17 August, 2024
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Circa 1.500 agricoltori e pastori sono ritornati in strada, ieri mattina, per chiedere aiuto e interventi urgenti per il settore agricolo al collasso, al centro della Sardegna, con trattori e i pick up, invadendo la statale 131 Carlo Felice nei pressi di Abbasanta, nella nuova manifestazione di protesta organizzata dalla Coldiretti, per denunciare il profondo malessere delle campagne sarde.

I manifestanti hanno denunciato che in Sardegna è caduto il 40% di pioggia in meno con temperature superiori di 1,8 gradi alla media del periodo, dopo mesi praticamente a secco: maggio (-95%), aprile (-71%) e marzo (-73%). La conseguenza di questa situazione è la perdita del 40% delle produzioni agricole con la dichiarazione dello stato di emergenza per l’isola presentata dalla Giunta regionale al Governo nazionale.

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, in una nota diffusa ieri sera, sollecita «un intervento straordinario per garantire la sopravvivenza di un comparto ormai in ginocchio e assicurare la distribuzione di mangimi e foraggio. L’annata agraria rischia di essere gravemente compromessa senza che arrivino le risorse per il rilancio delle campagne. Il settore è piegato non solo la scarsità delle precipitazioni, ma anche delle lungaggini nei pagamenti dei contributi della pac e i prezzi troppo bassi delle produzioni stanno mandando il mondo delle campagne in tilt – conclude Gianluigi Rubiu – e l’assessore dell’Agricoltura ha sottovalutato il problema, con proclami e dichiarazioni di intenti per il pagamento dei finanziamenti».

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Giancarlo Scarteddu è il nuovo segretario politico del Partito Socialista del Sulcis Iglesiente. Subentra a Giuseppe Perseu che era stato eletto il 10 ottobre 2015.

E’ stato eletto lo scorso 19 giugno, presso la Federazione riunitasi a Cortigiana, per l’elezione degli organismi provinciali del Sulcis Iglesiente.

Il consiglio direttivo risulta così composto: Giancarlo Scarteddu, Giuseppe Perseu, Massimo Sias, Valentina Cattari, Erminio Melis, Antonio Mele, Giovanni Luxoro, Nicola Marongiu, Maurizio Aste, Marco Mudu e Luciano Campesi.

I delegati eletti per il congresso regionale sono: Giancarlo Scarteddu Giancarlo, Daniele Pani, Giuseppe Perseu, Giovanni Luxoro e Teodoro Fois. 

 

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Una nuova richiesta di conclusione dell’iter di trasferimento delle risorse spettanti ai Comuni gravati da servitù militari in Sardegna previsti dalla legge 104 del 1990 e dalle successive modifiche ed integrazioni, è stata avanzata dai sindaci Antonello Ecca di Arbus, Anna Paola Marongiu di Decimomannu, Luca Montella di La Maddalena, Mariano Carta di Perdasdefogu, Teresa Pintus di Sant’Anna Arresi, Daniele Serra di Teulada, Gian Luigi Serra di Ulassai, Giuseppe Loi di Villanova Strisaili e Sandro Porcu di Villaputzu, al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, al ministro della Difesa Roberta Pinotti, al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e, per conoscenza, al presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana.

«Nel mese di marzo i sindaci dei comuni sardi interessati da servitù militari hanno scritto una lettera al ministro della Difesa, al presidente della giunta regionale e al presidente dell’ANCI Sardegna per significare gli interminabili ritardi nell’erogazione dei fondi a ristoro dei disagi e dei vincoli per la presenza dei poligoni e delle esercitazioni. Risorse destinate ai Comuni e da questi utilizzate per la realizzazione di opere pubbliche e politiche sociali a beneficio dell’intera comunità – scrivono i sindaci -. In data 9 maggio un comunicato a firma della Presidenza della Giunta regionale riportava la notizia dell’avvenuta sottoscrizione da parte del ministro Padoan del decreto che quantifica i parametri per l’erogazione del contributo ai Comuni e si stimava un tempo di conclusione dell’iter pari a circa un mese. Ad oggi però non si hanno notizie dell’effettiva conclusione dell’iter e questo è oggetto di forte preoccupazione dei sindaci scriventi visto il termine ultimo del 15 luglio quale obbligo per tutti i comuni di trasmissione della richiesta di acquisizione o di cessione degli spazi finanziari annuali (di cui all’art. 4 del D.P.C.M. 21/02/2017, n. 21). Un ulteriore ritardo nell’erogazione dei fondi in oggetto non solo rischia di compromettere la corretta programmazione delle risorse entro tale data, ma in caso di trasferimento tardivo essi rischiano di finire in avanzo di amministrazione rendendoli di fatto inutilizzabili.»

