non poter disporre di una sede. Tuttavia, sono in crescita i progetti portati avanti insieme alle amministrazioni comunali.

E’ diminuita la quota di associazioni impegnate nella progettazione, mentre sono al contempo aumentate le associazioni che invece propongono progetti, finanziati in misura maggiore dagli enti privati che non da quelli pubblici. La ricerca registra infatti un minor intervento a partire dal 2008 delle amministrazioni sostegno del volontariato.

Le organizzazioni più vitali sono quelle impegnate nella progettualità, che hanno una capacità di comunicare le loro attività medio-alta, puntano di più sulla formazione, partecipano maggiormente alle consulte e collaborano con altre associazioni.

Alla domanda “come vi immaginate fra cinque anni?”, ben il 42 per cento delle associazioni ha affermato di prevedere una crescita (nel 2007 gli ottimisti erano il 29 per cento), mentre il 25 per cento ha risposto prevedendo una continuità con il presente (la percentuale nella precedente rilevazione era del 38).

Di Sardegna Solidale le associazioni apprezzano soprattutto la spinta verso la promozione dei valori della solidarietà. Secondo la ricerca, Sardegna Solidale si distingue per due aspetti: il modello di gestione (basato sulla gratuità) e la sua struttura reticolare diffusa nel territorio che permette di coinvolgere le organizzazioni nelle attività e di decentrare il più possibile gli interventi.

La ricerca ha registrato tre elementi di strategia da parte di Sardegna Solidale: la forte propensione alla comunicazione della cultura della solidarietà, (con una particolare attenzione ai giovani), il significativo investimento nella formazione (grazie al piano Formidale) e l’investimento sulla tecnologia comunicativa che mette in interconnessione le associazioni, grazie alla rete dei quaranta Sa. Sol. Point diffusi nel territorio e al sistema del Sa. Sol. Desk. È questo un modello molto arricchente, che consente alle associazioni di condividere le loro esperienze più significative.

 

[bing_translator]

Festa grande questa sera, a Carbonia, per il 100° compleanno di Maria Lisci, residente a San Giovanni Suergiu ma ospite di parenti nella città mineraria. Maria Lisci ha salutato il grande traguardo raggiunto circondata dall’affetto dei tre figli Giancarlo, Antonio e Lidia Loche, dei sei nipoti e dei cinque pronipoti.

Maria Lisci è rimasta vedova un paio di anni fa, quando il marito s’è fermato all’età di ben 103 anni…

Per festeggiare Maria Lisci è arrivata a Carbonia, da San Giovanni Suergiu, anche il sindaco Elvira Usai che nella sua ancora breve esperienza da primo cittadino è già alla seconda festa per un centenario. Il 23 novembre scorso il traguardo del secolo di vita era stato raggiunto da Eraldo Secchi. A nome dell’Amministrazione comunale, Elvira Usai ha donato a Maria Lisci una targa.

A festeggiare Maria Lisci è arrivato anche il parroco della chiesa di Gesù Divino Operaio, don Giampaolo Cincotti.

Per la festa sono state preparate due torte, sulle quali Maria Lisci ha spento la candelina del secolo di vita, e tanti dolci sardi.

        

[bing_translator]

Nuova tragedia della strada questa mattina sulla statale 293, all’altezza del km 56,5. Ne è rimasto vittima Andrea Giordano, 42 anni, cagliaritano, che alle 12.35 circa si trovava alla guida di una Honda Civic di proprietà della famiglia, quando per cause sconosciute, lungo un rettilineo, ne ha perso il controllo e, fuoriuscendo dalla sede stradale, è andato a sbattere contro il guard rail che, a  seguito dell’impatto, è penetrato all’interno dell’autovettura, provocando il decesso dell’uomo.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della stazione di Nuxis e Santadi che hanno effettuato i rilievi del caso, mentre per estrarre il corpo dall’autovettura letteralmente trafitta dal guard rail, sono dovuti intervenire i vigili del fuoco di Carbonia.

