Sottroscritto stamane, a Samassi, un protocollo d’intesa tra la Regione e l’associazione internazionale ‘Città della Terra cruda’.
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La Regione e l’associazione internazionale ‘Città della Terra cruda’ questa mattina, nella Casa Pittau a Samassi, hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa attraverso il quale si impegnano a promuovere forme di collaborazione sui temi dell’architettura sostenibile e a divulgare la conoscenza e l’uso di materiali ecosostenibili e tradizionali. L’Università di Cagliari, attraverso il Dipartimento di Architettura, sarà l’interlocutore privilegiato per la definizione e l’attuazione di un programma che promuova i temi dell’architettura in terra cruda.
«Per la Sardegna – ha sottolineato l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, che ha firmato il protocollo insieme al presidente dell’Associazione Città della Terra cruda e sindaco di Samassi, Enrico Pusceddu – le costruzioni in terra cruda rappresentano una componente del patrimonio identitario, in quanto sono diffuse in vaste aree del territorio regionale, in particolare nel Campidano di Oristano e Cagliari, nel Sarrabus e nel Cixerri. Nel mondo sono un centinaio i Comuni che ancora preservano un riconoscibile centro storico costruito in terra cruda: 35 di essi sono in Sardegna, un’altra decina li troviamo sparsi nella penisola. Una parte di questi centri storici versa in stato di abbandono, pertanto è necessario intervenire al più presto con lavori di manutenzione straordinaria ed interventi di recupero finalizzato al riuso sia residenziale che produttivo, come peraltro è previsto dal Piano Paesaggistico Regionale. L’obiettivo comune– ha concluso Cristiano Erriu – è non soltanto quello della promozione dei materiali tradizionali ma anche la valorizzazione e la riscoperta di saperi e culture connesse all’utilizzo dei prodotti e delle tecniche costruttive locali.»
In Italia, oltre la Sardegna, altre cinque regioni presentano una tradizione costruttiva in terra cruda: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche e Piemonte.
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