«Per questi motivi, considerati anche i tempi tecnici necessari per il trasferimento dei fondi dallo Stato alla Regione e da questa ai Comuni è assolutamente necessario concludere l’iter nei prossimi giorni, in caso contrario tali risorse saranno di fatto del tutto vane. Oltre al danno, la beffa. Chiediamo quindi notizie sull’avanzamento dell’iter procedurale necessario e, nel caso in cui questo non sia di immediata conclusione, chiediamo una pronta e decisa presa di posizione – concludono i sindaci – per scongiurare il sopraccitati rischi e dare finalmente seguito agli impegni presi, nell’esclusivo interesse delle nostre comunità.»

 

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L’assessore delle Politiche sociali del comune di Carbonia, Loredana La Barbera, “denuncia” in un comunicato stampa, la penalizzazione subita dai tagli della Regione sulle leggi di settore.

«In merito al comunicato dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru del 6 giugno 2017, in cui si afferma: “Procederemo speditamente” riguardo all’assegnazione di 48 milioni di Euro per “Interventi rivolti a persone affette da particolari patologie” – sottolinea Loredana La Barbera – faccio notare che il fabbisogno netto richiesto dai Comuni della nostra Regione è di 59 milioni di euro. Si fa riferimento agli interventi rivolti a persone affette da particolari patologie di cui all’art. 5, comma 23, lett. e) della Legge Regionale n. 5 del 13 aprile 2017.»

«I Comuni subiranno un taglio di 11 milioni di euro – aggiunge l’assessore Loredana La Barbera -. Un taglio che peserà sulle persone gravemente malate, le quali necessitano di queste risorse per vivere dignitosamente. La logica conseguenza è che, nonostante la richiesta dei Comuni di poter contare su un incremento di risorse, si registra addirittura un taglio netto del 19 % dei fondi da parte della Regione Sardegna. Per quanto riguarda il comune di Carbonia, a fronte di un fabbisogno richiesto di 1.682.000 euro, vengono assegnati nel 2017 1.327.750 euro, con un taglio di 354.250 euro. Questa grave situazione rischia di avere ripercussioni negative su tutta la comunità, destabilizzando ulteriormente un territorio già fortemente provato dalla disoccupazione.»

«Il comune di Carbonia, pertanto, in sinergia con le associazioni del settore, metterà in campo tutte le azioni possibili per scongiurare questo taglio di risorse, con l’obiettivo di salvaguardare i diritti delle persone gravemente malate. Ove ciò non fosse sufficiente – conclude Loredana La Barbera -, siamo pronti anche a scendere in piazza per esigere dalla Regione l’erogazione delle risorse necessarie per affrontare queste patologie e ridare la giusta serenità ai malati.»