Il personale medico del 118, prontamente intervenuto sul posto, non ha potuto che constatare la morte dell’uomo che stava rientrando a Cagliari al termine di una giornata di lavoro, per le gravi ferite riportate.

Il maggiore Giuseppe Licari, comandante della Compagnia dei carabinieri di Carbonia, in una nota ha segnalato che la dinamica dell’incidente è in corso di accertamento, il veicolo non è stato sottoposto a sequestro e che l’autorità giudiziaria, informata dai carabinieri della stazione di Nuxis, hanno disposto la restituzione della salma ai familiari.

 

[bing_translator]

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il ministro dello Sport Luca Lotti, in una spettacolare cornice di pubblico, hanno dato il via, ad Alghero, al Giro d’Italia 100. Dopo la tappa inaugurale che arriverà a Olbia nel pomeriggio di oggi, saranno due le frazioni della gara rosa che si svolgeranno in Sardegna: domani, da Olbia a Tortolì e domenica, dalla città ogliastrina a Cagliari.

Dopo dieci anni di assenza, la corsa rosa è tornata nell’isola grazie all’impegno della Regione, che ha voluto cogliere la grande occasione di promozione e immagine garantita da un evento sportivo di livello mondiale, trasmesso in 194 paesi e seguito da milioni di appassionati. «Abbiamo voluto con determinazione la Grande partenza del Giro numero 100, una coincidenza che per noi, che siamo l’isola dei centenari, assume un significato particolare – ha detto il presidente Pigliaru ai giornalisti -. La Sardegna è una destinazione fantastica in tutte le stagioni dell’anno e il ciclismo, che è lo sport che meglio permette di mostrare il paesaggio, è un veicolo ideale per far passare questo messaggio».”

Promuovere, dunque, un modello turistico diverso, grazie anche agli ingenti investimenti in infrastrutture decisi dalla Giunta. Ha spiegato Francesco Pigliaru: «Stiamo puntando molto sulla rete di ciclovie, duemila chilometri su cui abbiamo già investito 15 milioni. Vogliamo che diventi un percorso tra i più interessanti d’Europa, un attrattore soprattutto nei mesi in cui non ci si ferma solo sulle spiagge e ci si può immergere nella bellezza del nostro scenario naturale, soprattutto nelle zone interne, viaggiando lentamente e in modo sostenibile».

Sul palco del Giro, pochi istanti prima di dare il via alla corsa, Francesco Pigliaru ha ribadito in diretta televisiva e davanti alle migliaia di tifosi accorsi ad Alghero che «la Sardegna è paesaggio meraviglioso, ma è anche cultura, archeologia, eccellenze agroalimentari prodotte in un ambiente di qualità assoluta. Scoprire le nostre ricchezze pedalando è il modo più salutare e più bello».

Con il presidente Francesco Pigliaru, l’assessore del Turismo Barbara Argiolas, impegnata in prima persona fin dai primi giorni del suo mandato nell’organizzazione del passaggio in Sardegna della corsa rosa, grazie al supporto degli uffici dell’Assessorato, e l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria. Barbara Argiolas ha sottolineato come la Sardegna si sia dimostrata pronta ad accogliere una manifestazione sportiva tra le più importanti al mondo. «Stiamo dando prova – ha detto – che la Sardegna è una terra accogliente, capace di organizzare grandi eventi e di supportarli al meglio in ogni fase della preparazione e dello svolgimento. Grazie al Giro poi stiamo proponendo la nostra idea di Sardegna e di sviluppo sostenibile che portiamo avanti, legata anche alle zone interne e a una fruizione diversa ed esperienziale del nostro paesaggio e dei nostri territori. È una scommessa che la Regione ha fatto con la collaborazione dei Comuni coinvolti e delle istituzioni che hanno cooperato alla preparazione del Giro. Abbiamo riscontrato sui media e tra gli operatori un grande interesse verso la Sardegna in questi giorni di avvicinamento all’evento e monitoreremo con attenzione la ricaduta del nostro investimento sul medio e lungo periodo».

Alla partenza della lunga carovana dei corridori per la passerella tra le strade di Alghero che ha anticipato lo start della gara, il presidente Pigliaru è partito per Olbia dove premierà la prima maglia rosa del Giro 100.

