Maggioranza e opposizione in Consiglio regionale hanno approvato una mozione per evitare la fermata degli impianti della Portovesme srl.
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Maggioranza e opposizione in Consiglio regionale hanno approvato una mozione per evitare la fermata degli impianti della Portovesme srl.
«Dal Consiglio regionale rivolgiamo alla Giunta un pressante appello per un intervento emergenziale e straordinario in grado di accelerare le procedure riguardanti il nuovo stabilimento della Portovesme Srl, perché una fermata degli impianti sarebbe un danno irreparabile per il Sulcis e per tutta la Sardegna.»
Lo ha dichiarato il consigliere del Partito democratico Cesare Moriconi, primo firmatario della mozione, sottoscritta da 33 consiglieri di maggioranza ed opposizione, che manifestato la fortissima preoccupazione di tutta la politica per un problema, quello della realizzazione della nuova discarica dell’azienda, «aperto fin dal 2010 con ben 4 conferenze di servizi che si sono concluse senza una decisione».
Cesare Moriconi, dopo aver ricordato la pesante incidenza della vicenda su un territorio «che, purtroppo, in base a tutti gli indicatori economici, è il più povero d’Italia» si è soffermato sulla realtà della Portovesme Srl, «azienda che ha investito nell’innovazione tecnologica e nella tutela dell’ambiente risorse ingenti conquistando significative quote di mercato e che oggi rappresenta per molti aspetti una eccellenza nazionale, con 1.300 dipendenti diretti ed altri 700 circa impegnati nell’indotto».
«Ci troviamo in una fase delicatissima della vita dell’azienda – ha concluso Moriconi – perché la vecchia discarica è esaurita e la nuova non è ancora autorizzata, quindi il processo produttivo rischia di interrompersi entro la fine dell’anno, un rischio che dobbiamo assolutamente scongiurare».
Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, nel condividere il contenuto della mozione, ha avvertito che «se la Portovesme Srl dovesse chiudere la responsabilità sarebbe solo della politica: questa vicenda è stata sottovalutata e trattata come un fatto ordinario ma il progetto della nuova discarica è stato presentato il 31 gennaio ed è intollerabile che, da allora, non ci sia stato un dialogo fra azienda ed assessorato dell’Ambiente». «Per questo – ha concluso – la politica deve voltare pagina ed il presidente Francesco Pigliaru deve assumere i poteri di commissario straordinario, hanno già svolto questo ruolo ex presidenti come Renato Soru ed Ugo Cappellacci, bisogna andare avanti senza esitazioni».
L’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci, in apertura, ha parlato del “paradosso spaventoso” per la mancata soluzione di un problema «che è tutto in capo alla Regione e va affrontato con strumenti straordinari». Sul piano operativo, Cappellacci ha formulato una proposta in due punti: verificare la fattibilità tecnica di prolungare l’esercizio della discarica esistente per evitare la fermata degli impianti in attesa della realizzazione della nuova, e costituire una task force «che lavori mattina, sera e notte fino al risultato finale».
Per il gruppo Cps, il consigliere Antonio Gaia ha espresso pieno sostegno alla mozione che, a suo giudizio, «rappresenta un esempio negativo di carenza di programmazione che mette di fronte alle sue responsabilità una intera classe dirigente» ed ha auspicato che la politica sappia affrontare in tempi brevi e con un approccio globale «il complesso problema dei rifiuti in Sardegna».
Anche la consigliera Annamaria Busia del gruppo Misto ha aderito in modo convinto alla mozione consiliare «perché – ha spiegato – la situazione non consente ulteriori ritardi, soprattutto a danno di un territorio come il Sulcis che altre vicende hanno letteralmente massacrato».
Un pressante appello al presidente Francesco Pigliaru è arrivato infine da Fabrizio Floris che, in rappresentanza della Rsu della Portovesme Srl, ha sostenuto che «la fabbrica non si può fermare». Fabrizio Floris ha ripercorso brevemente le tappe più significative della vita dell’azienda, dalle grandi difficoltà dei primi anni del ‘2000 ad un rilancio economico e produttivo fondato su innovazione tecnologica, rispetto dell’ambiente, sviluppo e specializzazione delle risorse umane. «Oggi – ha aggiunto – siamo una realtà all’avanguardia e le nostre discariche hanno superato le procedure più rigorose ottenendo le migliori certificazioni europee.»
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