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Le dighe saranno più sicure e funzionali, i porti più efficienti ed adeguati alla crescente domanda turistica, grazie alla programmazione di 100 milioni di euro provenienti dal Patto per la Sardegna sottoscritto nel mese di luglio 2016, presentata oggi, a Villa Devoto, dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, dagli assessori Raffaele Paci ed Edoardo Balzarini e dall’amministratore unico di Enas Giovanni Sistu. 50 milioni saranno destinati alle dighe, per un piano di manutenzione straordinaria senza precedenti per strategia e investimenti, e altri 50 milioni alla rete portuale, intervento atteso da decenni.
«Sono i due più corposi interventi per le dighe ed i porti degli ultimi decenni: ci eravamo impegnati a portare a compimento una serie di incompiute e lo abbiamo fatto – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. Viene realizzato così un altro pezzo del Patto con il Governo, con il quale diamo risposte mirate alle diverse esigenze territoriali attraverso un efficace coordinamento tra i diversi strumenti di programmazione, fonti finanziarie e soggetti istituzionali. Questa è anche l’occasione per dare il benvenuto al nuovo componente della nostra Giunta, una scelta che garantisce continuità al lavoro fatto sinora –  ha aggiunto Francesco Pigliaru, ringraziando il predecessore Paolo Maninchedda -. Tanto altro è stato avviato e spetterà a Edoardo Balzarini portarlo a concretezza.» Impegno subito confermato dal neo Assessore, già Direttore generale dello stesso assessorato, che ha dichiarato di voler seguire «obiettivi in linea con quelli della Giunta e del precedente assessore e puntare ad alcune specificità tra cui garantire il trasferimento delle enormi risorse finanziarie che derivano dal Patto per la Sardegna e consentire il loro utilizzo all’interno dell’arco di questa legislatura».
In qualità di assessore ad interim dei Lavori pubblici, è stato l’assessore Raffaele Paci a portare la delibera all’attenzione della Giunta«con gli interventi sulle dighe raggiungiamo due risultati estremamente importanti: la sicurezza a tutela dell’incolumità umana e la maggiore efficienza, soprattutto in condizioni di siccità, grazie alla maggiore capacità di invaso che permetterà di fronteggiare le crisi nelle zone più a rischio – ha sottolineato Raffaele Paci -. A proposito del finanziamento per porti più moderni, sicuri e funzionali, la Giunta, ancora una volta dimostra forte attenzione per una zona in particolare difficoltà come il Sulcis e garantisce interventi su numerosi altri porti che potranno così diventare decisivi nell’economia turistica dei Comuni che li ospitano e di conseguenza dell’intera Sardegna».
Più sicure, più funzionali, più efficienti: per le dighe della Sardegna si apre una fase tutta nuova. Gli interventi programmati sono complessivamente 46 e sono suddivisi in tre tipologie: riqualificazione funzionale delle opere di sbarramento per il superamento delle criticità strutturali nei serbatoi con limitazioni di invaso (34 interventi per un totale di 28 milioni e 45mila euro): in questo modo, realizzati i lavori di messa in sicurezza necessari, verrà notevolmente aumentata la capacità consentita e dunque superati i problemi legati alle restrizioni della quantità d’acqua; messa in sicurezza e dismissione (2 interventi da 11 milioni e mezzo) delle dighe che, pur essendo in capo alla Regione, non sono direttamente di proprietà di Enas; messa in sicurezza delle dighe del sistema idrico multisettoriale regionale (SIMR), ovvero di quelle dighe gestite da Enas che forniscono acqua contemporaneamente per uso potabile, irriguo e industriale: 10 milioni e 455mila euro suddivisi in 10 interventi. Tutti gli interventi saranno attuati attraverso il ricorso ad apposite convenzioni da stipulare con i soggetti attuatori, principalmente Enas.
Un investimento importante destinato a completamento, riqualificazione, ampliamento ed efficientamento dei porti principali della Sardegna dopo una ricognizione completa sull’intero territorio. Dei 50 complessivi, 22 milioni finanziano interventi che fanno parte del “Piano Sulcis”: si tratta in particolare di opere di sottoflutto, banchinamenti ed escavo fondali del porto di Sant’Antioco per 12 milioni; realizzazione di nuovi attracchi per i traghetti e dragaggio dei fondali del porto di Carloforte per 4 milioni e opere di sottoflutto, banchinamento ed escavo fondali del porto di Calasetta per 6 milioni. Del restante importo, 2 milioni sono destinati al completamento di interventi già previsti dal mutuo infrastrutture; 10 milioni e 150mila euro a interventi per i quali sono già disponibili i progetti (Marina di Perd’e Sali, Porto di Stintino, Porto Corallo, Cannigione, La Caletta, S. Maria Navarrese, Marina di Alghero); 5 milioni per il ripristino dei danni alle opere di difesa portuali (Castelsardo, Isola rossa, Porto Corallo) dopo le violente mareggiate causate dagli eccezionali venti di burrasca che hanno colpito il nord dell’isola in particolare il 6 e 7 marzo scorsi; 10 milioni e 850mila euro al porto di Buggerru per risolvere, fra gli altri, i problemi di insabbiamento.

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Abbanoa invita a diffidare dai falsi operatori: «I tecnici del gestore sono riconoscibili e muniti di tesserini e divise».

«Continuano a giungere segnalazioni di falsi operatori, privi di cartellini di riconoscimento e divise, che chiedono di poter entrare nelle abitazioni per eseguire non meglio specificati controlli all’interno (l’ultimo caso riguarda un pensionato di Quartu) – si legge in una nota di Abbanoa -. Sebbene i tecnici di Abbanoa siano riconoscibili, è purtroppo possibile imbattersi in truffatori di professione che con la scusa di verificare che i lavori nelle strade non abbiano danneggiato i tubi interni  o di leggere il contatore o, ancora,  di verificare se in casa ci siano perdite, trovano il modo di intrufolarsi nelle case, specie quando hanno a che fare con anziani o persone indifese.»