La prima tappa è stata vinta, a Olbia, dall’austriaco 25enne Lukas Postlberger che entra nella storia del suo paese, come il primo austriaco ad aver vinto e quindi ad aver indossato la maglia rosa al Giro d’Italia.

La tappa è stata caratterizzata dalla lunga fuga di cinque corridori – inizialmente sei e poi diventati quattro nel finale – durata ben 201 km e neutralizzata a circa tre km e mezzo dal traguardo. Lukas Postlberger è scattato a sorpresa, i corridori delle squadre dei velocisti favoriti per la vittoria hanno tardato a reagire e quando lo hanno fatto era ormai troppo tardi.

Domani è in programma la seconda tappa, con partenza da Olbia alle 11.50 ed arrivo a Tortolì, in via monsignor Virgilio, dopo 208 km. E’ una tappa insidiosa, con alcune salite di media difficoltà e due gran premi della montagna a Nuoro e Genna Silana, che probabilmente si concluderà ancora con uno sprint di gruppo.

 

 

[bing_translator]

Ritorna per il terzo anno la rassegna itinerante Primavera Sulcitana. La manifestazione dedicata alla promozione e valorizzazione del Sulcis Iglesiente con le sue tradizioni culturali, bellezze architettoniche, archeologiche, naturalistiche e in particolare le eccellenze del mondo dell’enogastronomia e dell’artigianato in questa edizione 2017 si articola in sei tappe ogni fine settimana tra Iglesias (6 e 7 maggio), Carbonia (13 e 14), Teulada (20 e 21), Sant’Anna Arresi (17 e 18 giugno), Calasetta (24 e 25) e Carloforte (26, 27 e 28 giugno).

Dall’alto del successo delle prime due edizioni che sono riuscite ad aggregare più di 30 amministrazioni pubbliche, centinaia di espositori e richiamato migliaia di visitatori da tutta l’isola e turisti da altre regioni, Primavera Sulcitana 2017 è organizzata dall’Associazione Culturale “Primavera Sulcitana” con il patrocinio dei comuni di Iglesias, Carbonia, Teulada, Sant’Anna Arresi, Calasetta, Carloforte e l’importante collaborazione degli sponsor Tirrenia, Moby, Ichnusa, Zedda & Piras.

Come sempre nel segno del turismo attivo, è tutto pronto per la terza edizione che animerà per sei week end altrettante località del sud ovest della Sardegna con quanto di meglio il Sulcis Iglesiente è in grado di offrire.

Il ricco carnet degli appuntamenti si apre il fine settimana del 6/7 maggio a Iglesias con avvincenti rievocazioni storiche, infatti, sarà come un vero e proprio viaggio indietro nel tempo, quando per due intere giornate nell’antica Villa di Chiesa si respireranno atmosfere medioevali. Oltre a questo ci si potrà immergere nei “Colori, Suoni e Sapori di Iglesias” a cura del gruppo folk Città di Iglesias.

«Sono due giorni fortemente attrattivi, chi sceglie di raggiungerci – dice l’assessore al Turismo Simone Franceschi – potrà conoscere o riscoprire la nostra storia e cultura, dando quindi un valore esperienziale all’evento perché  Primavera Sulcitana è l’occasione giusta per apprezzare il fascino di questa città.»

Per informazioni è possibile consultare la pagina Facebook della Primavera Sulcitana e quella del comune di Iglesias.

[bing_translator]

Anche in Sardegna al via la 3ª edizione della Campagna ANAP Pensionati Confartigianato contro le truffe agli anziani. Paola Montis (Presidente ANAP Sardegna): «Presto incontri informativi e distribuzione del materiale in tutta l’Isola: siamo a disposizione di Comuni, Associazioni e Organizzazioni interessate».

In casa, per strada, su Internet. Anche per gli anziani della Sardegna il pericolo di truffe, raggiri, furti e rapine è ovunque. L’arma migliore per difendersi consiste nel conoscere i trucchi usati dai malintenzionati e le situazioni a rischio.