Per non incorrere in situazioni di pericolo Abbanoa consiglia ai clienti che dovessero notare comportamenti anomali di sedicenti tecnici, di chiamare le autorità competenti e di segnalare ad Abbanoa i casi di presunte truffe. Il numero verde 800 062 692 è utile anche per avere un riscontro immediato. Anche attraverso una telefonata è infatti possibile scoprire se l’identità di chi si presenta alla porta corrisponde con quella di un operatore Abbanoa o di un incaricato Abbanoa.

«Gli operatori di Abbanoa che eseguono interventi domiciliari sulle utenze sono riconoscibili, esibiscono il tesserino e non chiedono mai di eseguire pagamenti sul momento. Il Gestore unico precisa infatti che in nessun caso il cliente deve consegnare denaro al personale. Tutti i pagamenti verso l’azienda – conclude la nota di Abbanoa – vengono fatti, per chi non ha attivato la domiciliazione bancaria, con bollettino premarcato postale, bonifico bancario, oppure tramite il sito internet (Sportello online) e l’applicazione per i cellulari (Hype Wallet).»

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Atmosfera da festa, ieri sera a Carloforte, per la serata inaugurale della quindicesima edizione del Girotonno, presentata da Eliana Chiavetta, showgirl siciliana. Quattro giorni all’insegna del gusto, con piatti sfiziosi a base di tonno rosso del Mediterraneo da assaporare con vini scelti ad arte. Una gara internazionale dove ai fornelli arrivano grandi chef da sei Paesi: Francia, Giappone, Inghilterra, Italia, Mauritius e Perù. Per giudicare i piatti prelibati, due giurie: una tecnica di giornalisti ed esperti presieduta da Maurizio Mannoni, giornalista del TG 3 Rai, ed una popolare composta da visitatori che, una volta assaggiato il piatto, potranno votare con palette numerate. Vincitore della prima serata, lo chef Vinod Sookar delle isole Mauritius, che si è confrontato con lo chef della Francia Maurizio Cosso.

Ad inaugurare la rassegna è stato il neo sindaco Salvatore Puggioni. «E’ un’emozione grandissima. Faccio un ringraziamento all’amministrazione precedente ed al sindaco Marco Simeone per aver curato negli anni la manifestazione. Un ringraziamento speciale va allo chef Luigi Pomata, padre di questo evento, con cui ci auguriamo di poter proseguire. Ma  ha aggiunto Salvatore Puggioni un grazie è d’obbligo anche a tutti i carlofortini che si sono impegnati per rendere più accogliente il paese. Questo evento è un loro patrimonio. Abbiamo in conto di costituire una Commissione permanente per il Girotonno, per mantenere quanto di buono fatto e migliorarlo».  

Oggi sono previste le sfide Inghilterra – Italia e Giappone – Perù, e tra le vie del centro arrivano i Girobuskers International, gli artisti di strada.

C’è grande attesa, infine, per il concerto di Nek che questa sera apre il Girotonno Live Show con il suo “Unici in tour”, al Palapaise, che domani sera vedrà salire sul palco Fiorella Mannoia.

Nadia Pische

                   

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Nell’ambito dell’attività di contrasto della pesca abusiva degli stock ittici più pregiati, oggi, presso il porto commerciale di Sant’Antioco, gli uomini della locale Guardia Costiera di Sant’Antioco hanno sequestrato due esemplari di tonno rosso per un totale di 233,60 kg. L’operazione, che si svolge tutti i giorni nelle acque del Sulcis, è stata portata a termine in seguito ad un controllo di due motopescherecci presenti all’ormeggio nel porto antiochense. Durante l’ispezione all’interno del locale frigo di uno dei due motopescherecci, sono stati rinvenuti, accanto ad esemplari di pesce spada, i due grossi pelagici semi occultati. La normativa vigente in materia di pesca del tonno rosso, non permette la cattura dello stesso, se non a favore di un numero ristretto di imbarcazioni da pesca in possesso di permesso speciale (cosiddette quote tonno). Il “Thunnus thynnus”, questo il nome scientifico del più conosciuto tonno rosso, a seguito degli accertamenti di rito del personale sanitario dell’azienda Asl – area veterinaria, che ne ha attestato l’idoneità al consumo umano, è stato devoluto a diversi istituiti benefici, tra i quali Sodalitas di Iglesias ed il Centro di Accoglienza don Vito Sguotti di Carbonia.