Anziani più informati e più sicuri, quindi. E’ proprio questo l’obiettivo della Campagna nazionale contro le truffe agli anziani, giunta quest’anno alla terza edizione, promossa da Anap, Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato, insieme con il ministero dell’Interno, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale, con il contributo della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza.

L’iniziativa è stata presentata a Roma, presso la sede di Confartigianato, alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti, del Capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Franco Gabrielli, del presidente di Confartigianato Imprese Giorgio Merletti e del segretario generale della Confederazione Cesare Fumagalli.

La Campagna punta a sensibilizzare la popolazione anziana sul tema della sicurezza, fornendo informazioni e consigli utili per difendersi dai malintenzionati e per prevenire i reati.

«’Più sicuri insieme’ è lo slogan della nostra Campagna, perché i peggiori nemici delle persone anziane sono la solitudine e il senso di isolamento che li espone ai fenomeni di criminalità”.Il problema della sicurezza è centrale – aggiunge Paola Montis – se si considera che in Sardegna la popolazione over 65 è del 22,1%, ovvero più di 366mila persone, mentre l’Italia è il Paese europeo con la maggiore quota di over 65, 13.370.000 persone, sul totale della popolazione, vale a dire il 2,8% in più rispetto alla media Ue.»

«Un numero destinato a salire rapidamente: nel 2050, infatti, in terzo dei sardi sarà anziano – sottolinea ancora Paola Montis – persone sempre più vulnerabili e insicure visto che, secondo i dati di Confartigianato, l’82,3% degli anziani diffida del prossimo e questa percentuale, dal 2011 al 2016, è aumentata dell’1,3%.»

Bisogna stare in guardia, ma anche affidarsi con fiducia a chi può difenderci. Per questo la Campagna prevede l’alleanza con le Forze di Polizia in un’azione comune per difendere i cittadini, soprattutto in vista dei mesi estivi durante i quali si moltiplicano i rischi per gli anziani che rimangono soli.

La campagna prevede la distribuzione, in tutta Italia, di  vademecum e depliant che contengono  poche semplici regole, suggerite dalle Forze di polizia, per difendersi dai rischi di truffe, raggiri, furti e rapine in casa, per strada, sui mezzi di trasporto, nei luoghi pubblici, ma anche utilizzando Internet e, soprattutto, consigliano di rivolgersi sempre con fiducia alle Forze di polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza) per segnalare atteggiamenti sospetti e per denunciare situazioni di pericolo.

«Come sempre in accordo in accordo con le Prefetture e le Questure – conclude Paola Montis – insieme a Comuni e a tutti gli altri soggetti interessati stiamo organizzando iniziative ed eventi a livello regionale e provinciale che vedranno la partecipazione di rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle autorità locali e di psicologi e durante i quali verrà distribuito anche il materiale informativo.»

[bing_translator]

Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha tenuto un discorso sullo Stato dell’Unione presso L’Istituto universitario europeo.

Di seguito i punti salienti del discorso.

«L’Unione europea è stata una storia di successo quando ha saputo realizzare questo sogno di libertà, prosperità, pace, affermazione dei diritti fuori e dentro i suoi confini.

Settant’anni fa i nostri padri fondatori hanno intrapreso un cammino per meglio difendere insieme i popoli europei, guardando alle nuove generazioni. Il modo migliore per rendere omaggio al loro coraggio è dimostrare altrettanto coraggio: cambiando questa Europa, uscendo dal guado, continuando questo cammino.

Risultati dell’eurobarometro

La grande maggioranza dei cittadini è convinta che, solo uniti, possiamo tutelare i nostri interessi con Cina, Russia, Usa o India. Che solo un Europa forte può lottare contro il terrorismo, i fondamentalismi, governare i flussi migratori, contrastare i cambiamenti climatici. Promuovere maggiore regole e trasparenza per il commercio, la finanza o le piattaforme digitali.

Rispondere ai populismi con l’Europa dei fatti

Per questo serve un’Europa che esca dal suo castello e torni ad ascoltare e a parlare con i cittadini; che metta in primo piano le loro preoccupazioni.

Un’Europa dei fatti, che colmi il fossato tra istituzioni e popoli europei. Un’Europa meno burocratica e più efficace sulle cose importanti. L’Europa dei popoli.

Un bilancio in linea con le priorità dei cittadini

E’ tempo di avviare una rivoluzione copernicana: prima definire gli obiettivi politici in termini di risposte ai problemi dei cittadini; e su questa base, distribuire le risorse.

Governo dei flussi migratori

Una risposta seria richiede una strategia europea complessiva che vada alla radice dei problemi. Non limitandosi, dunque, alla gestione dell’emergenza. Dobbiamo agire su più fronti.

L’Europa deve dotarsi di un bilancio adeguato, sia per il controllo delle frontiere che per il fondo di sviluppo per l’Africa.

Il 16 maggio verrà a Strasburgo il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki, per discutere di questo Partenariato. Il giorno successivo affronteremo lo stesso tema ospitando il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.

Dobbiamo partire da una robusta diplomazia economica, più investimenti in infrastrutture, trasferimenti di tecnologie, efficienza delle risorse, saper fare industriale. Lavorare su formazione e mobilità legale, con quote per studenti, ricercatori e lavoratori africani.

Sicurezza e difesa

Per promuovere pace, stabilità, sicurezza e valori, l’Unione deve dotarsi di una vera capacità d’intervento.

Il Parlamento sostiene la realizzazione di un’industria e di un mercato europeo della difesa per sfruttare le economie di scala.

 La vera sicurezza dipende dalla nostra capacità di collaborare insieme, di fidarci gli uni degli altri. Di condividere banche dati e informazioni, tecnologie, scambi di buone pratiche. Nel coordinamento tra le intelligence europee e quelle dei paesi terzi.

Un’Europa più competitiva

La chiave per diventare più competitivi e dare prospettive ai giovani è la formazione. Per questo penso ad una forte iniziativa europea per defiscalizzare tutti i periodi di formazione e d’inserimento nel mercato lavoro dei giovani tra i 16 e 24 anni. Il bilancio europeo dovrebbe servire anche a questo scopo.

Non si può continuare a incolpare Bruxelles o la moneta comune se a livello nazionale non si sciolgono i tanti nodi che zavorrano la crescita. Penso, ad esempio, all’eccesso di tassazione su lavoro e imprese, a pubbliche amministrazioni inefficienti, alla giustizia lumaca o, ai limitati investimenti in infrastrutture e ricerca. Vi è un dato incontrovertibile: nell’eurozona chi ha fatto queste riforme cresce molto di più di chi non le ha fatte.

Brexit

I negoziati con la Gran Bretagna devono portare ad una separazione consensuale ponendo le basi per un nuovo partenariato. Il paese lascia l’Ue, non certo l’Europa.»

[bing_translator]

Domani, sabato 6 e domenica 7 maggio, alle 21.00, al Teatro delle Saline – piazzetta Billy Sechi n. 3/4, a Cagliari, il gruppo Tzinghiry presenta “MUSICA BALCANICA”, secondo appuntamento della rassegna “1 €uro festival”.

Il gruppo Tzinghiry nasce dal sogno chiuso in un cassetto del contrabbassista Bax. I brani che si eseguono, vengono presi dalla cultura folkloristica zigana, balkanica, klezmer e russa. Tzinghiry vuole far apprezzare e soprattutto divertire un pubblico di ogni età, in quanto questo genere di musica è poco eseguito nel territorio sardo. Il loro pensiero è quello di far divertire e far ballare gli spettatori e si esibiscono prevalentemente in strada e in maniera itinerante, ricevendo grande partecipazione da parte del pubblico e tantissimi feedback positivi.

“Musica balcanica” è opera del gruppo Tzinghiry, composto da Fabio Bax Talani (contrabasso), Paolo Pilleri (percussioni), Mattia Cuccu (fisarmonica), Valerio Melas (chitarra), Francesca Piras (clarinetto), Emanuela Bono (tromba), Anna Maria Viani (violino) e Ale Benedetti (batteria).