Il personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Antioco proseguirà l’attività di controllo mirata a contrastare la pesca abusiva del tonno rosso e di altre specie che rientrano nei piani pluriennali disposti dalla Comunità Europea.

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E’ una fotografia in chiaroscuro, quella scattata al lapideo sardo da Confartigianato Imprese Sardegna, settore che nei decenni ha contribuito a sostenere l’economia regionale e a far conoscere le produzioni isolane di qualità nel Mondo come avvenuto quando vie, piazze e palazzi di Manhattan, Dubai e Shangai venivano lastricate di marmo di Orosei, granito di Buddusò o basalto della provincia di Oristano.

I dati, rilevati dall’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI (fonte UnionCamere 2016-2017), descrivono un comparto regionale di 528 imprese, di cui 350 artigiane (66,3% del totale); queste ultime, con i numeri in leggera crescita rispetto alla fine del 2016 (+3 nel primo trimestre 2017), danno lavoro a 282 dipendenti per un totale di 692 addetti. L’analisi, in ogni caso, ha anche registrato sia i 310mila metri cubi di “pietre ornamentali” estratti dalle cave sarde, sia il “crollo” del comparto dal 2009 quando nell’Isola venivano censite 414 realtà artigiane, arrivate a 367 nel 2013 e 347 nel 2016: dall’inizio della crisi sono scomparse 63 micro e piccole aziende ovvero il 16,1% del comparto è stato cancellato.

Preoccupante la situazione dell’export nonostante l’ingente quantità di materiale estratto. I bassi numeri sono derivati dal fatto che le pietre, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono vendute a società della Penisola come “materia prima” che, in un secondo tempo, viene trasformata in semilavorati o in prodotti finiti. Nel 2016 numeri delle esportazioni di pietre tagliate, modellate e finite made in Sardegna ammonta a 2,1 milioni di euro: il 41,1% destinato a mercati UE28 e il 58,9% a mercati extra UE28. Rispetto al 2015, la domanda di pietre proveniente da mercati esteri è scesa del 30,4%, flessione determinata dal calo delle vendite sui mercati extra UE28 (-43,1%).

Un settore che regge nel saldo aperture/chiusure, grazie soprattutto alle grandi commesse ottenute negli anni precedenti, ma con un futuro che si presenta come un grosso punto interrogativo, anche a causa del clima di instabilità che si respira a livello internazionale del quale il comparto non può che risentire, poiché fortemente caratterizzato da una pesante dipendenza dai mercati esteri.

«Solo una piccola parte del fatturato, che interessa gran parte delle micro imprese del settore, proviene dal mercato interno – spiega Antonio Matzutzi, neo presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e titolare di un’impresa del settore lapideo – la maggior parte del lavoro arriva dall’estero e c’è preoccupazione per i segnali d’incertezza e di flessione che vengono da alcune realtà importantiIn questo momento – spiega Matzutzi – non siamo ancora definitivamente ripartiti dopo la crisi del 2009 e ritrovarsi nel mezzo a una nuova bufera sarebbe un problema non da poco.»

 

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L’associazione Caccia – Pesca – Ambiente ha chiesto all’assessorato regionale dell’Ambiente e al Comitato regionale faunistico una variazione del calendario venatorio approvato nella riunione di CRF del 20 scorso.

La modifica richiesta riguarda le giornate di caccia concesse per i giorni 24 settembre e 1° ottobre, per poter cacciare per l’intera giornata, anche per dare la possibilità ai lavoratori turnisti di esercitare la caccia.

«Riteniamo la richiesta legittima ed equa – sottolinea il presidente regionale dell’associazione Caccia – Pesca – Ambiente, Marco Efisio Pisanu -, anche in considerazione che non esiste nessuna norma regionale o nazionale che contempli le mezze giornate di caccia. Il calendario approvato non è stato discusso come previsto dal Regolamento del CRF, disattendendo quanto previsto dal comma 2 dell’Articolo 6 del Regolamento, che stabilisce la discussione delle proposte pervenute ai Componenti del CRF almeno tre giorni prima della seduta.

Per questo motivo si sarebbero dovute/potute analizzare e poi votare solo le proposte presentate dalle AA.VV. C.P.A. e UCS, le uniche valide – conclude Marco Efisio Pisanu -, poiché le proposte inviate dalle Province non sono da considerarsi valide in quanto elaborate senza sentire i Comitati Provinciali Faunistici, così come previsto dal comma 2 dell’articolo 50 della L. R. 23/98.»